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 Onde Mediterranee a Drapia

 In Memoria di GLORIA LARUFFA

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Premio Internazionale di Poesia

"Tropea: Onde Mediterranee"

di Francesco Fiamingo

Poesia, musica, pittura, arte

Domenica, 30 Agosto 2009, ore 18

Sant’Angelo di Drapia: Centro di Ospitalità

"Don Francesco Mottola" (ex Ostello della Gioventù)

In Memoria della poetessa

Gloria Laruffa

"Calabria, il mio sangue brucia quando ti chiama, Calabria

Sono nella pelle dei tuoi emigranti, sento la lor speranza di venire sulle tue terre,

sento il lor dolore di lasciare la patria loro e le persone amate"

Gloria Laruffa, di origini calabresi, è nata a Buenos Aires il 24 settembre 1954 ed è morta a Mar del Plata il 15 luglio 2009.

Alla sua memoria è stata organizzata, dal Premio Internazionale di Poesia "Tropea: Onde Mediterranee" in collaborazione con il Comitato spontaneo Pro Loco Drapia (VV), la manifestazione Parole&Suoni, Colori: Emozioni, un incontro di poeti, pittori e artisti uniti insieme dalla cultura, dall’arte, dalla poesia, nella sua più alta espressione, che, superando ogni barriera, ogni incomprensione, unisce i popoli della Terra in un’unica emozione.

La poetessa Gloria LARUFFA e l'opuscolo con i testi delle poesie presentate

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Il prof. Pasquale De Luca presenta la manifestazione

L’uomo, anche dopo la morte, vive nella sua opera, in ciò che ha fatto. Vive nel ricordo e nella memoria, vive nel vento, nella pietra, nel suono, nel colore, nella parola.

È la parola dei poeti, scritta o cantata, che lascia traccia nel cuore dell’uomo con i suoi sentimenti, le sue emozioni. È la parola che permette di ricordare, di non dimenticare.

È con la parola dei poeti, dei poeti di Calabria, con i loro versi, malinconici, struggenti, nostalgici, belli, che noi ricordiamo Gloria Laruffa, poetessa sensibile, delicata, armoniosa, che ha cantato con versi pieni di cuore, appassionati, questa nostra terra di Calabria che lei ha amato tanto e che invano ha sognato (Te sueño. Calabria, mi sangre bulle cuando te sueño, mi sangre bulle cuando te nombro.).

Gloria Laruffa, di origini calabresi, è nata a Buenos Aires il 24 settembre 1954 ed è morta a Mar del Plata il 15 luglio 2009.

Alla sua memoria è stata organizzata, dal Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee” in collaborazione con il Comitato spontaneo della costituenda Pro Loco di Drapia (VV), la manifestazione Parole & Suoni, Colori: Emozioni, un incontro di poeti, pittori e artisti uniti insieme dalla cultura, dall’arte, dalla Poesia, nella sua più alta espressione, che, superando ogni barriera, ogni incomprensione, unisce i popoli della Terra in un’unica emozione.

Questo piccolo opuscolo, che raccoglie le poesie degli autori che hanno con entusiasmo risposto alla voce della Poesia, è un segno di riconoscenza e di stima verso di loro nell’intento di lasciare una traccia della nostra presenza, oggi, in questo ospitale paese, Drapia, ricco di storia, di tradizioni e di cultura.

Di cultura. L’uomo più è colto, più è umano. L’uomo ha bisogno di cultura. Ha bisogno di cultura per camminare sulle vie del mondo con comprensione, con tolleranza, "con umanità". A ciò può dare un contributo l’arte, la Poesia in particolare.

Con l’augurio che l’uomo viva sempre nel rispetto dell’uomo, della sua terra, della sua storia, in unità, in libertà e pace.

Tropea, 30 agosto 2009

Il Presidente

del Premio Internazionale di Poesia - "Tropea: Onde Mediterranee"

Prof. Pasquale De Luca

La Giuria, con il Prof. Pasquale De Luca – Il Sindaco di Drapia Alessandro Porcelli,

Il Giudice Gaetano Bursese, il pittore Giuseppe Vitetta.

Poesie e autori della manifestazione

-"Te sueno" (Mio sogno)      di Gloria La Ruffa                        - Mar del Plata (Argentina)

-"E sugnu puru mamma"       di Michele Celano                 – Tropea  (VV)

-"La mia famiglia sulle mani" di Francesco Conidi               – Pizzo (VV)

-"Tramonto"                   di Franco Cuturello               – Tropea (VV)

-"U ciucciu e a gurpi"        di Francesco De Fina                    – Stefanaconi (VV)

-"Dedica"                      di Antonina De Leo               – Joppolo (VV)

-"Cantico"                     di Giuseppe Durante              – Vibo Valentia

-"Da cascia o progettu"       di Francesco Fiamingo                 – Zungri (VV)

-"Scene Vissute"              di Cosmina Furchì Gliatas             – Atene (Grecia)

-"Romito fiore"                di Francesco Giordano            – Mileto (VV)

-"Serenità"                     di Donato Mantoan               – Tropea (VV)

-"Mamma"                      di Pasquale de Luca              – Tropea (VV)

-"All’emigrante del mio paese" di Antonio Preiti                 - Joppolo (VV)

-"Calabria... Spera"           di Francesco Pugliese                   – Caria di Drapia (VV)

-"A Miguel desaparecido"      di Francesca Rita Rombolà       – Brattirò di Drapia (VV)

-"Groviglio di strade"          di Nicolina Rombolà                     – Brattirò di Drapia (VV)

-"Un Sorriso"                  di Giancarlo Sergi                        – Tropea (VV)

-"Mai Cuntenti"                di Franco Staropoli               – Rombiolo (VV)

-"Mani di Sale"                di Giusy Staropoli                         – Briatico (VV)

-"Dietro tutto l’uomo"         di Rosaria Trinchi                 – Francavilla Angitola (VV)

-"Ciò che desidero"           di Cosmina Furchì Gliatas          – Atene (Grecia)

-"Quanto mi desideri tanto, tanto, tanto..." di Ferdinando La Rocca – Vibo Valentia

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Immagini della presentazione di alcune poesie

L’attrice Maria Grazia Teramo – declama i versi di poesie presentate

La poetessa Cosmina Furchì Glitas - Atene (Grecia)

Donato Mantoan  - Tropea (VV)

Giusy Staropoli - Briatico (VV)

Michele Celano - Tropea (VV)

Francesco Fiamingo  - Zungri (VV)

Franco Staropoli - Rombiolo (VV)

Giuseppe Durante – Vibo Valentia

Francesco De Fina – Stefanaconi (VV)

Francesco Pugliese – Caria di Drapia (VV)

L’intervento del Sindaco di Drapia Alessandro Porcelli

Il pubblico della serata

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Mostre d’Arte

I quadri della pittrice Pina Cimadoro

I quadri della pittrice Pina Cimadoro

Quadri di Giuseppe Vitetta ed allieve

Quadri di Giuseppe Vitetta ed allieve

Esposizione quadri d’arte

Esposizione quadri d’arte

Esposizione di Ricami

Un rinfresco, offerto dagli organizzatori ha concluso la brillante manifestazione.

Francesco Fiamingo

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Il Manifesto e l'Invito

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PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA

"Tropea: Onde Mediterranee"

PAROLE & SUONI, COLORI: EMOZIONI

poesia, musica, pittura, arte

Domenica, 30 agosto 2009, ore 18,00

Sant’Angelo di Drapia: Centro di Ospitalità

"Don Francesco Mottola" (ex Ostello della Gioventù)

Presentazione di

Pasquale De Luca

M.G.E.

MELIGRANA GIUSEPPE EDITORE

 

 

 

 

 

Parole & suoni, colori: emozioni - poesia, musica, pittura, arte

Collana Punti metallici. 3

Meligrana Giuseppe Editore

Via della Vittoria, 14 - 89861 Tropea (VV)

Tel. (+ 39) 0963 600007 - (+ 39) 338 6157041

www.meligranaeditore.com

info@meligranaeditore.com

I edizione: agosto 2009

In copertina: logo del Premio "Tropea: Onde Mediterranee" di Giuseppe Vitetta.

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Poesie recitate alla manifestazione

Te sueño

- di Gloria Laruffa  –  Mar del Plata (Argentina)

Calabria, mi sangre bulle cuando te nombro.

Calabria

Me pongo en la piel de tus inmigrantes,

siento su esperanza por llegar a estas tierras,

siento su dolor por dejar su terruño y a su seres amados.

Calabria mi sangre bulle cuando te nombro.

Calabria

Haz dado al mundo hombres de rasgos duros

y caràcter fuerte.

Has dado al mundo mujeres abnegadas

y de un empuje especial.

Haz dado hombres alegres, nostàlgicos

Y sobre todo, Calabria mìa

has dado hombres de gran corazón. 

Calabria mi sangre bulle cuando te nombro.

Calabria

Tierra de mares cristalinos,

Tierra de belleza inconmensurable.

Te sueño con colinas y valles,

Tierra de cultivo,

Tierra de arroyos frescos y gente linda.

Calabria mi sangre bulle cuando te nombro.

Calabria 

Tierra de cultura, tierra de sacrificio

y tierra de esperanza.

Calabria,

El verde es el color que te identifica

por tus bosques, y por la esperanza

de progreso y crecimiento.

Pero sobre todo Calabria mìa,

el color que siento que es tuyo es el rojo,

el rojo de la sangre que bulle

en cada calabres que ande por este inconmensurable mundo.

El rojo que ha dejado un legado en nuestra sangre.

Calabria, mi sangre bulle cuando te sueño,

mi sangre bulle cuando te nombro.

(traduzione di Pasquale De Luca)

Mio sogno

di Gloria Laruffa – Mar del Plata (Argentina)

Calabria, il mio sangue brucia quando ti chiamo.

Calabria

Sono nella pelle dei tuoi emigranti,

sento la lor speranza di venire sulle tue terre,

sento il lor dolore di lasciare la patria loro e le persone amate.

Calabria, il mio sangue brucia quando ti chiamo.

Calabria

Hai dato al mondo uomini nelle linee dure

forti di carattere.

Hai dato al mondo donne votate al sacrificio

e con animo forte.

Hai dato uomini allegri, con nostalgia.

E di più, Calabria mia

hai dato generosi uomini di gran coraggio.

Calabria, il mio sangue brucia quando ti chiamo.

Calabria

Terra di trasparenti mari cristallini

Terra di bellezza infinita

Ti sogno con colline e valli

Terra di campi

Terra di acque fresche e di pulita gente.

Calabria, il mio sangue brucia quando ti chiamo.

Calabria

Terra di cultura, terra di sofferenza

e terra di speranza.

Calabria,

il verde ti dice e ti colora

nei boschi, nella tua speranza

di crescita e di progresso.

Però, su tutto, Calabria mia,

il colore che sento tuo è il rosso,

il rosso del sangue che brucia

in ogni calabrese che va in tutto il mondo.

Il rosso che ci ha legati nel sangue nostro.

Calabria, il mio sangue brucia quando ti sogno,

il mio sangue brucia quando ti chiamo.

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E sugnu puru mamma

- di Michele Celano – Tropea (VV)

A sta porta ormai non si senti cchiu abbottiari,

è l’ura chi l’omani finiru i runduliari,

su a casa o caddu, o chi mbivinu e jocanu a briscola o a trissetti,

ormai a jornata è fatta puru pe mia chi suggnu a fimmana di tutti.

Mentu ncuna cosa u si cucina supra o focu,

acconzu u lettu, mi guardu o specchiu

e cu tia jatu miu mi mentu u jocu.

Si chiudu l’occhi penzu c’ajiu mu ndi viju d’oggni razza,

baruni, piscitari e cavalieri,

boni, mali e nobili di cori e di penzeri,

e chiji chi mi fannu nommu mi pentu da vita chi fazzu,

su chiji chi prima u sindi vannu mi dassanu nu vasu e na carizza.

Ma stu misteri mu scigghivi ju,

non ma pozzu pigghiari ne cu destinu ne cu Diu.

Quandu veninu a sira suggnu stanchi,

dassaru a casa mugghieri ammussati e petulanti,

e cercu pemmu nci dugnu anima e cori

mu ‘nci mandu a casa cchiu cuntenti.

Na sira nta sta vineja scura vinni nu previti e u curia

e u jornu dopu pe dispettu jia diju mi cumpessai.

E’ nu misteri anticu chistu miu, sacciu ca già si facia

quando supra a terra caminavanu Gesù Giuseppi e Maria,

e ju pecchì m’avaria di vrigoggnari di sta grand’arti mia.

Quandu caminu teggnu sempi a testa ata,

puru chi viju occhi chi mi disprezzanu nta strata.

E quandu a notti guardu sta criatura chi dormi nta stu lettu,

sentu ca sugnu puru ju na mamma cu tantu amuri e tantu affettu,

e pregu u Signuri chi mi guarda, mi giudica e mi pisa,

di sta spina chi suggnu u faci nesciri na rosa.

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La mia famiglia sulle mani

di Francesca Conidi – Pizzo (VV) 

Mani scure, ruvide, ingombranti,

unghie taglienti, odore di sansa, benzina e sudore,

pugno chiuso, saldo alla ragione,

dito che accusa, puntato verso tutto il resto,

segni, solchi, terra di una chiromante,

vene piene, visibili,

tempo che non va sprecato, per nessuna ragione, meno che mai per le carezze.

Padre

Due mani per cinque,

per il pianto, per la fame, per la sete, per il fango, per l’amore.

Due mani per chi ascolta e per chi scappa,

sempre aperte, accoglienti, occupate dai bisogni di altri,

unghie brune, corte, lunghe, spezzate, di donna che non ha tempo di esserlo,

dita semplici, pesanti, scabre per la terra, morbide sul volto del bambino,

mani che avvicinano e non impongono, mai conquistano la mente ma solo il cuore.

Madre

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Tramonto

di Franco Cuturello – Tropea (VV)

E il sole scompare, stanco di vedere

tutti i mali della vita;

ed il rosso della sua rabbia si estende su tutto il mare

e mi domando, rattristato,

il perché di questa continua distruzione

di ciò che Dio

ci ha, amorevolmente donato.

 

Piano, piano egli continua a calare

sperando che quando rinascerà

la sua luce possa illuminare

un mondo migliore,

dove non ci sia odio,

ma soltanto amore.

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U ciucciu e a gurpi

 di Francesco Defina – Stefanaconi (VV) 

‘Nu ciucciu chi volìa pemmu s’impara,

pecchi stu mundu fissa lu facia,

nu libru apriu e all’umbra i na sipala

si misi pemmu leji cù gulia...

ma chijiu chi facìa, nta lu testuni

non ci restava, ca di jà nescìa

pè quantu mpicunava lu gruppuni

lu ciaraveju mbanu nci rocìa...

Na gurpi chi lu vitti jà sudari,

passandu nci dumanda: “Comu mai...?”

Lu ciucciu nei rispundi: “Studiari

mi servi pemmu mi cacchi di guai!!!”

Nu postu vogghiu, bonu, e guadagnari

pemmu cumandu e senza cchiù suffriri !!!”

“No n’hai bisognu, tantu di sudari,

ti dicu jeu lu modu di seguiri...

Nto mundu tutti chiji com’à ttìa

hannu li posti boni dappertutto,

su dipromati di cazzuneria

su rispettati comu genti o’ luttu.

Perciò ti dicu, no t’affaticari

nu ciucciu com’à ttìa, randi portentu

guadagna comu nenti li dinari

basta, nto ragghiu, u menti.... sentimentu.”

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Dedica

di Antonina De Leo – Joppolo (VV)

Amor mio,

tenero t’immagino,

che dormi, ripiegato

come un bambino appena nato.

Tu dormi, sogna Amore

e chissà per chi batte il tuo cuore;

delle tue labbra

chi assaggerà il sapore?

Tu, come un fiore appena sbocciato,

sei così bello ma poco delicato.

Beata colei che da te sarà amata

e sul tuo petto

dormirà abbracciata.

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Cantico

di Giuseppe Durante – Vibo Valentia (VV)

Vaga oggi questo cuore

sulle azzurre virgole

dell’acqua del tuo mare o Calabria natale,

fra mìtici triclini

d’alghe verdi smaglianti

che affiorano furtivi

qual sirene mutanti.

Vedo colline e monti,

terrazze degradanti,

aranci, mandarini,

vigne, brullo, giardini;

poi costa frastagliata

e di fiumar bretelle

che ti tengon legata

ai tuoi mar che son stelle.

Il mio pensier saltella

sulle preziose pietre

di queste tue fiumare,

fra la natura bella,

e risalgo la china

ad antico richiamo,

mentre il vento s’inclina

bisbigliandomi piano.

Cammino su tappeti

di muschi delicati,

poi calpesto radici

su per greti e fossati,

son lucertole al sole,

un fruscio di serpente,

qualche sbattito d’ali,

il silenzio, poi niente.

Ed io continuo all’ombra

di millenarie piante,

con la mia mente sgombra

fra arbusti e felci, tante.

Scopro piccole fonti,

diamanti in cascatelle,

son già sugli alti monti

ad ammirar due stelle.

Ed or che son sui monti

profumo d’erba e fiori;

incontro vengon tutti

allegri i miei pastori.

Sediamo sopra sassi

in prato di colori

per gustar la cagliata

su sfoglia delicata.

Nitrito di cavalli

su per monti e per valli

mentre l’abete bianco

saluta l’uomo stanco

assorto ed incantato

dal Pino Loricato

e dal nascer nel cuore

d’un Cantico d’Amore. 

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"Da Cascia o Progettu" 

di Francesco Fiamingo – Zungri (VV)

‘Nc’era na vota a cascia,

chiamata du menzijornu,

poi nu bellu jornu,

sicca, tisica, malandata e sputtanata,

fu misa i latu, ‘nta na cantunata.

Fu allura chi ‘l’omani di pinna,

pensaru a na nova minna,

chi porta avanti comu soggettu,

u titolu i “progettu”.

Prima era a manna

di geometri e l’ingegneri,

mo, basta aviri ligami

e pa’ testa ‘ncunu penseri,

e ti trovi ‘nte mani,

nu ‘ddio di misteri.

Enti i statu, comuni, associazioni,

provinci, sindacati e reggioni,

tantu pè ‘ffari sulu, pocu nomi,

fannu rota ‘ntornu o meli,

mentri pè cosi veramenti seri,

faci sulu fedi,

u ricorau ‘nto penseri.

Tutti appuntanu, scrivano, lunginu,

ammogghianu, cunsigghianu e cuntanu,

e linchendu i carta armadi e scaffali,

trovanu u modu u si sazzianu i mangiari.

A verità è ca chista è a solita camurria,

i persuni cu collettu,

chiusaru a cascia e ‘ss’apriru u rubinettu,

mentri pà genti comu a ‘mmia,

ci cangia sulu, u partusu da curria.

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Scene vissute

di Cosmina Furchì Gliatas – Atene (Grecia)

Bagagli pieni di gioie e dolori

da soli o in compagnia nelle stazioni.

Son uomini e donne di ogni colore

diverse partenze, diversa destinazione.

Paesi vicini, paesi lontani

paesi nel cuore e strette di mani.

Abbracci, sorrisi, poi lacrime sulle gote

saluti e promesse a tutti ormai note.

Non ci sono orari, son tutte le ore

i giorni e i mesi, ad ogni stagione.

E gli anni trascorrono, invecchiano un po’

le scene rimangono uguali però.

Son scene vissute, amate e odiate

nel cuore di ognuno son ben conservate.

Tesori preziosi che non si posson rubare,

chi non ne ha mai avuti

...continui a sperare.

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Romito fiore 

di Francesco Giordano – Mileto (VV) 

Che incanto!

Che fiore,

sbocciato laddove

la fredda natura

è matrigna.

I tuoi candidi petali

brillano in cima a dirupi infiniti.

Chiuso tra duro sasso

che nudo scrigno ti accoglie.

“Corteggiato” di luce,

da tersa mattina,

iridei riflessi tu emani.

Bello;

Raro;

“Eletto”;

romito esemplare.

Dei fiori…

“Altezza” Sovrana

Tu sei...

Stella Alpina.

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Quanto mi desideri

tanto, tanto, tanto...

di Fernando La Rocca – Vibo Valentia (VV)

Ti desidero come l’acqua

che serve per dissetarmi.

Ti desidero come il pane

che serve per sfamarmi.

Ti desidero ogni volta che ti vedo

e il mio cuore batte forte forte.

I tuoi occhi mi danno un senso

di gioia in tutto il corpo.

Posso essere circondato da donne

ma il mio desiderio rimani tu.

Ti desidero, non domandare quanto

il desiderio che ho di te

non si può quantificare.

Ti desidero tanto tanto

quanto è la mia voglia di vivere

che è tanta, tanta, tanta...

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Serenità

 di Donato Mantoan – Tropea (VV)

Ricordi, quelle sere di Luglio,

le corse nei campi,

il profumo del fieno,

il canto dei grilli in subbuglio,

le stelle dorate nel cielo,

le lucciole accese di muto mistero ?

Ricordi la vasca di pietra:

le nostre mani sul pelo dell’acqua

ad arruffar la luna affacciata ogni sera ?

E là, nello stazzo, quando udimmo commossi

i primi belati del tenero agnello

tra il rauco starnazzar delle oche

sulle pozze dell’aia?

I nostri cuori allora... come liliali

farfalle tuffate sui calici iridescenti

d’un incessante stupore,

ignari del franare del tempo

e del lontano tumulto

di acque in tempesta...

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Mamma

a mia mamma

nel primo lustro di sua morte 

di Pasquale De Luca – Tropea (VV)

Questi due giorni

non mi va di far niente

Mi senti mamma

parlo in silenzio nel mio cuore

piango

e non so perché piango

Mi vedi mamma

nei tuoi occhi il tuo sorriso e amore

Non volevo

e non so perché

improvviso

giù per la guancia è venuta una lacrima

come quelle di bambini per nulla

in culla

La mamma li culla e li carezza

Mi senti mamma, mi vedi mamma

chi porterà la sua mano sulla mia testa

chi porterà luce nei miei occhi

Nulla

silenzio nelle stanze vuote

e nelle ore soffiate via dal vento

questi due giorni

non mi va di fare nulla

è chiusa la porta

mamma

ma tu sei morta...

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All’emigrante del mio paese

 di Antonio Preiti – Coccorino di Joppolo (VV) 

O amico paesano

che serbi Coccorino nel tuo cuore,

che non l'hai mai sentito lontano

e adesso torni con rinnovato amore;

questo canto è dedicato a te,

a te che ami questo paesello,

forse ancor più di me,

e, lo vorresti sempre più bello. 

Emigrare è partire

Ma senza ombra di sbagliare.

Nel tuo ripetuto sortire,

predomina la voglia di tornare.

Certo non ti potrai scordare

Del tuo suolo natio,

lo dimostra il tuo periodico ritornare,

testimone di un non mai provato oblio.

Tu ritorni al paesello

Ambasciatore della cultura di città,

con abito mentale novello,

ma radicata in te questa nostra civiltà.

Noi pochi qui residenti,

questo canto a te dedichiamo,

e, sempre più contenti,

te, i tuoi figli, i tuoi nipoti attendiamo.

Il solo nome Coccorinello o Coccorino

Ha il suo fascino ineguagliabile e suadente,

ch’è quello del terreno porporino,

quello di un luogo così affascinante !

Che nel solo pronunciare,

dal profondo stilla la goccia silente,

che a nessuno nulla ha da invidiare,

che non si vede, ma, quando si sente.

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Calabria... Spera!

 di Francesco Pugliese – Caria di Drapia (VV)

Simu nati nta sta terra

chi tra tutti è la chiù bella

staci longa tra dui mari

tra lu Ioniu e lu Tirrenu,

tra lu virdi di muntagni

e l’azzurru di lu celu.

Havi aria salutari

a chiù bella pi campari

havi storia in quantità

e lu nomi di l’Italia

eppi propriu iniziu ccà.

Si chiamava Magna Grecia

era randi e canusciuta,

anni arredi tempi fà

quandu fù colonia greca.

Havi genti i bonu cori

orgogliosa e testa tosta

ma attaccata e tradizioni,

chi i difendi e i custodisci

chi i tramanda e non s’incrisci.

Cu di ccà s’indiu picchi costrettu,

picchì ccà non trovò pani,

a soi genti, lu soi mari,

i profumi e li culuri

porta chiusi nta lu pettu.

Fù criata du Signuri

abbellita cu assai juri

profumata d’ogni fruttu

e vasata di lu suli.

Ma purtroppu,

troppu o spissu,

lu gran suli scumparisci

e cu grida e cu lamenti

si rivesti cu lu luttu.

Nta stu paradisu nterra

troppu o spissu e senza senzu

scurri sangu in quantità

che è la piaga nsanguinanti

di sta nostra società.

Senza giri di paroli

ija è afflitta di nu mali

chi na faci chiù campari.

Chi la soffoca,l’affliggi

e guardari puru mali.

Ma nto scuru di sta terra,

brilla forti na gran luci

è la genti onesta e vera

chi nci teni a chista terra.

Speru sulu ca nu iornu

speru sia lu chiù vicinu

la Calabria chija vera

sapi a testa sollevari

e lu mali di sta terra

d’ogni puntu sdradicari.

Havi u torna mmaculata

senza umbra e senza macchia,

all’iniziu allu principiu,

quandu vinni disegnata.

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A Miguel desaparecido

 di Francesca Rita Rombolà – Brattirò di Drapia (VV)

In quale fossa ?

Presso quale campo ?

al numero settemila e undici

mi han detto di fermarmi,

al tappetino di erbacce e di terricole mosse.

Miguel è lì: un numero, per gli altri...

che non sanno e che mai sapranno.

Hai percorso i chilometri del globo…

colori cielo, i più bei colori di deserto,

colori... e il movimento delle macchie umane.

Miguel riposa lì, oggi riposa.

La pista di aeroporto

e i laghi squamosi della calura

l’ultimo volteggio.

Il seno destro sussulta: si spacca ! Si spacca !

I crisantemi rimbalzano avvizziti;

Miguel oggi riposa lì,

il nome, il tumulo, la fossa, la croce...

ah Miguel riposa tanti tanti riposano l’oscuro...

A lungo lo hai cercato

nei cimiteri delle nazioni,

nei loculi a lungo,

nelle tombe abbandonate dai viveni,

a lungo.

Miguel oggi riposa lì

nella tomba universale

scavata dalla libertà e dalla giustizia.

A lungo nei sobborghi di piaghe, a lungo.

A lungo nelle taverne rancide

di tequila e di tango.

A lungo, a lungo nel sudore

e nella parodia musicale delle favelas, a lungo.

A lungo nelle ampie vie,

nell’ampiezza brulicante di Buenos Aires,

a lungo.

Miguel è lì: fra cento, fra cento la che riposano.

Nel giugno dalle spighe prorompeva...

l’esclamazione si mutava in accordo travolgente

Miguel era arrivato ! La corsa, gli abbracci

Miguel era arrivato !

La sua chitarra di Cordoba, la tuberosa...

L’esuberanza e la cantata della lontana Argentina !

Un solo giorno Miguel

nella terra di tuo padre...

quel giorno che i fiori

sui filari dei lavatoi non scorderanno.

Quel giorno... il solo giorno che Miguel

cantò della sua terra lontana a questa terra;

il solo giorno che Miguel cantò

alla terra di suo padre...

quel giorno che a suo padre lontano

cantò della sua terra; poi sparì.

Miguel gli speroni d’oro appesi...

e il sibilo del lazo alla cintola di Aracne

Il nitrito del cavallo… il tuo cavallo nel vento

i cavalli negli antri stellari,

e poi il lamento aperto della pampa...

il respiro funereo sotto i ponchos

e il pianto spaziale delle moltitudini toccanti...

Miguel... non è più... più canto

più voce, non è più uomo.

Miguel oggi riposa. Riposa lì...

lì l’Argentina dei tormenti libera riposa. 

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Groviglio di strade

 di Nicolina Rombolà – Brattirò di Drapia (VV)

Mi trovo in n labirinto di strade

e cammino tra icoli stretti

e case chiuse.

Chiamo: nessuno risponde, nessuno.

Corro via con un grido:

ho paura di perdermi in quel silenzio

vano, abissale, ho paura di diventare

anch’io cosa morta

in mezzo a quelle morte cose.

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Un sorriso 

di Giancarlo Sergi – Tropea (VV)

Forse noi non lo sappiamo

o a volte lo dimentichiamo

che lo specchio del nostro cuore

è il nostro sorriso, pieno d’amore

***

E allora ci meravigliamo

e a momenti non crediamo

che basterebbe così poco

per riempire tanto vuoto

* * *

Uno sguardo, un sorriso

un gesto semplice ma deciso

per esprimere un sentimento

da donare in ogni momento

* * *

A chi corre e non ha tempo

di stare dietro un sentimento

a chi fa l’indifferente

ma non ha capito niente

* * *

Che la vita va vissuta

bella o brutta va goduta

e fra tante difficoltà

un sorriso l’aiuterà.

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Mai cuntenti

 di Franco Staropoli – Rombiolo (VV) 

Vorria cangiari mundu, ‘nta natru vorria iri

pe vidari si puru nc’ è u viziu di ciangiri.

Io su sicuru e giuru: pe quant’é vera a morti,

lagniusi comu a nui, non ndi criau la sorti.

Cchiù arrobba nu tenimu e cchiù ndi lamentamu,

si chiovi o nesci u suli, u stessu jistimamu.

Sta nzorfia nda mpararu, previti e guvernanti

ma i povari restanu arredi e iji scappano avanti.

Non nc’eni cuntentizza e non simu mai gurdi,

o chiantu di sciancati i ricchji avimu surdi.

Non apprezzamu u pocu, volimu sempri assai

e l’ogghiu nta la giarra, pe nomm’ammanca mai.

Tutti guardamu avanti, nuju si gira arredi

i quand’eramu a scavuza e caminavamu a pedi.

Mangiammu pan’i giogghiu e u vinu c’u sapia!

Oggi mang’integrali ed ogni liccardia.

E ntantu istjmamu lu Santu Patraternu

si non nc’eni a pelliccia e a stufa pe lu mbernu.

E ciangi lu massaru, lu medicu e u ngegneri,

parra i disperazzioni pe finca u gioielleri.

Facimu festi grandi pe nommu scumparimu,

ne’è puru a bombonera po iornu chi morimu.

Telefuni e cungegni ndavimu deci l’unu;

nc’è cu mancu i canusci e di pani è diunu.

Parrammu mali i Prodi e mo di Berlusconi;

cercamu lu suverchiu pe finu a Sant’Antoni.

Li petri nta la strata ndi parranu i progressu,

sulu l’omu scuntentu ca u mundu è sempi u stessu.

E quandu nda sazziamu sta panza senza fundu?

Io dicu: prestu veni la fini di stu mundu!

E’ Dio chi ndi guverna, ma l'.omu no capisci

ca l’oru e lu dinaru, prestu o tardu finisci.

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Mani di sale

di Giusy Staropoli – Briatico (VV)

Con le mani di sale

ho scolpito tra le cave di pietra

il mio amore.

Sulla coda dell’onda,

nella calma più piatta dell’acqua,

ho accarezzato le sue mani.

Mani dolci, come fili di zucchero,

bianche come ali tra il cielo.

Ed era l’unica carezza

sotto il grido incandescente

del sole di agosto.

Ah, quell’onda...

Una, l’unica che mi desse fiato.

Un pensiero costante annuiva,

persuadeva i miei occhi,

lasciando impronte dentro i solchi di terra.

E il pensiero costante,

ancora mentiva,

parlava, legava alle code dei ricci

i desideri caldi di agosto.

I pensieri delle mille notti

e la solita luna crescente.

E nella notte di agosto,

compagno il mio mare,

lasciavo scritti di carta,

tra le mie lenzuola,

fresche bucce di pesca.

E i pensieri, sì,

alla notte, a essa, notte d’agosto

cedevo le bolle appena soffiate.

I miei pensieri...

Pensieri veloci, andati, venuti

Ora che penso ancora che…

Se la mente dell’uomo fosse fatta di sale,

non basterebbe un corpo di carne.

Il corpo suo, quel corpo

avrebbe dovuto essere

un mare di acqua, dove sciogliersi,

e l’anima ,l’unica radice viva...

Essere scoglio,

e il sale incrostare, con forza

fermenti di vita nutrita dal sole.

Pensieri, ah, pensieri cari...

Se solo remando nella mente,

incagliassero i pensieri miei,

con le mani di sale, spaccate dal sole

accarezzerei i tuoi occhi, amore, tra tutti, grande amore.

E sarebbe, la dolcezza di un fiume

a scivolare tra le sponde del viso.

E sarei sola,

sola in questo mondo antico,

svelato dalle mille lune e

e dalle logge velate

di mille e più stelle,

arcipelaghi accesi sul mondo.

Sola, a piangere te, che perdi il passo mio,

sola, a cercare me, che perdo il passo tuo.

Sola, senza ali, senza remi,

sola a cercare noi,

...nella mente, negli occhi, nell’anima.

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Dietro tutto l'uomo 

  di Rosaria Trinchi – Francavilla Angitola (VV) 

In guerra non ci sono vincitori,

chi crede di aver vinto ha ucciso l'innocenza di chi non sa,

ha il peso adesso e non lo sente,

perchè ha sete di sangue,

se tu uomo quando tutto sarà finito basta voltarti dietro compiaciuto

guarderai le montagne di macerie che hai costruito per il tuo popolo,

quello zampillo di acqua rossa per alleviare le sofferenze dei propri cari

dietro tutto questo, ed altro, ci sei tu uomo,

dai fiori spezzati nasceranno semi molto più grossi di te,

e quando sarà il tempo dei germogli,

non ti diranno grazie,

si chiederanno chi è stato ?

Calpesterai la tua terra,

ma non sentirai il suo dolore,

perchè oggi, finalmente, sei diventato grande,

sei l'eroe di tuo figlio.

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ΑΥΤΟ ΠΟΥ ΕΠΙΘΥΜΩ

di Cosmina Furchì Gliatas – Atene (Grecia)

 Ένα άσπρο χαρτί για να γράψω πάνω

“Ό,τι επιθυμώ, ό,τι πιο πολύ αγαπώ”.

Μα τι να γράψω, πραγματικά δεν ξέρω

προσπαθώ να σκεφτώ, κάτι θα βρω.

Θα μπορούσα να γράψω για ένα όνειρο

που ποτέ δεν ονειρεύτηκα

ή για μια μακρινή χώρα

που ποτέ δεν επισκέφτηκα

για ένα χάδι

που κανένας δε μου έδωσε

ή για ένα χαμόγελο

που κανείς ποτέ δε μου χάρισε.

Θα γράψω για την ελπίδα

που δεν πρέπει ποτέ να λείπει,

ακόμα κι αν η ειρήνη αργήσει να φτάσει.

Αυτό που επιθυμώ στον κόσμο πιο πολύ

είναι να τελειώνει ο πόλεμος.

Πες μου ό,τι το θες κι εσύ !

Ciò che desidero - Italiano

di Cosmina Furchì Gliatas – Atene (Grecia)

Un foglio bianco per scriverci su

“Ciò che desidero, ciò che amo di più”.

Ma cosa scrivere, veramente non so

provo a pensare, qualcosa troverò.

Potrei scrivere per un sogno

che non ho mai sognato

o per un paese lontano

che non ho mai visitato

per una carezza

che nessuno mi ha dato

o per un sorriso

che nessuno mi ha mai regalato.

Scriverò per la speranza

che non deve mai mancare,

anche se la pace tarda ad arrivare.

Ciò che desidero al mondo di più

è che finisca la guerra.

Dimmi che lo vuoi anche tu !

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Indice

pag. 5   Presentazione

7          Te sueño di Gloria Laruffa                                 – Mar del Plata (Argentina)

9          Mio sogno di Gloria Laruffa                                – Mar del Plata (Argentina)

11         E sugnu puru mamma di Michele Celano                – Tropea (VV)

12        La mia famiglia sulle mani di Francesca Conidi     – Pizzo (VV)

13        Tramonto di Franco Cuturello                              – Tropea (VV)

14        U ciucciu e a gurpi di Francesco Defina              – Stefanaconi (VV)

15        Dedica di Antonina De Leo                                   – Joppolo (VV)

16        Cantico di Giuseppe Durante                                – Vibo Valentia (VV)

18        "Da Cascia o Progettu" di Francesco Fiamingo      – Zungri (VV)

19        Scene vissute di Cosmina Furchì Gliatas                – Atene (Grecia)

20        Romito fiore di Francesco Giordano                     – Mileto (VV)

21        Quanto mi desideri tanto, tanto, tanto... di Fernando La Rocca – Vibo Valentia (VV)

22        Serenità' di Donato Mantoan                                 – Tropea (VV)

23        Mamma di Pasquale De Luca                                   – Tropea (VV)

24       All’emigrante del mio paese di Antonio Preiti           – Coccorino di Joppolo (VV)

26       Calabria... Spera! di Francesco Pugliese                  – Caria di Drapia (VV)

28       A Miguel desaparecido di Francesca Rita Rombolà   – Brattirò di Drapia (VV)

31        Groviglio di strade di Nicolina Rombolà                   – Brattirò di Drapia (VV)

32       Un sorriso di Giancarlo Sergi                                  – Tropea (VV)

33       Mai cuntenti di Franco Staropoli                             – Rombiolo (VV)

34       Mani di sale di Giusy Staropoli                                – Briatico (VV)

36       Dietro tutto l'uomo di Rosaria Trinchi                      – Francavilla Angitola (VV)

37       ΑΥΤΟ ΠΟΥ ΕΠΙΘΥΜΩ di Cosmina Furchì Gliatas   – Atene (Grecia)

38       Ciò che desidero di Cosmina Furchì Gliatas              – Atene (Grecia)

Finito di stampare nell’agosto 2009 presso Studiograf, Brattirò di Drapia (VV)

Rassegna stampa

Drapia ricorda la poetessa Laruffa

Arte, musica, poesia, pittura e scultura di scena oggi a

Sant'Angelo Drapia

Un pomeriggio interamente dedicato all’arte. Questo è quanto previsto per oggi pomeriggio dalle ore 17:30 in poi, a Sant’Angelo di Drapia, nel giardino del Centro Ospitalità Don Mottola.

Pittura, scultura, musica e poesia saranno i protagonisti di una manifestazione culturale, patrocinata da Comune, Provincia e Regione, che sarà dedicata alla memoria della poetessa argentina Gloria Laruffa, scomparsa da pochissimo tempo, la quale ha sempre amato e ricordato nei propri versi la sua terra d’origine, la Calabria.

Per l’occasione, il cortile dell’ex Ostello della Gioventù, sarà allestito di quadri e sculture dei numerosi artisti del territorio del comune di Drapia, mentre ai piedi della scalinata-teatro, verranno lette le poesie dei partecipanti all’ultima edizione del Premio Tropea Onde Mediterranee residenti nella nostra provincia.

I componimenti, intervallati da brani musicali eseguiti dal maestro Francesco Braccio, saranno recitate dagli stessi autori e da Maria Grazia Teramo, giovane attrice emergente di Tropea. Ospite d’onore dell’incontro il pittore tropeano Giuseppe Vitetta, il quale esporrà alcune opere assieme a quelle di due suoi allievi e degli artisti drapiesi. Ai partecipanti verrà consegnato un attestato e le poesie, inoltre, verranno pubblicate in un opuscolo, distribuito ai partecipanti.

L’iniziativa culturale è stata proposta dal prof. Pasquale De Luca, presidente e principale promotore di Onde Mediterranee il quale ha cercato di coinvolgere, i comuni confinanti.  L’amministrazione di Drapia e il suo sindaco Alessandro Porcelli, hanno accolto subito l’invito formulato dal presidente del premio tropeano. A interessarsi però attivamente per l’organizzazione dell’evento sono stati i giovani del nascente Comitato Pro Loco del comune di Drapia. Sono stati loro, infatti, a preparare tutto il necessario per la manifestazione. Gli stessi componenti ricordano agli interessati che proprio il 30 di agosto è l’ultimo giorno per poter siglare l’adesione alla nascente associazione.

Un ringraziamento sentito da parte degli organizzatori va ai proprietari e gestori del Centro di Ospitalità Don Mottola, i quali hanno concesso gratuitamente l’uso della struttura.

Tania Ruffa

 Calabria Ora  30 agosto - pag. 39

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