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 Mons. Aurelio Sorrentino   Religioso del Poro

  >>====> Zungri 

Mons. Aurelio Sorrentino

figlio illustre della nostra terra del Poro, è stato Arcivescovo di Reggio Calabria dal 1977 al 1990, certamente, è da collocare tra i presuli meridionali e meridionalisti di maggior rilievo del nostro secolo, ha incentrato tutto il suo ministero episcopale sulla questione meridionale che aveva assunto proporzioni molto vaste che coinvolgeva molti aspetti sia a livello religioso che politico.

È stato un vescovo che ad una visione pastorale radicata nelle scienze bibliche e teologiche ha unito una spiccata sensibilità sociale ed una conoscenza delle realtà in cui ha operato.

Questa realtà è rappresentata dal Mezzogiorno d’Italia, con le sue specificità relative ai problemi di crescita religiosa, morale, economica-sociale e civile. È dunque alla redenzione di questa parte d’Italia, e più precisamente alle aree territoriali comprese nell’ambito delle sue diocesi, che Egli finalizza concretamente il suo progetto pastorale.

Sia dal suo magistero che dal suo ministero risulta palese l’ansia di Mons. Sorrentino di elaborare un tale progetto e dinamizzarlo in siffatta direzione, e cioè di volgerlo tutto verso l’assunzione e la soluzione delle problematiche proprie delle popolazioni calabresi e lucane affidate alle sue cure pastorali.

In alto - Lo stemma episcopale di Mons. Sorrentino

In basso - Foto con Paolo IV  nell'l'anno 1977 in occasione

del Conferimento del passaggio alla diocesi di Reggio C.

Memorabili sono rimaste le Lettere pastorali “Partecipazione: Promozione umana e cristiana” (1973) ed “Evangelizzazione, promozione umana e impegno socio-culturale nella chiesa Reggina” (1979), dedicate ai temi della dignità della persona umana, dei suoi diritti fondamentali, della ridistribuzione dei redditi, e più in generale a quelli del sottosviluppo, dello sviluppo e della giustizia sociale.

Ma il documento che forse più di ogni altro testimonia la costante preoccupazione di Mons. Sorrentino di contestuare la sua azione apostolica nella realtà meridionale è rappresentato dalla Lettera pastorale “Ricordando la Lettera pastorale “Ricordando la Lettera Pastorale dell’Episcopato Meridionale su i problemi del Mezzogiorno”, scritta nel 1973 per il 25° anniversario della storica Lettera collettiva dei vescovi del Mezzogiorno, redatta nel 1948.

Egli ammette che la società meridionale non è rimasta immobile, e che a seguito degli interventi straordinari avviati fin dai primi anni cinquanta, seppure in maniera frammentaria ha compiuto dei sicuri passi in avanti; e tuttavia, riscontrando che esistono problemi ancora irrisolti, con accento accorato afferma: “ La questione meridionale a 25 anni […] è più aperta che mai”; ed ancora: “ […] il problema meridionale tuttora sanguina in modo drammatico sul corpo della nazione con ferite che anziché accennare a rimarginarsi tendono ad allargarsi sempre più”.

Mons. Sorrentino passa perciò ad invocare nuovi strumenti legislativi, meglio proporzionati alle effettive necessità del Sud, dal momento che, come egli espressamente rileva, non di rado: “ottime leggi possono essere inadeguate per il nostro meridione”.

In tal senso denuncia senza mezzi termini la responsabilità delle classi politiche nazionali e locali, facendo riferimento anche ai più importanti luoghi che formano i cittadini alla cultura e alla coscienza della cosa pubblica, come sono i partiti e i sindacati.

Ma i passaggi più importanti di questo documento sono quelli relativi alla questione meridionale in campo ecclesiale. La frattura infatti fra Nord e Sud, a parere di Mons. Sorrentino, è riscontrabile anche all’interno della Chiesa, in rapporto sia alla sfera dei sentimenti e dei comportamenti religiosi e della pratica di vita cristiana sia all’area delle strutture e di supporti oggettivi ai processi di riorganizzazione di una vita ecclesiale più rispondente alle esigenze dell’apostolato moderno.

Nonostante i progressi raggiunti, persistono, invero, ancora nelle diocesi meridionali vaste sacche di ignoranza religiosa e gravi problemi che derivano dall’esistenza di diocesi di piccole dimensioni, retaggio storico di un pesante regime feudale, che aveva fissato le sedi vescovili in funzione dei patrimoni terrieri ad esse collegate.

Pesano, pertanto l’assenza di un coordinamento dell’azione pastorale ai livelli provinciali e regionali e la mancanza di ogni elementare criterio di sinergia, specie per ciò che attiene alle strutture di significato strategico.

Mons. Sorrentino ritiene che questa frattura fra le due parti del paese non è ancora ricomposta, e che, come questa integrazione civile e sociale fra Nord e Sud è problema dell’intera nazione italiana, così la questione della saldatura religiosa e spirituale delle due aree deve essere questione di tutta la Chiesa italiana.

Come vedremo nello sviluppo di questo elaborato, il progetto pastorale di Mons. Sorrentino, sotto il profilo meridionale, non si esprime però a livello di magistero, bensì anche a livello di ministero e di impegno apostolico quotidiano: il suo pensiero si traduce in azione, la sua dottrina in pratica redentiva.

Nel compito dell’evangelizzazione in campo sociale Egli rileva sempre la denuncia che si fa dei mali e delle ingiustizie. Ma precisa che il cristiano non può fermarsi alla sola denuncia; più importante di essa è l’annuncio profetico, che non consiste soltanto nel ricordare i principi, ma richiede l’assunzione di responsabilità ed un’azione effettiva.

Tale tipo di annuncio Lui ha presentato sul piano diocesano, regionale e nazionale come presidente della Conferenza Episcopale calabra, nei suoi incarichi nella Conferenza Episcopale Italiana, come sacerdote e vescovo, che, zelante nell’attuazione delle sue idee, ha testimoniato l’amore che si deve alla Chiesa.

Maria Francesca Barone - Nicotera 30.06.2006

La Vita

Mons. Aurelio Sorrentino nasce a Zungri (VV) il 19 ottobre 1914.

Nel 1927 entra nel Seminario Vescovile di Mileto per il ginnasio inferiore e superiore; studia poi nei Pontifici Seminari di Reggio Calabria e di Catanzaro.

Il 16 giugno 1940 è ordinato Sacerdote a Mileto da Mons. Albera; dal 1941 al 1946 è professore nel Seminario diocesano.

Nel Capitolo Cattedrale è Mansionario, Canonico semplice, e poi, in seguito a concorso, nominato Canonico Penitenziere (1945-1955).

L’11 novembre 1952 riceve il titolo di Prelato Domestico di Sua Santità; con Bolla Apostolica del 1 novembre 1955 è nominato Arcidiacono del Capitolo Cattedrale di Mileto.

Dal 1944 al 1951 è incaricato diocesano Stampa e assistente diocesano ACLI; dal 1945 al 1952 è Direttore dell’Ufficio Amministrativo Diocesano; dal 1952 è nominato da S.E. Mons. Nicodemo Delegato Vescovile per l’Azione Cattolica e confermato in questo incarico da S.E. mons. De Chiara nel 1953. Dal 1952, prima con Mons. Nicodemo e poi con Mons. De Chiara, è delegato Vescovile Generale. Nel 1959 è nominato Vicario Generale.

È stato inoltre: Con visitatore nelle Visite Pastorali con Mons. Nicodemo e con Mons. De Chiara, Esaminatore e Giudice Sinodale, Membro del Consiglio di Amministrazione, Direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano per la ricostruzione e la riparazione delle chiese in Diocesi, Promotore del Sinodo Diocesano del 1959. Nel 1945 ha pubblicato presso la Società San Paolo di Roma il volume Sintesi di Dottrina Sociale Cattolica. È stato fondatore e direttore del giornale diocesano Vivere dal 1946 al 1953, e direttore responsabile del Bollettino Ecclesiastico Ufficiale della Diocesi di Mileto.

Il 12 Maggio 1962 è stato nominato Vescovo di Bova, ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nella Cattedrale di Mileto il 29 Luglio 1962, essendo consacrante Mons. Vincenzo De Chiara e conconsacranti i calabresi Bruno Palaia, Vescovo di Tricarico, e Giuseppe Vairo, Vescovo di Gravina e Irsina.

È rimasto nella Diocesi di Bova per quattro anni e mezzo, dal 15 agosto 1962 al 30 novembre 1966, quando il Papa Paolo VI lo ha trasferito alla Diocesi di Potenza e Marsico, in Basilicata, dove è rimasto per dieci anni e mezzo, assumendo successivamente la guida pastorale della Diocesi di Muro lucano a partire dal 25 ottobre 1970. in questo periodo ha ottenuto l’elevazione della Diocesi di Potenza ad Arcidiocesi e la costituzione della Conferenza Episcopale Lucana, della quale è stato primo presidente.

Trasferito all’Arcidiocesi di Reggio Calabria e diocesi di Bova con bolla del 4 giugno 1977, ha preso possesso della sede metropolitana di Reggio Calabria l’8 settembre 1977. È stato Amministratore Apostolico delle Diocesi di Mileto, Nicotera e Troppa dal 5 marzo all’8 settembre 1979 e di quella di Oppido Mamertina-Palmi dal 13 ottobre 1980 al 10 gennaio 1982. È stato presidente della Conferenza Episcopale Calabra per due trienni, dal 1977 al 1984.

Un periodo fervido di formazione, come egli stesso in più occasioni lo ha definito, oltre che di approdo intelligente ed apprezzato, è rappresentato dalla sua partecipazione al Concilio Vaticano II, alle cui Congregazioni è intervenuto ininterrottamente per tutta la durata delle sue sessioni; gli interventi più qualificati all’assise ecumenica hanno riguardato la vita e l’organizzazione delle Diocesi; diversi punti della Costituzione pastorale Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo ed il decreto sull’apostolato dei laici Apostolicam Actuositatem hanno avuto un suo esplicito contributo.

Durante gli anni del suo episcopato, Mons. Sorrentino ha partecipato intensamente alla vita della Chiesa italiana prendendo parte attiva, oltre che alle assamblee annuali ed al Consiglio Permanente, a diversi organismi ecclesiali. È stato presidente della Commissione episcopale della CEI per i problemi Sociali per due trienni, Delegato dei vescovi italiani al Symposium dei Vescovi Europei di Coira (Svizzera), membro della Commissione dei quaranta per la revisione dei confini delle Diocesi italiane, membro del comitato preparatorio ed esecutivo del Convegno ecclesiale "Evangelizzazione e promozione umana" del 1976.

A Reggio Calabria ha preparato il Convegno di Paola delle Chiese di Calabria del 1978 su “Le vie dell’evangelizzazione in Calabria per un’autentica promozione umana”; ha curato la celebrazione della trentacinquesima settimana Liturgica Nazionale sul tema “L’assamblea Liturgica e i ministeri” (Reggio Calabria, 27-31 Agosto 1984); ha organizzato la visita di Giovanni Paolo II alla Calabria dal 5 al 7 ottobre 1984; ha voluto ed organizzato il ventunesimo Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Reggio Calabria nel 1988 sul tema “L’Eucarestia, sacramento di unità”.

Ha lasciato il governo della Diocesi reggina, per raggiunti limiti di età, il 28 Luglio 1990, continuando a lavorare con tanto zelo e rendendosi sempre disponibile a portare la sua parola e il suo servizio pastorale ovunque fosse chiamato; il motto paolino sul suo stemma episcopale fu l’ideale forse della sua vita, il programma del suo sacerdozio e del suo episcopato: In omnibus Christus.

Maria Francesca Barone - Nicotera 30.06.2006

A Lato >>====>

Foto sull'altare della chiesa di Sant'Anna con un suo concittadino - Filippo Fiamingo

Monsignore Aurelio Sorrentino è morto a Reggio Calabria il 28.09.1998, dove era ritornato per la festa della Madonna della Consolazione, dopo il soggiorno estivo nella Sua Zungri.

Ai funerali, nella Cattedrale di Reggio, dopo la lettura del Testamento Spirituale, l’opera e la figura, veniva ricordata dai Sindaci delle due comunità; Pasquale Mazzitelli, per Zungri e da I. Falcomatà per la città di Reggio Calabria.

La folla accorsa per la scomparsa del presule saluta commossa, quella reggina, il proprio Pastore, quella Zungrese, piange, come amorevolmente era chiamato dai Suoi concittadini, il Suo Don Aurelio.

Monsignore Aurelio faceva parte di un nucleo famigliare numeroso, costituito dai genitori Eugenio ed Anna e da cinque fratelli e tre sorelle.

Di questi, sono morti, Oreste il maggiore (1912), impiegato comunale a Zungri, nel 1961, ed il più piccolo il dottore Paolo, 1925 - 2006.

La sorella Concettina vive in Argentina a Buenos Aries, mentre i fratelli  Francesco ed Achille Orlando, le sorelle Adelina ed Isabella vivono a Zungri.

Francesco Fiamingo - Zungri 04.07.2006

Immagini dalla collezione della famiglia Sorrentino, per gentile concessione

Foto di gruppo con i famigliari lunedì di Pasquetta a S. Elia - RC

Foto con le sorelle Adelina ed Isabella - a lato i nipotini Pino e Nicolino,

davanti alla grotta Madonna di Lourdes

Zungri (VV) - Sala riunione Biblioteca  Mons. Aurelio Sorrentino

 Foto con i suoi fratelli gemelli, Francesco ed Achille Orlando,

davanti alla grotta Madonna di Lourdes a Zungri

Foto con la sorella Concettina - residente in Argentina

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Reggio Calabria- Mons. Aurelio Sorrentino

In due tomi le confidenze e le riflessioni di un importante ecclesiastico del Sud

Tratto da – Gazzetta del Sud – pag.19 Domenica 22 Maggio 2011

di Domenico Nunnari

A quasi tredici anni dalla morte, avvenuta a Reggio Calabria il 28 settembre 1998, si pubblicano i diari segreti e inediti dell'arcivescovo metropolita Aurelio Sorrentino, "un importante ecclesiastico meridionale", come lo definisce lo storico cattolico Andrea Riccardi nella prefazione dei due corposi volumi (a cura di Antonino Denisi, Laruffa editore, " Confidenze di un vescovo ", 2 tomi, pagine 362 cadauno, euro 18 ) che raccolgono otto anni di scritti di un vescovo, dalla forte impronta meridionalista, che ha attraversato avvenimenti storici ed eventi culturali di grande rilievo della Chiesa italiana, dalla partecipazione attiva al Concilio Vaticano II, all'impegno alla presidenza della Commissione per i problemi sociali della Cei e poi, quasi a conclusione del suo episcopato, all'organizzazione del 21° Congresso Eucaristico Nazionale a Reggio Calabria, nel giugno 1988, culminato con la visita di Giovanni Paolo II, al suo secondo viaggio in Calabria. Nelle sue "carte", riordinate da don Antonino Denisi ( "più che segretario amico e fratello", annota nei diari Sorrentino), è riversata l'esperienza di un prelato dal carattere " difficile "che, talvolta, come ricorda lo stesso Denisi, assumeva manifestazioni di ombrosità. Ma chi conosceva bene monsignor Aurelio Sorrentino, sa di quella sua natura di scontrosa dolcezza e di grande bontà, quasi una caratteristica dei vecchi curati di campagna a cui, in qualche modo, "don Aurelio", nato a Zungri e cresciuto nella diocesi di Mileto, assomigliava. Le sue "confidenze", adesso pubblicate in due tomi, Aurelio Sorrentino le ha scritte su vecchie agende e quadernetti, in maniera intensa, lavorandoci quasi ogni giorno, per otto anni di seguito, dal 1990 al 1998. Gli anni della vita di vescovo emerito, quelli della solitudine e della sofferenza per la forzata emarginazione dalla stessa vita ecclesiale e sociale. Sono pagine che raccontano, prevalentemente, la storia interiore di Sorrentino. Vergate con una scrittura minuscola, tra memoria e nostalgia, fanno risaltare un aspetto poco conosciuto della vita dei vescovi, che è quella che segue alle loro dimissioni per raggiunti limiti di età, quando si lascia ad altri l'impegno episcopale e si sperimenta il distacco, l'assenza e a volte l'ingratitudine. Giorni vissuti in assoluta solitudine, in cui si affollano nella mente del vescovo, come per tutti gli uomini, ricordi e preoccupazioni. "Signore quanto è triste la vecchiaia", scrive Sorrentino in un giorno di debolezza, anche spirituale, affrettandosi, subito dopo, però, come se avesse sentito improvvisamente la voce del Signore, ad annotare le parole di quella voce:"Perché ti lamenti? Anch'io sono solo. Solo al Getsemani, solo sulla Croce, solo nell'Eucarestia. Eppure ho amato fino a dare tutto me stesso. Ho conosciuto l'abbandono degli Apostoli, il rinnegamento di Pietro, il bacio traditore. Io ti sono sempre vicino. Coraggio". Nelle ampie pagine dei diari, tra rimpianti e rimedi cercati nella divina consolazione del Vangelo, emerge un malessere comune a tanti uomini, quella "malattia del pensionato" che Sorrentino rivela l'umanità come investa gli stessi uomini della Chiesa. Il problema dei vescovi pensionati, è una questione delicata, umana ed ecclesiale, commenta Andrea Riccardi, leggendo gli scritti di Sorrentino.

Ci sono, nei taccuini, pagine tenerissime, in cui il vescovo è come se fosse tornato alla fanciullezza nel suo intimo, riscoprendo la bellezza della natura, il linguaggio dei fiori e tutta la semplicità della vita del Creato. Qualche pagina è dedicata, dall'ormai ottuagenario vescovo, al canarino, compagno di stanza che cinguetta e gli insegna come anche nella prigionia e nella solitudine si deve amare la vita, e anche all'albero di Eucaliptus che sta di fronte alla sua finestra di pensionato : "Il mio più caro amico".

Ma è tutto il percorso episcopale di Sorrentino, che affiora dalle carte della sua "prigione" di vescovo emerito. Si tratta di un itinerario, come mette bene in luce il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, che scrive la presentazione ai due volumi, che include il progetto pastorale di un vescovo che si dedica completamente alla "redenzione" del Mezzogiorno d'Italia e alle sue specificità. Sorrentino è stato tra i primi, a invocare un nuovo documento della Chiesa italiana sui problemi del Mezzogiorno, dopo quello del 1948. Sulla questione del Sud, in una pagina del 3 aprile 1996, il vescovo annota che questo problema somiglia un poco alle "febbri periodiche". Per molto tempo tutto tace, poi ad un tratto si affacciano piani e si elaborano progetti, poi tutto si mette a tacere di nuovo, salvo a ricominciare da capo, a distanza più o meno lunga. E al termine della riflessione sul Sud,Sorrentino annota che sarebbe stato opportuno costituire un gruppo di parlamentari di tutti i deputati meridionali, per agire in favore della terra che li ha eletti. " Senza un gruppo di lavoro che operi mettendo al centro i problemi e non la propria persona, senza questo modo di operare – scrive - il Sud rimarrà tale e quale ad oggi".

I diari di monsignor Sorrentino, che si aggiungono alle sue numerose e importanti pubblicazioni che testimoniano il profilo culturale e umano alto di questo vescovo del Sud, sono lo sguardo appassionato di un grande calabrese sulla vicenda umana e spirituale di una regione che ha bisogno di ricostruire e far riconoscere la sua vera identità, difendendola dalle mistificazioni e dai pregiudizi.

Domenico Nunnari

Foto varie

Mons. Aurelio Sorrentino – Papa Paolo VI - foto famiglia Sorrentino

Mons. Aurelio Sorrentino e Papa Giovanni Paolo II - foto Gazzetta del Sud

Cattedrale di Reggio Calabria - entrata lato Dx - foto Fr. Fiamingo

Simulacro con la tomba di Mons. Aurelio Sorrentino - foto Fr. Fiamingo

Francesco Fiamingo

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