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 Poesie   di Carlo Di Bella

 >>====> Gasponi

Raccolta di

 Poesie

  di

Carlo Di Bella

Poeta

Contadino

e

Mandolinista

PRESENTAZIONE

 a) – CONTENUTO:

Le Poesie riportano, in modo appassionato e sofferto, le varie esperienze di vita dell’Autore; esperienze vissute, in patria e all’estero: durante la triste infanzia nel mondo rurale, ormai scomparso, e poi durante la sua lunga vita avventurosa, ancora in atto, nel convulso mondo odierno cittadino.

Ci colpiscono la grande ricchezza e genuinità dei sentimenti espressi da una persona “ricca di umanità”, qual è Carlo Di BELLA:

contadino, emigrante, bidello; poeta e mandolinista; amante delle semplici gioie della vita: le bellezze della natura, l’amore e l’amicizia; l’attaccamento viscerale alla “sua” Calabria: intenso come l’amore del bambino alla Mamma.

 E, sopra tutto, la sua grande, eccezionale “paternità”: padre di ben 10 figli!

 Ogni Poesia può essere giustamente paragonata al quadro di un pittore “naif”, il quale rappresenta la sua realtà con un’arte pittorica alquanto ingenua, forse un po’ rozza, ma estremamente espressiva e coinvolgente.

b)    – FORMA:

Semplice ma incisiva ed efficace, come è la parlata della gente

comune, che non nasconde mai le proprie emozioni, sia di gioia che di dolore; ma le “butta fuori” così come la Vita, ogni giorno, le fa nascere dentro di noi.

c)    – REDAZIONE

I testi delle singole Poesie sono stati rielaborati e riportati in strofe con versi legati tra loro dalla rima (quando possibile), oppure tenuti assieme da semplici “assonanze” di buon effetto ritmico; conservandone sempre la forma e il contenuto originali, da:

Giuseppe QUARANTA   (insegnante in pensione)       Martinengo (Bg)

Operatore al “computer”: Luciano BELOTTI          Cortenuova (Bg)

con la collaborazione di: Saverio LARIA             Martinengo (Bg)

Elenco delle Poesie:

 1 –  La Festa più bella dell’anno

 2 –  La Scuola

 3 –  Il Bidello scolastico

 4 –  Milano, città generosa

 5 –  11 Novembre: festa di S. Martino

 6 –  Il mio Nome di battesimo

 7 –  Il mio Paesello

 8 –  Al sorgere del Sole

 9 –  La Canzone più bella

10 – Calabria, un po’ vecchiarella

11 – Autobiografia 

12 – Se si potesse fermare il Tempo!

13 – Autunno

14 – Allo spuntar del Sole

15 – Quando spunta la Luna

16 – Tropea, cittadina turistica

17 – L’Estate sta finendo

18 – Il Re della foresta

19 – Un Calabrese a Milano

20 – Una strana Coppia di custodi

21 – Amaro destino

22 – Inquinamento atmosferico

23 – La scomparsa di Don Michele

24 – Paese mio, che stai sulla collina

25 – Il Mondo, oggi

26 – Il Contadino e il suo lavoro

27 – Saper vivere la Vita

28 – La mia tormentata Infanzia

29 – L’Amore

30 – L’Asino e il suo padrone

31 Preghiera natalizia 

Torna Su

 1)   La Festa più bella dell’anno

Natale, come tutti sanno, 

è la Festa più bella dell’anno 

e questi sono i pochi doni

che io chiedo al Bambino:

 un po’ di benessere per l’Umanità

                e di pace su tutta la Terra;

                una casetta per chi non ce l’ha

                e ai cattivi, un po’ di bontà.

 Se per me, alla fine, nel cesto

proprio nessun dono resta,

Natale sarà certo lo stesso, 

pure quest’anno, una grande Festa!

 Milano, marzo 1999

 2)    La Scuola

La Scuola, da quando è nata, 

è fonte di benessere e cultura,

perché a tutti il suo sapere

dona, con amore e grande cura.

             Non guarda  in faccia a nessuno,

              né belli né brutti:

              se uno ha voglia di studiare,

              ne raccoglie grandi frutti.

Per ogni ragazzo o ragazza

Essa traccia, ben definita

la sua buona, lunga strada

per tutto il corso della Vita.

   3)  Il Bidello scolastico

   Dopo tanti versi miei,

belli e meno belli,

questa volta voglio darvi

un pensiero sui bidelli.

              Bello sarebbe guardarci

              con l’occhio più sereno

              e dalla nostra bocca

              non emanare più veleno.

 Fare il bidello non è male:

basta non fare i trasgressori

e lavorare per gli alunni,

come fanno i professori.

              Prendiamo la vita in allegria,

              seguendo gli ordini di Segreteria.

              Sempre vien la fine del mese

              coi quattrini, per le spese!

 4)   Milano, città generosa

 Un giorno d’altri tempi

siamo partiti , da lontano,

per venire da Te, in tanti,

a chiederti una mano.

E Tu, col cuore in mano,

               ti sei fatta, Milano, avanti

               e le tue porte hai aperto

               proprio a tutti quanti.

Dal lontano Sud veniamo:

certo tutta gente pulita.

Poco noi ti chiediamo:

solo un lavoro, per la Vita.

          E Tu, generosa come sei, 

              hai voluto regalare a tutti:

              un lavoro, per campare

              e un letto, per riposare.

Ci hai regalato proprio tutto:

navigli, monumenti, il Duomo;

vie, piazze, la Madonnina:

dei Milanesi, la gran Regina!

Per tutto quello che per noi

              hai fatto, cara Milano,

               di cuore ti dico: grazie

               e forte ti stringo la mano!

5)  11 Novembre: festa di S. Martino

Ogni mosto diventa vino:

così un proverbio antico dice

e a me Carlo, detto Carlino

il buon vino molto piace.

Appena alzatomi dal letto

               prego sempre S. Martino

               di concedermi, con affetto,

               un bicchiere pien di vino.

Se poi c’è un altro Santo

che vuol prender la mie difese,

sarei ancora più contento

una damigiana averne al mese.

Ma non è finita, certo:

               pregherei anche di notte

               tutti i Santi, in concerto,

              di portarmene una botte.

E finalmente poter fare 

una lunga, gran bevuta

e ubriaco fradicio passare,

in cantina una annata.

Dopo un anno risvegliarmi,

               con la mente ben serena:

               con la moglie ubriaca

               e la botte, ancora piena!

6)   Il mio Nome di battesimo

Per gli amici mi chiamo Carlo,

ma gli sembra più carino

ad  alcuni, chiamarmi Carlino.

Per altri poi, è più perfetto

invece di Carlo, chiamar Carletto.

Per me non ha importanza:

              Carlo, Carletto o Carlino;

               l’importante che, da bambino,

               leggevo dei libri con costanza

               e suonavo pure il mandolino.

Anche oggi, in età avanzata,

mi metto a fare la serenata:

dalle note sprizza tale melodia,

che se tengo malinconia,

d’incanto me la porta via.

Sono sicuro che vivendo 

               con questo bel sistemino,

               la fine la farò cantando

              dopo una vita avventurosa,

              abbracciato al mandolino.

Che suonare nell’Aldilà

potrò certo, finalmente:

non potendolo di qua,

con tante cose da sbrigare

e ben 10 figli da allevare!

7) Il mio Paesello

Gasponi, mio caro Paesello,

ti amo molto, perché sei bello.

Sorgi sulla sponda di un ruscello

da noi chiamato Fiumicello.

                Sei recintato da una fiumara:

                ma lì la vita costa cara.

                A monte, si alza  la collina;

                a valle, si stende la marina.

C’è una fonte, una fontana,

un campanile e una campana;

una bottega, il calzolaio,

il becchino e il fornaio.

                Ci son le strade un po’ tortuose

                fiancheggiate da mimose;

                ci sono alberi di ulivo, agrumeti,

                fichi, mandorli e vigneti.

Si fa il vino in abbondanza:

se lo bevi, ti dà sostanza.

C’è la posta, il camposanto:

di protettore c’è un Santo.

                C’è il droghiere, il sagrestano,

                il farmacista e l’ortolano;

                il mugnaio e il contadino,

                l’elettricista e lo spazzino.

C’è la Casa parrocchiale

e la giunta comunale,

c’è la gente assai cortese:

quanto è bello il mio Paese!

8)  Al sorgere del Sole

O Sole, che sorgi al mattino

e nell’aria fai un tremolio,

riscaldi e profumi il giardino

e ti specchi nel piccolo Rio.

              Dal mare mandi una brezza,

              che l’aria profuma e scalda il cuore

              al pescatore, che tira la rezza 

              coi pesci e gli vien da cantare:

 “Per questo gran dono

  venuto dal mare,

un saluto ti mando

e un grazie di cuore

dal paesello natio:

o caro, Sole mio!

 9)  La Canzone più bella

Questa è la canzone

scritta con parole

raccolte nei miei sogni

e nata dal mio cuore.

                Parole senza suono

                che volano nel cielo,

                formando una canzone

                piena di mistero.

Una canzone bella,

scritta col pensiero

e che, di bocca in bocca,

gira il Mondo intero.

                Mentre la scrivevo

                capivo che era bella,

                perché sono parole

                dettate da una stella.

Una stella illuminata

che il mare, di nascosto,

ha subito fotografata:

ma essa è svanita.

                I pesci, sbalorditi

                da quella strana luce,

                da quel momento in poi

                sono rimasti muti.

Che colpa ne ho io

se questa stupidella,

piccola canzone,

di tutte è la più bella?

10)  Calabria, un po’ vecchiarella

Calabria, mia bella,

una vita è passata

e un po’ vecchiarella

sei già diventata.

                Ad uno ad uno,

                tutti i tuoi figli

                spinti dal bisogno

                ti scappano via.

Chi prende il  treno,

chi l’aeroplano

e va a finire

in un Paese lontano.

                Ma l’idea fissa

                è sempre quella:

                tornare da Te,

                cara vecchiarella.

Di notte, nel sogno,

un suon di campana:

“Sveglia, ragazzi,

la Mamma ci chiama!”

                Sulla via del ritorno

                si balla, si canta:

                per tutto quel giorno,

si fa una gran festa.

E a fine bisboccia,                                  O cara Calabria,

nessuno protesta                                  sei la più bella:

se nella saccoccia                                  se pur ti vediamo

una lira non resta.                                  un po’ vecchiarella! 

11)   Autobiografia

Non per nulla mi chiamo Carlo:

perché prontissimo sono a farlo         Faccio molto allenamento

e in caso di contestazione,                  con il ritmo un po’ lento,

ecco subito la dimostrazione.              per non fare una bravata

micidiale, in età avanzata.

    Non mi sono messo in testa,

    questo è vero, mai dei grilli              Ho sempre avuto del coraggio: 

    e alla moglie, nella mia vita,              per salvare della gente,

    ho fatto fare ben 10 figli!                  il bagnino di salvataggio

ho pure fatto, con patente.

Amo assai le cortesie

perciò scrivo poesie                             Dopo un sonno agitato

e per farmi più notare                            mi svegliai, una mattina, 

il mandolino so suonare.                      e dissi: “Vado in Argentina!”

e partii tutto contento.

    Nel bisogno, una mano

    a tutti dare sono pronto                   Girare il mondo è stato bello,

    e per questo io mi sento                   ma tornato dal Paese lontano,

    certo, un bravo Italiano.                   per 16 anni ho fatto il bidello

nella media Gramsci di Milano.

E perché il sangue scorra:

di ginnastica, al dì, un’ora                   Ma per essere sempre capace

e per conservare le ossa:                     di fare tutto con bravura,

tre chilometri di corsa.                          occorre della linea grande cura

e avere un metro di torace!

    Nella vita ho sempre fretta:

    faccio questo, faccio quello

    e vado spesso in bicicletta,

    più veloce di un girello.

 12) Se si potesse fermare il Tempo!

 Dice il Tempo all’Universo:

“Caro amico, io me ne vò;

il sole, gli uccelli, i fiori tornano

ma io più non tornerò.

                 Vorrei fermarmi ancora,

                ma troppa è la fretta

                perché Qualcuno, di là,

                sull’orizzonte aspetta.

E mentre corro sulla via,

un dritto solco traccerò

e questo è il segno certo,

che fermarmi non potrò!” 

                 La via è molto lunga,

                veloce il Tempo va:

                saluta l’Universo

                e corre in libertà.

 13)   Autunno

Autunno, caro Autunno,

mi hai preso con inganno:

mandando via l’Estate,

mi hai procurato un danno.

                 Il Sole che scaldava

                un po’ hai raffreddato,

                ma dell’errore fatto

                ti sei poi reso conto.

E tenti di rubare

le foglie agli alberi;

per prepararmi un manto

e farmi riscaldare.

                 Cerchi di confondermi

                dicendomi, a parole,

                di procurarmi il caldo

                che hai rubato al Sole

Mia madre mi ha fatto

un uomo mite e buono:

il male che mi hai fatto,

di cuore, io ti perdono.

 14)  Allo spuntar del Sole

Dopo il buio della notte,

nel chiaro del mattino

il Sole brilla, in alto,

nel cielo ancor turchino.

                 Verso mezzogiorno, 

                tutto è caldo intorno

                e con la sua gran figura,

                gode tutta la Natura.

Ma quando vien la sera

e suona l’Ave Maria,

la gente in preghiera

si riunisce, pia.

                 Il Sole, per riposare

                si sceglie sempre il mare,

                ma il giorno successivo

                sui monti riappare.

Da mille e mille anni

si ripete il ritornello:

il mondo con il Sole,

sempre sarà più bello!

 15)   Quando spunta la Luna

O bianca Luna, 

che splendi lassù

nel cielo stellato,

dipinto di blu.

                La tua pallida luce,

                o mite Luna, 

                per noi, di notte,

                è la Fortuna.

Il Sole ti illumina,

le stelle ti adornano;

la Terra, correndo, 

ti fa il girotondo.

                O magica Luna,

                che brilli lassù

                nel cielo turchino,

                la più bella sei tu!

16)   Tropea, cittadina turistica

Ai piedi di colline verdeggianti

c’è un litorale tutto pianeggiante

dove sorge, da secoli, Tropea:

cittadina bella, più che una Dea.

Guardando dall’alto il panorama

ti si incanta la vista; 

Tropea, per vari mesi dell’anno,

è dolce meta del turista.

Se dalla piazzetta antica

volgi lo sguardo a ponente

scorgi le Eolie, lo Stromboli,

la chiesetta e il  mare, all’orizzonte.

Ogni turista, quando a casa torna,

un ricordino con sè porta:

 Tropea, col mare di sfondo,

da tutti amata nel mondo.

Il vero turista, previdente,

che i soldi non vuole sprecare,

negli anni a venire, certamente

a Tropea vorrà tornare!.

 17)   L’Estate sta finendo

L’Estate sta ormai finendo,

il gran caldo sta passando

e il mio cuore sta soffrendo:

l’Autunno presto arriverà.

                 Giorni corti, tempo incerto:

                più di questo non si avrà;

                i giorni lunghi, soleggiati

                son finiti: che vuoi far?

Con il tempo, alla fine,

pur l’Inverno arriverà:

con il gelo e con la neve

il giardino coprirà.

                 Primavera con il Sole,

                gelo e neve scioglierà;

                poi l’Estate, finalmente,

                tutto il mondo scalderà.

E la gente col valigione

in vacanza se ne andrà,

canticchiando la canzone

che un cantante lancerà.

                 Ora il caldo sta finendo,

                pure i giorni accorciando

                e l’Estate, con rimpianto,

                in silenzio se ne va.

 18)   IL  Re della foresta

Da secoli ormai lontani

il leone, nella foresta,

degli animali, malati e sani,

sempre Re è stato, e resta.

Se ha fame, in agguato

                degli amici pur su mette

                e se pigliarli gli è dato,

                ne fa subito polpette.

Della foresta è il Re:

di elefanti ne vuole tre;

corre forte come il vento:

di cinghiali ne vuole cento.

Gli sciacalli ringhiando

                se ne stanno ben lontano,

                pur talvolta essi volendo

                forte stringergli la mano.

Ma la lor paura è tanta,

che può fare fino “novanta”

ed il Re della foresta

pur di questo se ne vanta.

Gli avvoltoi che svolazzano

                liberi nell’azzurro cielo,

                degli avanzi suoi non lasciano

                proprio neanche un pelo.

Nella foresta, di animali

che al leone fanno paura,

nessuno mai ce n’è:

di  tutti sempre sarà il Re!

 

19)  Un Calabrese a Milano

 (parole di attaccamento alla propria Terra)

Calabria, mia bella,

da quando ti ho lasciato

di Te sono diventato

pazzo innamorato.

Per il tuo clima mite

                e il mare incantato,

               per me sei la più bella

               terra del Creato.

Con il tuo mare azzurro

e il ciel sempre sereno,

di mille colori adornata

ti ha l’arcobaleno.

                Per queste tue bellezze

                avute dalla natura,

                la gente del mondo intero

                ti viene a visitare.

Soltanto per lavoro

un dì sono emigrato:

la Metropoli lombarda

or mi tiene rifugiato.

                Da quando son partito,

                di più ti ho apprezzato

                perché, fra tanta gente,

                solo mi son trovato.

Ma ti prometto, o cara,                  Per il resto della vita

un dì di ritornare                          sempre farti compagnia

e attorno al focolare                     e non lasciarti più,

il tempo poi passare.                     o dolce, Calabria mia!

 

20)  Una strana Coppia di custodi

Un certo Pinco Pallino

di cui mi sfugge il nome,                 Per il loro bel carattere, 

faceva, fin dal mattino,                  aggressivo e provocante,

il custode di professione.               nello spazio di un ettaro

se ne stava ognun distante.

    Felicemente sposati,

    lui e la “mugliera”          Se qualcosa c’era da prendere

    facevano da coniugati,        nella scuola, sempre loro

    proprio una coppia vera.      la volevano certo avere,

                                              come l’ufficio del Tesoro. 

Nati erano, caso raro,

i due un dì di festa                      Il lavoro di custodi

e per tara manifesta,                   era stato per la coppia.

erano allergici al lavoro.              tutta spine e molti nodi, 

                                                una grossa, vera pacchia.

     La mattina, solo per fare

      alcuni metri per aprire            Arrivata poi la fine

      i cancelli della scuola,           della lunga lor carriera,

      un nodo avevano alla gola.     rifiutavano l’occasione

di andarsene in pensione…

Poi per tutta la giornata

una grossa sfacchinata:              Questa è la descrizione

lavoro a maglia, con l’appoggio  di una coppia senza nome,

di un bidello all’orologio.           molto strana, ma esistita

me ben conosciuta!

 

 21) Amaro destino

Dell’amaro destino

che ogni essere mortale

incontra sul suo cammino,

vi voglio ora parlare.

Ogni uomo che nasce

                e arriva qui da noi,

                apre gli occhi alla luce

                e una strada imbocca, poi.

Una strada che conduce,

nella buona e mala sorte,

alla fine della vita

nelle braccia della Morte.

Senza lacrime e dolore

                ha voluto Essa, un giorno,

                liberarsi del suo cuore

                per colpire, tutto attorno.

Ora va girovagando

delle case sopra i tetti:

i buoni a terra falciando

e, più ancora, i maledetti,

                Se qualcuno gli resiste

                lo affronta senza paura,

                trascinandolo con sè

                nell’eterna sepoltura.

E’ la fine troppo ingrata

preparataci dalla Sorte:

dopo una vita travagliata,

avere il bacio della Morte.

                Questo è il destino amaro,

                da sempre stabilito

                e a tutti noi mortali,

                purtroppo riservato!

 

22)  Inquinamento atmosferico

(scritta negli anni Ottanta)

L’Ecologia pulita

da tempo è già sparita                         Ormai il nostro Mondo

e non rimane ormai,                              è una grande Babilonia:

a noi per respirare,                                non basta tutto il male

altro che aria fetida                               già fatto con perfidia,

che inquina e fa crepare.                      stanno pure distruggendo

la foresta in Amazzonia.

     La colpa principale

        è di ogni Industriale             Si è avuto poi l’effetto

        e se ora più non piove,          quasi di un forte tuono,

        durante il lungo inverno,       quando di recente

       la colpa è dovuta, pare,          è stato anche scoperto,

        ai Capi di governo.             con angoscia della gente,

 il gran “buco” dell’ozono.

A tutti essi lasciano

la più grande libertà                     Ognuno ormai lo sa:

di provocare un danno              se il grande Inquinamento

mortale all’Umanità,                       entro poco tempo

mentre loro mangiano                     per nulla diminuirà,

e bevono a sazietà.                        sarà la fine certa

 dell’intera Umanità!

 

  23)  La scomparsa di Don Michele

(Parroco del nostro paese Gasponi)

Don Michele si chiamava

e proprio come un santo

Egli tra noi viveva.

Amava la sua gente:

un posticino in cielo

si meritò, sicuramente.

 La vita passò sacrificata:

grande devoto era

di Maria Immacolata.

                Pregava Iddio, a tutte l’ore,

                per poter avvicinare

                più anime al Signore.

 Il giorno in cui morì

sul paese calò un velo

di tristezza e di gelo.

                Ora Lui è già di là

                e ci aspetta tutti, con zelo,

                tra gli angeli del Cielo!

 

 24)   Paese mio, che stai sulla collina

Paese mio, che stai sulla collina,

il viso tuo si specchia                   Perché, di volta in volta,

laggiù nella marina,                        qualcuno non si trova

che tutta al sole luccica.                e dirgli non potrò mai:

“Paesano, come stai?”

        Se ti ho lasciato, un giorno,

        mi devi perdonare                     A te potrà sembrare

        e per questo, ogni tanto,              una piccola soddisfazione,

        ti vengo a visitare.                  di nuovo incontrare

l’amico mio del cuore.

E dopo che avrò fatto

un lungo cammino,                          Invece è una grande,

mi butterò in ginocchio,                 unica soddisfazione,

stanco, a te vicino.                        che mi riempie l’animo.

di gioia e commozione.

       Mi metterò a pregare

        perché gli amici miei,         Anche tu mi manchi tanto,

        che un giorno ho lasciato,   o caro, bel Paesello,

        io possa ritrovare.             che sulla collina, intatto,

rimani sempre quello!

 

 25)   Il Mondo, oggi

Oggi il Mondo intero

è sconvolto da guerre,

calamità, rapine,

che non hanno più confine.

                Tutto questo è fatale

  per l’uomo normale,

                che solo Pace vuole

                e non subire il male.

Ma la gente, impazzita,

più non sente ragione

e per farsi arricchita,

userebbe il cannone.

                Non andremo certo lontano

                seguendo questa pista;

                la chiave oggi del male

                si chiama: terrorista.

La gente disperata grida:

“Vogliamo tutti la Pace;

continuare questa vita

l’uomo non è più capace!”.

                Dal cielo, tosto una voce

                si sente echeggiare:

                “Se volete davvero la Pace,

                dovete la vita cambiare!”.

 

 26)   Il Contadino e il suo lavoro

 Da secoli l’agricoltura

è l’arte del Contadino,

che con la sua bravura

dall’uva ricava il vino.

                Egli fa un lavoro duro:

                al sole, all’acqua, al vento

                ma dalla terra fertile

                fa nascere il frumento.

Dopo l’inverno gelido,

di freddo e di tortura,

aspetta il caldo giugno

per far la mietitura.

                Con la farina, un giorno,

                caldo e profumato

                appena cotto al forno,

                il pane ha preparato.

Ormai in ogni casa

si beve il dolce vino:

la bevanda succosa

del forte Contadino.

                Il grande suo lavoro

                del tutto gli piacerà,

                quando potrà sfamare

                l’intera Umanità!

 

        27)   Saper vivere la Vita

 Sarebbe bello, se ogni essere umano

sapesse apprezzare della vita il dono,

vivendo con dignità, cosciente

che vivere è bello, in ogni istante.

                E’ bello quando cala il tramonto,

                scendono le tenebre e si fa notte:

                stanchi dal lavoro, ci accoglie il letto

                e ci addormentiamo lentamente.

Ancor più bello quando, al mattino,

ci si sveglia riposati, per benino

e preso il caffè bollente, 

si va al lavoro, fra la gente.

                Sarebbe bello, se nel tempo estivo,

                al posto della pioggia ”nucleare” 

                scendessero dal cielo rami d’ulivo,

                simbolo di pace universale.

Scongiurare così il terrore

che colpisce ogni essere mortale:

mettergli  nel cuore un po’ di amore

e togliere dalla Terra ogni male.

                Sarebbe bello, se i Capi di governo

                di tutte le nazioni del Mondo

                fossero più saggi, eliminando

                le guerre dai popoli, in eterno.

Sarebbe bello, infine, se un giorno,

tutta la gente si desse la mano

e facendo un grande girotondo

ballasse, cantando, intorno al Mondo!

 

 28)    La mia tormentata Infanzia

Succhiavo ancor la “bibarola”

e mio padre, la mattina,              Tutto era diverso allora:

mi portava con sé fòra               i figli non stavano in casa

nei verdi campi a zappare,       fino a trent’anni, come ora;

a seminare il biondo grano     non pretendevano ogni cosa

per poter così campare.                dai genitori anziani

e con misere pensioni.

Erano gli anni Quaranta:

        si pativa molta fame                  Vorrei poter invitare

        e la miseria era tanta.         tutti quelli della mia età:

        C’era pure la guerra:            una festa con loro fare

        dormivo nel fossato,                tra sorrisi e ilarità,

        con la faccia a terra.         per scacciare gli affanni

dei lontani, tristi anni.

A Pasqua e a Natale,

le feste più belle,                    Ma le cose appena scritte,

per pranzo mi mangiavo            non le posso più scordare:

solo alcune frittelle                  perché tutte le ho vissute

e, se ero fortunato,                   e sofferte con dolore,

un uovo fritto e pepato.             nell’infanzia tormentata

di una vita, ormai passata!

 

 29)   L’Amore

Mi sai tu dire

cos’è l’Amore?

Una risposta facile

ti voglio dare.

                 Ce l’ho da tempo

                in punta di dita:

                L’Amore è la cosa

                più bella della Vita!

Se uomo o donna

non conosce l’Amore,

passa, per condanna,

i giorni senza sole.

                Per Amore si nasce,

                per Amore si vive:

                fin dalle fasce

                Amare si deve.

Per Amore si muore

se la vita lo impone,

ma in ogni occasione:

evviva l’Amore!

 

 30)   L’Asino e il suo padrone

L’Asino, stanco dal troppo lavoro,

un bel giorno al suo padrone

così disse, senza decoro,

con un raglio da campione:

“Caro amico, picchiami pure,

                ma io faccio quel che posso.

                Punto le zampe, tendo le giunture:

                ma a che serve, col peso grosso?

Picchia ancora, spaccami la groppa.

Se non capisci, come faccio io,

che la soma è sempre troppa:

chi è la bestia, padrone mio?”.

 

 31)   Preghiera Natalizia

(in occasione del terremoto di fine Novembre 2002)

“O Natale, sei ormai vicino

col tuo passo assai spedito:

quando arrivi col Bambino,

portaci il regalo più gradito:

                Fa’ che abbia il nostro Mondo

                grande appetito di serenità,

                sete di pace nel profondo

                del cuore – e tanta bontà.

Quando vieni qui da noi

che ancor viviamo nel terrore,

porta a tutti i doni tuoi:

grande gioia e tanto amore.

                 Il disastro che ci ha colpito

                fa’ che non torni più:

                il nostro grazie più sentito,

                o caro, Bambinel Gesù!”.

E mentre scrivo  ‘ste parole,

un venticello vien dal Maestrale:

a tutti noi, colpiti dal dolore,

porti un lieto, buon Natale!.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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