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Gasponi Comune di Drapia
La classe del 19xx con la maestra Cosmina Rombolà di Caria |
Gasponi... cenni storici Sorto probabilmente in età prebizantina, nell’ambito degli insediamenti della massa Trapeana, nel periodo bizantino assunse l’attuale denominazione derivando probabilmente il proprio nome dal prediale bizantino Χασπα da cui proviene Χασπονι (cioè paese della famiglia dei Χασπα), quindi Gasponi e le varianti Chespano o Chespanum. Questo primo nucleo di abitanti del paese sorse in prossimità del fiumicello Cheo (ora torrente Lumia), vivendo un fase importante della sua storia nel periodo bizantino. Ai bizantini si sostituì la nefasta dominazione normanna con forti conseguenze di cambiamento in ogni settore, sia economico che culturale. Nel ‘5oo Gasponi faceva parte dei 23 Casali di Tropea. Era un centro agricolo dove abbondava la produzione dell’olio alternando periodi di floridezza e crisi. Il secolo successivo si presenta addirittura come un periodo di completo regresso: l'economia non risponde né al lavoro dell’uomo né alla fertilità dei campi e questo fu causa di un inevitabile decremento demografico. Come se ciò non bastasse, sempre nel ‘600, Gasponi che pure disponeva di tre Torri per la difesa del suo territorio, era impegnata per la difesa contro le continue incursioni piratesche. Le Torri avevano la funzione di avvertire la popolazione, con fuochi o suono di campana, a seconda dell’ora del pericolo ed erano dislocate in vari punti strategici lungo il territorio:
Il ‘7oo fu, in grandi linee, un periodo di benessere per Gasponi con abbondante produzione di verdura, cereali, ulivi e frutta d’ogni genere. Vi si coltivava il lino e le piante di cotone ed era praticata la produzione ed il commercio della seta. Vi era abbondanza d'acqua che veniva utilizzata per l’irrigazione dei campi e che andando verso valle, alimentava alcuni mulini. Vi era, inoltre, una fonte che forniva ottima acqua in quantità. Molti nobili di Tropea erano soliti risiedere in questo villaggio. Nel 1811, Gasponi entrò a far parte del Comune di Drapia, insieme alle frazioni di Caria, Barbalaconi e Lampazzone. Nel paese, in questo periodo, l’attività prevalente era l’agricoltura e se anche nella nostra zona vi era un relativo benessere, le condizioni di vita non si possono ritenere certo migliori che altrove. A ciò si aggiunse l’unità d’Italia con tutte le sue conseguenze, dal brigantaggio che diruppe violentemente, all’emigrazione causata dalle cattive condizioni in cui si era costretti a vivere. Il secolo XX fu un periodo di sconvolgimento radicale sin dagli inizi. Infatti, in seguito al terremoto dell’8 settembre 1905 e del 28 dicembre 1908, che distrusse gran parte dell’abitato di Gasponi, molti abitanti rimasero senza tetto. Per essi si costruirono circa cento baracche ed essendo la chiesa parrocchiale gravemente danneggiata in quegli anni fece da chiesa una baracca di legno. Il regio decreto (convertito poi in legge) stabiliva, fra gli altri articoli, che la costruzione per l’ampliamento dell’abitato doveva essere fatta nella contrada S. Angelo. Nel 1914 il Genio Civile dava inizio alla pratica dello spostamento per disposizione del Ministero Direz. Gen. dei servizi speciali. Successivamente per l’opposizione della popolazione, il progetto fu abbandonato e l’ampliamento si fece vicino al vecchio centro abitato. |
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La Storia di Sant'Acindino La biografia, o meglio la passio di questo santo ci è stata trasmessa da Simone Logoteta nel suo menologio composto verso la fine del X secolo. Secondo il testo, Acindino e i suoi compagni (Pegasio e Anempodisto) vivevano in Persia e predicavano la fede cristiana, durante la persecuzione di Shapur II furono denunciati alle autorità. Interrogati e torturati dal sovrano, furono miracolosamente risanati, le loro catene si fusero come cera, mentre una violentissima tempesta si abbatté sulla città; Shapur perdette la favella, che poi riottenne per intercessione dei martiri. Immersi, allora, nel piombo liquefatto, ne uscirono illesi, destando la meraviglia dei carnefici, di cui uno Aftonio, si convertì e fu subito decapitato; precipitati quindi in mare chiusi in un sacco, riapparvero incolumi. Intanto nel senato persiano Elpideforo ed altri senatori avevano preso le difese dei martiri pagando poi con la vita il loro ardire. Finalmente Acindino, Pegasio e Anempodisto furono bruciati vivi insieme con ventotto soldati e, nientemeno, con la madre dello stesso sovrano il 2 novembre intorno al 350. Anche se il racconto della passione sopra esposto contiene molti elementi che possiamo ritenere leggendari, o almeno tali si presentano, non vi sono prove che ci portano a dubitare del suo nucleo storico. Sappiamo che sia prima che dopo l’editto di Costantino, il vangelo si stava diffondendo fuori dei confini dell’impero romano per opera dei greci, e greci sono i nomi di questi Santi, Acindino, da (a-kindynos) significa “colui che non teme pericolo”, in oltre sappiamo che sotto il regno di Shapur II (339-379 d. c.), ci fu davvero in Persia una persecuzione anticristiana, dovuta da un lato, al progetto riformista di questo sovrano che voleva restaurare l’impero persiano e la sua religione ufficiale lo Zoroastrismo e dall’altro al fatto che il cristianesimo si avviava a divenire la religione ufficiale dell’impero romano tradizionale nemico dei persiani. Lo stesso supplizio capitale inusuale, il rogo invece che la decapitazione, comune nelle Passiones, ci fa propendere per la storicità del nucleo del racconto. Per quanto riguarda le loro reliquie sarebbero state più tardi trasportate a Costantinopoli dove si veneravano nella chiesa a loro dedicata. Durante la quarta crociata (1204) una reliquia di Acindino fini a Vedans, in Francia, e di lì nell’abbazia di Rosières (Giura). Perduta durante la Rivoluzione, fu ritrovata nel 1892 dal sac. Don Guichard a Grozon, l’odierna Saint-Barthélémy-Grozon (sud-est della Francia nella regione Rhone-Alp). Un' altra reliquia si conserva pure a Brindisi nella sezione del museo diocesno istituita presso la chiesa di San Benedetto. Riguardo il loro culto i ss. Martiri sono celebrati sia in oriente, dove anno un ampio culto e dove hanno un lungo Ufficio in loro onore, sia in occidente il 2 novembre, fatta eccezione per Gasponi (frazione del comune di Drapia, in provincia di Vibo Valentia) dove la festa di Sant’Acindino è celebrata il 3 di novembre (per la coincidenza con la commemorazione dei defunti), con festeggiamenti religiosi e civili. Da segnalare un’immagine dei SS. Martiri nella Pala D’oro di San Marco a Venezia. |
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Gasponi di Drapia - Manifestazione con la partecipazione di Otello Profazio (novembre 2004) L’importanza della memoria di Maria Teresa Grillo "Senza la riconoscenza della memoria ogni generazione si chiude su se stessa, dimentica che l'umanità è formata da una lunga catena di memoria che si stende dall'inizio della vicenda umana e si protende verso il futuro e diventa spiritualmente sterile". Con questa parole è stata introdotta la serata del 2 novembre, dedicata alla commemorazione dei defunti che la comunità di Gasponi, frazione di Drapia, ha voluto celebrare attraverso le parole di Otello Profazio, il principe dei cantastorie calabresi. Il 2 novembre, tra l'altro, a Gasponi coincide con la festa del patrono, S. Acindino martire, vissuto in Persia e bruciato sul rogo perché cristiano durante il regno di Shapur II (339-379). Il concerto è stato organizzato da un comitato composto da Giancarlo Di Bella, Francesco Iannello e Giuseppe Vita ed ha risposto alla volontà sottolineare il valore fondante della memoria all'interno di una comunità, lo stretto legame che tiene uniti ai propri cari dei quali a volte non si riesce ad accettare la mancanza ma verso i quali si nutre la consapevolezza di una presenza costante. Questi, appunto, i temi affrontati da Otello Profazio che ha fatto del tema della morte il fulcro della sua esibizione ed è stato capace di mostrarne le varie sfaccettature, i vari modi in cui l'evento ignoto per eccellenza viene espresso dalle parole umane. Tutto questo attraverso brani come "Ciangimi mamma", "La Catarina", "La brava morte", capaci di penetrare nel profondo del nostro tessuto sociale fino a toccare il tema dell'emigrazione ("L'America", "L'Australia"), vissuta spesso come una vera e propria morte a causa del distacco, a volte definitivo, dai propri familiari che essa comportava. Una serata diversa, insomma, un modo particolare di ricordarsi dei propri cari defunti, che ha visto la partecipazione di giovani e meno giovani di Gasponi e delle comunità circostanti, perché, com'è stato giustamente sottolineato, "attraverso l'arte che è la suprema espressione del cuore dell'uomo, dei suoi desideri più reconditi, delle sue memorie più care, questa nostra serata si fa interprete dei valori più alti dell'umanità". |
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Programma Drapia. Un concerto per commemorare i defunti DRAPIA - Ricordare i nostri defunti, è questo il messaggio che il giorno del due novembre porta alla mente e al cuore di tutti noi; rendere loro omaggio per quanto hanno fatto nella loro vita. Nella frazione di Gasponi, del comune di Drapia, un comitato preposto, ha scelto di commemorare i defunti nel giorno a loro dedicato, non solo recandosi al cimitero per portare luci e fiori, ma organizzando anche un concerto speciale che avrà inizio alle 20.30 e per il quale ci sarà la presenza del cantautore Otello Profazio. Giorno 3, invece, lo stesso comitato ha organizzato una solenne cerimonia in onore dei caduti di tutte le guerre. Presso il monumento ci sarà la deposizione della corona di alloro e il sindaco Aurelio Rombolà farà il suo discorso di ricordo e di omaggio per tutti i concittadini che hanno sacrificato la vita per difendere l'Italia e assicurare al popolo italiano un avvenire di tranquillità e di pace. Saranno ricordati i caduti e le vittime di tutte le guerre, del terrorismo, di ogni etnia e religione e soprattutto i bambini, vittime innocenti e indifesi. Ci sarà anche una commemorazione da parte degli alunni della scuola media comunale Salvo D'Acquisto e sarà recitata da tutti una preghiera in suffragio dei caduti. |
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Gasponi 04.11.2004 Festa in onore di Sant'Acendino |
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In coincidenza della festa in onore a Sant' Acendino, del 3 Novembre 2002, si è svolta la commemorazione dei caduti di tutte le guerre, ed in occasione è stato inaugurato il restauro del monumento ai caduti e la benedizione del nuovo gonfalone comunale. Alla cerimonia ha partecipato la cittadinanza di Gasponi, le autorità militari, amministrative e religiose del comune. Durante la funzione ci sono stati gli interventi fra cui la recitazione, da parte di una bambina, della poesia Il Capitano di Ungaretti dedicata a un caduto di Monteleone nella 1° Guerra Mondiale (qui di lato), di spessore si è notato l'intervento del capitano della compagnia carabinieri di Tropea Arrigo Caleffi, che ha fatto riflettere sull'evento e che ha sottolineato la carenza di tali manifestazioni da parte di comunità numericamente più importanti. La manifestazione ben organizzata è apparsa suggestiva all'esecuzione dell'inno di Mameli e del Silenzio, intonati ottimamente dalla banda di Filadelfia.
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Momenti della cerimonia |
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Momenti della cerimonia |
Centro abitato di Gasponi a sinistra la veduta di S. Angelo e sullo sfondo Tropea |
Gasponi d'estate: Peppittu ed amici |
e-mail: Piapia@Poro.it |
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