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 La Cipolla di Tropea

 I Processi di coltivazione a San Costantino di Briatico

A Cipuja - La Cipolla Rossa di Tropea

 Il Bulbo della Cipolla ha ritrovato il suo habitat naturale tra le nostre terre.

Il movimento S.C.B acronimo di San Costantino di Briatico è lieto di presentarvi il suo primo reportage in merito al Made San Costantino di Briatico. Per disputare ciò siamo partiti da quello che noi consideriamo il simbolo della nostra terra la famosa “Cipolla Rossa di Tropea” in dialetto chiamata “A Cipuja”.

Le terre coltivate dai contadini danno ogni hanno un pezzo di quella, che è ormai nota, nel mondo come la cipolla sopra menzionata.

Qual è il procedimento di lavorazione e del successivo commercio della stessa ?

Partiamo dalla prima fase del Bulbo.

La prima fase di lavorazione del prodotto che poi ritroviamo nelle nostre tavole è un procedimento consolidato sin dai primi anni del 900. Per comprendere il tutto dobbiamo per un attimo non pensare al “Bulbo” come prodotto finito ma dobbiamo rendere la nostra osservazione verso le fasi che la riportano a esso. Nel mese di settembre si pianta il “Bulbo” considerato di prima scelta che collimerà con la nascita delle cosi dette “Scalogne”.  Quest’ultime sono  la prima fase di maturazione del bulbo.  Le scalogne daranno la genesi al fiore (detto anche maschio della cipolla) che sarà in seguito raccolto per usufruire del seme del prodotto. Si raccoglie passando con il pollice o con le mani sull’asse del fiore e si lascia la code del fiore (Vedi immagine).

Seconda fase del prodotto.

La seconda fase parte da ciò che abbiamo lasciato e prevede l’uso del seme raccolto dal fiore. Che cosa si fa in questo caso? I contadini fanno un’operazione per loro semplice, ossia mettono in un sacco di juta i semi raccolti e li lasciano in esso per due/tre giorni, come nell’immagine che abbiamo inserito. Alla fine di questi giorni, li portano fuori e li stendono al sole per fare in modo che si secchino. Una volta che i semi arrivano a essere seccati sono pestati con una “Mazza di legno”. Il risultato è il seme che farà nascere la “Cipolla”. Tutto ciò avviene come di consueto ogni anno tra settembre e ottobre. Settembre è il mese dell’inizio di tutto il procedimento e ottobre e la fase finale che culmina con la seminazione del terreno predisposto per la “Cipolla”. La seminazione avviene secondo un procedimento standard. Si fanno dei vivai chiamati in dialetto “Gurvina” che servono per seminare il prodotto. Fatto questo, i contadini aspettano per circa un mese che cresca la piantina che sarà poi utilizzata per avere il prodotto che noi tutti conosciamo.

 Terza Fase del prodotto.

Ci siamo lasciati con la seminazione nel raccolto della “Cipolla”. Da ottobre sino alla primavera si aspetta che esca il famoso “Maschio della cipolla”, ossia, il fiore che darà poi la seminazione per l’anno successivo. Il tutto culmina con la raccolta che solitamente viene a prodotto finito a luglio. Si raccoglie e si fanno i “Rutuni”, in altre parole si prendono le cipolle e si mette una sopra l’altra a fasce tenendo nascosta la testa e mostrando solo l’estremità della stessa. I Rutuni sono lasciati per circa venti giorni sul terreno, oppure, affinché la coda non si secca e la cipolla risulti matura come nell’immagine che abbiamo inserito.

Una volta matura si passa alla fase chiamata dai contadini locali “Resta”. In tal caso si prendono le cipolle seccate e s’intrecciano chiudendole con la loro estremità come dimostra il video che abbiamo preparato.

http://www.youtube.com/watch?v=7VaI2vtn-FI&feature=youtu.be

Quarta fase del prodotto.

Questa fase prevede la sua commercializzazione una volta che si ha il prodotto finito. I contadini vendono ai commercianti il loro prodotto che poi arriva sulle nostre tavole. Come accade anche per le altre zone de Promontorio di Capo Vaticano tra cui spicca San Costantino di Briatico.

Infine ringraziamo la cortese collaborazione dei contadini del nostro territorio che ci hanno permesso di realizzare l’articolo.

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