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 Il Rientro del Quadro del Rosario

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Zungri 14.09.2011

Rientra il quadro della Madonna del Rosario

di Francesco Fiamingo

Quadro restaurato della Madonna del Rosario, attribuito al pittore del settecento Giulio Rubino

Dopo 35 anni ritorna, nella parrocchia di Zungri, il quadro della Madonna del Rosario rimasto per lungo tempo (da Novembre 1976) presso la Sopraintendenza Alle Belle Arti di Cosenza per lavori di restauro.

Un lavoro lungo e infaticabile quello intrapreso dal parroco Don Felice La Rosa che, soddisfatto e commosso, ha dichiarato di aver raggiunto un altro dei suoi obiettivi nella sua missione pastorale zungrese.

Nel Santuario Mariano della Madonna della Neve, dove è convenuta quasi tutta la popolazione, era presente il Consiglio comunale, con il sindaco di Zungri Francesco Galati, il comandante della stazione dei carabinieri, la dirigente scolastica Rosa Maria Rizzo, l’ex Sindaco Pasquale Mazzitelli.

Per la celebrazione Eucaristica e presentazione al pubblico della sagra effige, Don Felice è stato coadiuvato dai parroci di S. Giovanni di Zambrone, Pasquale Sposaro e di Parghelia, Don Giuseppe Florio.

Della tela, non firmata, non è stato segnalato l’autore, ma dal lavoro delle nostre precedenti ricerche siamo in grado, con una certa sicurezza, di collegarla all’opera del pittore di Monteleone, Giulio Rubino.

Di questa famiglia di artisti si sa che Domenico Rubino (1662-1720), proveniente dalla Sicilia, operò sul territorio come scultore. A lui vengono assegnate varie opere presenti nella città, quali S. Antonio di Padova nella chiesa dei Cappuccini e S. Maria degli Angeli. Scultori furono anche i figli Lodovico e Lorenzo, mentre Giulio divenne un pittore importante per il numero di opere prodotte, tanto da raggiungere un’agiata situazione economica, come evidenziato dal Catasto Onciario del 1755. Sempre da questo documento, il 1699 risulta essere la sua data di nascita, mentre da altre documentazioni, la sua morte viene segnalata nel 1771.

I primi studiosi e critici d’arte, di Monteleone, dell’Ottocento tra i quali Emanuele Paparo prima e Capialbi dopo, non si interessarono dell’opera del Rubino, ritenendo "dei maestranti" lui e soprattutto il figlio Lorenzo. La rivalutazione avviene tramite Federico Tarallo (fine Ottocento) e di recente, per l’interesse della Sopraintendenza Alle Belle Arti della Regione Calabria, con Maria Pia Di Dario Guida.

In merito alla produzione pittorica di Giulio Rubino, riportiamo da un documento del 1995, da una pubblicazione del Sistema Bibliotecario Vibonese “ Atti Convegno Provinciale Nicotera - Castello Dei Ruffo 27-28-29- Dicembre 1995- “ di Giorgio Leone - quanto segue:

“Di Giulio, nelle chiese di Vibo e ricordate dagli scrittori locali, si custodiscono la Comunione degli Apostoli nella chiesa di S. Michele; il S. Francesco Saverio battezza i pagani e la Morte di S. Francesco Saverio nella chiesa del Gesù; i Quattro Evangelisti dipinti su i pennacchi della cupola della Collegiata di S. Leoluca; il Miracolo delle rose, la Crocifissione, la Madonna col Bambino e i SS. Lorenzo e Carlo Borromeo, il Martirio di S. Stefano, il già ricordato Miracolo di S. Leoluca, l’Abbraccio dei SS. Domenico e Francesco d’Assisi, S. Francesco da Paola, l’Angelo Custode e le SS. Lucia e Barbara, tutte tele esposte nella chiesa di S. Francesco, che si qualifica quale vera pinacoteca del pittore attorno al 1747, anno cui la maggior parte di esse risulta datata e firmata.

La critica recente, confermando queste, gliene ha assegnate convincentemente altre presenti nelle chiese della città: la S. Famiglia con S. Anna e S. Giovannino – ovvero più verosimilmente una S. Famiglia con i SS. Elisabetta, Zaccaria e Giovannino -, ritrovamento di Gesù al Tempio – o Gesù fra i Dottori -, entrambe custodite nella chiesa di S. Giuseppe. Ancora la Visione di S. Ignazio, che però deve identificarsi con già citato Patrocinio di S. Leoluca della chiesa di S. Maria la Nova.

Le personali ricerche in proposito, permettono di aggiungere altre tele custodite nella città e soprattutto disseminate sul territorio diocesano di Mileto – e anche fuori – che sebbene alcune molto rovinate, ben evidenziano i caratteri di una <<maniera>> riconoscibilissima.

A Vibo si può segnalare La fuga in Egitto, applicata alla volta della chiesa del Gesù, dove giunse probabilmente da quella di S. Giuseppe; a S. Onofrio l’Immacolata fra i SS. Benedetto e Scolastica, custodita nella chiesa del Rosario; a S. Costantino Calabro, nella chiesa del nome di Gesù, la Madonna del Carmine fra Santi; a Zungri, nella Chiesa Parrocchiale, la Madonna del Rosario e Santi; a Laureana di Borrello, nella Chiesa Matrice, la Deposizione della Croce; a Filogaso, nella Chiesa del Carmine, la Madonna del Carmine fra i SS. Michele Arcangelo ed Elia; ad Anoja Superiore, nella Parrocchiale, l’Immacolata e Santi e la Madonna del Lume – queste due tele attualmente risultano ingrandite, ma la parte centrale dichiara con molta evidenza la mano di Giulio Rubino; a Nicotera, nella Cattedrale, la Madonna del Rosario e la Madonna del Purgatorio. Di quest’ ultima, nell’elaborazione degli <<Atti del Convegno sulle Confraternite>> tenutosi nel 1993 a S Nicola da Crissa, proponevo già l’attribuzione al pittore ma solo recentemente l’amico Natale Pagano – e lo si ringrazia per questo e per tant’altro, ha confermato che nel Registro dei Conti della Venerabile Cappella delle Anime del Purgatorio eretta dentro la Cattedrale di Nicotera (1738-1771), il dipinto assieme a un <<quadretto di sopra>>, venne eseguito dal Rubino nel 1744 e costò <<duc. 25.0>>. Un piccolo quadro raffigurante l’Immacolata, custodito in un locale attiguo alla chiesa del Ritiro a Mesoraca, potrebbe ancora far riconoscere una supponibile attività del pittore fuori dell’ambito circoscritto dalla diocesi.

In ogni modo, accanto a questa nutrita serie di opere si dovrebbe considerare un gruppo che pare far corpo a sé, tanto da collegarlo direttamente al Rubino e alla sua <<bottega>>, ma forse potrebbe evidenziare l’evoluzione della sua <<maniera>> in altri pittori, fors’anche nel figlio Lorenzo. Questi dipinti sono, oltre ad alcuni di quelli piccoli già citati in S. Francesco a Vibo, la S. Chiara d’Assisi oggi nel <<Museo del Duomo>> della stessa città, ma proveniente dall’annessa Collegiata; l’ Incoronazione della Vergine nella Chiesa di S. Omobono; la Madonna del Carmine fra i SS. Simone Stock e Teresa d’Avila nella chiesa del Carmine; il Miracolo di S. Pietro nella Chiesa di S. Giuseppe, tutte sempre a Vibo. Ancora la Madonna col Bambino e S. Giuseppe nella Chiesa di S. Sebastiano a Pizzo – dove pure si è intravisto in un palazzo privato un interessante S. Nicola da Bari (opera di Giulio ?) che sembra riproporre l’ iconografia di quello custodito nella chiesa vibonese di S. Omobono -; l’Incoronazione della Vergine e i SS. Rosalia e Francesco da Paola nella Chiesa dei Cappuccini a Rombiolo.

Per tutti questi dipinti non è possibile fornire cronologie puntuali: oltre alla data 1744 che emerge dal <<Registro>> di Nicotera, gli unici firmati e datati 1747 sono quelli degli altari della chiesa di S. Francesco a Vibo. Mentre, sempre nella stessa città, al 1741 vengono fatti risalire gli Evangelisti della chiesa di S. Leoluca, e per le tele della chiesa dei Gesuiti si potrebbe pensare a una data prossima al 1738, che si ricava dagli stucchi che i Buscemi eseguì per i cappelloni del transetto, fra i quali sono pure le cornici delle tele polilobate.

Maria Pia Di Dario Guida ha indicato per la definizione della cultura del pittore una componente romana di tendenza classicistico-marattesca, caratterizzata da insistiti ricordi giordaneschi, a cui si aggiungerebbero riprese tardo manieristiche e rinascimentali, tipiche, dice la studiosa, di tutta la cultura artistica vibonese.“

Oltre la documentazione, ci siamo preoccupati di verificare dal vivo alcune delle significative opere più significative attribuite al Rubino e presenti sul territorio del Vibonese, fra le quali la tela con la raffigurazione della Madonna del Rosario, presente nel Cattedrale di Nicotera di cui riportiamo l’immagine. La stessa risulta registrata nel 1744.

Immagine deò quadro del Rosario di Giulio Rubino - Cattedrale di Nicotera

L’aspetto religioso del quadro è stato evidenziato nell’Omelia, dal parroco don Giuseppe Florio, mentre una preghiera collettiva con la guida di Don Felice La Rosa ha concluso l’evento.

"Tratta dalla Supplica alla Madonna di Pompei, del beato Bartolo Longo"

O Rosario benedetto di Maria;

Catena dolce che ci riannodi a Dio;

Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli;

Torre di salvezza negli assalti dell’inferno;

Porto sicuro del comune naufragio,

noi non ti lasceremo mai più.

Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia;

a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.

E l’ultimo accento delle nostre labbra

Sarà il nome tuo soave,

o Regina del Rosario,

o Madre nostra cara,

o unico Rifugio dei peccatori,

o Sovrana Consolatrice dei mesti.

Sii ovunque benedetta,

oggi e sempre, in terra e in cielo.

Così sia.

un restauro “laborioso”

IL QUADRO E QUELL’ESILIO DURATO OLTRE TRENT’ANNI

Zungri - Lo scorso mercoledì il quadro “Madonna del Rosario e misteri” ha fatto rientro dal suo luogo di provenienza. La sacra tela era stata consegnata alla Sovrintendenza delle belle arti di Cosenza per un corposo restauro. Per la precisione, era stata affidata alle esperti mani dei restauratori il 18 settembre 1976 dal parroco dell’epoca, don Paolo Pietropaolo. Lunghi, i tempi del restauro cui si è aggiunto qualche imprevisto e intoppo burocratico. Superati tutti gli ostacoli, il quadro (in origine, erroneamente, si era ipotizzato che l’autore potesse addirittura essere Mattia Preti) è stato restituito alla comunità.

Per celebrare l’evento è stata celebrata una santa messa, presso il locale santuario mariano, da parte del sacerdote dell’arcipretura Sant’Andrea apostolo di Parghelia, don Giuseppe Florio. La funzione liturgica è stata concelebrata insieme alla guida spirituale degli zungresi, don Felice La Rosa e a don Pasquale Sposaro, titolare della parrocchia Santa Marina Vergine di San Giovanni di Zambrone.

Presenti alla celebrazione religiosa il sindaco Francesco Galati e il comandante dei carabinieri della locale stazione, Dario Randazzo.

Tra i fedeli accorsi per ammirare la statua si sono registrati momenti d’intensa emozione. I più anziani, in particolare, avevano impresso nella memoria il quadro in questione. I loro occhi lucidi sono il simbolo più evidente della loro profonda commozione. Il titolare della parrocchia zungrese, dedicata a San Nicola di Mira, don Felice La Rosa, ha dichiarato: «Restituire il quadro alla comunità era un impegno morale e materiale che avevo assunto sin dal momento della presa di possesso della parrocchia. L’obiettivo raggiunto è motivo di grande soddisfazione per l’intera comunità. L’auspicio - ha concluso don La Rosa - è che essa tragga ulteriore ispirazione e stimolo per una preghiera costante, puntuale e intensa».

Il quadro, in effetti, è assai suggestivo e sarà custodito presso il santuario Madonna Santissima della Neve, sito nel centro storico. Interessanti, le vicende legate alla sua origine. A scoprirle, Francesco Fiamingo appassionato e studioso di storia locale. È stato proprio lui a rispolverare gli atti del convegno provinciale di Nicotera della fine dicembre 1995, promosso dall’amministrazione provinciale e dal titolo “I beni culturali del Vibonese. Situazione attuale; prospettive future”. In virtù di quanto riportato in tali atti, risulterebbe che il quadro sia opera di Giulio Rubino, artista vibonese che operò nella metà del diciottesimo secolo. L’ipotesi è saldamente suffragata dall’esistenza di un identico dipinto custodito presso la Concattedrale di Nicotera, Santa Maria Assunta, a firma del medesimo pittore.

Una curiosità: gli atti del convegno assegnano al quadro una denominazione leggermente differente, “Madonna del Rosario e Santi” ed era originariamente custodito presso la chiesa parrocchiale.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 18 settembre 2011, p. 32

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Preghiere prima della presentazione del quadro

Preghiere prima della presentazione del quadro

Preghiere prima della presentazione del quadro

I momenti salienti dell’evento artistico religioso

I momenti salienti dell’evento artistico religioso

La concelebrazione eucaristica dei tre parroci

Fedeli zungresi osservano il quadro della Madonna del Rosario

Don Felice La Rosa a fianco il quadro restaurato

Francesco Fiamingo

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Rientra il Quadro della

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