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Sant'Angelo Contrada di Gasponi
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Sant'Angelo: Chiesa ed ex colonia per ragazzi |
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Sant'Angelo: Il pianoro |
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Il campo sportivo di Sant'Angelo nel 2000 - Il suo continuo degrado |
Struttura dotata di pista di atletica, ma abbandonata al degrado da anni Titolo: Una discarica nel campo sportivo Nell’impianto di S. Angelo ultimamente viene depositato di tutto
Drapia - Un immondezzaio in un impianto sportivo. Ecco ciò che sta accadendo al campo di calcio di S. Angelo situato nel territorio del comune di Drapia e di competenza dell’amministrazione provinciale. Dimenticato, abbandonato, degradato, pur trattandosi di una delle pochissime strutture presenti in provincia dotate, tra le altre cose, di pista di atletica regolamentare. La storia di questo impianto è lunga e complessa. Delle vicende passate ci limitiamo solo a dire che è stato costruito più di venti anni fa e non è stato mai ultimato e utilizzato, se non saltuariamente, come pascolo, da alcune mandrie di pecore e mucche. La cronaca degli ultimi sette mesi registra, anzitutto, la promessa di intervenire, per recuperarlo e riqualificarlo, da parte del Presidente della Provincia Francesco De Nisi, pronunciata in un incontro pubblico a novembre nei locali dell’ex scuola media nella frazione Brattirò. Un paio di mesi dopo, nel periodo natalizio, si è verificato il crollo di un muro perimetrale, creando una vera e propria voragine. Sono intervenuti degli operai ma, anziché rimediare il danno, hanno peggiorato la situazione. Per raccogliere i detriti, infatti, sono entrati all’interno della pista di atletica con le ruspe e hanno movimentato il suolo, rendendolo simile alle sabbie mobili. Il terreno, indurendosi successivamente col sole, è diventato pieno di solchi, molto insidiosi, che ne impediscono la percorrenza. Detto altrimenti, prima dell’“intervento”, l’impianto era degradato, ma almeno si poteva andare a correre nel circuito di atletica, seppur tra erbacce e animaletti di ogni tipo. Da allora non è stato più possibile fare neppure quello. Il muro, inoltre, non è stato nemmeno (e fino ad oggi) ricostruito, per cui la “crepa” creata dal crollo rappresenta tuttora un serio pericolo per il transito nella strada sovrastante. Come se non bastasse, le raffiche di vento succedutesi saltuariamente negli ultimi mesi hanno quasi completamente spazzato via lo strato di bitume collocato sul tetto degli spogliatoi e gettato giù quasi tutte le pareti divisorie in cemento dal lato del cancello di entrata. La variegata vegetazione nel terreno di gioco, inoltre, sta crescendo a dismisura, superando l’altezza media degli individui; mentre le specie animali si sono moltiplicate tra i folti rovi che ornano, di verde e di spine, ai lati, la struttura. La discarica a cielo aperto è, quindi, solo l’ultimo tassello di una lunga storia caratterizzata da incuria e abbandono. Quando si è iniziato a scaricare, pensavamo che depositassero solo inerti provenienti da demolizioni e costruzioni. Ma, scrutando all’interno del materiale riversato, abbiamo trovato di tutto: tubi di plastica, legname, porte, finestre, infissi, calcinacci, pezzi di elettrodomestici e, cosa più preoccupante, lastre di eternit. Alcuni di questi materiali sono altamente inquinanti, e per il loro smaltimento sono richieste diverse e particolari procedure. Non ci risulta si possano scaricare in quel posto. Quanto sta avvenendo è abusivo e illegale, oltre che pericoloso ed indecoroso. Insomma: una vergogna. Aggiungiamo, inoltre, che prima di stilare questa segnalazione (la terza riguardante il campo negli ultimi sette mesi e ci auguriamo l’ultima), abbiamo contattato i dirigenti dell’Us Drapia, unica squadra di calcio del comune, che disputa le gare casalinghe nella frazione Caria in un campo privato (ricordiamo che nel territorio comunale non ci sono strutture sportive pubbliche per il calcio). L’intero staff, che da poco ha anche creato una scuola calcio, sta da tempo spingendo per far aggiustare l’impianto e ottenerne la gestione. Tutti i componenti sostengono che non servono molte risorse, almeno nell’immediatezza, per risolvere le principali criticità e renderlo agibile o, quantomeno, praticabile. Gli stessi dirigenti ci hanno, tra le altre cose, pregato di sottolineare che durante questi mesi hanno appreso, tramite mezzo stampa (e con rammarico e dispiacere), che l’amministrazione provinciale ha contribuito al recupero di alcune strutture sportive nella nostra provincia. Una cosa simile, nonostante le “rassicurazioni” di De Nisi proferite in una riunione aperta al pubblico, non solo non è avvenuta per il campo di S. Angelo ma, come brevemente descritto, l’abbandono ed il degrado della struttura in questione da novembre, giorno della “promessa” del Presidente, sono andati nettamente, ed ulteriormente, aggravandosi. Mario Vallone, Il Quotidiano della Calabria pag. 18 - Giugno 2009 |
Sant'Angelo: Il campo sportivo nel 2009
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Non è stato ricostruito il muro perimetrale crollato TITOLO: Campo sportivo di S. Angelo, situazione peggiorata Le istituzioni competenti incapaci di dare risposte concrete
DRAPIA- Interrotti ormai da tre settimane i lavori per aggiustare il muro perimetrale dell’impianto sportivo di S. Angelo, nel comune di Drapia, dopo il crollo avvenuto durante il periodo natalizio. Non siamo a conoscenza dei motivi di tale blocco. Ma nessuno si illuda: non si trattava degli attesi interventi per il recupero della struttura. Di quelli, purtroppo, non si sente neppure l’odore. Proprio pochi giorni dopo il cedimento del muro in questione, avevamo “approfittato” della situazione per denunciare lo stato atavico di degrado in cui versava il campo, abbandonato da una ventina d’anni. La presenza degli operai della provincia per rimettere in piedi il muro, ci aveva fatto sperare che si sarebbe trovato il modo per riqualificare l’intera area e adoperala, finalmente, per lo scopo cui era stata progettata. Ogni nostra speranza si è rivelata una vera e propria illusione. Anzi, siamo passati di male in peggio. Infatti, nonostante l’impianto fosse in uno stato di degrado, prima dell’inizio di questi “lavori” si poteva almeno andare a correre nel circuito della pista (ricordiamo che si tratta di una delle pochissime strutture presenti in provincia dotate di percorso regolamentare di atletica). A causa delle pozzanghere, delle buche e della folta vegetazione, era certamente sgradevole e un po’ difficoltoso utilizzare l’impianto, ma non impossibile. Tant’è vero che molti appassionati di jogging (anche se timorosi per gli animaletti che potevano venire fuori dalle erbacce) continuavano a praticarlo. Da tre settimane circa non si può adoperare neppure in questo senso perché l’angolo interessato dalla frana del muro è stato reso impraticabile ed impercorribile. Le ruspe che si erano messe al lavoro per raccogliere i detriti hanno lasciato delle enormi buche e il terreno circostante, a causa delle continue manovre degli automezzi, è divenuto simile alle sabbie mobili. Come se non bastasse, dulcis in fundo, il muro, non è stato ricostruito. Uno spettacolo che prima era desolante e che oggi non riusciamo neppure a descrivere tanto è la rabbia, il degrado e la costernazione per ciò che si presenta ai nostri occhi. Sollecitiamo le istituzioni competenti (in questo caso la Provincia) e le autorità del territorio (tutti gli altri Enti) ad intervenire ed a spronare una soluzione perchè non ha alcun senso lasciare la situazione in questo stato. Non è possibile che non si riesca neppure a intervenire efficacemente per sanare le emergenze più evidenti. E pensare che questa struttura potrebbe essere un vero e proprio fiore all’occhiello per il territorio. La squadra comunale di Drapia non ha un terreno di gioco di proprietà pubblica dove giocare ed allenarsi. Questo campo sportivo, come ci hanno più volte spiegato i dirigenti, potrebbe far loro comodo. Anche la Vibonese, il cui staff dirigenziale ha manifestato più volte il desiderio di trovare un impianto adeguato per gli allenamenti, potrebbe usufruire di questa infrastruttura. Ricordiamo che il presidente De Nisi aveva promesso in un incontro pubblico con i cittadini del comune, che avrebbe agito per recuperarla e riqualificarla. Per il momento constatiamo che la situazione dell’impianto è nettamente peggiorata. Mario Vallone Il Quotidiano della Calabria, pag. 23. - 29 gennaio 2009 |
Sant'Angelo: Il campo sportivo nel 2009 |
Sant'Angelo: Il campo sportivo nel 2009 |
Una delle poche strutture provinciali dotata di pista di atletica TITOLO: Un impianto sportivo inutilizzato Il Presidente De Nisi aveva promesso che sarebbe intervenuto
Drapia - Nessun atleta calabrese ha preso parte agli ultimi giochi olimpici di Pechino: un record. Anche Paesi sottosviluppati come il Bhutan, oppure afflitti da una guerra civile come lo Sri Lanka, sono riusciti ad inviare un proprio rappresentante alla manifestazione sportiva più importante e conosciuta del mondo. La Calabria non ce l’ha fatta. Anche questo è un segnale di declino. Un dato che dispiace, ma non sorprende più di tanto. Infatti, nella nostra regione, non sono state quasi mai investite risorse nello sviluppo delle infrastrutture sportive. I pochi impianti esistenti sono fatiscenti ed obsoleti. Più si va avanti con gli anni, più avanza il degrado ed il senso di rassegnazione tra la popolazione di fronte ad una simile situazione. Non fa eccezione neppure la nostra provincia. Prendiamo, ad esempio, il Campo Sportivo situato al centro del territorio di Drapia, in località S. Angelo-Taccone, a pochi metri dal Teatro La Pace. Si tratta di uno dei pochissimi impianti del vibonese dotato sia di terreno di gioco per il calcio che di pista di atletica, entrambi di misura regolamentare. La struttura, di competenza dell’Amministrazione Provinciale, è stata costruita almeno venti anni fa (forse più) e non è mai stata utilizzata per lo scopo cui era stata creata. Lo stato di abbandono è ormai atavico. In passato qualcuno, addirittura, vi ha portato delle mucche e delle pecore a pasturare. La presenza dei ruminanti era almeno riuscita ad ostacolare la crescita delle erbacce. Da quando non pascolano più gli animali, specie in alcuni periodi dell’anno, la sterpaglia è così fitta e variegata, che sembra di ritrovarsi nel bel mezzo della savana africana, piuttosto che in un terreno di gioco. Ogni estate, puntualmente, essa prende fuoco. Uno spettacolo desolante. Ultimamente, come se non bastasse, dietro gli spogliatoi si è verificato il crollo di un muro perimetrale. Alcuni operai, mandati proprio dalla provincia, sono attualmente al lavoro per raccogliere i detriti e ricostruire il muretto. Sappiamo che si trovano lì solo per risolvere quel tipo di emergenza. Della riqualifica e ripristino dell’intera struttura non se ne parla proprio. Eppure il presidente De Nisi, ospite il mese scorso del gruppo “Partecipazione Democratica” dell’area PD, in un incontro pubblico presso i locali dell’ex scuola media di Brattirò, ha garantito che la sua Amministrazione avrebbe, in qualche maniera, agito per recuperare la struttura. In quell’occasione, De Nisi ha ammesso l’utilità e l’importanza dell’impianto, ma non ha aggiunto indicazioni precise sui tempi, sull’entità e sulla natura dell’intervento. Bisognerebbe trovare il modo affinché gli operai che sono già sul posto per sistemare il muro crollato, vi rimanessero a fare il resto. Poche migliaia di euro basterebbero a ripulire il terreno dalla folta vegetazione e riqualificare la zona attorno agli spogliatoi. Magari in futuro si potrà provvedere ad interventi più incisivi. Per ora basterebbe risolvere le principali manchevolezze. Successivamente si dovrebbe cercare il modo per affidare l’impianto al sodalizio dell’US Drapia, il quale ha recentemente creato una Scuola Calcio. Essendo questa l’unica squadra del comune ed essendo il campo situato proprio al centro del suo territorio, si faciliterebbe la cosa perchè non si verrebbe a creare nessuna situazione di conflittualità tra le 4 frazioni. I dirigenti del Drapia sembrano disponibili e favorevoli ad un accordo in tal senso. Certo è che chi gestirà il campo dovrà permettere a tutti di potere utilizzare la struttura, anche ai numerosi appassionati della corsa che, specialmente durante l’estate, la utilizzano per i loro allenamenti. Mario Vallone Il Quotidiano della Calabria, pag. 21 - 27 dicembre 2008 |
Sant'Angelo: Il campo sportivo nel 2008 |
Sant'Agata Contrada di Gasponi
'A Funtana i Santagasi Costruita nel 1895 dai cittadini di Caria Sant'Agata: Località in Agro di Caria e Gasponi ricca di sorgenti che alimentano la città di Tropea ed il comune di Drapia. L'abbeveratoio fra le due cannelle consente ai buoi di bere anche essendo aggiogati al carro. |
Chiesa di Sant'Agata Fu iniziata nel 1902 e successivamente finita e benedetta il 04 Agosto del 1927; si celebravano saltuariamente riti religiosi per i contadini della contrada, attualmente è sconsacrata ed è inagibile per il crollo del tetto. |
Veduta da Casa |
Veduta dall'aia |
Luogo dell'apparizione di Gesù (secondo alcuni credenti) |
San Rocco Contrada di Gasponi
La Chiesetta di San Rocco nel 2010 ***************** Pericolante la chiesa di S. Rocco Drapia - La chiesetta di San Rocco sta seriamente rischiando di crollare. Piccolissima, essenziale, sobria, è situata nel territorio del comune di Drapia, proprio al bivio che porta a Brattirò e in una località che prende il nome del santo. Secondo alcune ricerche, San Rocco è il santo al quale è dedicato il maggior numero di luoghi di culto a livello mondiale. Anche in Calabria, come dimostra la diffusione di questo nome, la sua venerazione è particolarmente sentita. Originario di Montpellier in Francia, visse nel XIV secolo. Pellegrino e guaritore, sacrificò tutta la sua esistenza al servizio degli appestati. Proprio per questo è invocato come protettore contro le pestilenze. All’interno della chiesetta in questione vi è una statua del santo, raffigurato come vuole la tradizione, assieme ad un cane che gli lecca una piaga sulla coscia prodotta dalla peste. Non abbiamo testimonianze attendibili e documentazioni certe sulla data di costruzione dell’edificio. Non sembra antichissimo, ma non si esclude che possa essere stato edificato (almeno la prima costruzione) sui resti di qualche vecchio e sacro rudere. Fino ad alcuni decenni addietro, i contadini delle zone circostanti organizzavano ogni estate una festa in omaggio del santo. Col passare degli anni, questa tradizione si è affievolita, l’edificio non ha ricevuto adeguata manutenzione e le crepe si sono espanse a dismisura. Pochi giorni fa qualcuno (probabilmente un inserviente del comune o della protezione civile) ha provveduto a transennare la chiesetta per motivi di sicurezza. Nel comune è da tempo in atto un confronto circa l’eventuale spostamento della struttura. Molti sono dell’opinione che vada buttata giù e ricostruita in un’altra posizione per dare maggiore spazio al bivio che porta verso Brattirò e Capo Vaticano. Bisogna, però e comunque, agire al più presto per spostare la statua. Di tutto il resto se ne potrà riparlare in seguito. Se non si interverrà, la chiesetta crollerà con la statua del santo all’interno. E ciò sarebbe una vergogna per l’intera comunità. Mario Vallone - Il Quotidiano della Calabria, pag. 29 - 21 dicembre 2008 ***************** Una tradizione dimenticata C’era una volta la festa di San Rocco Chiesa transennata ed in pessime condizioni Tutti gli abitanti del comune di Drapia al di sotto dei 40 anni non possono ricordare la festa che il 16 agosto di ogni anno veniva celebrata nella contrada cosiddetta di San Rocco, nei dintorni dell’omonima chiesa. L’edificio religioso si trova al bivio per Brattirò, più precisamente all’incrocio tra le strade provinciali 19, 17 e 18. Fino ai primi anni 70, i contadini del posto organizzavano una festa in memoria del Santo, il cui culto è uno dei più diffusi nel mondo cattolico. La statua, ancora oggi all’interno della chiesetta, veniva portata in spalla in processione nelle vicinanze del luogo e, con i contributi dei fedeli che accorrevano numerosi dai paesi vicini, si preparavano intrattenimenti serali quali il cinematografo all’aperto e alcuni concerti. Col passare degli anni, per diversi fattori, tale tradizione si è letteralmente persa e la chiesetta è stata quasi abbandonata. Durante l’autunno scorso, l’Amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Aurelio Rombolà, decise di transennarla a scopo precauzionale visto che la struttura si reggeva (e si regge) grazie ai “pilastri mobili” di metallo (quelli che usano i muratori per le solette edilizie) montati al suo interno. Da parecchio tempo nel comune si parla dell’esistenza di un progetto della Provincia, competente per le strade che lì si incrociano, per riqualificare il bivio, demolire l’edificio religioso e ricostruirlo qualche decina di metri più in là. Non sappiamo se si tratta di un progetto avviato, oppure solamente abbozzato, o soltanto di un’idea presente nella testa di qualcuno. Per il momento, certamente, nulla di concreto. Di concreto, c’è solo il nastro bianco e rosso con il quale è stata circondata l’intera area sostituendo il filo vecchio e usurato. Di concreto, c’è anche lo squallore al quale assistono i numerosi turisti che percorrono questa strada per recarsi a Tropea e vedono la chiesa ridotta in questo stato. Sempre di concreto, inoltre, c’è che l’edificio rischia di crollare durante il prossimo inverno e con la statua dentro. Questo sarebbe veramente una cosa da evitare e, soprattutto, che si può evitare, adoperandosi, in qualche modo, per spostare altrove la statua del santo. Mario Vallone, Il Quotidiano della Calabria - 21 agosto 2009 |
La Chiesetta di San Rocco del 2000 - Benidittu: Il Pozzaio del posto |
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