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 Pizzinni    Comune di Filandari

I Carri di Pizzinni

Pizzinni nel 1920

I Detti di Pizzinni

 >>====> Filandari

Pizzinni nel 1922: Carri agricoli - Immagine di Carlo Cirianni (Pizzinnese di Roma)

I carri agricoli, trainati dalla coppia di buoi (paricchiu), erano il principale mezzo di trasporto nella prima metà del 1900. Venivano utilizzati, oltre che per l’agricoltura, per trasportare: la sansa (nozzulu) dai vari frantoi (trappeti) a Gioia Tauro, la pietra per la costruzione delle strade e per l’edilizia, la ghiaia (bricciu) per la ferrovia,  la sabbia dalle cave di Cessaniti (strìttura), le olive dalle masserie ai frantoi, L'uva ed il mosto, il raccolto di grano e granturco, le zucche, il letame da distribuire nei campi e tanto altro ancora.

I carri, opportunamente attrezzati, diventavano le "corriere" per trasferire i bagnanti alle spiagge di Nicotera, Tropea, Briatico, ecc.

L’unico combustibile era rappresentato dal fascio di cime di granturco (Migghiu) seccate al sole (Manna o Migghjata) quale foraggio "pregiato" per i buoi durante le soste.

Il trasporto della sansa a Gioia Tauro era l’attività prevalente nel periodo dicembre-febbraio. Le condizioni di lavoro erano difficili per la durata di ogni "viaggio" (alcuni giorni), per le condizioni delle strade e per le avversità atmosferiche (piogge, freddo e neve).

Le difficoltà venivano superate grazie alla solidarietà tra i vari trasportatori.

Pietro Napoli è morto in Argentina in data 18/2/2003 all'età di 101 anni

Concetta Napoli è morta in Pizzinni il 28/1/2006 all'età di 97 anni      di Carlo Cirianni

Pubblicato

Mercoledì 30 Giugno 1999

su

IL QUOTIDIANO Della

CALABRIA - Vibo e Provincia

Pizzinni                Foto Aerea

Pizzinni nel 1920 - Disegno di Pietro Napoli  (classe 1902-2003)

Pietro Napoli, in tutti gli anni trascorsi in Argentina, manteneva sempre vivo il ricordo del proprio paese natìo (Pizzinni). Con mano incerta e su qualsiasi foglio di carta disponibile, disegnava la mappa nei minimi particolari; annotava anche il cognome delle famiglie che vivevano nelle case, corrispondenti ad ogni quadratino numerato.

Sulla mappa riportava gli appezzamenti adibiti a giardino oppure ad orto: per lui diventavano "tierra".

Le due chiese, Immacolata e San Carlo Borromeo, erano rappresentate dal rettangolo con la croce.

In realtà descriveva la situazione di Pizzinni, mappa e persone, al 1921 (anno della partenza per l’Argentina).

Era questo il suo passatempo preferito nei giorni di festa.

Ogni disegno veniva poi riposto nel cassetto, insieme con tutti i precedenti.

Quel cassetto era pieno di disegni, quasi tutti identici.

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Queste informazioni mi sono state raccontate dal figlio Carlos Napoli, in occasione del loro viaggio in Italia nell’anno 1999.

Il disegno, riportato nel presente sito, è stato realizzato da Pietro Napoli  in quei giorni di permanenza a Pizzinni, su mia richiesta.

Basta confrontare la foto aerea di Pizzinni con il disegno per verificare l’evoluzione del paese.

Carlo Cirianni - Gennaio 2009

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Pizzinni 28.05.2007

  Lapide a memoria e ricordo della battaglia di Mileto del 28 maggio 1807

Pizzinni

La Processione della Madonna del Carmine

Foto 16 luglio 1920

Documentazione a cura di

Carlo Cirianni

(Pizzinnese di Roma)

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Processione di San Carlo Borromeo - Protettore di Pizzinni

Immagine del 4 novembre 2008 di Carlo Cirianni

Novena a San Carlo Borromeo

Patrono di Pizzinni

1 - A te gloria o gran Santo

nel gran giorno di tua festa

inneggianti alziamo il canto

che nel cuor la gioia ridesta:

è un canto pieno d’amore,

o San Carlo protettore.

2 - Tu che ai miseri donasti

la ricchezza del tuo cuore

e le vesti tue vendesti

per redimere il peccatore.

Di carità fosti il pastore

o San Carlo protettore.

3 - Nella peste e nella fame

di Milano straziata,

tu portasti cibo e speme

ad ogni alma traviata.

Angelo fosti consolatore,

o San Carlo protettore.

4 - Se dal vile palla cadde

fredda ai piedi senza ferirti,

tua bontà più santa e grande

dimostrasti agli animi afflitti;

penitente in tutte l’ore,

o San Carlo protettore.

5 - E da Trento al gran Concilio

la tua scienza s’innalzò;

6 - O San Carlo di virtù eletto,

negli orrori che attraversiamo

il nostro inno ti sia accetto;

facci grazia noi ti invochiamo

quale nostro difensore,

o San Carlo protettore.

7 - Volgi su questa terra

il tuo sguardo pieno d’amore

ai disastri della guerra,

tu fervido gran pastore

d’ogni male che s’oppone,

o San Carlo protettore.

8 - Negli istanti ultimi nostri,

o San Carlo dolce avviso,

deh, tu porta i cuori nostri

a godere il paradiso;

ti invocheremo in quelle ore,

o San Carlo protettore.

9 - O San Carlo, inclito santo

Noi fedeli a te ricorriamo:

benedici il nostro canto,

che a te sempre innalziamo;

deh, tu accogli il nostro amore,

o San Carlo protettore.

e all’eresia desti scompiglio

e la fede trionfò

del nemico debellatore,

o San Carlo protettore.

Preghiamo

Custodisci nel tuo popolo, o Padre, lo spirito che animò il vescovo San Carlo, perché la tua Chiesa si rinnovi incessantemente e, sempre più conforme al modello evangelico, manifesti al mondo il vero volto del Cristo Signore.

Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.       Amen.

Detti PAESANI di Pizzinni

Cu nnò zappa cu modu e cu duru ... ad agustu si gratta lu culu.

Chi non zappa il terreno in ogni condizione, ad agosto si gratta il sedere anziché fare il raccolto.

Pinnula di tiana e sciruppu di cantina.

Per curarsi bene bisogna mangiare carne e bere vino.

Si voi mu campi sanizzu, doppu mangiatu ai mu dormi nu morzu.

Per vivere in salute devi fare il sonnellino dopo mangiato.

A vera cucuzzata aj ma chjanti all’annunziata (25 marzo).

Per un buon raccolto di zucche bisogna seminare il 25 marzo.

A gamba nutri a ganga.

Bisogna muoversi per trovare da mangiare (presso gli amici).

Si ‘nci jungiu u ferru c’azzaru, o ‘nterra catti o rina jettaru.

Se il ferro si è saldato con l’acciaio, si è impolverato cadendo per terra oppure è stato impolverato di proposito con la sabbia.

In effetti il fabbro, per saldare i due metalli, usava strofinarli  sulla sabbia.

Il detto vuole significare che non si può negare un fatto evidente.

Quando u culu pigghja ventu, n’culu a medicina e cui a vindi.

Quando si scorreggia  si può ignorare medicina e farmacista.

Quando a trumba sona, u medicu crepa.

Quando si scorreggia il medico non serve.

Sonu di trumba, sanità di corpu.

Il "suono" di scorreggia è indice di buona salute.

Quandu chiovi e no fà taju, quandu Pasca veni i maju.

Quando piove e non fa pozzanghere, quando Pasqua cade nel mese di maggio.

Il detto si usa per indicare qualcosa che non potrà mai accadere.

Cittu cittu a chiazz'ammunti.

Segreto confidato a tutti.

Il detto viene usato per definire qualcuno che non sa tenere un segreto.

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