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 Il Bicentenario del Comune di Zungri

  >>====> Zungri 

12 Agosto 2011 Zungri Festeggia il Bicentenario dell’Istituzione del Comune

a cura della Redazione di Poro.it

Zungri e la sua Storia Municipale nell'opera di Fiamingo

Zungri ha celebrato i suoi duecento anni come Comune il 12 agosto scorso. Le celebrazioni sono iniziate nel pomeriggio, con l’esibizione della banda comunale zungrese "G. Verdi" e la posa del logo della città ad opera dello scultore Tonino Gaudioso. In serata è stato presentata l’opera celebrativa dei duecento anni di amministrazione comunale di Zungri firmata dal poeta vernacolare Francesco Fiamingo col libro "Storia delle amministrazioni di Zungri dal 1811".

Il volume rappresenta un traguardo importante sia per l’autore, che si è dedicato con cura e passione all’analisi delle fonti e dei documenti d’archivio, sia per la comunità zungrese, com’è stato ampiamente sottolineato dai convenuti alla presentazione. In particolare l’attuale sindaco di Zungri,Francesco Galati, ha aperto i lavori dando alla manifestazione il significato di un passo significativo per il «recupero della nostra memoria storia», requisito indispensabile per lo «sviluppo sociale».

Moderatore dell’evento è stato Corrado L'Andolina, in veste sia di presidente del Centro studi "Aramoni" che di autore della prefazione del libro, del quale ha sottolineato il filo conduttore: la passione. Proprio la passione per la ricerca, ma anche e soprattutto per le proprie radici e per la propria comunità è stata oggetto degli interventi dei due ex-sindaci intervenuti per l’occasione: Pasquale Mazzitelli e Pasquale Mazzitelli, che hanno fornito un quadro vivo delle amministrazioni passate e del loro impegno nell’affrontare anche i periodi più bui della storia del paese. In particolare quest’ultimo ha espresso tutta la commozione e l’attaccamento ad alcune delle figure storiche di Zungri, esprimendo l’augurio condiviso che l’opera di Fiamingo sia da stimolo alle nuove generazioni perché recuperino l'interesse per una politica di impegno e, soprattutto, per una politica di valori.

Hanno partecipato alla presentazione anche l’editore del libro, Giuseppe Meligrana per la Giuseppe Meligrana Editore, che augurato ad ogni paese della Calabria di avere un Francesco Fiamingo a ricordarne i trascorsi politici e Pasquale De Luca, che ha omaggiato l’autore con splendide e sentite parole in veste anche di soggetto organizzatore del concorso poetico "Tropea Onde Mediterranee". Rimarchevole l’intervento del dottor Raffaele Di Bella, iniziatore del progetto web Poro.it su cui, peraltro, è iniziata l'avventura di ricerca e pubblicazione di Fiamingo e che ha illustrato le infinite possibilità che il web offre per il recupero del territorio e dei legami della comunità.

Infine, il momento più emozionante di tutti, l’intervento dello stesso autore Francesco Fiamingo il quale, con grande modestia, ha ricordato che gli utili del libro saranno destinati alla missione di Padre Tonino Mazzeo. Una celebrazione per il compleanno di Zungri all’insegna della promozione della cultura, che in questo centro non è mai mancata, al suono del grido sentito e commosso «Viva Zungri !».

Eleonora Lorenzo - Pubblicato su Calabria Ora il 18.08.2011, p.41

Immagini dell’evento

Il complesso bandistico G. Verdi di Zungri per le vie del paese.

La posa del Logo del Comune di Zungri

Il Sindaco F. Galati, lo scultore Tonino Gaudioso, il vice Sindaco Giuliano Raffa con le Guardie municipali, G. Teodoro e Pietro Limardo

Il momento storico

Le congratulazioni del sindaco all’artista locale

In componenti di maggioranza dell’attuale Consiglio Comunale

Vittoria Fiamingo, Ass. Giacchino Raffa, Sindaco F. Galati, Ass. Francesco Mamone, Nazzareno Ciluzzo, Serafino Fiamingo, Ass. Caterina Gaudioso, Vice Sind. Giuliano Raffa

Gli ultimi tre Sindaci nell’attività amministrativa:

Tino Mazzitelli 1999-2009 - Francesco Galati attuale e Pasquale Mazzitelli 1980-1999

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  la cerimonia

Zungri, comune in festa per la

Posa dello Stemma

Zungri - Lo stemma comunale può essere considerato, sotto il profilo simbolico e del significato stilistico, la sintesi identificativa di una comunità.

Cosicché, il Comune di Zungri, nell’ambito dei festeggiamenti in onore del bicentenario dell’istituzione dell’autonomia municipale, ha dotato l’edificio comunale di apposito stemma bronzeo. Più precisamente, l’opera è stata apposta all’ingresso della casa comunale. Molte le persone presenti alla cerimonia d’inaugurazione, fra cui i due ex sindaci Annunciato Mazzitelli e Pasquale Mazzitelli.

A tale proposito va precisato che fu proprio l’amministrazione capeggiata da Pasquale Mazzitelli, a dotare il Comune di un proprio stemma.

Lo stemma venne realizzato dallo “Studio araldico consulenza legale nobiliare” di Genova e adottato dalla giunta municipale con delibera 251/1985. Il consiglio ha poi approvato tale stemma nella seduta del 6 ottobre 1985.

Tangibile, per l’occasione, un clima di soddisfazione e di sincera emozione, sia da parte degli amministratori che della popolazione locale. Il manufatto è stato realizzato da un giovane scultore del posto, Tonino Gaudioso, il quale ha dichiarato:

«Sono orgoglioso di avere avuto l’onore di eseguire una commissione dal valore simbolico così elevato. Lo stemma del mio Comune è il simbolo della sua storia e della passione dei suoi abitanti per il territorio».

Anche il sindaco Francesco Galati si è dichiarato soddisfatto della realizzazione:

«Durante l’anno l’amministrazione ha realizzato una serie di eventi celebrativi dell’importante anniversario. Lo stemma dell’ente, rappresenta, certamente, una tappa significativa, in quanto in poche immagini, racchiude i simboli che rappresentano mirabilmente la sintesi di un passato vissuto con semplicità e dignità».

La cerimonia d’inaugurazione si è svolta poco tempo addietro. L’opera scultorea riproduce i simboli del Comune: la grotta, un albero di ulivo e la vite. La prima, chiaramente, si riferisce all’insediamento rupestre degli Sbariati che ha segnato una parte significativa della storia locale. Un agglomerato archeologico che rappresenta, un tesoro inestimabile per il territorio. Il secondo e la terza, invece, sono un omaggio alla civiltà contadina su cui si fondano i valori del passato recente e remoto della comunità. A ciò si aggiunga che esiste in loco una tradizione antica di produzione olearia.

Unanime il plauso all’opera di Tonino Gaudioso che si caratterizza per nitidezza esecutiva e armonica linearità; peculiarità apprezzate dall’intera cittadinanza zungrese.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora l’8 settembre 2011, p. 40

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Ore 21 in Piazza Alcide De Gasperi

Presentazione del libro di Francesco Fiamingo:

 “Storia delle Amministrazioni di Zungri dal 1811”

Nel bicentenario dell’istituzione del Comune

Copertina del libro edito da Giuseppe Meligrana Editore

Immagini dei Relatori

Da dx il Dott. Raffaele Di Bella (Poro.it); Pasquale Mazzitelli ex Sindaco di Zungri e consigliere Provinciale; Arch. Fr. Galati Sindaco attuale; Francesco Fiamingo autore del libro; Corrado Landolina, giornalista Calabria Ora nelle vesti di moderatore; L’editore Dott. Giuseppe Meligrana; Il prof. Pasquale De Luca presidente del premio internazionale "Tropea: Onde Mediterranee"; L’ex sindaco di Zungri Dott. Tino Mazzitelli

Il palco con i relatori

Il prof. Pasquale De Luca, consegna al Sindaco Galati il Logo del premio Tropea: Onde Mediterranee

La relazione del Prof. P. De Luca

Io venivo qui da ragazzo, ogni anno, portato da mio padre, dagli zii, da mio nonno. Alla fiera del 3 agosto, per comprare e vendere gli animali. Poi il nonno morì, anche mio padre morì. Gli zii partirono. Io non ci venni più. Tornai da solo nel lontano 1975 per la scuola, a fare supplenza. Il primo giorno a piedi con l’ombrello sotto la pioggia, un diluvio. Poi con un motorino, il “Califfo”.

Ci torno oggi con piacere, senza capelli, con più anni. Allora non ci fu nessuno ad accogliermi; poco dopo venne un bidello, anche lui sotto la pioggia. Ci torno oggi e trovo tanta gente qui in piazza; ci torno per rendere omaggio a un vostro concittadino, Francesco Fiamingo, che io conosco come poeta, lo seguo nel suo cammino letterario e mi sorprendo giorno per giorno per le sue capacità di rendere in poesia gli aspetti più cari della nostra terra, nella lingua della nostra terra, il vernacolo calabrese, che dà vita e vivacità coloristica ai temi che il nostro Autore di volta in volta ci propone. Ringrazio Francesco Fiamingo per avermi invitato a questa manifestazione, per avermi voluto al suo fianco, per avermi chiesto di fare da relatore alla presentazione di questo suo libro, “Storia delle amministrazioni di Zungri dal 1811”, che lo propone non più come poeta, ma come scrittore, storico e narratore.

È un genere diverso, non è poesia, ma è con la stessa passione, con lo stesso fervore, con lo stesso amore che Francesco ci parla. Con la stessa vivacità delle opere poetiche egli riesce a farci rivivere situazioni tipiche e particolari di un tempo che fu, di un tempo passato, che egli ce le riporta al presente tirandole fuori dall’oblio e dall’abbandono. È un merito, e noi glielo dobbiamo riconoscere, quello di portare in mezzo a noi azioni e personaggi realmente vissuti proiettandoli sul grande schermo della vita di oggi, così fugace, così disordinata, per non farli dimenticare. Per tramandarli agli altri come gli altri, i nostri padri, li hanno tramandati a noi nel ricordo. È nel ricordo che lui fruga, seleziona e coglie. Nel ricordo personale, nel ricordo della storia. E, come un antico aèdo di antica memoria, racconta.  Francesco Fiamingo racconta. Ma non racconta favole o barzellette per intrattenere e far ridere la gente. Racconta fatti veri, racconta la storia. La storia, quella un po’ recente, ma pur sempre passata se no che storia è ? quella che lui ha visto passare sotto i suoi occhi, senza rendersi conto, allora, che era storia, certo piccola storia, fatta di episodi, piccoli episodi di paese, che però ci fanno conoscere il modo di vivere, di lavorare, di lottare in una comunità uscita da poco alla luce in un dialogo di uomini forte e intenso, e in un confronto che, anche se aspro e acceso in alcuni momenti, era comunque un confronto di partecipazione e di democrazia. Sono episodi che segnano come un termometro i gradi della vitalità di tutto un popolo.

Il ricordo. Dicevo prima del ricordo, del ricordo collettivo e personale. Ma non solo questo. Nel libro, di cui stasera parliamo, non c’è solo il ricordo che da solo dice tutto e dice niente dove la passione, il partito preso, la volontà, gli interessi dell’autore potrebbero travisare, modificare, ostacolare la lettura storica. No, amici carissimi; no, carissimo Francesco. Non c’è solo il ricordo, c’è la meticolosità della ricerca storica suffragata da un substrato culturale che permette all’autore, che ti permette, caro Francesco, di raccontare la storia, la storia del tuo paese, con precisione, con rigore, con scrupolo, senza nulla togliere o aggiungere a ciò che esiste nella documentazione che tu hai consultato. Certo la storia è fredda e arida, come tutte le branche scientifiche d’altronde, ma tu sei riuscito a dare un tocco di vita, di colore, alla scientificità del racconto immettendo non soltanto nomi, cognomi, luoghi e date, soprannomi, che sarebbero stati sterili, noiosi, inutili, inconcludenti e che non avrebbero interessato la gente; gli studiosi, sì forse avrebbero interessato gli studiosi. Ma a che pro dare un elenco di nomi, di opere, di numeri, freddi e senza vita ? Invece, ed è questo un merito che noi dobbiamo rimarcare e far notare, hai voluto intervallare la scrittura con immagini, con foto, che ritraggono volti, i volti dei protagonisti, luoghi, i luoghi degli eventi. Bravo! Dovrei dire bravo, ma mi sa di scolastica e allora ti dico che hai fatto un buon lavoro che noi apprezziamo, che la comunità, la tua comunità apprezzerà perché in esso c’è la storia, la sua storia.

Una storia scritta col cuore, una storia scritta con amore. Una storia che tu hai scritto per amore della tua gente, per amore delle persone, di quelle che ci sono adesso, di quelle che ci sono state nel passato, di quelle che ci saranno nel futuro. Ma non solo questo. Se le foto, le immagini movimentano le pagine del libro dall’inizio alla fine abilmente inserite nel posto giusto, al momento giusto, quello che dà il gusto a tutto quanto sono i raccontini che il Fiamingo opportunamente ci propone in una lettura invasa da un afflato poetico che non lo abbandona. Sono racconti con una verità di fatti, personalmente vissuti dall’autore, che ci consentono di entrare a tutto tondo nella vita di questa gente che sicuramente in essi, direttamente o indirettamente, si riconosce. Per aver partecipato di persona, alcuni almeno, o per aver sentito raccontare quanto avvenuto nel tempo.

Sono racconti che ci permettono di "vedere" persone che non ci sono più nei loro atteggiamenti, nel loro muoversi e operare, nel loro agire, nel loro lottare. In esse qualcuno potrebbe vedere questo o quello, potrebbe riconoscere questa o quella persona, un proprio familiare, una persona cara. Forse anche se stesso. E questo è un rischio, perché alla curiosità potrebbe subentrare il raccapriccio, il risentimento. Ma questo rischio non c’è, perché Fiamingo con delicatezza di penna sa trattare l’argomento con ironia e distacco portando una venatura di sorriso in ogni passaggio necessario e obbligato. Egli trasfigura in forma letteraria ciò che ha visto, ciò che ha vissuto e ce lo riporta con precisione storica, ma senza alcun giudizio o pregiudizio, ma lascia a chi legge il piacere della scoperta, il piacere della lettura. Ed è proprio per non togliere al lettore, a tutti voi, il piacere della scoperta, il piacere della lettura, che dev’essere personale e meditata, proprio per questo motivo io non riassumo, sarebbe facile per me, quello che Fiamingo ci dice. Io  non parlo del contenuto.

Io parlo della forma. E la forma è bella, elegante, accattivante; con una scrittura precisa, attenta al tutto e al particolare. Però una citazione la voglio fare, a pag. 41, "Quandu ‘u patruni avi ‘nu ciucciu chi ‘ddici ‘a verità, non ‘nci resta autru che pagà".  La ripeto in quanto emblematica del modo di vedere le cose da parte del popolo, di chi ha poco e non ha la forza di poter evadere agli obblighi imposti da quelli che invece dovrebbero fare il bene del popolo, è emblematica del modo di pensare della gente che suda e lavora e non ha il tempo né la possibilità di fregare il prossimo, è emblematica dello spirito di rassegnazione contro un potere che non è potere, ma strapotere e prepotenza che può essere anche legalizzata, contro cui si può opporre solo la verità dell’uomo che vive e lavora solo per lavorare e vivere. È un’equazione a circuito chiuso, iniqua, ma è la scienza popolare di chi ha sopportato sul proprio capo il peso pesante del governo che è signore ed è padrone.

Io ringrazio Francesco Fiamingo per queste belle pagine di storia paesana che ci ha regalato nell’anno che ricorda i centocinquanta anni di questa nostra bella Italia che i nostri padri, i figli di questa nostra terra, hanno contribuito a fare grande, unita, libera, moderna. Col loro sangue, ovunque nel mondo, nel tempo.

E nel bicentenario dell’istituzione del Comune di Zungri, che spezza con l’ordinamento del passato feudale di ancien regime e dà libertà e responsabilità amministrative alle civiche comunità non più sudditi ma uguali e cittadini.

Ringrazio il sindaco che mi ha ospitato in questa bella piazza stasera, tutti gli amministratori di oggi e di ieri che hanno contribuito, pur con diversità di modi, di mezzi e di idee, al bene e allo sviluppo di questo paese che con sangue e sudore ha scritto gloriose pagine di storia. Pagine di storia che oggi Francesco Fiamingo ci fa rileggere, ci fa ricordare. Sono pagine di storia da non dimenticare. Pagine di storia che dobbiamo chiudere nel nostro cuore con tanto amore. Ed è per questo che lancio un invito: leggete questo libro, è la vostra storia. La storia che non dovete dimenticare.

Zungri, 12 agosto 2011, piazza De Gasperi, ore 21,00 - prof. Pasquale De Luca

L’intervento dell’ex Sindaco Pasquale Mazzitelli

Il moderatore del dibattito Avv. Corrado Landolina

Il sindaco di Zungri Arch. Francesco Galati

L’autore del libro Francesco Fiamingo

Francesco nella firma di alcuni testi

Il tavolo della vendita dei libri

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Recenzione al testo di Francesco Fiamingo della giornalista Eleonora Lorenzo

Zungri, Bicentenario ed evoluzione Politica

II titolo, "Storia delle amministrazioni di Zungri dal 1811 nel bicentenario del comune", potrebbe intimidire. Invece il testo di Francesco Fiamingo, classe 1947, già autore di varie poesie dialettali che vantano numerosi riconoscimenti, è più che godibile anche per i non addetti ai lavori. La scrittura fluida rivela un intenso lavoro di documentazione che ha permesso di riportare con dovizia di particolare elenchi, biografie e aneddoti delle amministrazioni comunali dai XIX secolo al 2009.

Ma partendo sin dalle origini, si ripercorre anche la storia del comune di Zungri, divenuta indipendente nel 1811 e trasformata in Comune a seguito della fine del regime feudale, il che significò la creazione di istituzioni deputate alla fornitura di servizi primari quali l'anagrafe. La registrazione «elle nascile e delle morti, fino a quel momento appannaggio degli uffici parrocchiali, divenne parte integrante dei servizi pubblici e, unitamente alle registrazioni dei dati delle amministrazioni politiche da quell'anno in poi, ha consentito di ricostruire una storia delle amministrazioni zungresi viva e fatta di storia, uomini, caratteri.

La lettura del libro di Fiamingo costituisce, soprattutto per gli abitanti di Zungri e zone limitrofe, un'esperienza emozionante: fra i nomi delle amministrazioni comunali si scorgono sempre nomi conosciuti, anche vicini per legame di sangue. Allora i cognomi Mazzitelli, Pugliese, Fiamingo, e molti altri rimandano anche a ricordi personali, il che rende più semplice legare alle nostre esperienze presenti le storie passate del paese, La stona d'Italia, inoltre, passa trasversalmente attraverso quella di Zungri, con il regime fascista e il ritorno alla Repubblica, i nomi delle istituzioni che cambiano e le fedeltà politiche che mutano, ma sempre con sguardo privilegiato verso i significati, il sentire intimo di Zungri e dei suoi personaggi amati e ancora ricordati. L'essenza pulsante e dinamica della storia zungrese non viene, intatti, tralasciata nell'attento racconto di Fiamingo: insieme agli elenchi dettagliati delle amministrazioni comunali compaiono brevi biografie dei personaggi salienti dei diversi periodi storici di riferimento.

Così scopriamo che dietro i decreti e le mutazioni che il paese ha subito nel corso dei decenni ci sono stati uomini (e donne) con propri bagagli emozionali ed esperienziali: ci sono gli intrighi politici, le persone di cuore, i dolorosi ma necessari provvedimenti. E l'autore, restituendo a questa storia la sua vividezza, a ciascun provvedimento importante associa un racconto, un frammento tratto dai suoi "Quadretti zungresi". Ad esempio, il romantico scorcio di vita paesana di "U Viali a Funtana" fa riferimento alla costruzione della prima rete idrica pubblica di Zungri che risale agli anni Cinquanta che costituiva non solo uno strumento essenziale per la sopravvivenza della comunità, ma anche centro simbolico intorno al quale far ruotare relazioni sociali e nuove reti di significati; oppure, l'ultimo racconto, "E mocrazzia bella..." ritrae un comizio pubblico, acceso e conteso momento non solo di discussione, ma anche di "lotta" fra parti con enti che si fronteggiano a suoi di applausi, che ci ricorda come il sentimento quasi viscerale che ci lega alle vicende politiche, a questo o quel contendente non sia invenzione di un partito, ma abbia storia ben lunga. In sostanza, una piccola perla da leggere e conservare anche per celebrare i duecento anni di storia del comune di Zungri.

Eleonora Lorenzo Pubblicato su Calabria. Ora il 23 agosto 2011, p. 43

Offerto il libro di Francesco al noto critico d’arte Vittorio Sgarbi

Albino Cutuli, Franco Galati, Vittorio Sgarbi, Francesco Fiamingo, Giuseppe Antonio Limardo

a cura della Redazione di Poro.it

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Anniversario dei Comuni

Zungri, Il Paese sorto dal Feudo di "Papaleonte"

L’antico borgo testimone dell’identità

Zungri - Il Comune di Zungri veniva istituzionalizzato due secoli fa. La sua storia, però, ha radici ben più antiche. Il bicentenario, pertanto, offre lo spunto per pensare al ruolo del territorio e della sua comunità sospeso tra passato e futuro.

In tal senso, la vecchia realtà di Papaglionti (frazione di Zungri sin dal 1811) presenta dati ed elementi fondamentali per comprendere dinamiche, omissioni, ritardi, proposte, risorse con potenziali ricadute politiche, economiche, sociali e culturali per l’intero comune.

Papaglionti ha origini molto antiche e il primo documento storico disponibile che fa menzione del feudo di "Papaleonte", risale al 1280. Il feudo di Papaglionti sopravvive per molti secoli grazie alle coltivazioni a grano e agli ulivi che consentiranno la prosperità e la longevità nel tempo del nucleo abitato costantemente da una popolazione di circa 200 unità. Gli ingenti danni arrecati all’abitato dai terremoti del 1783, del 1905 e del 1908 non hanno fatto sì che la popolazione abbandonasse Papaglionti che è sempre stato ricostruito con materiali locali frutto in parte del riciclaggio dei crolli precedenti.

Il borgo venne invece abbandonato completamente nel 1984 a seguito di un’ordinanza comunale che oltre allo sgombero vietava la fruizione dell’intero edificato per pericolo di crolli a seguito di un’alluvione, imponendo agli abitanti di trasferirsi nel nuovo paese ricostruito più a monte. Il sito risulta essere così, un piccolo gioiello incastonato nella lussureggiante vegetazione che lo circonda. La chiesa, il mulino, gli edifici decorati, il palazzo nobile e la miriade di case e casette, assumono un valore naturalistico e paesaggistico altissimo che stimola inevitabilmente alla scelta tra due opzioni progettuali ben distinte: il mantenimento in tale stato o il riuso. Il mantenimento consisterebbe in limitati interventi atti a rallentare il processo di "ruderizzazione". Il paesaggio contiene notevoli emergenze archeologiche nonché naturalistiche e meriterebbe di essere tutelato come parco con gestione a fini multipli. Inoltre il manufatto riassume in sé gli elementi caratterizzanti i centri antichi dell’entroterra calabro con valori storico-culturali nonché estetici non più rilevabili, in modo così organico, nei centri abitati. L’idea appropriata consisterebbe nel realizzare un progetto volto ad una integrazione di attività la più ampia possibile nel quadro di quelle compatibili con il patrimonio esistente; intendendo con questo non eliminare la possibilità del reinsediamento, che resta pur sempre l’unica garanzia di manutenzione e quindi di conservazione, ma incentivare l’interesse di quanti abbiano a cuore le sorti delle risorse locali. Le principali attività previste, che realisticamente possono inserirsi nell’edificato, sono di tipo ricettivo per l’agriturismo, di trasformazione dei prodotti agricoli, di vendita dei prodotti tipici ed altri esercizi commerciali; si può prevedere, inoltre, la possibilità di ospitare convegni, seminari, sagre e concerti.

La costituzione di un consorzio con partecipazione della pubblica amministrazione insieme ai privati potrebbe essere il punto di partenza per gestire correttamente fin dalla fase progettuale un’iniziativa di così ampio respiro. E se fosse proprio l’avvio di un processo di recupero di uno dei siti archeologici più importanti della Calabria, il modo migliore per onorare il secondo secolo di vita della municipalità zungrese ?

Stefano Simoncini

Pubblicato su Calabria Ora il 4 maggio 2011, p. 36 

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