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 La Mostra del Maestro Michele Zappino

  >>====> Zungri 

La Mostra Antologica Del Maestro Michele Zappino

Vibo Valentia – Palazzo Gagliardi dal 27-2  al  14-03 -2010

                                                            di Francesco Fiamingo

Biografia Dell’artista

Michele Zappino nasce il 21 febbraio 1949 a Zungri (Vibo Valentia), un piccolo paese prevalentemente contadino, situato sull'altopiano del Poro.

Il suo percorso formativo risulta interessante. L'Artista studia presso l'Istituto d'Arte di Vibo Valentia, dove dimostra da subito una forte propensione artistica.

Conseguito il diploma, il Prof. Lumino e il Prof. Reginaldo D'Agostino impressionati dal talento precoce consigliano Zappino di iscriversi all'Accademia delle Belle Arti.

Zappino si trasferisce quindi a Milano e nella città segue a Brera i corsi di scultura di Francesco Messina, dimostrando una forte capacità artistica.

Milano risulta essere, per il giovane artista, città ricca d'arte, culturalmente attiva, piena di continui stimoli per le sue ricerche figurative.

Nel Giugno del 1971, a soli ventidue anni, consegue il diploma.

Gran parte della sua vita è dedicata all'insegnamento: nel 1972 per meriti artistici, sotto lo sprone del prof. Enrico Manfrine, entra come docente di scultura ai corsi serali di Brera, rimanendovi fino al 1990; nello stesso anno viene trasferito ai corsi diurni dell'Accademia, mantenendo l'incarico sino al 2008.

Artista impegnato nel campo della sperimentazione scultorea, lavora con tenacia e intraprendenza, organizzando importanti mostre sia a livello nazionale che internazionale, con consensi positivi da parte della critica.

Gli giungono importanti commissioni di arte sacra e monumentale: il S. Ciriaco, busto in bronzo a Buonvicino (Cosenza), i Portali in bronzo della Cattedrale di Mileto (Vibo Va­lentia) per il Giubileo 2000, i Monumenti a Padre Pio a Vibo Valentia e a Tropea (Vibo Va­lentia), i Monumenti di San Francesco di Paola, Paola (Cosenza), la Stele in onore di Madre Teresa di Calcutta e Papa Giovanni Paolo II, Zungri (Vibo Valentia).

Tra le opere dell'artista ricordiamo peraltro: il Monumento alla Pace a S. Mango D'Aquino (Catanzaro), il Monumento all'Emigrante e alla Pace a Zungri (Vibo Valentia), il Monumento di Sandro Pertini Nereto (Te).

A queste commissioni affianca una produzione di sculture di atelier: le Ballerine, Le Ragazze, gli Amanti, i Ritratti, le Professioni, i Cavalli in lotta o in corsa.

Numerosi i premi ricevuti dall'artista tra i quali ricordiamo: nel 2006 - premio Cassio D'Oro, Paola (Cs); nel 2007 - premio Follare D'Oro, Mileto (VV); nel 2007 Riconoscimento alla carriera, Zungri (Vv).

Continua a dedicarsi instancabilmente alla scultura con vigoroso entusiasmo.

Vive e lavora a Milano.

Entrata Palazzo Gagliardi  (Vibo Valentia)

Immagini di alcune delle cento opere esposte

Nudo di donna - scultura in legno

Il maestro Michele Zappino  e la sua scultura

Scultura bronzea di San Francesco di Paola

Foto 5

Foto 6

Foto 7

Foto 8

Foto 9

Foto 10

 Immagini delle opere più significative del Maestro Zappino, presenti nel comune di Zungri

Il Monumento alla Pace - Piazza Alcide De Gasperi

Il Monumento all’Emigrato – Villa Comunale

Il Calvario

Bassorilievo - Suor Teresa di Calcutta con Papa Giovanni Paolo II

Padre Pio da Pietralcina

Hanno scritto del maestro Michele Zappino

L'IMPULSO AL VIVO DETERMINATO DALLA NEOCLASSICA REALTA SCULTOREA.

... Mettendo a buon frutto i preziosi consigli del Maestro Messina, Zappino ha poi costruito la sua originale personalità, posto i suo particolari accenti di stile e di forma in una ricerca che si muove all'interno di una matrice classica.

La prima meraviglia della natura è la figura umana con il suo infinito desiderio di vita, di passione, di ardente slancio verso la bellezza. Appare del tutto comprensibile allora come quest'ultima, specialmente colta nell'eleganza muliebre, svolga tanta parte ed implichi una così raffinata poesia nelle sue rappresentazioni. Essa slanciata in un ritmo di danza o rilassata in un momento di quiete, esprime un senso di innocenza, di sensualità venata da un sottile lirismo. La passione si accompagna alla grazia raffina e trascende ogni brutale istinto.

Lo stile è vivo, palpitante, modulato plasticamente e pone in rilievo lo scatto delle superfici, il loro dinamismo che conferisce alle opere di Zappino il crisma dell'impressione, di una scultura che sembra quasi nascere sotto gli occhi dell'osservatore. Importante per comprendere il suo lavoro è la funzione della luce, dei giochi di chia­roscuro che evidenziano il gioco delle masse volumetriche che Zappino assottiglia, rende rapide e vulnerabili ai riflessi luminosi, proprio per accentuare il movimento. Movimento che diventa ritmo, equilibrio e definisce in primis le qualità scultoree dell'artista, il suo impulso fantasioso. In tal senso forme più convenzionali di scultura, caratterizzate dal blocco inerte della massa, dalla statuaria priva di energia, sono decisamente agli antipodi degli orizzonti espressivi di Zappino.

... L'artista non conferisce un segno ideale e idealizzante alle sue interpretazioni pla-stiche . Zappino non intende abbellire a priori la realtà sottrarla al peso delle sue con­traddizioni, ma neppure cede nell'eccesso opposto: quello di vederne solo il lato oscuro o violento. Saggiamente si guarda intorno, vede la forza del sentimento, il suo spessore naturale ed illimitato e questo fermenta la sua ricerca, gli imprime il suggello di un'uma­nità ricca dal punto di vista interiore disponibile alla ricerca di se stessa, ad approfondire pur fra tante ansie ed incertezza, i motivi della sua esistenza.

Altro tema particolarmente sviluppato da Zappino è la rappresentazione di cavalli.

L'iconografia equestre gli consente non solo di confrontarsi con la naturale bellezza delle forme dell'animale, ma anche di evidenziare la passione per un modello che susciti e sia espressione di un moto, di rapidità. Un soggetto che, a ben vedere fa trasparire il suo non lieve peso di difficoltà che tuttavia Zappino risolve con forme armoniche, energiche, ma senza essere esasperatamente concitate o nervose. Si intravede allora il dominio della materia e del soggetto che non è solo un fatto di occhio, di mano, ma di cervello, di sen­sibilità dell'animo.

I materiali utilizzati sono diversi: dalla terracotta al gesso, al bronzo, alla creta. Sempre nei suoi lavori si intuisce il palpito vivo del mezzo prescelto, che viene valorizzato nel toc­co acuto, nel respiro fresco delle superfici, in un desiderio di non finito che infonde tanta magia alle sue esperienze creative.

La sua scultura ha conseguito un personale obbiettivo di "modernità" non nelle astruserie di dottrine estetiche confuse o velleitarie, ma nell'adesione intima, totale alla realtà. La scultura di Zappino dimostra che la bellezza, l'armonia trovano, malgrado tutto, ancora i loro degni interpreti, capaci di appagare lo stimolo autentico della vita e dei suoi a volte insondabili desideri.

Teodosio Martucci

TALENTO NATURALE E PADRONANZA TECNICA.

...Tu sei risolutamente uno scultore d'immagine, persuaso di una ricerca che fa parte sino a tutt'oggi, della migliore tradizione italiana di una linea ininterrotta che identifica possibilità dell'espressione solo nella verità del mondo oggettivo.

La tua fatica d'artista si muove unicamente in questa direzione, avendo rifiutato ogni illusione di tanto sperimentalismo insieme con l'adeguamento ai più correnti canoni della moda o del gusto. Testardo e ostinato, persegui il tuo scopo di una scultura di solida struttura, di sicura energia, dove la figura sia dominante, dove tanti antichi temi ritrovino vitalità e autenticità. Ecco dunque riacquistare forza il motivo del torso umano, del nudo femminile, dei cavalli scalpitanti.

Direi che soprattutto il torso può dare la giusta misura delle tue possibilità: c'è infatti in esso, nella sua modellazione, un impulso che garantisce delle tue doti, del tuo talenta naturale, oltreché della padronanza tecnica di cui il tuo lavoro è capace. Ma in ogni altra opera impulso e mestiere sono distribuiti in uguale misura, assicurando al risultato un esito compiuto, plasticamente definito...

Mario De Micheli

Lettera inviata in occasione della mostra personale alla Galleria D'Arti

                                     Moderna CL: di Teramo 20-04-199X

BELLEZZA, GRAZIA E DINAMISMO.

Gli eventi dell'esistenza hanno condotto Michele Zappino dalla Calabria a Milano, ma lo spostamento non ha modificato il senso profondo della sua matrice culturale, anzi l'ac­quisizione di un notevole bagaglio tecnico gli ha permesso di depurare e filtrare la sua matrice classica.

Ma la classicità di Zappino non è quella che si impara sui libri di scuola o nell'immobilità silenziosa del museo, ma è quella che respira nei templi dorici della Magna Grecia, in cui la testimonianza sopravvissuta al tempo si mescola al sapore acre e polveroso della terra, all'odore della capre ed ogni elemento umano diventa parte del mito ininterrotto dell'età dell'oro ed il corpo incarna in sé il senso della bellezza e della bontà.

E questa equivalenza di positività, Zappino l'ha ricercata nella scelta dei suoi maestri ideali: dai bronzi di Riace al torso del Belvedere, da Michelangelo a Bernini, da Rodin a Degàs.

Non ultimo il maestro diretto, Francesco Messina, cui deve la sua formazione e a cui si richiama spesso, anche nella scelta dei temi, come nelle "Ballerine" dalla grazia acerba, che hanno la sicura improntitudine della giovinezza e che muovono titubanti, eppure speranzose, i loro primi passi di danza.

Zappino raffigura un ideale femminile che si ferma alle porte della piena maturità, per vivere in una dimensione sospesa, una sorta di età dell'oro che non può essere contaminata dalla realtà, per cui le ballerine adolescenti non sono espressione di movimento concluso, ma di un gesto che non ha ancora raggiunto la perfezione e, proprio per questo, conservano la loro innocenza.

Nella scultura di Zappino non esiste racconto: ogni figura è in sé conclusa e si colloca con sicurezza nello spazio, talvolta bloccando, quasi fosse un'istantanea, la provvisorietà del movimento, come appare evidente nella scalpitante vitalità dei suoi cavalli dalle gambe agili e sottili, più figli del dinamismo barocco che della fissità dell'iconografia equestre contemporanea.

Ma lo Zappino che preferisco è quello più diretto e meno levigato, che procede per masse e volumi nella modellazione dei torsi maschili e figure femminili, in cui anche nel bronzo si avverte ancora il senso fisico della creta e la volontà dell'agire dello scultore.

La plastica scabra evidenzia l'intera forza fisica e l'arroganza maschile di sostituirsi agli dei, mentre l'eterno femminino si manifesta in forme composte ed eleganti, talvolta levi­gate al punto di sottendere la morbidezza della pelle, siano esse madri o figlie.

Ad esse spetta il regno della bellezza e della grazia, come nel piccolo ritratto della figlia, in cui si avverte quasi la trepidazione nello sfiorare con la creta i piani del viso amato: una scultura che è quasi una carezza.

Marcelle Colusso

VIVACITÀ SENZA CONTAMINAZIONI.

Nell'ambito di una ragione particolare tutta tesa ad esprimere una spiritualità emotiva, lo scultore calabrese Michele Zappino trae l'ispirazione per configurare il mondo che lo circonda.

Non si tratta di una configurazione evasiva della realtà, bensì di un significativo fascino poetico. In tale espressione, la descrizione viene trasformata, simboleggiata attraverso un'interiorità congeniale nell'arte di Zappino più rispondente ad un dialogo attuale cioè umano.

E'evidente che ciò che sottolinea la sua scultura tesa ad una ricerca delle forme più recenti ed attuali della scultura odierna.

E'appunto questa ricerca che si specchia nella contemporaneità messa in risalto da un valore plastico che ha un proprio linguaggio, una dimensione umana.

Nascono così dall'estro di Zappino i suoi ritratti, i suoi disegni, le sue figure, con quella vivacità senza contaminazioni di esasperanti e mortificanti dialettiche.

Nello smarrimento attuale nel capovolgimento di tutto ciò che si identifica per "bello in arte" è interessante osservare questo scultore che possiede una personalità ricca di istinto e forte di una sicura preparazione, da cui è prevedibile scaturisca una maturazione vigorosa.

Il suo mondo è proteso verso la bellezza. Le sue opere sono vive e maturate da un'arte che ha le sue origini da un mondo che ora è dimenticato o trascurato da molti artisti.

La sua scelta ci indica il suo temperamento volto ad indicarci con una verità non ap­prossimativa, l'emozione di ricercare ciò che il soggetto cela in se stesso.

Tutto ciò che nasce dal nostro scultore, si rivolge al cuore e sono attimi di felicità e si deve elogiare questo artista che ama, rincorre e ancora si lascia soggiogare dalla purezza di una forma o di una linea.

Eros Pellini

 CON ZAPPINO L'OPERA SI FA "VIVIBILE".

In realtà per quanto autore di opere statuarie anche di grandi dimensioni, ritrovo lo Zappino più personale e particolare nei bronzi di media misura..., opere che vorrei definire "vivibili" (voglio dire concepite per abituare una casa a convivere con le persone e con le cose).

Sono le sculture degli acerbi corpi femminili (corpi che sfiorano la grazia dell'androgino divino cantato dal poeta) percorsi da una tensione che sembra comunicata dagli impulsi delle nuove dinamiche che muovono dal mondo.

... Questi nudi femminili sono piccoli monumenti alla donna del nostro tempo.

Del faticoso passaggio della donna matriarcale di radice contadina a una civiltà operaia, industriale e intellettuale di tipo urbano, Zappino ha colto lo spirito, lo slancio e (insieme) l'impatto.

E anche queste danzatrici adolescenti non sono le stesse che mezzo secolo fa si preparavano a una carriera anonima e folgorante secondo il talento e la fortuna che accompagnavano chi sceglieva la scuola di ballo.

Le fanciulle di oggi scelgono la danza non come professione, ma come educazione fisica: "Fanno danza", come si dice, perché desiderano dare agilità al proprio corpo e imparare a muoversi con un certo stile.

Il tutù che le veste è lo stesso; lo spirito che le ha spinte ad indossarlo è profondamente diverso.

Zappino l'ha intuito e riesce a trasmetterci attraverso la sua opera, il loro messaggio. In queste sculture di giovani donne e di giovanissime danzatrici, le donne e le adolescenti del nostro tempo si riconoscono.

Jolena Baldini(Montepiano - Fi, Giugno 1989)

FISICITÀ PLASMATA

Dominano la sua produzione i materiali duttili e di veloce modellazione, capaci di piegarsi ad un'urgenza espressiva che tollera a fatica i vincoli della materia. Se lo si interroga  sul significato di questa predilezione, Zappino non esita a sottolineare la fisicità del proprio rapporto con la materia scultorea, ricordando quanto profonda­mente siano destinati ad influenzarsi le scelte di stile e la predilezione per un determinato medium espressivo.

Analizzando le proprie scelte l'artista mima i gesti di chi plasma la creta , di chi concepisce l'arte come costante tentativo di animare una materia inerte e di trasmettere la propria passione e la propria energia...

.... Di Zappino i soggetti più amati, che meglio si prestano ad indagare questo rap­porto tra energia ed eleganza, tra dinamismo e grazia dei gesti: innumerevoli sono le danzatrici, i cavalli in lotta o in corsa ma anche in tempi più recenti animali come il gatto, l'elefante, il toro, tutti aspetti di quella realtà che nelle sue varie forme costituisce l'unica fonte di ispirazione dell'artista.

Modellando l'anatomia dei corpi, racconta Zappino difficilmente si sente il bisogno di un modello reale.

Talvolta quest'ultimo può costituire il pretesto iniziale, utile a calcolare un particolare rapporto di proporzioni, ma sono poi la fantasia e l'ansia espressiva dell'artista a dominare il processo creativo, volutamente libero da condizionamenti e lontano da ogni freddo perfezionismo neo-classicista.

Laura Baini

RECENSIONI SU GIORNALI E RIVISTE D'ARTE

L'Ordine di Como

II Giorno

La Provincia di Como

La Prealpina di Varese

L'Avvenire

II Popolo di Pordenone

II Messaggero Veneto

Le Provencal Vaucluse sud-France

(esposizione comune di API)

(esposizione al Chateau de la tour Diaigues)

Arte Cultura TG3  Regionale RK

HANNO PARLATO DI LUI:

Mario De Michele, Marcelle Colusso, Andrea Del Guercio, Domenico Sarlo, Franco Pagnotta, Eros Pellini, Enrico Manfrini, Giuseppe Rebesco, Domenico Muratore, Raffaellino de Grada.

SCULTURE ESEGUITE PER CONTO DI ENTI VARI

"Forum Franciscanum"

Monumenti

alla Pace - alla Libertà - alla Giustizia

alla Conversione dell'Innominato

ritratto di Silvio Ceccatto - Caslino d'Erba (CO)

A Maria Teresa di Calcutta, Mesiano (VV)

Chiesa Madonna della Neve, Zungri (VV)  - Via Crucis

Chiesa di S. Nicola, Zungri (VV)

 - Annunciazione - Battesimo

In varie piazze di Zungri (VV)

Monumenti

 alla Pace, al calvario, all'Emigrato

Nelle piazze del Comune di Zambrone (VV)

Monumenti

 ai Caduti, all'Emigrato, al Contadino

 Comune di Ricadi (VV) Monumento all'Emigrato e alla Libertà

Ritratto alla Principessa Borghese

Ritratto ai Calciatori Interisti Sandro Altobelli ed Evaristo Beccalossi – 1983

All'interno della Cattedrale di Mileto (VV) Monumento a:

- San Pietro sulla facciata della Cattedrale

- San Gregorio VII

- San Gerlando Vescovo

- San Francesco di Paola

- San Umile da Bisignano

- Gesù Portatore della Croce

 Chiesa di Gesù Salvatore, Vena di Jonadi (VV)

- Monumento a Cristo Redente

- Altare

- Ambone

- Fonte Battesimale

- Tabernacolo

PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE

1983    Comune di Rombiolo (Cz)

1984    Galleria Carini, Milano

1986    Mostra Nazionale Monterosso Calabro (Cz)

Dall'86 sino al '90 ha partecipato alla Rassegna nazionale di Monterosso Calabro (Cz)

1987    Galleria Magenta, Magenta (Mi)

1987    Mostra Internazionale Comune di Castellanza (Va)

1987    Expo Arte, Bari

1988    Docenti di Brera, presso chiostro di Sant'Eufemia (Co)

1988    Mostra Nazionale di Castellanza (Va)

1989    Giulianova - Mostra in ricordo di Marino Mazzacurati nel parco di Riccardo Cerulli insieme agli scultori: Venanzo Crocetti, Floriano bodini, Pericle Fazzini, Vincenzo Gaetaniello, Marino Mazzacurati, Augusto Murer

1990    Robecco d'Oglio (Cremona) Villa Barni /Della Scala, Mostra collettiva con Angelo Boni, Augusto Murer, Luciana Manelli, Marino Mazzacurati, Carlo Pescatori, Tono Zancanaro

1990    Collettiva Castello di Rapallo

1991     Galleria d'Arte Moderna,Teramo

1991     Collettiva Artisti Italiani, Zungri (Vv)

1992    Art-Fence, Rotonda della Besana, Milano

1993    Docenti di Brera, Zungri (Vv)

1993    Biennale Monterosso Calabro (Vv)

1993    Città di Brera, Palazzo della Ragione, Milano, XXXII Biennale Città di Milano (Mi)

1994    Expò Arte "Studio 4" Art gallery Bari

1995    Galleria Civica d'Arte Moderna Gallarate (Va)

1996    Collettiva Villa Carlotta (Co)

1996    Collettiva ex Teatro Sociale Pordenone

1998    Maestri di Brera, Rotonda della Besana, Milano

1998     Biennale Monterosso Calabro (Vv)

1999     Maestri di Brera, Chiesa di San Carpofaro, Milano

1999     Expo Arte Bari Galleria Grigoletti, Pordenone

2000     Galleria d'arte moderna,Teramo

2003     Biennale Monterosso Calabro (Vv)

2007     Maestri di Brera Addamiano, Cantato, Zappino - studio 4 Arte Gallej (Molfetta)

2008     Biennale Monterosso Calabro (Vv)

2009     Maestri del '900 Zungri (Vv)

PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI

1971    Arengario di Monza (Mi)

1972    Galleria "MB" di Meda (Mi)

1975    Crodo Terme (No)

1977    Sala culturale Don Paolo Cairoli Olgiate Olona (Va)

1979    Villaggio Paraelio,Tropea (Cz)

1979    Sala Borroni, Busto Arsizio (Va)

1980    Comune di Zungri (VV)

1980    Ispra (Va)

1980    Catanzaro

1980    Cerano Intelvi (Co)

1981    Vibo Valentia

1982    Galleria "La Conca", Conca del Naviglio, Milano

1982    Comune di Zungri (VV)

1983    Comune di Magenta (Mi) "Casa Giacobbe"

1983    Broletto di Como

1983    Sala Consiliare Zona 15 Comune di Milano

1984    Galleria d'arte Grigoletti Pordenone

1985    Centro d'Arte Giacomo Gerardini Mola di Bari

1987    Salon Pascal pour les artistes italiens - API - Francia

1987    Gordes, Francia

1987    Centro d'Arte Giacomo Gerardini Mola di Bari

1989    Centro d'Arte Giacomo Gerardini Mola di Bari

1990    Galleria Grigoletti, Pordenone Como (S. Fedele)

1991     Alba Adriatica (Te) Mostra omaggio a Mazzacurati

1991     Centro d'Arte Giacomo Gerardini Mola di Bari

1992     Famiglia Fidentina, Fidenza

1994     Centro D'Arte "Lo Spazio" Molfetta

1995     Melograno d'Oro, Milano

1996     Palazzo Archinti Mezzago

1997     Galleria Grigoletti, Pordenone

1998     Galleria Grigoletti, Pordenone

1998     Centro d'Arte Giacomo Gerardini Mola di Bari

2000    D.L Arte, Milano

2002    Centro Prospettive d'Arte, Milano

2008    Mostra centro Culturale di Broni

2008    Castello di Melegnano personale

2009    Mostra presso Comune di Mezzanino (Pv)

2010     Mostra presso di Cantù Centro Espositivo San Rocco.

Francesco Fiamingo

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