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 Badia   Comune di Nicotera

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 Badia

Di questo piccolo paesino, posto nella parte orientale della collina Piraino, in provincia di Vibo Valentia e frazione sia del comune di Nicotera che di Limbadi, sono giunte ai posteri pochissime notizie.

Si sa che Badia era anticamente chiamata “Casale d’Abbazia”, probabilmente perché, fra il IX ed il XIII secolo, questa zona fu sede di una comunità di monaci basiliani, seguaci di San Basilio (sec. IV), emigrati dall’Oriente, i quali edificarono molti monasteri, in gran parte nell’area del Poro, così come in altri centri della Calabria.

Quasi certamente, nella zona di Badia furono edificati due monasteri: uno maschile dedicato a San Nicola di Cassimadi o di Muzzumadi e uno femminile, S. Maria di Muzzumadi. I due erano dipendenti dal monastero basiliano di Mesiano e forniti di relativa “grancia”, erano, cioè delle vere e proprie aziende agricole. Grazie all’eredità di una aristocratica nicoterese, tale Margherita Pellizza, nel 1386 fu costruita anche una chiesa dedicata a S. Niccolò.

Per tanti anni, però, la chiesa fu abbandonata, fino a quando Monsignor Ottaviano Capece, l’ideatore della Cattedrale di Nicotera, l’annetté alla limitrofa comunità ecclesiastica di Caroni fino al 1724, quando fu resa indipendente con il titolo di S. Nicola Vescovo.  Anche a Badia, come in tutta la Calabria, gli effetti del sisma del 1783 furono devastanti. Badia, all’epoca contava 320 abitanti che rimasero senza dimora e la stessa chiesa subì gravi danni.

Quest’ultima fu riedificata nel 1810 e, poi, ristrutturata dopo il terremoto del 1894. L’attuale chiesa, inaugurata il 22 Settembre del 1935 dal vescovo Felice Cribellati, sorge sulle rovine della precedente. Al suo interno troviamo la statua dell’Addolorata e, naturalmente, quella di San Nicola Vescovo, protettore di Badia.

Il paesino, oggi, come detto all’inizio, è conteso da due comuni, infatti un piccolo ponte divide le comunità, che, nonostante tutto, convivono benissimo.

Prof.ssa Orsolina Campisi - Settembre 2005

4. Badia Luglio 2007 - Rinvenuta, nei pressi di Badia, durante  i lavori di costruzione della variante che collegherà Nicotera a Limbadi, una piccola, ma, preziosa necropoli greca risalente presumibilmente al IV secolo a.C.

Il rinvenimento, che già aveva causato la sospensione momentanea dei lavori per la scoperta dei primi reperti, riguarda il ritrovamento di una piccola fattoria e i resti di una donna con accanto il suo cane.

“Un rituale funebre - afferma l’antropologo nicoterese Achille Solano – uguale a quello rinvenuto al Sovereto 4”. Questi reperti testimoniano, ancora una volta, la permanenza nella nostra zona, oltre dei Bizantini e dei Normanni, anche dei Greci. Teoria sostenuta, nel 2003, sempre dal prof. Solano, il quale, in un suo intervento nella rivista “La Stadia”, affermava che il rinvenimento di alcuni tipi di ceramiche facevano supporre proprio una rete di fattorie a conduzione agricola. Il rinvenimento di altri preziosi reperti ha richiamato l’attenzione non solo degli abitanti del luogo incuriositi dagli scavi ma, soprattutto, degli addetti ai lavori.

Probabilmente, dalla prossima settimana, il direttore archeologo della Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Maria Teresa Iannelli, che ha condotto fino adesso gli scavi finanziati dall'amministrazione provinciale, insieme ad altri ricercatori e studiosi come Anna Rotella, esamineranno con più attenzione l’intera area. Si spera, però, che, come spesso accade, non finisca tutto nel dimenticatoio e non succeda che la storia lasci il posto alla cementificazione e al rinnovamento esasperato. Questa è un’area ricca di storia e ciò è attestato dai numerosi ritrovamenti e dall’ex ricchissimo museo di Nicotera che attualmente, però, custodisce pochissimi reperti che non testimoniano realmente l’invidiabile e prezioso passato che Nicotera e i paesi limitrofi hanno vissuto. Appuntamento, quindi, alle prossime decisioni di chi avrà il compito di determinare relativamente al proseguo di questi importanti lavori di scavo archeologico.                                                                  Orsolina Campisi

La scoperta di reperti archeologici greci nei pressi della frazione Badia, risalenti presumibilmente al IV secolo a.C., ha suscitato grande curiosità da parte dell’intera cittadinanza anche dei comuni limitrofi. Il ritrovamento è, infatti, “storicamente importante  - ha affermato la dott.ssa Anna Rotella, collaboratore esterno della Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria – in quanto per la prima volta si sta effettuando uno scavo scientifico in questa zona”.

La teoria esposta dall’archeologa è quella che in seguito alla fondazione di due importanti poleis, Medma e Hipponion, nel territorio circostante è sorta una rete di fattorie a conduzione agricola. Ogni fattoria era fornita di un paleoalveo, cioè un canale per l’acqua costruito dagli abitanti della fattoria. Una volta che il paleoalveo  si è prosciugato, non essendoci più la presenza di acqua nell’alveo, sul terreno sono rimaste visibili le tracce del corso e del letto del fiumiciattolo. L’acqua, scorrendo lungo il suo corso, ha portato con sé e trascinato vari reperti riconducibili alla vita quotidiana della fattoria. Nonostante, però, la chiusura e il prosciugamento del paleoalveo, la vita della fattoria è continuata e ciò, secondo la Rotella, è testimoniato dal ritrovamento fatto in questi giorni, della tomba di una donna insieme al suo cane.

Comunque, una più esatta collocazione temporale dei reperti potrà essere attribuita solo dopo un attento esame del materiale momentaneamente portato nel museo di Vibo Valentia. I reperti, però, dovrebbero far parte del patrimonio del museo di Nicotera, relativamente al quale la Rotella ha affermato che: “sarebbe giusto che una zona come quella di Nicotera avesse un serio museo. Manca, infatti – ha continuato la studiosa – una struttura messa a norma e per questo ci sono responsabilità gravissime. Nicotera ha la fortuna di avere un centro storico unico, tra i più belli della Calabria. Ciò è da imputare ad una mancanza di cultura già dalle radici”. Si spera, quindi, che chi di dovere si attivi al più presto perché anche questi ritrovamenti risalenti a 2.400 anni fa, insieme alla miriade di reperti portati in altri musei, possano essere custoditi nei luoghi dove sono stati ritrovati in quanto patrimonio di questa comunità.

Le opere di ricerca, finanziate dall’Amministrazione provinciale, continueranno presumibilmente per l’intera settimana, una volta conclusi si potranno ultimare i lavori di costruzione della variante che collegherà Nicotera a Limbadi.  Orsolina Campisi

Chiesa di San Nicola Vescovo

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