|
'A Scirpa a Brattirò - Ricostruzione di Pasquale Costa
Associazione Culturale Enotria Brattirò A Scirpa Prima di piantare un vigneto bisogna preparare il terreno con una lavorazione profonda e un tempo, questa operazione veniva fatta manualmente in modo particolare con l’unico strumento disponibile, la zappa. Questo tipo di lavorazione era molto faticoso e veniva svolto da uomini appaiati che lavoravano in sintonia fianco a fianco ma a fasi distinte in modo da ottenere un fronte di avanzamento ottimale col minimo sforzo. Le fasi distinte del fronte di lavorazione erano sostanzialmente tre: a) La prima detta Scorciu eseguita dai lavoratori più deboli (vecchi e ragazzi), prevedeva la pulizia del terreno in superficie cioè del cotico erboso, eliminazione delle malerbe ed il primo colpo di zappa in profondità circa 20-25 cm, la terra derivante veniva deportata nel "vancu" che è la fase successiva più profonda, dove c’era anche il terreno inerte, il mescolare questa terra derivante da diversi strati, migliorava la struttura stessa del terreno dove si sarebbero poi sviluppate le radici della vite impiantata. In una buona "anta", (cantiere di lavoro, superficie di avanzamento), questa operazione veniva condotta da 4-5 persone, i ragazzi venivano pagati a resa (1/4; 1/3; ½), rispetto all’operaio completo (omu). 'U Vancu è la seconda fase della lavorazione è anche la più dura, in quanto prevede un fronte di lavorazione alto quattro parmi (da palmo 25 cm, circa 1 metro) eseguito su uno strato di terreno molto compatto perché non interessato dalle colture precedenti, l’operazione, sempre in una buona anta, veniva eseguita da 10-15 uomini, che in questo caso dovevano essere di “puzu” e aggarbati (molto validi ed esperti, che avevano gardo): in questa fase si doveva anche rompere "U Ntrincu" (la superficie di avanzamento ellissoidale, ad arco introflesso determinata dalla zappata, la quale andava portata ad angolo retto). La terza fase detta "Suppa" eseguita da 3-5 coppie di zappatori, ognuna composta da un uomo mancino e uno destro affiancati portavano il terreno dal basso (fossato) verso la superficie mescolandolo e affinandolo e nello stesso tempo controllando che il livello di profondità prefissato fosse uniforme, la terra così mossa e mescolata (ben lavorata) era detta 'U Maisi), è in questa fase che si trova sul lato destro il "Caporale" (persona che aveva preso in appalto il lavoro, in genere la persona, il lavoratore più intraprendente, stimato e rispettato il quale aveva tra l’altro il compito di accertarsi che il lavoro venisse eseguito in modo corretto in quanto responsabile diretto. Il fronte di lavorazione in altezza (profondità) doveva essere pari alla distanza tra fronte di avanzamento e terra mossa dietro come riportato nel disegno schematico, questo profilo di lavorazione era detto " 'U Fossu da scirpa" dove ricapitolando si ha:
Il lavoro della scirpa veniva iniziato dopo le prime abbondanti piogge, cioè da metà novembre a tutto febbraio. Prima di iniziare si letamava il terreno, (si mpumerava a terra) Per completare il lavoro di una "mundeata" (1/8 di tombolata circa 420 mq) di terra occorrevano 35-40 giornate di lavoro (omini). Quindi per fare una tombolata di scirpa occorrevano 315 giornate di lavoro, I costo di un operaio da scirpa (zappatore) a memoria dei nostri padri va dalle 125 lire fino a 500 lire, sempre giornalieri degli ultimi lavori eseguiti manualmente che risalgono alla fine degli anni 50. Dopo sostituiti dall’aratro attaccato al trattore cingolato uno dei primi lavori da questo eseguito è stato il pergolato di livea a vento. Dott. Pasquale Costa Presidente dell’Associazione Enotria di Brattirò |
A Scirpa: (Schema di lavorazione manuale tipica del passato effettuata a Brattirò)
Scorciu Maisi
Vancu Fronte di lavorazione Fossu da scirpa
Suppa Terra tagliata e mescolata (Scirpa pronta)
|
|
e-mail: Piapia@Poro.it |
|
Di Bella ©CopyRight 2000 |