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 La Nostra Regina

 Libro sulla Madonna del Carmine di F. Pugliese    >>====>  Caria

ARTICOLO DEL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA di Mario Vallone

Sabato 17 aprile 2010, alle ore 18.30, presso la Scuola Elementare di Caria (VV) si è tenuta

la presentazione del libro

"La nostra regina"

di Francesco Pugliese, M.G.E.

 Libri del Poro

Presentato ufficialmente al pubblico il volume di Francesco Pugliese, intitolato "La nostra Regina Maria SS del Carmelo", testo incentrato sul culto della comunità cariese verso la Vergine Maria e sulle tradizioni popolari ad esso collegate.

L’incontro, molto partecipato, è stata promosso dalla Pro Loco e si è tenuto presso il salone della scuola elementare della frazione Caria. Ha introdotto e moderato i lavori il presidente del sodalizio drapiese Matteo Aiello. Dopo il saluto del sindaco di Drapia Alessandro Porcelli, il microfono è passato ai tre sacerdoti del comune: Don Antonio Gennaro, Don Sergio Meligrana e Don Giuseppe Furchì.

I tre prelati, in particolare i primi due, hanno relazionato sugli aspetti rilevanti della tradizione religiosa riconducibili alla figura della Vergine del Carmelo. E’ stata quindi la volta della giornalista Tania Ruffa, la quale ha incentrato il suo intervento sul testo di Pugliese lasciandosi a volte trasportare dalla commozione data la sacralità e particolarità dell’argomento. Michele Celano, il quale condivide con Francesco Pugliese la stessa passione per la poesia in vernacolo, ha poi letto dei versi in dialetto e a seguire il Prof. Pasquale De Luca, Presidente del Premio di Poesia "Tropea: Onde Mediterranee", ha speso parole di elogio per Pugliese e per il suo libro. Presente anche l’intero gruppo della Compagnia Teatrale Cariese, della quale Francesco Pugliese fa parte. Romana Naso, Presidente del sodalizio di  attori, ha fatto omaggio a Pugliese leggendo alcuni suoi versi dedicati proprio alla Madonna. E’ inoltre intervenuto l’editore Giuseppe Meligrana e, per ultimo, l’autore.

Il lavoro di ricerca Pugliese lo ha portato avanti con tanta devozione, dopo aver ascoltato la narrazione delle persone anziane di Caria, che l’autore ha ringraziato pubblicamente, ricordando anche quelle che non ci sono più. Lo stesso Francesco ha sottolineato che, oltre al grande aspetto religioso, il sedici luglio (giorno della festa della Madonna), è un grande momento di aggregazione e deve essere rispettato e tramandato. Il culto di Caria per la sua Patrona, come narrato nel libro, risale al 1894.

Il cariese Giuseppe Pugliese, assieme ad altri suoi compaesani, stava facendo ritorno dall’America dove si era recato alla ricerca di lavoro. Durante questo lungo viaggio una tempesta colpì la nave e, in preda allo sgomento e alla disperazione, Pugliese invocò la protezione della Madonna del Carmelo (da qui "Stella del Mare") promettendo di erigerle un’edicola votiva al suo ritorno in Calabria. Improvvisamente la tempesta si placò e si gridò al miracolo. I protagonisti di quell’episodio interpretarono quanto accaduto come un segnale di benevolenza della Vergine nei confronti di tutta la comunità cariese.

Da quel momento Giuseppe Pugliese si impegnò costantemente per la costruzione della chiesa dedicata alla Madonna e per omaggiare la Madonna, in particolare tramite l’organizzazione della festa che da allora si tiene ogni anno a Caria a metà luglio. Nel libro del giovane Francesco Pugliese sono raccontate tutte queste vicende, arricchite da approfondimenti e dettagli. Nel corso della presentazione si è parlato anche del triste avvenimento che ha segnato profondamente l’esistenza del giovane scrittore e che probabilmente è alla base della sua devozione per la Vergine. Quando era ragazzino una donna del suo paese morì a causa di una caduta mentre aggiustava dei fiori sull’altare della Madonna.

Francesco era presente quel giorno in chiesa con lei e da allora decise di non mettervi più piede fino a quando gli venne in sogno la stessa signora di Caria la quale gli disse di non avere paura e tornare a frequentare la chiesa. Su questo avvenimento Francesco ha anche scritto alcuni versi intitolati "Rosso sangue", poesia letta dall’amica Tania Ruffa. Il ricavato della vendita del libro, che è possibile acquistare sul sito www.meligranaeditore.it,  sarà destinato, per espressa volontà dell’autore, alla ristrutturazione della chiesa di Caria.

Articolo di Mario Vallone

Presentazione libro Francesco Pugliese "La nostra Regina"

- Recensione di Tania Ruffa

Domenica 18 aprile 2010 alle ore 15,30

Conosco Francesco da moltissimi anni e una delle cose che subito mi colpì, e che mi accomunò a lui, fu il suo attaccamento al territorio, l’amore incondizionato per il suo paese, Caria, per la sua gente e per le sue radici. Un amore puro vero che Francesco dimostra con il suo costante impegno in tutte le attività della comunità. Un legame che ha portato Francesco a recuperare e ricostruire un pezzo del nostro passato, un passato ancora molto radicato.

Il libro "La nostra regina" ripercorre le nostre radici non solo religiose, ma anche storico-culturali, con lo scopo di conservarle e farle conoscere alle future generazioni.

Se infatti nei primi 2 capitoli viene fatta un’attenta analisi storica del culto Mariano e della Vergine del Carmelo, dal terzo in poi troviamo la descrizione di veri e propri pezzi di vita della comunità di Caria. Il racconto parte dal 1897 quando grazie al Pugliese iniziò la festa dedicata alla Madonna del Carmelo. Quando si chiede il perché Caria sia così devota alla Madonna viene sempre ricordato l’antico "Miracolo della Tempesta", miracolo spiegato in modo dettagliato da Francesco nel libro. Era il 1894 quando Giuseppe Pugliese partì per l’America in cerca di fortuna. Durante il viaggio di ritorno una tempesta colpì la sua nave, e in preda al pericolo Pugliese cominciò a pregare la Madonna del Carmelo, facendo inoltre voto di elargire, in caso fosse rimasto vivo, un edicola, a Caria, a colei che le avrebbe salvato la vita.

Improvvisamente la tempesta si placò e Giuseppe arrivò, insieme ai suoi paesani, sano e salvo a Caria. Da quel giorno il suo impegno per la Madonna fu costante, nel 1897 venne completata l’edicola e venne celebrata la prima festa e nel 1906 sempre grazie al suo impegno venne edificata la Chiesa in suo onore.

Nel libro vengono ricordati momenti salienti che hanno portato alla nascita della festa vera e propria, ricordando inoltre gli anni durante la prima e la seconda guerra mondiale, anni nei quali venne sempre festeggiata la Vergine del Carmelo tranne che nel 1923, anno in cui il regime fascista stava prendendo piede. Un anno particolarmente difficile per l’Italia, iniziarono le prime restrizioni, come il controllo sulla libertà di stampa, quindi per motivi di sicurezza e ordine pubblico in quell’anno la festa non venne celebrata.

Una delle cose più interessanti che si trova nel libro è l'intreccio tra passato e presente. Francesco descrive infatti minuziosamente i riti antichi dedicati alla Vergine, e non più esistenti, e i riti attuali. Ricorda per esempio la processione che si faceva sempre il 16 luglio per ottenere le indulgenze o la benedizione delle campagne, qua si sottolineano ancor di più le usanze e i costumi della nostra cultura contadina, una cultura intensa, dove la religione ebbe un ruolo particolare e importante. La religione in quel periodo ebbe un ruolo fondamentale anche nell’educazione, le scuole erano le parrocchie, la religione era una tradizione culturale e questi riti antichi, purtroppo ormai estinti, sottolineano ancor di più questo legame.

Dal 9° capitolo in poi Francesco ricorda avvenimenti che hanno interessato la comunità di Caria, ricordando molte figure di Cariesi devoti alla Madonna del Carmelo.

Tra molti ricorda, sotto il capitolo "I miracoli di Maria", un avvenimento che colpì la famiglia Naso, più precisamente Antonietta Naso, la quale in una sera d’inverno si accorse che a casa mancava una delle 3 figlie, la piccola Romana. Francesco ripercorre tutti gli attimi di terrore che visse la famiglia e la comunità di Caria, tutti impegnati nella ricerca della piccola Romana. Soltanto in tarda notte, grazie all’aiuto di un giovane, trovarono la piccola sotto un cespuglio al buio e tutta sola. La mamma preoccupatissima chiese subito alla figlia se avesse avuto paura lì tutta sola di notte e lei rispose “No mamma, non sono mai stata sola, accanto a me c’era una donna bellissima, vestita di bianco, che mi teneva la mano”. Si pensa appunto che questa figura sia proprio la Vergine Maria.

Il capitolo che mi ha maggiormente emozionato è stato però quello dedicato agli "Innamorati di Maria". Io mi sono sempre chiesta come mai un giovane fosse già così attaccato alla figura della Madonna. Leggendo questo capitolo ho finalmente capito il perché. Francesco ricorda personaggi particolarmente devoti alla Madonna del Carmelo che hanno sacrificato la loro vita pregando la Vergine. Viene ricordata tra tanti "Cummari Rosa", la sua storia travagliata è raccontata minuziosamente nel libro, ma improvvisamente si intreccia nella storia una seconda figura; Francesco descrive Cummari Rosa mentre adorna l’altare della Madonna in chiesa non curandosi dell’altezza e del pericolo, durante la descrizione dell'altare compare nel libro la figura di "Cummari Maria", un’altra donna di Caria. Inizia così un racconto nel racconto: Francesco era un bambino di 13 anni quando uscendo da scuola passò dalla chiesa e si fermò, in chiesa trovò Cummari Maria che stava cambiando i fiori dai vasi sull’altare, Francesco la aiutò quando improvvisamente sentì un tonfo; Maria era caduta dall’altare ed era immobile per terra, morta. Francesco descrive gli attimi di terrore, di paura, una paura che durò per anni. Da quel momento Francesco si allontano infatti dalla chiesa, fin quando quasi 2 anni dopo cummari Maria gli apparve in sogno e gli disse: "non aver paura di entrare nella casa della Vergine del Carmelo". Da quel momento in Francesco rinasce la devozione e l'attaccamento alla figura di Maria. Questo episodio Francesco lo ricorda ancora con terrore, con la stessa paura di quel ragazzino di tredici anni, ma grazie a questo avvenimento aumentò ancor di più il suo amore incondizionato verso la Vergine del Carmelo.

Negli ultimi capitoli viene sottolineato un aspetto che caratterizza molto la cultura tipica del meridione che è quello di trascrivere e narrare avvenimenti ascoltati a voce. Il racconto orale è una ricchezza tipica del mediterraneo. Francesco nel libro racconta episodi che ha ascoltato dalle vecchiette del paese. Questo è un fattore specifico del meridione dove ancora esiste il concetto di "scambio culturale" e ciò è dovuto al fatto che ancora esiste la "Piazza." Piazza intesa come l’agorà greca, il posto dove la gente si riuniva, dove si davano giudizi sulla cosa pubblica ma anche su quella sociale. Questa è una ricchezza enorme che ha ancora il sud italia. Viviamo in un mondo dove la vita si è verticalizzata, dove ognuno pensa al suo Io, dove si è perso il senso della comunicazione orizzontale, cioè appunto il senso di piazza, noi abbiamo la fortuna di averlo ancora, di vivere grazie ai ricordi dei nostri antenati, di avere ancora questa comunicazione, una comunicazione che Francesco nel libro sottolinea narrando appunto eventi conosciuti grazie all'ascolto e grazie al ricordo.

"La nostra Regina" è un libro ricco, semplice, di facile lettura.

Non è il classico libro religioso ma è un intreccio di religione-storia e cultura.

da dx: Giuseppe Meligrana l'Editore, Alessandro Porcelli Sindaco di Drapia, Francesco Pugliese l'Autore, Matteo Aiello presidente della Pro Loco, Don Sergio Meligrana, Tania Ruffa - Giornalista, Don Antonio Gennaro e Don Giuseppe Furchì.

L'intervento di Francesco

 Romana Naso fa omaggio a Pugliese leggendo alcuni suoi versi dedicati proprio alla Madonna

Momenti della Presentazione

Francesco Pugliese riceve la targa ricordo

Francesco Pugliese

Autore del Libro

Francesco Pugliese e Alessandro Porcelli Sindaco di Drapia

Il pubblico presente alla presentazione

Il pubblico presente alla presentazione

Il saluto del Prof. Pasquale De Luca

Presidente del Premio di Poesia "Tropea: Onde Mediterranee",

Momenti della Presentazione

Francesco con membri della Pro Loco di Drapia

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