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La Vergine del Tempio bizantino consacrata dal Pontefice forse Callisto II e intitolata Madonna dei Cento Ferri, in memorie dei cento alabardieri che accompagnavano il Papa, divenne centro di culto dei fedeli del villaggio Panaia e il modesto Santuario, come riportano lo storico francese Lenormant e i cronisti tropeani Sergio, Campesi e Adelardi, fu visitato da illustri personaggi in ogni tempo. A conferma, negli atti delle prime visite di Mons. Felice Parri risulta concessa da Papa Callisto l'indulgenza ai devoti che in pellegrinaggio visitavano la Chiesa il giorno della Santa Pasqua. Il terremoto del 5 Febbraio 1783 distrusse completamente il Tempio; in memoria, da una colonna di marmo fu ricavato un acquasantino poi collocato nella Chiesa Parrocchiale e con i ruderi i fedeli edificarono, sulla solida roccia soprastante, l'attuale Chiesetta, intorno alla quale nei tempi si è esteso il Cimitero. Il 25 marzo 1850, dietro istanza del Parroco D. Giuseppe Purita, l'indulgenza, che si era tramandata da padre a figlio, è stata ripristinata dal Vescovo pro tempore De Simone. Da decine di anni la Chiesetta non è più agibile, la tradizione dei parrocchiani di assistere alla celebrazione della Messa il lunedì di Pasqua e il giorno dei Defunti si è interrotta. |
Da decenni interventi di ristrutturazione sono stati elusi. Oggi esiste un serio e grave pericolo di crollo come relazioni tecniche e documentazioni fotografiche possono testimoniare |
Progetto intervento e preventivo |
L'Associazione Panaia La Ginestra onlus lancia il suo primo obiettivo:
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