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I Pugliese - Una Stirpe di Religiosi
I Pugliese di Brattirò e di Caria >>====> Brattirò >>====> Caria
Domenica 3 Ottobre 2010 a Roma nella chiesa della Parrocchia di Santa Maria del Carmine e San Giuseppe in Via del Casaletto 669, eravamo presenti e abbiamo assistito ad un singolare evento religioso. I Frati Cappuccini Padre Francesco Pugliese e Padre Paolo Pugliese suo fratello hanno celebrato una solenne Santa Messa per la prima volta dinanzi ai fedeli della loro parrocchia. I due fratelli Pugliese sono le nuove leve di una importante Stirpe di Religiosi vissuti fra Brattirò, Caria e anche Tropea in Calabria e di fatto rappresentano il rinnovamento e la continuità della Stirpe dei Pugliese religiosi del comune di Drapia. Con questo cognome e tutti apparentati fra loro, sono le tante vocazioni che si sono succedute nell'arco di oltre 2 secoli. Vocazioni che hanno maturato la situazione di vedere tanti Sacerdoti, tanti Frati e Suore dei vari Ordini Religiosi,sparsi per il mondo. Di questi senz'altro la famiglia più rappresentativa è quella di Orsola Pugliese, cugina del nonno dei due Frati, e mamma esemplare di 5 prestigiosi fratelli di Caria tutti chiamati a vita religiosa (3 Sacerdoti e 2 Suore Salesiane). >>====> La sua Storia La Chiesa di Santa Maria del Carmine e San Giuseppe è quella della parrocchia dove, da ragazzi, i due Padri si sono formati, e questo è stato anche motivo di una cerimonia molto partecipata ed intensa. Per l'occasione è intervenuto il vescovo, che li ha visti nascere nello Zambia dove all'epoca egli era sacerdote missionario. Erano presenti tanti altri prelati che li hanno conosciuti ragazzi e il superiore/responsabile dei Cappuccini della capitale. La sentita cerimonia religiosa ha avuto un seguito festoso e conviviale nel cortile della parrocchia offerto dalla famiglia Pugliese a coronamento di una memorabile giornata di festa. Padre Francesco oggi presta la sua opera religiosa a Rimini, mentre Padre Paolo e Missionario in Turchia Tanti Auguri da parte della redazione di Poro.it Ottobre 2010 |
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Padre Francesco e Paolo Pugliese |
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I genitori di Padre Francesco e Paolo Pugliese |
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Padre Francesco con gli zii |
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Pasquale Pugliese il padre legge il vangelo |
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Padre Francesco e Paolo Pugliese con il Vescovo e i Sacerdoti |
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Il Saluto del Vescovo |
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La preghiera alla Madonna di Pompei |
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La predica di Padre Francesco |
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I fratelli Francesco e Paolo Pugliese |
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La comunione del Vescovo |
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Il Coro della chiesa |
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La consacrazione di Padre Francesco Pugliese |
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I loro genitori e il Vescovo |
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La messa di Padre Francesco Pugliese |
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Padre Paolo e la Comunione |
Padre Francesco e la Comunione |
La Comunione |
La Comunione |
La Comunione |
La Comunione |
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Il Vescovo e i Familiari |
Il saluto al Vescovo |
Il Vescovo e i Familiari |
Il saluto del superiore dei Cappuccini |
La Predica di Padre Paolo |
Lo zio Raffaele venuto dall'Argentina |
Padre Francesco e Paolo Pugliese |
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Lo zio Raffaele venuto dall'Argentina |
Il cortile della parrocchia |
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Il pranzo offerto ai fedeli nel cortile della chiesa. |
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Pubblichiamo i dati sui tanti religiosi di Caria e la storia straordinaria di Orsola Pugliese mamma esemplare di 5 prestigiosi fratelli di Caria tutti chiamati a vita religiosa (3 Sacerdoti e 2 Suore Salesiane). Il racconto fa risaltare il contesto umile e povero nel quale si è creata questa famiglia e le motivazione che hanno portato a tanta devozione. |
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Personaggi degni di Memoria - di Francesco Pugliese di Caria Orsola Pugliese, nacque a Brattirò nel 1884 da Pasquale Pugliese e da Delia Rombolà, era la più piccola di 7 figli, rimase orfana di pochi anni, crebbe sotto lo sguardo della mamma, donna rigida e di grande pietà, e dei fratelli, specie Michele, che divenne Sacerdote. La famiglia era povera, Orsola lavorava nella campagna brattiroese con dedizione superiore alla sua età. Giovane, sposò Agostino Pugliese di Caria e qui si stabilì per tutta la sua vita in via Duomo ebbe undici figli dei quali tre ancora viventi, fu merito suo se i figli crebbero buoni e timorati di Dio, dato che il padre Agostino è stato molti anni assente dalla famiglia per servizio militare e per ragioni di lavoro in America. Si dimostrò donna di grande sacrificio, badava a se stessa e a tutte le necessità della numerosa famiglia, sacrificando sonno e riposo. affidava i figlioli più piccoli al maggiore d’età e andava al lavoro, sola o col marito, che seguiva con cura e premura in tutti i lavori di campagna d’ogni stagione. Non trascurando mai l’educazione dei suoi figli e li mandava alla chiesa, alla scuola, al catechismo. La sera prima di andare a dormire, la famiglia tutta, intorno al braciere recitava il Santo Rosario alla Madonna, e Orsola raccontava ai figli: la vita della Madonna, la storia e il martirio dei Santi Cosma e Damiano e la vita di Sant'Agostino di cui la famiglia era devota. Uno dei figli Don Agostino infatti costruì a sue spese una chiesa in onore di Sant'Agostino fuori dal paese, che ancora oggi domina dall’alto della collina il paese di Caria e che porta il nome del santo "Sant’Agustinu" . Tanta vita di sacrificio e di preghiera, iddio la premiò col chiamare a vita religiosa cinque figli: tre sacerdoti e due suore tutti salesiani e gli altri buoni e capaci padri di famiglia e ottimi cittadini. Orgogliosissima dei suo cinque figli donati a Don Bosco tre ancora oggi viventi: Don Michele Pugliese che vive in un Istituto Salesiano a Roma, Suor Delina Pugliese, che vive nella casa F.M.A. di Livorno e suor Rosetta Pugliese presso l’istituto F.M.A. di Rosarno che torna spesso nella sua amatissima Caria. Tutti e tre si riuniscono ogni anno nella casa paterna a Caria in occasione della festa della Madonna del 16 luglio rimanendo poi per tutto il resto del periodo estivo. Se è vero, come è verissimo che il Signore manda la sofferenza in compenso di buone opere fatte, Orsola Pugliese non mancò di tale privilegio, oltre alle sofferenze comuni alla maternità, alla povertà, ebbe delle penose malattie, sopportate tutte con rassegnazione edificante; non lamentele, ma serenità, chiuse la sua vita terrena dopo circa un anno di letto. L’assisteva con amore filiale, quasi con devozione, la figlia suor Rosetta, visitata spesso dagli altri figli: i tre sacerdoti venivano da lontano si comunicava tutti i giorni ed ebbe il privilegio singolare di aver celebrata la Messa nella sua camera, quand’era vicina alla morte. Rese l’anima al Signore alla presenza al suo capezzale dei 5 figli religiosi e del parroco; i suoi funerali furono più che solenni, celebrati dal parroco di Caria e dal parroco di Brattirò, a Caria accorsero numerosi parroci dei paesi vicini, e numerosissime suore dall’Ispettoria Napoletana, il popolo cariese e quello brattiroese al completo. Caria le decretò a perpetua memoria delle sue virtù "Villa Orsola" dove sono venute a starvi e assolvere tutta la loro attività quattro suore figlie di maria ausiliatrice, lievito fecondo di vita cristiana e civile per la parrocchia, che ancora oggi ne raccoglie i preziosi frutti. Orsola Pugliese riposa nella cappella privata della famiglia Pugliese nel cimitero comunale di Drapia. Febbraio 2006 |
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I Religiosi di Caria Nella stessa settimana Caria perde e piange due dei suoi personaggi più illustri:
Ottobre 2007 Nelle tiepide giornate di autunno la comunità di Caria piange due suoi sacerdoti, figli di questa terra che per anni hanno lavorato nella vigna del signore per il servizio dei fratelli e per il bene della Santa Chiesa di Dio. Don Michele Pugliese è ritornato alla casa del Padre nella giornata del 16 di ottobre, seguito da Don Domenico Antonio il 19 ottobre. tutti e due nati a Caria ma chiamati dal signore ad operare in altre comunità: don Michele a Roma e don Domenico a Castiglione Marittima (CZ). Entrambi chiamati a lavorare nella chiesa di Dio come pastori del “grege” don Michele chiamato nell’ordine salesiano fondato da san Giovanni Bosco (Torino 1888) don Domenico alla guida delle comunità di Castiglione Marittima e Falerna Marina. entrambi legati fortemente al paese di origine don Michele faceva spesso ritorno a Caria nella sua casa che sorge in via duomo a due passi dalla chiesa parrocchiale e don Domenico quando si liberava dai numerosi impegni faceva ritorno nella sua casa a due passi dalla chiesa della Madonna del Carmelo. entrambi provati dalla sofferenza e della malattia, che non ha intaccato l’attaccamento e l’amore verso il loro signore. Entrambi pianti dalla comunità d’origine e dalle comunità in cui hanno operato. Entrambi hanno scelto per l’ultimo saluto la chiesa del loro paese dedicata alla trasfigurazione del signore. Entrambi sono volati in cielo a pochi giorni di distanza, ed entrambi riposeranno nella cappella privata delle rispettive famiglie che per una strana coincidenza sorgono una di fronte all’altra. Don Michele Pugliese: Ave Maria “…il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” Don Michele Pugliese nasce a Caria nel 1915. Cresciuto in una famiglia religiosissima che regalerà alla chiesa, tre sacerdoti e due suore figlie di Maria ausiliatrice, seguendo le orme del fratello Agostino dottore, professore e aitante di studio alla S. Congregazione dei religiosi in Vaticano, decide di diventare prete entrando a far parte dell’ordine salesiano, ordine fondato da San Giovanni Bosco, uno degli ordini più diffuso in tutto il mondo. Cresciuto a Caria da mamma Orsola (vedi link a lei dedicato) viene a conoscenza fin da bambino della dottrina cattolica. Incoraggiato dal fratello Agostino (al quale si deve la costruzione dell’oratorio salesiano maria ausiliatrice a Caria e la costruzione della chiesa di San Agostino) e dopo l’incontro con Don Mellano inizia i suoi studi a Genzano (Roma). Dopo il noviziato, a Torino prosegue gli studi. Pratica anche la professione di maestro. Il 30 giugno 1946 diviene sacerdote. Una vita dedita a Gesù a Maria e a Don Bosco. Ogni anno ritornava a Caria nella sua casa natale soprattutto nel periodo estivo. Ogni anno celebrava durante la novena della Madonna del Carmelo la santa messa e faceva di tutto per trovarsi in paese durante quel periodo. Anche se lontano il suo cuore era sempre a Caria. Chiedeva e domandava spesso dei suoi paesani. Nel tempo libero a Roma nell’istituto Don Bosco, scriveva libri. Uno lo ha scritto su un “personaggio” cariese “il monachello” che ha dedicato ai suoi compaesani e l’altro dal titolo l’anima mia magnifica il signore, una sorta di autobiografia sul cammino di preparazione al suo sacerdozio. Sulla copertina di questo libro don Michele ha voluto stampare la foto della chiesa della Madonna del Carmelo. Grandi festeggiamenti per il suo 50 di sacerdozio che ha voluto celebrare tra la sua gente. La malattia degli ultimi anni lo ha costretto a stare lontano dal suo paese, in un istituto salesiano di Roma dal quale però continuava a pensare a quel paese tranquillo e grazioso (così amava definire Caria) con il suo campanile e la sua bella chiesa. E in quella chiesa è ritornato per l’ultimo saluto, al suo funerale la comunità di Caria al gran completo, i responsabili dell’ordine salesiano e un gran numero di suore f.m.a. tra le quali sua sorella suor Rosetta. Don Domenico Antonio - Sacerdote “oggi rinnovo il mio si: voglio vivere per te e per gli altri nella gratitudine, nell’amore e nel servizio” Don Domenico Antonio nasce a Caria nel 1927 in una famiglia molto numerosa e religiosissima. Inizia gli studi nel seminario di Tropea. E' la terza domenica di ottobre del 1952 nella cattedrale di Tropea viene ordinato sacerdote. Celebra la sua prima messa nella chiesa parrocchiale della trasfigurazione di Caria. Giovanissimo viene inviato dal Vescovo del tempo come parroco a Castiglione Marittimo e Falerna Marina che allora facevano parte della Diocesi di Tropea che dal 1986 sono stati assegnati alla Diocesi di Lamezia Terme. Per quarantanove anni don Domenico rimane alla guida della due comunità come pastore e guida ma anche come fratello ed amico pronto ad ascoltare ogni necessità e bisogno dei suoi parrocchiani, assistito nel suo apostolato dalla sua sorella Elisabetta che ha condiviso con lui, fatiche, gioie e dolori del sacerdozio e di tanto intanto faceva ritorno nella sua Caria. Dopo quaranta nove anni di duro lavoro nelle comunità a lui affidate, nel 2000 insieme alla sorella fa ritorno definitivamente nella sua Caria e nello stesso anno celebra il suo 50 anniversario di sacerdozio, facendo dono alla comunità di Caria di un prezioso calice in argento. Dal 2000 al 2005 svolge il suo apostolato anche a Caria tra la sua gente, celebrando messa e prestando ascolto alle voci dei suoi compaesani. Nel 2007 da tempo provato dalla malattia in occasione del suo 55 anniversario di sacerdozio, don Domenico per esprimere il suo amore e attaccamento per la sua Caria ha offerto interamente insieme a sua sorella il necessario e urgente restauro totale del grande quadro della trasfigurazione che risplende ora in tutto il suo splendore al centro dell’altare maggiore. Dopo mesi di sofferenze che hanno sempre più rafforzato l’amore verso il suo signore ha chiuso gli occhi a questa vita per spalancarli al cospetto del suo signore il 19 ottobre 2007. Il suo funerale nella chiesa parrocchiale ha riunito le comunità di Castiglione, Falerna e Caria.
La famiglia Pugliese di Caria Nel centro della Foto: Orsola Pugliese (Mamma Orsola) alla sua destra Suor Delina Pugliese F. M. A.- alla sua sinistra Suor Rosetta Pugliese F. M. A. In altro da sinistra . Don Michele Pugliese Salesiano - Don Agostino Pugliese Salesiano -Don Pasquale Pugliese Salesiano |
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Sacerdoti di Caria che hanno lavorato in altre parrocchie: Sac. don Agostino Naso, nato a Caria il 22/11/1850 - a 22 anni lasciò le campagne cariesi e si fece sacerdote. Prima andò a scuola privata dal maestro don Carmine Maccarone, poi andò nel seminario di Tropea, divenuto sacerdote venne mandato parroco a San Giovanni di Zambrone, gestì la parrocchia per dieci anni lasciando ottima fama, morì l’anno 1891. Portato a Caria, fu sepolto, uno dei primi nel cimitero. Sac. Don Teofilo Naso,nato da Naso Agostino e da Marianna Bagnato. Fece il massaro fino all’età di 22 anni. Ritornato dal servizio militare, andò in seminario. La fece anche da prefetto dell’ordine. Fu additato per la sua pietà. Ordinato sacerdote fu mandato parroco ad Orsigliadi di Ricadi. Resse la parrocchia per 18 anni. Trasferito poi a Gasponi governò per altri nove anni. Per ragioni di salute si ritirò a vita privata a Caria dove morì. Sac. Don Antonio Naso, nacque da Domenico Naso ed Elisabetta Vennera nel 1881. A 12 anni entrò nel seminario. Ordinato sacerdote nel 1904 andò come economo a Conidoni e poi come parroco a Mandaradoni di Briatico. Vi stette più di 5 anni. Percorse molta parte della Diocesi di Mileto facendo panegirici durante le feste religiose. Fu chiamato anche in Sicilia. Morì a Mandaradoni il 6 dicembre 1959 e fu portato per i funerali nella sua Caria, dove volle essere seppellito nella tomba di famiglia. Sac. Don Domenico Antonio Pugliese, fu prima a Daffinacello e poi in america dove, per più di 50 anni, fece il cura-vicario in Arequito Santafè. Le sue grandi benemerenze sono raccontare ancora oggi. Sac. Domenico Antonio Mollo nato nel 1879, a 9 anni fu mandato in seminario, a 17 anni andò a continuare gli studi a Castellammare di Stabia tra i Salesiani. Ritornato non voleva riprendere la veste di chierico: non trovava in se la vocazione al sacerdozio. Costretto dai genitori rientrò in seminario. Ordinato sacerdote nel 1902, se ne andò a Roma per studiare teologia a Napoli e si laureò. Nei primi mesi del 1908 partì per l’America. Grande è stato il suo apostolato in Argentina dove fece costruire anche due chiese. Rimpatriò e preso da cirrosi epatica morì a Caria il 31 luglio1926. Sac. Francesco Saragò nato a Drapia da Luigi Saragò e da Eleonora Pietropaolo nel 1884, salì con la famiglia a Caria e qui crebbe. Entrò nel seminario di Tropea dopo il terremoto del 1905 emigrò con la famiglia a Friburgo Svizzera dove si laureò in filosofia. Fu poi chiamato nel seminario di Tropea come professore di filosofia. Colpito da un disprezzo totale per il mondo decise di ritirarsi fra i minimi di San Francesco di Paola, dove continuò ad insegnare filosofia, a studiare e a predicare e a formare circoli di cultura nel cosentino. Era in grande stima dei vescovi, fu uno dei 4 consiglieri della Curia Generalizia dei Paolotti. Morì nella casa madre del santuario di San Francesco di Paola nel 1968. Sac. Don Antonio Pugliese, nato il 5 febbraio 1926 a 11 anni lasciò il paese e andò tra i salesiani di Gaeta col proposito di prepararsi come missionario. Fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1952 nella chiesa salesiana in Vibo Valentia. Svolse il suo apostolato a Saverato (CZ), Torre Annunziata (NA) e Bari, colpito giovanissimo da un male incurabile fece ritorno a Caria deve morì a soli 38 anni il giorno delle festa della Madonna del Carmelo il 16 luglio 1964. Monaci francescani cariesi
Monache in casa: Ordine istituito dal venerabile padre liguorino Michele Di Netta
Religiosi cariesi viventi:
Ottobre 2007 |
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