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La Storia della Chiesa Parrocchiale di Caria
La Chiesa Parrocchiale di Caria di Francesco Pugliese CHIESA PARROCCHIALE DELLA TRASFIGURAZIONE DI N.S.G.C. di CARIA La Chiesa Parrocchiale di Caria è dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo. Caria fu elevata a dignità di Parrocchia nel 1677 anno in cui iniziarono i lavori dell’attuale chiesa Parrocchiale che dunque non fu la prima chiesa della Comunità (secondo alcuni la prima chiesa del paese venne inghiottita dal burrone Ruffa, da una spaventosa frana così come gran parte dell’antica Caria a seguito di un terremoto). La chiesa attuale In origine era più piccola. Infatti, tra il 1841 e il 1868, fu ampliata e le furono apportate varie modifiche. Durante questi lavori venne sostituto l’antico dipinto su tavola posto sull’altare maggiore, con il quadro con la scena del monte Tabor. Nel 1820 fu costruito il campanile caduto poi con il terremoto del 1908. La chiesa riportò seri danni a causa del terremoto dell’8 settembre 1905 e del 28 dicembre 1908 che la rese inagibile. Crollò il soffitto decorato di stucchi e dipinti. Per diversi anni le funzioni religiose si svolsero nella chiesa di San Nicola. Nel 1914 ebbero inizio i lavori di ricostruzione: venne rifatto il pavimento e parte della facciata principale. Nel 1945 fu ricostruito il campanile. Sette anni dopo fu ampliata la cappella di Maria Ausiliatrice per fare posto ad altri tre altari. Infine, nel 1959, furono eliminati il pulpito e gli altari laterali. Numerosissimi nei secoli gli interventi di modifica, restauro e ampliamento che hanno alterato la "struttura" originaria della chiesa. Attualmente la chiesa è un edificio di stile composito. Sulla facciata esterna, colore nocciola, si notano quattro lesene e una serie di fregi in stucco bianco.In alto è incastrato l’orologio pubblico offerto dal Comitato Sagra da Sujaca nel 1991,in sostituzione di uno splendido orologio in ferro battuto che si erigeva maestoso sulla facciata e che venne distrutto dal terremoto del 1905. A destra, il campanile incorporato termina in una guglia. Ha pianta rettangolare a navata unica, con abside semicircolare e cappella laterale. Al suo interno, decorato con stucchi chiari e colonne possiamo trovare alcune pregevoli opere, quali: uno splendido ciborio proveniente dal Convento di San Sergio e Bacco di Drapia, che risale al ‘700; una tela della Trasfigurazione di Gesù Cristo sul monte Tabor, (riproduzione quasi integrale di quello custodito in San Pietro in Vaticano) del Petracca da Ricadi, discepolo del Vivo da Napoli (XIX sec.) restaurato nel 2007 dalla Dott. Fucilla da Castro Libero (CS) è ritornato all’antico splendore; una tela della Sacra Famiglia, insieme ai Santi Giacchino e Anna (1887); una tela della Madonna del Carmelo, con Sant’Ignazio di Loyola (a destra) e San Nicola (a sinistra) (XIX sec); una tela dell’Ultima Cena, (XIX sec); una statua di San Francesco di Paola (1870); una statua di San Nicola (XIX sec); una statua dell’Immacolata di don Domenico Morizzi di Tresilico d’Oppido, (1864); un organo a canne costruito dalla bottega Petillo di Napoli (1870). troviamo poi statue moderne raffiguranti, Maria Ausiliatrice, l’Addolorata, Cristo morto, Santa Rita da Cascia, San Rocco, San Michele, La Madonna del Rosario, Gesù risorto, Il Sacro Cuore, Il cuore di Maria; e delle tele: San Giovanni Bosco (1950) Santa Teresa del Bambino Gesù,San Pio da Pietralcina, Santa Lucia e Santi medici Cosma e Damiano. Tale chiesa Che sorge nel centro del Paese in Via Duomo funzionò fino al 1804 anche come cimitero. Erano presenti tre botole, da cui si accedeva ad una sorta di cripta sotto la navata della centrale, dove venivano calati e sepolti i Cadaveri. In questa stessa chiesa il 4 novembre 1923 Caria ebbe l’onore di ospitare Mons. ANGELO GIUSEPPE RONCALLI FUTURO PAPA GIOVANNI XXIII IL QUALE RIVOLSE AL POPOLO LA PAROLA DI DIO. Salito al Soglio di Pietro, Papa Giovanni, spedì uno dei suo primi telegrammi alla Parrocchia di Caria con una generosa somma di danaro che venne utilizzata per il rifacimento del pavimento di tutta la chiesa. Questo per ringraziare la Comunità Cariese, della Cordiale e affettuosa accoglienza. Alla stessa chiesa il Re Vittorio Emanuele III nel 1905 di passaggio a Caria per far visita alla Città di Tropea regalò un preziosissimo ostensorio che per molti anni fu esposto sull’’altare maggiore e di cui purtroppo si sono perse le tracce. L’attuale altare della Trasfigurazione Fu costruito per volontà dell’ Arciprete De Carlo da Santa Domenica Parroco di Caria dal 1841-1868. Esso comprò due case dietro la chiesa e ampliandola, costruì ex nono il presbiterio e il magnifico altare maggiore con la scena del Tabor: In alto L’eterno Padre, triangolo sul capo tre dita aperte della mano sinistra, scettro alla mano destra, sito al di sopra di due angeli, che tremebondi ed amorosi lo adorano, la bocca semi aperta in atto di pronunciare le parole scolpite sull’altare: HIC EST FILIUS MEUS DILECTUS IN QUO MICHI BENE COMPLACUI IPSUM AUDITE. QUESTI E’ IL FIGLIO MIO DILETTO, NEL QUALE HO POSTO LE MIE COMPIACENZE ASCOLTATELO. Quindi la Tela del Prof. Domenico Del Vivo da Napoli che la pinse, aiutato dal suo discepolo Petracca da Ricadi (anche se sembrerebbe che sia stato quest’ultimo a dipingerlo per intero). Il SS. Salvatore tra le nuvole, in bianche vesti, la faccia risplendente come il sole, le braccia aperte in atto di accoglienza dei giusti e dei peccatori. Ai lati di Gesù: Elia e Mosè e in fondo alla scena i discepoli Prediletti; Pietro Giacomo e Giovani, accecati dalla luce sfolgorate del Salvatore. Ai lati del Quadro, quattro colonne a stucco imitazione porfido. Ai due Lati, anticamente erano poste le statue dei santi Pietro e Paolo, Oggi invece si trovano le statue del cuore di Maria e di Gesù. LA FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE Martirologio Romano: Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo. La liturgia romana leggeva il brano evangelico riferito all'episodio della trasfigurazione il sabato delle Quattro Tempora di Quaresima, mettendo così in relazione questo mistero con quello della passione. Lo stesso evangelista Matteo inizia il racconto con le parole: "Sei giorni dopo" (cioè dopo la solenne confessione di Pietro e il primo annuncio della passione), "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E si trasfigurò davanti a loro: il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce". C'è in questo episodio una netta contrapposizione all'agonia dell'orto del Getsemani. E’ evidente l'intenzione di Gesù di offrire ai tre apostoli un antidoto che fortificasse in loro la certezza della sua divinità durante la terribile prova della passione. L'alto monte, non meglio identificato nel Vangelo, è quasi concordemente ritenuto il Tabor, che si erge nel cuore della Galilea e domina la pianura circostante. La data è da collocarsi tra la Pentecoste ebraica e la festa delle Capanne, nel secondo anno di vita pubblica, il 29, nel periodo dedicato da Gesù in modo particolare alla formazione degli apostoli. Quella montagna isolata era infatti molto propizia alle grandi meditazioni, nel silenzio solenne delle cose e nell'aria rarefatta che mitigava la calura estiva. E in questa suggestiva cornice Gesù si offrì alla vista dei tre prescelti in tutto lo splendore del suo corpo glorioso, quale sarebbe dovuto apparire in ogni istante per la naturale conseguenza della visione beatifica di cui godeva perennemente la sua anima, se per un miracolo d'amore e di umiltà non avesse costretto la propria umanità dentro l'involucro mortale, per offrire il suo corpo passibile di dolore in sacrificio al Padre per la nostra redenzione. Con questa soprannaturale visione Gesù dava una conferma alla confessione di Pietro: "Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente". Quell'attimo di gloria sovrumana era la caparra della gloria della risurrezione: "Il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo". Lo stesso tema del colloquio con Mosè ed Elia era la conferma dell'annunzio della passione e della morte del Messia. La trasfigurazione, che fa parte del mistero della salvezza, è ben degna di una celebrazione liturgica che la Chiesa, sia in Occidente come in Oriente, ha comunque celebrato in vario modo e in date differenti, finché papa Callisto III elevò di grado la festa, estendendola alla Chiesa universale, per ricordare la vittoria riportata nel 1456 a Belgrado contro i Turchi e di cui giunse notizia a Roma il 6 agosto. LA FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE IL 6 AGOSTO A CARIA. La festa del S.S. Salvatore anticamente era molto sentita nella Comunità di Caria, anche se non si è mai radicata fortemente e fermamente nel cuore dei Cariesi così come è invece accaduto per la Festa della Madonna del Carmelo la cui festa e per i cariesi e la più bella, importante ed attesissima. La festa del SS Salvatore prendeva il via con un novenario, che si concludeva poi nella serata del 5 agosto con il canto dei primi Vespri della Festa della Trasfigurazione. Il 6 di Agosto si celebravano sante Messe per tutta la Mattinata. Solenne la Celebrazione alle ore 11:00; la cosiddetta Messa Cantata. Mai, invece, si svolsero Processioni. E questo è accaduto certamente per le enormi dimensione del quadro della trasfigurazione, che non ne permettono ne il trasporto, ne la facile uscita dalla chiesa. Per svariati anni gli anziani del paese ricordano una piccola fatta esterna. Dal 1978 un Gruppo di giovani decise di dedicare al titolare della Parrocchia di Caria La manifestazione Popolare "Sagra da Sujaca". Oggi la Festa della Trasfigurazione consiste in un triduo di preparazione, e nel giorno 6 di agosto due sante Messe. Come festeggiamenti esterni la Famosissima ed apprezzata sagra da Sujaca. Agostino Petracca discepolo del Prof. Domenico Del Vivo da Napoli. Nasce a Ricadi (VV) nel 1829, in una famiglia che nell’800 si distinse culturalmente. Egli è rimasto sconosciuto agli storici dell’arte e al mondo accademico, ma fu un raffinato ritrattista. Si formò artisticamente a Napoli e visse l’ultimo periodo della sua vita a Roma, dove espletò il suo ministero pastorale come sacerdote e dove morì nel 1886 presso la basilica di San Lorenzo. Il quadro della Trasfigurazione lo realizzò intorno al 1860-65 ed è una copia di un particolare de "a Trasfigurazione" di Raffaello che si può ammirare in tutto il suo splendore nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Petracca realizzò altri quadri che gli furono commissionati, tra cui il Martirio di Santa Cecilia custodito nella cattedrale di Mileto (VV), un Sant’Antonio, una copia della Madonna di Romania, una Risurrezione. L’antica Novena al S.S. SALVATORE. 1 - Signore Gesù cristo, nostro unico salvatore, che illumini le nostre tenebre con la luce del tuo volto e ci riveli la gloria del Padre e il suo amore per noi, ti preghiamo di condurci nel cammino di questa vita,fedeli al tuo amore. Gloria la Padre… Come il tuo volto amabile Risplenderà nel cielo Se avvolto in uman velo Tanto splendeva qui Un raggio di tua gloria sul nemico ci darà Vittoria. 2 - Signore Gesù Cristo,nostro unico Salvatore che sei la parola eterna del padre e ci mostri la sua volontà ti preghiamo di aprire il nostro cuore e la nostra mente all’ascolto obbediente del tuo vangelo .Gloria al Padre… Avvolto in veste candida Era quel sol lucente Quando il Sovran potente Con gloria si Mostrò Un raggio di tua gloria sul nemico ci darà vittoria . 3 - Signore Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, che hai compiaciuto il Padre compiendo fino in fondo la sua volontà per la nostra salvezza, ti preghiamo di fortificarci per seguirti sulla via della croce. Gloria al Padre… Allor dall’alto empireo L’accento benedetto Quest’è il figliuol diletto Su lui sonor s’udì Un raggio di tua gloria sul nemico ci darà vittoria. 4 - Signore Gesù Cristo,nostro unico salvatore, che ti sei mostrato glorioso ai tuoi santi apostoli,scelti come tuoi inviati e portavoce, ti preghiamo di proteggere la santa chiesa che hai fondato sulla loro testimonianza. Gloria al Padre… A quel celeste gaudio Ivi sulla pendice Una mangion felice Pietro volea formar Un raggio di tua gloria sul nemico ci darà vittoria. 5 - Signore Gesù Cristo,nostro unico Salvatore,la cui venuta fu annunciata nella legge di Mosè e dalla parola dei profeti,ti preghiamo di custodire questa nostra comunità a te consacrata, da ogni insidia. Gloria al Padre… Fur visti allor piegando La maestosa fronte Mosè ed Elia sul monte Parlar insieme a te. Un raggio di tua gloria, sul nemico ci darà vittoria. |
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Caria chiesa parrocchiale: Altare Maggiore |
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Caria esterno della Chiesa |
Caria: Il campanile della Chiesa |
Caria: Chiesa dall'interno |
Il Prezioso Tabernacolo appartenuto al monastero basiliano di San Sergio Martire in Drapia (700) |
Caria chiesa parrocchiale: Ultima Cena, Opera del Grimaldi XIX sec. |
Caria chiesa parrocchiale: Sacra Famiglia (1887) |
Caria chiesa parrocchiale: Vetrata esterna Trasfigurazione. |
Caria chiesa parrocchiale: Tela SS Salvatore 1860-65 |
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Caria chiesa parrocchiale: Cappella Laterale di Maria Ausiliatrice. <=====<< Caria chiesa parrocchiale: Madonna del Carmelo XIX sec. |
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