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 Caria - Sagra da Sujaca 2007 

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Caria 6 agosto 2007

"29° Sagra da Sujaca"  (Fagioli bianchi)

SUJACA = Orgoglio di Caria

UN GRANDE SUCCESSO   GUARDANDO VERSO IL 30 COMPLEANNO

UN SUCCESSONE ACCOMPAGNATO DA UN BAGNO DI FOLLA E’ STATA LA VENTINOVESIMA EDIZIONE DELLA SAGRA DA SUJACA,FAGIOLI BIANCHI COLTIVATI DAI CARIESI NELL’ALTOPIANO DEL PORO E CONSIDERATI, AL PARI DELLA CIPOLLA ROSSA DI TROPEA, UNICI NEL LORO GENERE. INFATTI ,GRAZIE ALLE CARATTERISTICHE DEL TERRENO DI ORIGINE VULCANICA,NON NECESSITANO DI IRRIGAZIONE.

GRANDE SODDISFAZIONE PER IL COMITATO SAGRA DA SUJACA CHE HA REGISTRATO IN QUEST’EDIZIONE IL TUTTO ESAURITO. UNA MAREA DI GENTE PROVENIENTE DALL’INTERA PROVINCIA DI VIBO,MA SOPRATTUTTO TANTI TURISTI SI SONO RIVERSATI IN CARIA NELLA SERATA DEL 6 AGOSTO, FESTA DEL NOSTRO PROTETTORE IL S.S. SALVATORE.

LA SAGRA DA SUJCA E’ UNA DELLE SAGRE PIU’ LONGEVE DELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA, VIENE RIPROPOSTA CON SUCCESSO OGNI ANNO CONSECUTIVAMENTE DAL 1979. MA QUEST’ANNO L’AFFLUSSO REGISTRATO E LE QUANTITA’ DI SUJACA E DI PRODOTTI TIPICI DISTRIBUITI DURANTE LA SAGRA E’ STATA DI GRAN LUNGA SUPERIORE ALLE SCORSE EDIZIONI, SEGNO CHE QUESTO NOSTRO PRODOTTO TIPICO E’ ORMAI APPREZZATO IN TUTTA LA PROVINCIA ED OLTRE.

LA NOSTRA SAGRA VIENE ORMAI SEGNALATA IN DIVERSI OPUSCOLI, TESTI E PUBBLICAZIONI DELLA PROVINCIA DI VIBO OLTRE AD ESSERE SEGNALATA IN DIVERSI SITI INTERNET DEDICATI ALLA GASTRONOMIA E TRADIZIONI DEL TERRITORIO NAZIONALE ED E’ CONSIDERATA DA MOLTI UNA DELLE SAGRA PIU’ “GUSTOSE” DEL VIBONESE.

LO SCORSO LUGLIO LA GAZZETTA DEL SUD HA DEDICATO GRANDE SPAZIO AI FAGIOLI DI CARIA E ALLA SAGRA. NELL’ANNO 2003 LE POSTE ITALIANE HANNO DEDICATO UN APPOSITO ANNULLO DA COLLEZIONE. NEL 2006 LA TELEVISIONE REGIONALE VIDEO CALABRIA 8 E ALTRE EMITTENTI LOCALI HANNO DEDICATO ALLA SUJACA AMPIO SPAZIO IN MOLTE TRASMISSIONI TELEVISIVE REGIONALI.

LO SCORSO ANNO LA SAGRA DA SUJACA SI E’ DISTINTA ANCHE IN CAMPO DI BENEFICENZA PARTECIPANDO ALL’INIZIATIVA PROMOSSA DALL’UNPLI, SAGRA AMOREVOLE,DESTINANDO UNA PARTE DEL RICAVATO ALLE POPOLAZIONI DELLA MARINA DI VIBO COLPITE NEL LUGLIO DEL 2006 DA UNA TERRIBILE ALLUVIONE, AL CONTRARIO DI ALTRE MANIFESTAZIONI CHE SONO RIMASTE DEL TUTTO INSENSIBILI A TALE INIZIATIVA.

ARCHIVIATO IL SUCCESSO DELLA XXIX EDIZIONE, IL COMITATO GIA’ GUARDA AL 6 AGOSTO  2008  ALLA XXX EDIZIONE DELLA SAGRA DA SUJACA

VI ASPETTIAMO COME SEMPRE IL 6 AGOSTO A CARIA …

UN GRAZIE PARTICOLARE ALLE NUMEROSE PERSONE CHE S’IMPEGNANO OGNI ANNO PER LA BUONA RIUSCITA DELLA SAGRA

E A TUTTE LE FAMIGLIE DI CARIA CHE PREPARANO I FAGIOLI CHE SI GUSTANO NELLA NOSTRA SQUISITA SAGRA.

Peperoni arrostiti - Cottura nel forno a legna dei peperoni

Lavaggio delle Pignate

Il Piatto

Stand della sagra da Sujaca 2007 e le altre specialità

Stand della sagra da Sujaca 2007 e le altre specialità

Stand della sagra da Sujaca 2007 e le altre specialità

Il Prodotto

La produzione del  fagiolo nella tradizione cariese e' frutto delle coltivazioni fatte con grandi sacrifici nel terreno particolare (la Pija terra marrone finissima e fertile) sull'altipiano del Poro dai contadini del posto. 

La Cottura

Questa procedura rappresenta il modo tradizionale di cucinare la Sujaca (- SUJACA 'NTA PIGNATA ) che si gusta nella sagra. La PIGNATA è un recipiente particolare di terra cotta con manici nella quale si cucina questo il legume. Per cuocere la Sujaca alla "cariota" bisogna riempire di fagioli secchi la pignata fino a circa metà della sua capienza, poi si riempie d'acqua la pignata fino al suo collo e si fa bollire a fuoco lento (legna o carbone),  cercando di evitare che l' acqua fuoriesca dal recipiente. Il tempo di cottura è di circa 3 ore, man mano che l'acqua si asciuga per conseguenza della bollitura , bisogna aggiungere della acqua calda che, solitamente , si trova in una pignata piu' piccola posta a fianco, a metà cottura  aggiungere il sale; si serve calda e condita al piatto con olio extravergine di oliva degli oliveti della zona, a proprio gusto si può spolverare del peperoncino seccato in forno. Questa procedura in uso ancora oggi, per millenni e fino a pochi anni addietro ha consentito agli abitanti del Poro il principale approvvigionamento di proteine dal mondo vegetale in carenza di quelle animali,  in modo naturale e genuino; garantendo la sopravvivenza in salute di intere generazioni di uomini. La bontà di questo tipo di alimentazione è in uso ancora anche se con meno frequenza, ma con lo stesso rito, che poi viene riproposto a popolazioni di altri posti, appunto la sera del 6 Agosto di ogni anno.

La Festa

La sagra viene organizzata da i giovani di Caria che ogni anno si impegnano molto per la realizzazione di questa manifestazione. La Sujaca che si gusta in questa festa viene cucinata tradizionalmente dalle famiglie cariesi nella giornata del 6 agosto, a sua guarnizione si possono gustare altre specialità  tipo: melanzane alla griglia , pane fatto in casa, olive, 'nduja, pipirej, anguria, vijozzu panino e salsiccia curuji, tutto accompagnato da un bel bicchiere di vino, tutti prodotti localmente, insomma una bella abbuffata,  la serata viene allietata dal ballo dei giganti e da un gruppo folk con i tipici costumi calabresi, infine si chiude con la tradizionale " ballata du camejuzzu i focu ", insomma se volete trascorrere una serata diversa dalla solita routine estiva vi aspettiamo il 6 agosto a Caria nella cornice del castello del filosofo Pasquale Galluppi, per la Sagra da Sujaca.

BUON APPETITO DA CARIA IL PAESE DA SUJACA

VI ASPETTIAMO COME SEMPRE OGNI  6 di  AGOSTO.

Caria   Agosto 2007                                                         Francesco Pugliese

Informazioni sulla sujaca prodotto tipico del Poro, regina delle tavole cariesi,origine e coltivazioni caratteristiche generali del prodotto

La sujaca non è altro che il legume che, in italiano è noto con il nome di fagiolo; è una specie vegetale coltivata poiché i suoi semi sono destinati all'alimentazione umana. La pianta si ritiene essere oriunda delle zone calde e la sua coltivazione, in Italia è limitata soltanto ad una piccola parte della superficie coltivata. La pianta del fagiolo si presenta come una leguminose a fusto pieno eretto, oppure volubile dato che alcune specie di fagiolo sono addirittura delle rampicanti. Il fiore del fagiolo si presenta generalmente di colore bianco giallo e la foglia è di solito lungamente peduncolata, poco pelosa e composta da tre foglioline pennate.Il frutto che poi è anche il seme della leguminose, è liscio, diritto ed assume colori forme diverse a seconda della diversa varietà di appartenenza. Il frutto stesso può essere consumato fresco, sia che ancora si trovi nel baccello ed unitamente ad esso (la c.s.  fagiolina) sia separato da esso; oppure essiccato, coltivazione del prodotto con particolare attenzione alla tradizione cariese.

Il fagiolo, viene generalmente coltivato nella stagione primaverile-estiva e la semina avviene per file distanti 25-30 cm fra loro con individui a distanza di 6-10 cm. Nella tradizione cariese la semina del fagiolo è fatta perlopiù nei terreni che i contadini del posto posseggono sulle colline del Monte Poro, e anticamente era fatta a mano, ma oggi avviene automaticamente con le seminatrici, che sono delle macchine agricole adibite proprio alla semina ed impianto delle colture, era per ciò particolarmente laboriosa l'operazione di semina, e richiedeva, spesso, la presenza di tutta la famiglia del contadino, nonché di ulteriori persone chiamate a collaborare, ed un lasso di tempo che spesso si prolungava oltre la giornata. In merito alla coltivazione v'e' da dire che generalmente il fagiolo, come operazione preliminari, richiede opere di sarchiatura e disserbazione in genere; nella tradizione locale i lavori di preparazione del terreno vengono fatti a mano, tramite zappe e le concimazioni consistono solo in letamazioni. Dopo della semina del fagiolo si attende la germogliazione che, in genere, avviene dopo poco tempo dalla semina (1 settimana , 10 gg) con la nascita delle piantine, che in seguito poi daranno il proprio frutto, da questo momento però, inizia una costante opera di assistenza che costituisce il fulcro della lavorazione del fagiolo nella agricoltura cariese. Tale assistenza è in genere costituita da ulteriore sarchiatura del terreno, fatta esclusivamente a mano. Il contadino estirpa l'erbacce da terreno tale operazione viene detta in dialetto cariese "fijiatura", non è necessaria l'irrigazione in quanto il terreno presente sulle colline del Poro ha delle caratteristiche particolari e rare nei comuni terreni agricoli, questo terreno è noto con il nome di Pija e, secondo quotati studi di settore, ha particolarità non comuni ai terreni agricoli in genere: è un terreno farinoso il quale riesce a trattare bene l'umidità dato che, dopo lavorato (arato o zapapto) alla superficie forma un piccolo strato altamente coinbentante che impedisce all'umidità sottostante di evaporare con facilità e in poco tempo; inoltre essendo la zona ricca di acqua, si presenta fresco di natura

Queste particolarità fanno della sujaca locale un prodotto particolarissimo, anche perchè si è provato, le stesse varietà del Poro cariese coltivate in terreni diversi, non danno la stesso frutto in termini di qualità che caratterizza la sujaca del Poro.

La semina del fagiolo sulle colline del poro risale verso il 1925. prima di questi anni la coltivazione del fagiolo era limitata ad una sola specie, nota all'epoca come "murisca" e non avveniva su Poro ma bensì alle sue pendici. Essa tuttavia veniva piantata soprattutto per rendere più distanti le piantine del mais, che insieme ad essa, venivano impiantati anche dei ceci. il nome murisca, sembra essere di origini ignote; si sa soltanto che è un fagiolo molto secco, che rimane tale anche dopo cotta. Quando prima degli anni ' 20 si iniziò a provarne l'impianto sul Poro, si constatò che essa non si adattava alla Pija terreno umido, tanto che fu abbandonata la sua coltivazione. Intorno al 1925 che arrivò ai coltivatori cariesi il seme di una delle due varietà oggi principali fagioli del Poro: la c.d "cannellina" così denominata in quanto i suoi semi si presentavano simili ai confetti di zucchero e cannella denominati proprio cannellina, la sua provenienza non è chiara è però sicuro che essi arrivano da zone colturali adibite ad orto. In seguito, poi, intorno al 1936-1937 tale Calla Francesco, originario di Rosarno (RC) ma sposato a Caria con Laria Marianna, importò il seme d'altra varietà principale di fagiolo del Poro, il "buriotto" o usando il termine dialettale, sujaca a burru, il cui seme si presenta non più allungato, ma piuttosto arrotondato; entrambe le varietà hanno trovato sul c.d. Poro cariese, che va da dopo Torre Galli, precisamente dal fondo denominato ponti i gajiuppi, lungo la provinciale Tropea-Vibo Valentia, fino alla zona denominata ponti u ciucciu. Inoltre la frescura dell'aria, ricordiamo che le zone citate sono a circa 700 m s.l.m.) rende il prodotto difficilmente attaccabile da un germe che si annida nel fiore e distrugge le gemme, tutto ciò sommato alla citata umidità del terreno consente di avere due semine e due raccolti l'anno.

Sull'altipiano del Monte Poro sono coltivate altre due varietà di fagiolo la c.d. "sujaca paisana" che si presenta con semi allungati e la c.d. "sujaca a luppinu" che è diversa dalle altre nel colore, rossastro e il seme si presenta arrotondata. oggi le due specie principali coltivate sul poro cariese rimangono la " sujaca cannellina " e la "sujaca a "burru". 

Le principali ricette con la sujaca di caria, sujaca ‘nta pignata, questa ricetta rappresenta il modo tradizionale di cucinare la sujaca alla cariota, ed è il metodo in cui viene cucinata per la famosissima sagra da sujaca che si svolge a Caria ogni anno il 6 agosto.

Riempire la pignata (recipiente in terra cotta) di fagioli fino a circa metà della sua capienza, poi riempire d'acqua la pignata fino al suo collo e bollire a fuoco lento per circa 3 ore e man mano che l'acqua si asciuga per via dell'evaporazione si aggiunge acqua calda, molto importante è di non girare la sujaca con cucchiai, ma occorre girarla manualmente agitando la pignata facendo si che la sujaca all'interno si rimescoli; a metà cottura, aggiungere sale, peperoncino servirla calda e condire al piatto con olio d'oliva extravergine degli oliveti del Poro.

Pasta e sujaca - ingredienti: pasta mista, sujaca già cotta, sugo di pomodoro, mettere a cuocere la pasta, a metà cottura eliminare un pò d'acqua ed aggiungere i fagioli, il sugo, sale e pepe, completare la cottura facendola addensare.

Sujaca con pomodoro - ingredienti: sujaca già cotta, cipolla rossa di Tropea, pomodoro fresco, soffriggere la cipolla in olio d'oliva , senza farla indorare ed aggiungere il pomodoro e la sujaca quindi lasciare restringere. Se si preferisce piccante, aggiungere a piacere peperoncino o un pò di ‘nduja di Spilinga e/o Brattirò

Da non dimenticare che i fagioli così descritti si mangiano assieme al nutriente pane casereccio del Poro di sapore unico......

E' un'esperienza da non perdere assolutamente, non rimane che di augurarVi un buon appetito con la famosa sujaca di Caria, e darvi appuntamento alla sua sagra il 6 agosto di ogni Anno

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e-mail:  Piapia@Poro.it

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