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Poesie di Carlo Di Bella
Raccolta di Poesie di Carlo Di Bella Poeta Contadino e Mandolinista |
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PRESENTAZIONE a) – CONTENUTO: Le Poesie riportano, in modo appassionato e sofferto, le varie esperienze di vita dell’Autore; esperienze vissute, in patria e all’estero: durante la triste infanzia nel mondo rurale, ormai scomparso, e poi durante la sua lunga vita avventurosa, ancora in atto, nel convulso mondo odierno cittadino. Ci colpiscono la grande ricchezza e genuinità dei sentimenti espressi da una persona “ricca di umanità”, qual è Carlo Di BELLA: contadino, emigrante, bidello; poeta e mandolinista; amante delle semplici gioie della vita: le bellezze della natura, l’amore e l’amicizia; l’attaccamento viscerale alla “sua” Calabria: intenso come l’amore del bambino alla Mamma. E, sopra tutto, la sua grande, eccezionale “paternità”: padre di ben 10 figli! Ogni Poesia può essere giustamente paragonata al quadro di un pittore “naif”, il quale rappresenta la sua realtà con un’arte pittorica alquanto ingenua, forse un po’ rozza, ma estremamente espressiva e coinvolgente. b) – FORMA: Semplice ma incisiva ed efficace, come è la parlata della gente comune, che non nasconde mai le proprie emozioni, sia di gioia che di dolore; ma le “butta fuori” così come la Vita, ogni giorno, le fa nascere dentro di noi. c) – REDAZIONE I testi delle singole Poesie sono stati rielaborati e riportati in strofe con versi legati tra loro dalla rima (quando possibile), oppure tenuti assieme da semplici “assonanze” di buon effetto ritmico; conservandone sempre la forma e il contenuto originali, da: Giuseppe QUARANTA (insegnante in pensione) Martinengo (Bg) Operatore al “computer”: Luciano BELOTTI Cortenuova (Bg) con la collaborazione di: Saverio LARIA Martinengo (Bg) |
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Elenco delle Poesie: |
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1 – La Festa più bella dell’anno 2 – La Scuola 3 – Il Bidello scolastico 4 – Milano, città generosa 5 – 11 Novembre: festa di S. Martino 6 – Il mio Nome di battesimo 7 – Il mio Paesello 8 – Al sorgere del Sole 9 – La Canzone più bella 10 – Calabria, un po’ vecchiarella 11 – Autobiografia 12 – Se si potesse fermare il Tempo! 13 – Autunno 14 – Allo spuntar del Sole 15 – Quando spunta la Luna |
16 – Tropea, cittadina turistica 17 – L’Estate sta finendo 18 – Il Re della foresta 19 – Un Calabrese a Milano 20 – Una strana Coppia di custodi 21 – Amaro destino 22 – Inquinamento atmosferico 23 – La scomparsa di Don Michele 24 – Paese mio, che stai sulla collina 25 – Il Mondo, oggi 26 – Il Contadino e il suo lavoro 27 – Saper vivere la Vita 28 – La mia tormentata Infanzia 29 – L’Amore 30 – L’Asino e il suo padrone 31 – Preghiera natalizia |
1) La Festa più bella dell’anno Natale, come tutti sanno, è la Festa più bella dell’anno e questi sono i pochi doni che io chiedo al Bambino: un po’ di benessere per l’Umanità e di pace su tutta la Terra; una casetta per chi non ce l’ha e ai cattivi, un po’ di bontà. Se per me, alla fine, nel cesto proprio nessun dono resta, Natale sarà certo lo stesso, pure quest’anno, una grande Festa! Milano, marzo 1999 2) La Scuola La Scuola, da quando è nata, è fonte di benessere e cultura, perché a tutti il suo sapere dona, con amore e grande cura. Non guarda in faccia a nessuno, né belli né brutti: se uno ha voglia di studiare, ne raccoglie grandi frutti. Per ogni ragazzo o ragazza Essa traccia, ben definita la sua buona, lunga strada per tutto il corso della Vita. 3) Il Bidello scolastico Dopo tanti versi miei, belli e meno belli, questa volta voglio darvi un pensiero sui bidelli. Bello sarebbe guardarci con l’occhio più sereno e dalla nostra bocca non emanare più veleno. Fare il bidello non è male: basta non fare i trasgressori e lavorare per gli alunni, come fanno i professori. Prendiamo la vita in allegria, seguendo gli ordini di Segreteria. Sempre vien la fine del mese coi quattrini, per le spese! 4) Milano, città generosa Un giorno d’altri tempi siamo partiti , da lontano, per venire da Te, in tanti, a chiederti una mano. E Tu, col cuore in mano, ti sei fatta, Milano, avanti e le tue porte hai aperto proprio a tutti quanti. Dal lontano Sud veniamo: certo tutta gente pulita. Poco noi ti chiediamo: solo un lavoro, per la Vita. E Tu, generosa come sei, hai voluto regalare a tutti: un lavoro, per campare e un letto, per riposare. Ci hai regalato proprio tutto: navigli, monumenti, il Duomo; vie, piazze, la Madonnina: dei Milanesi, la gran Regina! Per tutto quello che per noi hai fatto, cara Milano, di cuore ti dico: grazie e forte ti stringo la mano! 5) 11 Novembre: festa di S. Martino Ogni mosto diventa vino: così un proverbio antico dice e a me Carlo, detto Carlino il buon vino molto piace. Appena alzatomi dal letto prego sempre S. Martino di concedermi, con affetto, un bicchiere pien di vino. Se poi c’è un altro Santo che vuol prender la mie difese, sarei ancora più contento una damigiana averne al mese. Ma non è finita, certo: pregherei anche di notte tutti i Santi, in concerto, di portarmene una botte. E finalmente poter fare una lunga, gran bevuta e ubriaco fradicio passare, in cantina una annata. Dopo un anno risvegliarmi, con la mente ben serena: con la moglie ubriaca e la botte, ancora piena! 6) Il mio Nome di battesimo Per gli amici mi chiamo Carlo, ma gli sembra più carino ad alcuni, chiamarmi Carlino. Per altri poi, è più perfetto invece di Carlo, chiamar Carletto. Per me non ha importanza: Carlo, Carletto o Carlino; l’importante che, da bambino, leggevo dei libri con costanza e suonavo pure il mandolino. Anche oggi, in età avanzata, mi metto a fare la serenata: dalle note sprizza tale melodia, che se tengo malinconia, d’incanto me la porta via. Sono sicuro che vivendo con questo bel sistemino, la fine la farò cantando dopo una vita avventurosa, abbracciato al mandolino. Che suonare nell’Aldilà potrò certo, finalmente: non potendolo di qua, con tante cose da sbrigare e ben 10 figli da allevare! 7) Il mio Paesello Gasponi, mio caro Paesello, ti amo molto, perché sei bello. Sorgi sulla sponda di un ruscello da noi chiamato Fiumicello. Sei recintato da una fiumara: ma lì la vita costa cara. A monte, si alza la collina; a valle, si stende la marina. C’è una fonte, una fontana, un campanile e una campana; una bottega, il calzolaio, il becchino e il fornaio. Ci son le strade un po’ tortuose fiancheggiate da mimose; ci sono alberi di ulivo, agrumeti, fichi, mandorli e vigneti. Si fa il vino in abbondanza: se lo bevi, ti dà sostanza. C’è la posta, il camposanto: di protettore c’è un Santo. C’è il droghiere, il sagrestano, il farmacista e l’ortolano; il mugnaio e il contadino, l’elettricista e lo spazzino. C’è la Casa parrocchiale e la giunta comunale, c’è la gente assai cortese: quanto è bello il mio Paese! 8) Al sorgere del Sole O Sole, che sorgi al mattino e nell’aria fai un tremolio, riscaldi e profumi il giardino e ti specchi nel piccolo Rio. Dal mare mandi una brezza, che l’aria profuma e scalda il cuore al pescatore, che tira la rezza coi pesci e gli vien da cantare: “Per questo gran dono venuto dal mare, un saluto ti mando e un grazie di cuore dal paesello natio: o caro, Sole mio! 9) La Canzone più bella Questa è la canzone scritta con parole raccolte nei miei sogni e nata dal mio cuore. Parole senza suono che volano nel cielo, formando una canzone piena di mistero. Una canzone bella, scritta col pensiero e che, di bocca in bocca, gira il Mondo intero. Mentre la scrivevo capivo che era bella, perché sono parole dettate da una stella. Una stella illuminata che il mare, di nascosto, ha subito fotografata: ma essa è svanita. I pesci, sbalorditi da quella strana luce, da quel momento in poi sono rimasti muti. Che colpa ne ho io se questa stupidella, piccola canzone, di tutte è la più bella? 10) Calabria, un po’ vecchiarella Calabria, mia bella, una vita è passata e un po’ vecchiarella sei già diventata. Ad uno ad uno, tutti i tuoi figli spinti dal bisogno ti scappano via. Chi prende il treno, chi l’aeroplano e va a finire in un Paese lontano. Ma l’idea fissa è sempre quella: tornare da Te, cara vecchiarella. Di notte, nel sogno, un suon di campana: “Sveglia, ragazzi, la Mamma ci chiama!” Sulla via del ritorno si balla, si canta: per tutto quel giorno, si fa una gran festa. E a fine bisboccia, O cara Calabria, nessuno protesta sei la più bella: se nella saccoccia se pur ti vediamo una lira non resta. un po’ vecchiarella! 11) Autobiografia Non per nulla mi chiamo Carlo: perché prontissimo sono a farlo Faccio molto allenamento e in caso di contestazione, con il ritmo un po’ lento, ecco subito la dimostrazione. per non fare una bravata micidiale, in età avanzata. Non mi sono messo in testa, questo è vero, mai dei grilli Ho sempre avuto del coraggio: e alla moglie, nella mia vita, per salvare della gente, ho fatto fare ben 10 figli! il bagnino di salvataggio ho pure fatto, con patente. Amo assai le cortesie perciò scrivo poesie Dopo un sonno agitato e per farmi più notare mi svegliai, una mattina, il mandolino so suonare. e dissi: “Vado in Argentina!” e partii tutto contento. Nel bisogno, una mano a tutti dare sono pronto Girare il mondo è stato bello, e per questo io mi sento ma tornato dal Paese lontano, certo, un bravo Italiano. per 16 anni ho fatto il bidello nella media Gramsci di Milano. E perché il sangue scorra: di ginnastica, al dì, un’ora Ma per essere sempre capace e per conservare le ossa: di fare tutto con bravura, tre chilometri di corsa. occorre della linea grande cura e avere un metro di torace! Nella vita ho sempre fretta: faccio questo, faccio quello e vado spesso in bicicletta, più veloce di un girello. 12) Se si potesse fermare il Tempo! Dice il Tempo all’Universo: “Caro amico, io me ne vò; il sole, gli uccelli, i fiori tornano ma io più non tornerò. Vorrei fermarmi ancora, ma troppa è la fretta perché Qualcuno, di là, sull’orizzonte aspetta. E mentre corro sulla via, un dritto solco traccerò e questo è il segno certo, che fermarmi non potrò!” La via è molto lunga, veloce il Tempo va: saluta l’Universo e corre in libertà. 13) Autunno Autunno, caro Autunno, mi hai preso con inganno: mandando via l’Estate, mi hai procurato un danno. Il Sole che scaldava un po’ hai raffreddato, ma dell’errore fatto ti sei poi reso conto. E tenti di rubare le foglie agli alberi; per prepararmi un manto e farmi riscaldare. Cerchi di confondermi dicendomi, a parole, di procurarmi il caldo che hai rubato al Sole Mia madre mi ha fatto un uomo mite e buono: il male che mi hai fatto, di cuore, io ti perdono. 14) Allo spuntar del Sole Dopo il buio della notte, nel chiaro del mattino il Sole brilla, in alto, nel cielo ancor turchino. Verso mezzogiorno, tutto è caldo intorno e con la sua gran figura, gode tutta la Natura. Ma quando vien la sera e suona l’Ave Maria, la gente in preghiera si riunisce, pia. Il Sole, per riposare si sceglie sempre il mare, ma il giorno successivo sui monti riappare. Da mille e mille anni si ripete il ritornello: il mondo con il Sole, sempre sarà più bello! 15) Quando spunta la Luna O bianca Luna, che splendi lassù nel cielo stellato, dipinto di blu. La tua pallida luce, o mite Luna, per noi, di notte, è la Fortuna. Il Sole ti illumina, le stelle ti adornano; la Terra, correndo, ti fa il girotondo. O magica Luna, che brilli lassù nel cielo turchino, la più bella sei tu! 16) Tropea, cittadina turistica Ai piedi di colline verdeggianti c’è un litorale tutto pianeggiante dove sorge, da secoli, Tropea: cittadina bella, più che una Dea. Guardando dall’alto il panorama ti si incanta la vista; Tropea, per vari mesi dell’anno, è dolce meta del turista. Se dalla piazzetta antica volgi lo sguardo a ponente scorgi le Eolie, lo Stromboli, la chiesetta e il mare, all’orizzonte. Ogni turista, quando a casa torna, un ricordino con sè porta: Tropea, col mare di sfondo, da tutti amata nel mondo. Il vero turista, previdente, che i soldi non vuole sprecare, negli anni a venire, certamente a Tropea vorrà tornare!. 17) L’Estate sta finendo L’Estate sta ormai finendo, il gran caldo sta passando e il mio cuore sta soffrendo: l’Autunno presto arriverà. Giorni corti, tempo incerto: più di questo non si avrà; i giorni lunghi, soleggiati son finiti: che vuoi far? Con il tempo, alla fine, pur l’Inverno arriverà: con il gelo e con la neve il giardino coprirà. Primavera con il Sole, gelo e neve scioglierà; poi l’Estate, finalmente, tutto il mondo scalderà. E la gente col valigione in vacanza se ne andrà, canticchiando la canzone che un cantante lancerà. Ora il caldo sta finendo, pure i giorni accorciando e l’Estate, con rimpianto, in silenzio se ne va. |
18) IL Re della foresta Da secoli ormai lontani il leone, nella foresta, degli animali, malati e sani, sempre Re è stato, e resta. Se ha fame, in agguato degli amici pur su mette e se pigliarli gli è dato, ne fa subito polpette. Della foresta è il Re: di elefanti ne vuole tre; corre forte come il vento: di cinghiali ne vuole cento. Gli sciacalli ringhiando se ne stanno ben lontano, pur talvolta essi volendo forte stringergli la mano. Ma la lor paura è tanta, che può fare fino “novanta” ed il Re della foresta pur di questo se ne vanta. Gli avvoltoi che svolazzano liberi nell’azzurro cielo, degli avanzi suoi non lasciano proprio neanche un pelo. Nella foresta, di animali che al leone fanno paura, nessuno mai ce n’è: di tutti sempre sarà il Re!
19) Un Calabrese a Milano (parole di attaccamento alla propria Terra) Calabria, mia bella, da quando ti ho lasciato di Te sono diventato pazzo innamorato. Per il tuo clima mite e il mare incantato, per me sei la più bella terra del Creato. Con il tuo mare azzurro e il ciel sempre sereno, di mille colori adornata ti ha l’arcobaleno. Per queste tue bellezze avute dalla natura, la gente del mondo intero ti viene a visitare. Soltanto per lavoro un dì sono emigrato: la Metropoli lombarda or mi tiene rifugiato. Da quando son partito, di più ti ho apprezzato perché, fra tanta gente, solo mi son trovato. Ma ti prometto, o cara, Per il resto della vita un dì di ritornare sempre farti compagnia e attorno al focolare e non lasciarti più, il tempo poi passare. o dolce, Calabria mia!
20) Una strana Coppia di custodi Un certo Pinco Pallino di cui mi sfugge il nome, Per il loro bel carattere, faceva, fin dal mattino, aggressivo e provocante, il custode di professione. nello spazio di un ettaro se ne stava ognun distante. Felicemente sposati, lui e la “mugliera” Se qualcosa c’era da prendere facevano da coniugati, nella scuola, sempre loro proprio una coppia vera. la volevano certo avere, come l’ufficio del Tesoro. Nati erano, caso raro, i due un dì di festa Il lavoro di custodi e per tara manifesta, era stato per la coppia. erano allergici al lavoro. tutta spine e molti nodi, una grossa, vera pacchia. La mattina, solo per fare alcuni metri per aprire Arrivata poi la fine i cancelli della scuola, della lunga lor carriera, un nodo avevano alla gola. rifiutavano l’occasione di andarsene in pensione… Poi per tutta la giornata una grossa sfacchinata: Questa è la descrizione lavoro a maglia, con l’appoggio di una coppia senza nome, di un bidello all’orologio. molto strana, ma esistita me ben conosciuta!
21) Amaro destino Dell’amaro destino che ogni essere mortale incontra sul suo cammino, vi voglio ora parlare. Ogni uomo che nasce e arriva qui da noi, apre gli occhi alla luce e una strada imbocca, poi. Una strada che conduce, nella buona e mala sorte, alla fine della vita nelle braccia della Morte. Senza lacrime e dolore ha voluto Essa, un giorno, liberarsi del suo cuore per colpire, tutto attorno. Ora va girovagando delle case sopra i tetti: i buoni a terra falciando e, più ancora, i maledetti, Se qualcuno gli resiste lo affronta senza paura, trascinandolo con sè nell’eterna sepoltura. E’ la fine troppo ingrata preparataci dalla Sorte: dopo una vita travagliata, avere il bacio della Morte. Questo è il destino amaro, da sempre stabilito e a tutti noi mortali, purtroppo riservato!
22) Inquinamento atmosferico (scritta negli anni Ottanta) L’Ecologia pulita da tempo è già sparita Ormai il nostro Mondo e non rimane ormai, è una grande Babilonia: a noi per respirare, non basta tutto il male altro che aria fetida già fatto con perfidia, che inquina e fa crepare. stanno pure distruggendo la foresta in Amazzonia. La colpa principale è di ogni Industriale Si è avuto poi l’effetto e se ora più non piove, quasi di un forte tuono, durante il lungo inverno, quando di recente la colpa è dovuta, pare, è stato anche scoperto, ai Capi di governo. con angoscia della gente, il gran “buco” dell’ozono. A tutti essi lasciano la più grande libertà Ognuno ormai lo sa: di provocare un danno se il grande Inquinamento mortale all’Umanità, entro poco tempo mentre loro mangiano per nulla diminuirà, e bevono a sazietà. sarà la fine certa dell’intera Umanità!
23) La scomparsa di Don Michele (Parroco del nostro paese Gasponi) Don Michele si chiamava e proprio come un santo Egli tra noi viveva. Amava la sua gente: un posticino in cielo si meritò, sicuramente. La vita passò sacrificata: grande devoto era di Maria Immacolata. Pregava Iddio, a tutte l’ore, per poter avvicinare più anime al Signore. Il giorno in cui morì sul paese calò un velo di tristezza e di gelo. Ora Lui è già di là e ci aspetta tutti, con zelo, tra gli angeli del Cielo!
24) Paese mio, che stai sulla collina Paese mio, che stai sulla collina, il viso tuo si specchia Perché, di volta in volta, laggiù nella marina, qualcuno non si trova che tutta al sole luccica. e dirgli non potrò mai: “Paesano, come stai?” Se ti ho lasciato, un giorno, mi devi perdonare A te potrà sembrare e per questo, ogni tanto, una piccola soddisfazione, ti vengo a visitare. di nuovo incontrare l’amico mio del cuore. E dopo che avrò fatto un lungo cammino, Invece è una grande, mi butterò in ginocchio, unica soddisfazione, stanco, a te vicino. che mi riempie l’animo. di gioia e commozione. Mi metterò a pregare perché gli amici miei, Anche tu mi manchi tanto, che un giorno ho lasciato, o caro, bel Paesello, io possa ritrovare. che sulla collina, intatto, rimani sempre quello!
25) Il Mondo, oggi Oggi il Mondo intero è sconvolto da guerre, calamità, rapine, che non hanno più confine. Tutto questo è fatale per l’uomo normale, che solo Pace vuole e non subire il male. Ma la gente, impazzita, più non sente ragione e per farsi arricchita, userebbe il cannone. Non andremo certo lontano seguendo questa pista; la chiave oggi del male si chiama: terrorista. La gente disperata grida: “Vogliamo tutti la Pace; continuare questa vita l’uomo non è più capace!”. Dal cielo, tosto una voce si sente echeggiare: “Se volete davvero la Pace, dovete la vita cambiare!”.
26) Il Contadino e il suo lavoro Da secoli l’agricoltura è l’arte del Contadino, che con la sua bravura dall’uva ricava il vino. Egli fa un lavoro duro: al sole, all’acqua, al vento ma dalla terra fertile fa nascere il frumento. Dopo l’inverno gelido, di freddo e di tortura, aspetta il caldo giugno per far la mietitura. Con la farina, un giorno, caldo e profumato appena cotto al forno, il pane ha preparato. Ormai in ogni casa si beve il dolce vino: la bevanda succosa del forte Contadino. Il grande suo lavoro del tutto gli piacerà, quando potrà sfamare l’intera Umanità!
27) Saper vivere la Vita Sarebbe bello, se ogni essere umano sapesse apprezzare della vita il dono, vivendo con dignità, cosciente che vivere è bello, in ogni istante. E’ bello quando cala il tramonto, scendono le tenebre e si fa notte: stanchi dal lavoro, ci accoglie il letto e ci addormentiamo lentamente. Ancor più bello quando, al mattino, ci si sveglia riposati, per benino e preso il caffè bollente, si va al lavoro, fra la gente. Sarebbe bello, se nel tempo estivo, al posto della pioggia ”nucleare” scendessero dal cielo rami d’ulivo, simbolo di pace universale. Scongiurare così il terrore che colpisce ogni essere mortale: mettergli nel cuore un po’ di amore e togliere dalla Terra ogni male. Sarebbe bello, se i Capi di governo di tutte le nazioni del Mondo fossero più saggi, eliminando le guerre dai popoli, in eterno. Sarebbe bello, infine, se un giorno, tutta la gente si desse la mano e facendo un grande girotondo ballasse, cantando, intorno al Mondo!
28) La mia tormentata Infanzia Succhiavo ancor la “bibarola” e mio padre, la mattina, Tutto era diverso allora: mi portava con sé fòra i figli non stavano in casa nei verdi campi a zappare, fino a trent’anni, come ora; a seminare il biondo grano non pretendevano ogni cosa per poter così campare. dai genitori anziani e con misere pensioni. Erano gli anni Quaranta: si pativa molta fame Vorrei poter invitare e la miseria era tanta. tutti quelli della mia età: C’era pure la guerra: una festa con loro fare dormivo nel fossato, tra sorrisi e ilarità, con la faccia a terra. per scacciare gli affanni dei lontani, tristi anni. A Pasqua e a Natale, le feste più belle, Ma le cose appena scritte, per pranzo mi mangiavo non le posso più scordare: solo alcune frittelle perché tutte le ho vissute e, se ero fortunato, e sofferte con dolore, un uovo fritto e pepato. nell’infanzia tormentata di una vita, ormai passata!
29) L’Amore Mi sai tu dire cos’è l’Amore? Una risposta facile ti voglio dare. Ce l’ho da tempo in punta di dita: L’Amore è la cosa più bella della Vita! Se uomo o donna non conosce l’Amore, passa, per condanna, i giorni senza sole. Per Amore si nasce, per Amore si vive: fin dalle fasce Amare si deve. Per Amore si muore se la vita lo impone, ma in ogni occasione: evviva l’Amore!
30) L’Asino e il suo padrone L’Asino, stanco dal troppo lavoro, un bel giorno al suo padrone così disse, senza decoro, con un raglio da campione: “Caro amico, picchiami pure, ma io faccio quel che posso. Punto le zampe, tendo le giunture: ma a che serve, col peso grosso? Picchia ancora, spaccami la groppa. Se non capisci, come faccio io, che la soma è sempre troppa: chi è la bestia, padrone mio?”.
31) Preghiera Natalizia (in occasione del terremoto di fine Novembre 2002) “O Natale, sei ormai vicino col tuo passo assai spedito: quando arrivi col Bambino, portaci il regalo più gradito: Fa’ che abbia il nostro Mondo grande appetito di serenità, sete di pace nel profondo del cuore – e tanta bontà. Quando vieni qui da noi che ancor viviamo nel terrore, porta a tutti i doni tuoi: grande gioia e tanto amore. Il disastro che ci ha colpito fa’ che non torni più: il nostro grazie più sentito, o caro, Bambinel Gesù!”. E mentre scrivo ‘ste parole, un venticello vien dal Maestrale: a tutti noi, colpiti dal dolore, porti un lieto, buon Natale!.
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