calabria.gif (532 byte)

logo.JPG (15023 byte)

 L'Angolo di Corrado

Indice

l’iniziativa

UN MERCATINO DELL’ARTIGIANATO PER IMPREZIOSIRE IL NATALE

Zungri - Cos’è che conduce all’atmosfera natalizia? L’albero di Natale con la sua varietà di luci e gli addobbi più fantasiosi. Il presepe, in legno, cartone, polistirolo realizzato secondo tecniche antiche e a tratti arcane. E poi il cambio del regime alimentare, con un’iniezione di calorie ad alta intensità. Non solo per le prevedibili laute cene del 24 e 31 dicembre, ma anche per la costante tentazione di panettoni, pandori, “susumelle”, torroncini e altre similari delizie. Immancabili le arance e i mandarini e, ancor di più, la frutta secca, noci, castagne essiccate, noccioline, arachidi, pistacchi. E poi i mercatini dell’artigianato. Sono proprio quest’ultimi che contribuiscono a tradurre lo spirito del Natale in piccoli oggetti realizzati con amorevolezza e minuziosa cura del particolare. Il mercatino allestito a Zungri si caratterizza per alcune peculiarità. Innanzi tutto è stato organizzato dagli stessi espositori. In secondo luogo, perché registra la presenza di molti artigiani del posto. Poi per la netta prevalenza femminile. Infine, per la variegata offerta dei prodotti. A tale proposito Caterina Pietropaolo, coordinatrice del gruppo ha dichiarato: «Gli espositori sono suddivisi in hobbisti e artigiani. Fra le realizzazioni di questi ultimi, manufatti collegati al periodo natalizio e altri di genere differente. Un’esperienza positiva che cercheremo di radicare nel tempo e di arricchirla sempre di più». L’iniziativa avviata qualche giorno fa proseguirà questo pomeriggio e nei giorni 15, 21, 22, 23 dicembre e per l’1 gennaio e si svolgerà in un locale al chiuso di via Tommaso Campanella dalle ore 16 fino alle 20:30. Fra i partecipanti, oltre alla stessa Caterina Pietropaolo anche Domenica Cichello, Elisa Cimadoro, Anna Costanzo, Francesco Cutuli, Vittoria Di Renzo, Antonio Gaudioso, Caterina Gaudioso, Federica Fiamingo, Antonella Grillo, Saverina Mazzitelli, Silvana Mazzitello, Domenico Mirenzio, Ilenia Raffa, Domenica Russo, Antonella Sibilano, e Amelia Sposito.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’ora della Calabria il 15 dicembre 2013, p.23

Torna Su

Attivato un progetto sperimentale sulla rete fognaria

ZACCANOPOLI, IL COMUNE ADOTTA SERVIZI INNOVATIVI

Zaccanopoli - Toc… Non è la sigla di una nuova marca di orologi per i nostalgici del tempo che fu. Ma la denominazione che indica una moderna tecnica di realizzazione fognaria. L’acronimo significa: trivellazione orizzontale controllata. È un progetto pilota ideato nel il piccolo centro sito alle pendici del Poro. Tale modalità è mutuata dall’industria petrolifera che la usa per la posa in opera degli oleodotti. In pratica, attraverso un’idonea attrezzatura si realizzano trivellazioni in profondità, anche fino ad 80 metri. La felice intuizione appartiene a Saverio Cutuli, attuale assessore comunale ai Lavori pubblici che per ragioni professionali ha maturato una considerevole esperienza nel settore.

Il finanziamento, riconducibile al Por Calabria Fesr 2007/2013 linea di intervento 3.1.1.2 é pari ad euro 750 mila. Particolarmente complicata l’area interessata e proprio per tale ragione si è ricorso a questa rivoluzionaria tecnica esecutiva. L’intervento programmato, infatti, avverrà in una zona che il Pai (Piano di assetto idrogeologico) classifica come R4 e cioè altamente franosa. Il tracciato delle rete fognaria si estende dal territorio di Zaccanopoli fino a raggiungere il depuratore “Le Grazie”. Questa tipologia di esecuzioni consentirà, nel tempo, di conseguire tre importantissimi risultati.

Il primo: definitiva soluzione di un problema annoso. Il secondo: aggiramento di un’area impervia. Il terzo: risparmio sia sulla manutenzione (costi quasi pari a zero) sia sulla spesa della corrente elettrica (allo stato elevata per la necessità di fare funzionare i motori di sollevamento).

Il sindaco Pasquale Caparra, al riguardo, ha dichiarato: «L’attuale amministrazione ha una visione organica e complessiva dei problemi che investono il territorio. La realizzazione imminente dell’Albergo diffuso, la partecipazione al bando “6000 campanili” e tutte le altre iniziative finanziate o realizzate puntano decisi a una crescita della realtà. Un modo di procedere che interessa l’urbanistica, le opere pubbliche, il turismo, la cultura della comunità. In merito ai prossimi interventi sul sistema fognario -ha concluso Caparra- va evidenziato che le opere realizzate sul sito dieci anni fa si sono rivelate inadeguate. Con tali esecuzioni, invece, sarà creata una struttura efficiente destinata a resistere nel tempo». L’accesso al futuro, insomma, richiede il passaporto della programmazione.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’ora della Calabria il 3 dicembre 2013, p.29

Torna Su

programma Leonardo da Vinci

PIT MONTE PORO 18, PRONTE VENTOTTO BORSE DI STUDIO

Zaccanopoli - Poco tempo fa è stato ricostituito il Pit 18 Monte Poro. Obiettivo principale: il recupero dei cosiddetti “Fondi di premialità”, avanzo di bilancio. Ventisei i Comuni che hanno aderito allo schema di convenzione resosi necessario per la ricostituzione. È stata così riorganizzata l’assemblea che comprende i sindaci dei comuni aderenti al Pit.

Presidente dell’assemblea, il sindaco del comune capofila, Pasquale Caparra, primo cittadino di Zaccanopoli. Dopo la fase della contabilizzazione è emersa una disponibilità potenziale di 545 mila euro. In realtà, la somma effettiva sarà vincolata al raggiungimento dei vari livelli di obiettivo. Imminente lo stanziamento della prima tranche che ammonterà a 72 mila euro, il cui impiego, allo stato, non è ancora deciso. Il Pit, nel frattempo, non si è limitato ad attendere l’erogazione della somma spettante. Esso infatti ha pure partecipato al bando cosiddetto “Leonardo da Vinci” con esito positivo; circa 368 mila euro il finanziamento intercettato. Gli obiettivi sono stati determinati nell’articolo 1 del relativo bando: “Il programma Leonardo da Vinci si prefigge di: sostenere coloro che partecipano ad attività di formazione e formazione continua nell’acquisizione e utilizzo di conoscenze, competenze e qualifiche per facilitare lo sviluppo personale, l’occupazione e la partecipazione al mercato del lavoro europeo; sostenere il miglioramento della qualità e dell’innovazione nei sistemi, negli istituti e nelle prassi di istruzione e formazione professionale; incrementare l’attrattiva dell’istruzione e della formazione professionale e della mobilità per datori di lavoro e singoli ed agevolare la mobilità delle persone in formazione che lavorano”. Ventotto le borse di studio disponibili. Il primo flusso interesserà esclusivamente la Spagna. I tirocini offerti riguardano i seguenti settori: marketing, comunicazione e promozione turistica; management aziende turistiche; comunicazione ed organizzazione eventi; ricettività turistica ed alberghiera; ristorazione e catering. Le spese di viaggio, ospitalità e preparazione culturale saranno poste a carico del Pit 18 Monte Poro. Ai borsisti sarà anche garantito un ulteriore rimborso di 400 euro. Soddisfatto il sindaco Pasquale Caparra il quale ha dichiarato: «Nell’era della globalizzazione la conoscenza delle lingue, l’esperienza in realtà economiche differenti da quelle nazionali, il confronto e l’acquisizione di un bagaglio tecnico e culturale di alto profilo rappresentano i presupposti per validi sbocchi occupazionali. Il Pit 18 Monte Poro con tale progetto ha voluto offrire ai giovani del comprensorio una significativa opportunità di crescita». Dopo il crollo del suo impero, Napoleone Bonaparte affermò che l’unico equilibrio possibile in Europa sarebbe stato la “lega dei popoli”: utopia, auspicio o realtà ?

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’ora della Calabria il 30 novembre 2013, p. 28

Torna Su

fede e tradizioni popolari

E LA BANDA GIUSEPPE VERDI PRIMEGGIA ALLA RASSEGNA FITP

Zungri - Charles Baudelaire ha scritto: “La musica è il poema della vostra vita”. Un “poema” che articola i suoi capitoli in ogni fase dell’esistenza: dalle ninne nanne della nascita, ai canti d’amore, dalla musica bandistica alla liturgica, dal jazz al rock, da quella popolare al blues. La musica, insomma, risulta un potente strumento di celebrazione della vita, primo fra i valori della cristianità. Probabilmente proprio per tale ragione la Fitp (federazione italiana tradizioni popolari) al fine di rendere omaggio a santo padre Pio ha allestito, dal 22 al 24 novembre scorso, un’importante rassegna musicale, sacra e folcloristica. Teatro dell’evento San Giovanni Rotondo. Fra i partecipanti (per giorno 22) anche il “Gran complesso bandistico Giuseppe Verdi di Zungri” con 32 suonatori in alta uniforme, presentato dal maestro Gianmarco Caputo. A raccontare le fasi salienti della giornata il presidente del complesso, lui stesso suonatore di tromba, Nicola Pugliese: «Quella vissuta qualche giorno fa è sicuramente un’esperienza irripetibile. Ben 47 i gruppi folcloristici e le bande musicali presenti all’evento, accolti con enorme cordialità. Il mio ringraziamento va al sindaco, Francesco Galati e a Francesco Mamone che hanno fattivamente sostenuto l’iniziativa e a Benito Ripoli, presidente della Fitp. Una menzione di merito -ha aggiunto Pugliese- anche al gruppo dirigente del complesso, e, in primis, a Maria Rosa Cichello, Domenico Cimadoro e Rosa Gaudioso. Da sottolineare la professionalità del capobanda artistico Francesco Limardo. Ma soprattutto un sincero grazie al gruppo che compone la banda, capace di portare lustro al proprio paese in ogni angolo della nazione». Fra i presenti pure Pietro Limardo, comandante dei vigili urbani del comune di Zungri e l’assessore Francesco Mamone. Il vicesindaco Caterina Gaudioso, anche lei al seguito del gran complesso bandistico ha dichiarato: «Altissimo il livello dell’iniziativa in argomento. Le esecuzioni dei ragazzi di Zungri si sono caratterizzate per la loro competenza, finezza ed eleganza. Le risultanze di tale partecipazione hanno un positivo impatto sia in termini aggregativi che strettamente culturali. Autentici momenti di crescita umana che -ha concluso la Gaudioso- proiettano felicemente i componenti della banda nella contemporaneità. Confronto, esperienza, valori e socialità i tratti salienti della manifestazione». La Chiesa reca nel suo stesso nome l’idea dell’universalità. La musica è per sua natura internazionale e profondamente umana. Assonanze forse non del tutto casuali.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’ora della Calabria il 29 novembre 2013, p.32

Torna Su

l’iniziativa

UDIENZA DA PAPA FRANCESCO PER LA CROCE ROSSA DI ZUNGRI

Zungri - Udienza presso il papa per il gruppo locale della Croce rossa italiana. Data dell’evento, lo scorso mercoledì; il sito, piazza San Pietro. Presenti alla cerimonia anche don Felice La Rosa, guida spirituale degli zungresi, Antonella Grillo, presidente dell’associazione “Elisa Arena vittime della strada” e Nicola Pugliese presidente del consiglio comunale. A descrivere dettagliatamente l’importante appuntamento, una volontaria del gruppo, Pamela Staropoli: «Siamo giunti in piazza San Pietro alle ore 7:30 ed essa era già colma di fedeli. Siamo riusciti ad occupare i posti a sedere molto vicini al tracciato percorso da papa Francesco. Tangibile l’emozione. La commozione è accresciuta ulteriormente allorquando abbiamo sentito pronunciare da un vescovo i saluti a tutti i gruppi compreso il nostro». Maria Neve Crudo, altra crocerossina zungrese ha poi aggiunto: «Papa Francesco non si è fatto attendere. Alle ore 10 era già sulla cosiddetta “papa-mobile” a salutare i fedeli (l’incontro era previsto per le 10:30). La folla di fedeli lo acclamava, molti genitori innalzavano i loro bimbetti per farli benedire dal santo padre, che ha accolto le sollecitazioni. All’incontro erano presenti associazioni da tutto il mondo: Ungheria Portogallo, Galles e così via, fra cui anche un altro gruppo di croce rossa del Piemonte». Piena soddisfazione da parte del coordinatore del gruppo Gioacchino Raffa il quale ha evidenziato: «Quella dello scorso mercoledì è stata un’esperienza dal forte impatto aggregativo e spirituale. Uno di quegli episodi che segna per sempre lo spirito e rafforza il senso del servizio che deve caratterizzare ogni volontario Cri, ma, soprattutto, ogni cristiano». Da sottolineare che l’amministrazione comunale ha donato al papa tramite i preposti alcuni foulard e uno striscione raffigurante piazza San Pietro, il quadro della Madonna della Neve di Zungri e, nello sfondo, la basilica di San Pietro. Lo striscione di colore azzurro riportava la dicitura: “Comunità di Zungri”. Donato anche da parte del capogruppo Gioacchino Raffa il foulard della Cri. L’appuntamento, il giorno prima, era stato preceduto dalla visita alla basilica Santa Maria Maggiore tanto amata dagli zungresi che sono devotissimi a Maria Santissima della Neve. Proprio sul colle dove sorge attualmente la basilica, avvenne infatti la famosa nevicata del 5 agosto che è all’origine del culto in argomento. E anche nella circostanza, si sono registrati momenti di intensa e profonda religiosità. I volontari hanno poi ammirato alcune delle bellezze archeologiche e architettoniche della città eterna: Colosseo, fori imperiali, altare della patria. Durante la sua omelia, il sommo pontefice si è diffusamente soffermato sull’origine e sulla natura dei sacramenti.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’ora della Calabria l’11 novembre 2013, p. 20

Torna Su

il progetto

"  SEIMILA CAMPANILI  ". ZACCANOPOLI ADERISCE

Zaccanopoli - Programma “6.000 campanili”. Questa la denominazione assegnata dal ministero delle Infrastrutture a un vasto progetto di riqualificazione territoriale. Il relativo avviso pubblico si è rivolto, unicamente, ai comuni con una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti, per come risultante dal censimento 2011. Fra le opere finanziabili «la costruzione di edifici pubblici, ivi compresi gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, ovvero di realizzazione e manutenzione di reti viarie e infrastrutture accessorie e funzionali alle stesse o reti telematiche di Ngn e Wi-Fi, nonché di salvaguardia e messa in sicurezza del territorio». Molti i comuni del vibonese interessati al programma. Fra questi anche Zaccanopoli che qualche giorno addietro ha approvato un progetto preliminare di ammodernamento delle rete viaria, idrica e delle infrastrutture del centro storico. Secondo la disposizione ministeriale, l’importo del finanziamento richiesto per ogni progetto non può essere inferiore a 500mila e superiore a un milione di euro. La deliberazione con cui l’amministrazione ha aderito all’iniziativa include una relazione generale, alcuni elaborati grafici, un dettagliato quadro economico e il crono-programma dei lavori. Soddisfatto il sindaco Pasquale Caparra il quale ha dichiarato: «L’amministrazione è sempre attenta ai bandi pubblici di finanziamento delle opere pubbliche. Questa, infatti, è la strada maestra per reperire i fondi necessari a realizzare nuove strutture e ad ammodernare quelle esistenti. Nel caso di specie ove il programma 6000 campanili andasse in porto avrebbe ricadute importanti sul territorio. Dopo il progetto preliminare, l’ente monitorerà con estrema attenzione ogni passaggio dell’iter burocratico. L’idea -ha concluso Caparra- è di ricollegare le esecuzioni nell’ambito dell’Albergo diffuso i cui lavori di realizzazione inizieranno a breve».

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’ora della Calabria il 3 novembre 2013, p. 22

Torna Su

disco verde in consiglio

RETE FOGNIARIA, A BREVE I LAVORI

Zaccanopoli, approvato il progetto. Caparra: fatto importante

Zaccanopoli - Due i punti all’odg del civico consesso che si è svolto qualche giorno addietro a Zaccanopoli. Al primo, lo scioglimento della convenzione per il servizio associato di segreteria col comune di Francica. Elvira Tocci è la nuova giovane segretaria comunale in servizio presso l’ente da poco tempo. Una scelta che viene incontro alle esigenze dell’amministrazione e che conferma l’orientamento di coniugare efficienza e risparmio economico. Più complesso e articolato il secondo punto, avente ad oggetto: “Integrazione e variazione programma opere pubbliche. Approvazione dello studio di fattibilità. Realizzazione lavori di completamento, adeguamento ed ottimizzazione infrastrutture fognarie del tratto costiero interessato nei comuni da Briatico a Joppolo. Delibera Cipe numero 60 del 30 aprile 2012. Disinquinamento fascia costiera”. In pratica si tratta di un progetto molto ambizioso che ha mosso i primi passi con un protocollo d’intesa tra gli enti interessati, oltre un anno addietro. L’obiettivo del progetto è adeguare agli standard di modernità gli impianti depurativi e fognari dei comuni di Briatico, Cessaniti, Zungri, Zambrone, Zaccanopoli, Parghelia, Tropea, Drapia, Spilinga, Joppolo, Limbadi e Ricadi. L’accordo di programma dei sindaci fu già sottoscritto il 18 agosto 2012. Successivamente, il comune di Tropea, capofila del progetto, ha conferito incarico ai professionisti Giovanni Albanese, Vincenzo Augurusa e Giuseppe Rocco Crispino di procedere allo studio di fattibilità. Adempimento puntualmente assolto dai tecnici. Tale studio, dunque, è stato inviato alla Regione. Tuttavia, per garantirne l’esecuzione i comuni hanno dovuto inserire, obbligatoriamente, tale progetto nel programma triennale delle opere pubbliche. Con la delibera consiliare, l’ente in conformità a una precedente decisione che aveva coinvolto altre amministrazioni ha fissato la quota in euro 0,53 per mc. Sul punto necessita una puntualizzazione. Tale somma, infatti, si riferisce all’importo dovuto dall’ente per ogni metro cubo che finirà nel depuratore. Essa è omnia comprensive: corrente elettrica, manutenzione e così via. Ma tale importo si riferisce alla base d’asta. In virtù del ribasso che avverrà in sede d’appalto, la cifra, in realtà, dovrebbe ragionevolmente aggirarsi intorno agli 0,40 euro al mc. L’importo inserito nel bilancio del Comune di Zaccanopoli per la realizzazione della nuova rete è pari a circa 387 mila euro. A tale proposito, tuttavia, bisogna puntualizzare che l’intera opera sarà pagata in parte dal Cipe e in parte dalla stessa ditta che eseguirà l’intervento. Pertanto, non ci sarà alcun costo reale per l’amministrazione. Soddisfatto il sindaco Pasquale Caparra il quale ha dichiarato: «Questo progetto è destinato ad avere un’incidenza positiva sulle aree interessate agli interventi. Anche su Zaccanopoli, la rete verrà in parte ammodernata (in primis nel centro abitato) in parte realizzata ex novo. D’altronde, l’ammodernamento di un servizio così prioritario, come quello fognario e depurativo é sicuramente tra i primi fattori necessari a una crescita ordinata e armoniosa del territorio».

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’Ora della Calabria il 28 ottobre, 2013, p. 18

Torna Su

nei comuni

ZUNGRI, L’AMMINISTRAZIONE PUNTA TUTTO SULL’EFFICIENZA ENERGETICA

Zungri - “Un contributo per l’efficienza energetica”. È questa la denominazione assegnata dalla Società Fiorentino Consulenze Srl a un programma di ammodernamento dell’impianto di pubblica illuminazione comunale. La fornitura è finanziata direttamente dalla società e prevede lampade di vapori di sodio ad alta pressione, kit di alimentazione (alimentatori, accenditori e condensatori) nuove armature stradali. A tale proposito occorre sottolineare le credenziali della ditta Fiorentino Consulenze S.r.l. che risulta accreditata presso l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. La fornitura concessa all’amministrazione prevede l’ammodernamento tecnologico di corpi illuminati ad alta efficienza per le illuminazioni esistenti presso le strade destinate al traffico motorizzato e alle zone pedonali. Al riguardo, il sindaco Francesco Galati ha affermato: «La tutela dell’ambiente si esercita, concretamente, in vari modi. Anche mediante un risparmio energetico che oltre a portare benefici sotto tale profilo, consente un significativo risparmio per le casse comunali. Proprio per questa ragione, insieme alla giunta e all’ufficio tecnico, abbiamo valutato positivamente la proposta in questione. Aggiungo che trattasi di un intervento che, oltre a razionalizzare la spesa del settore, è interamente gratuito per l’ente». Il tema dell’efficienza energetica d’altronde, si è ormai imposto sia nelle agende di governo centrali che in quelle periferiche. Con la deliberazione di giunta numero 87 di qualche giorno addietro, ha preso così forma l’iter del progetto che prima della fine dell’anno dovrebbe essere portato a termine. La sottoscrizione dell’atto che disciplina tutti gli altri elementi progettuali verrà firmato dal primo cittadino nei prossimi giorni.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’Ora della Calabria il 27 ottobre 2013, p. 22

Torna Su

PER LE GROTTE DEGLI SBARIATI IN ARRIVO SEICENTO MILA EURO

Zungri - Le “Grotte degli Sbariati” rappresentano per il territorio comunale il principale fiore all’occhiello. Un fiore unico, raro non riscontrabile in nessun’altra parte della Calabria. Una vera e propria risorsa storica e archeologica per l’intero comprensorio vibonese. Non è casuale che la Regione Calabria abbia di recente posto la sua attenzione sul sito. E ciò si è tradotto in importanti finanziamenti già stanziati in favore della riqualificazione dell’intera area. Nell’ambito dei Pisl (programmi integrati sviluppo locale), Stl (sistemi turistici locali) l’ente regione, infatti, ha concesso uno stanziamento di 600mila euro. Ad interessarsi della procedura il dipartimento numero 12, quello preposto al “Turismo, sport, spettacolo, politiche giovanili”. Recentemente, tra i due enti locali è stata anche sottoscritta apposita “Convenzione per le operazioni della progettazione integrata di sviluppo locale”. In tale documento sono stati fissati, nel concreto, obiettivi, oneri e linee guida di tale progettualità. Un documento corposo di ben diciannove pagine che risulta articolato in tutti i suoi passaggi con meticolosità. Nella prima parte sono richiamati tutti i passaggi burocratici.

Un iter che ha coinvolto vari uffici e si è concretizzato nell’emanazione di un insieme di provvedimenti specifici e complessi. Determinato nei successivi ventisei articoli ogni passaggio delle opere da realizzare, sia da un punto di vista tecnico che amministrativo. Particolare attenzione merita la tabella che definisce i termini di esecuzioni degli interventi. La conclusione della gara d’appalto avverrà entro il 20 novembre 2013. L’inizio dei lavori, previsto per il 31 gennaio 2014, la fine per il 31 gennaio 2015, il collaudo entro il 30 aprile 2015. In pratica, nell’arco di un anno e mezzo l’operazione di riqualificazione dovrebbe essere definita. A tale riguardo, il sindaco Francesco Galati ha dichiarato: «Sono orgoglioso del finanziamento ottenuto e del fatto che i lavori inizieranno mentre l’attuale compagine amministrativa sarà ancora in carica. Una soddisfazione per tutti i componenti dell’esecutivo che hanno sostenuto con determinazione tale progettualità. Un’opera destinata a lasciare una traccia importante nelle risorse culturali della comunità con un indotto turistico destinato a crescere considerevolmente».

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’Ora della Calabria, il 30 settembre 2013, p. 22

Torna Su

A TAVOLA… CON IL MAIALE

Rombiolo, degustazione di portate tipiche calabresi

ROMBIOLO - La sagra del maiale è giunta alla sua ventesima edizione. Un traguardo di tutto rispetto anche per la scelta degli organizzatori che hanno deciso di destagionalizzare l’evento. L’iniziativa, infatti, si svolgerà il prossimo sabato sera nella frazione Presinaci. A farsi carico dell’organizzazione, l’associazione “Insieme” diretta da Franco Bagnato. Il filo conduttore dell’alimentazione è sviluppato con sapiente coerenza e infatti, tutte le pietanze sono derivate dalla lavorazione della carne di maiale. Ricco il menù la cui scelta è interamente demandata all’utente. Silvano Monteleone, componente dello staff organizzativo puntualizza: «Sotto il profilo strettamente culinario la sagra non offre il consueto pasto fisso. La scelta del cibo da consumare è affidata agli estimatori della carne di suino». Insomma, un vero e proprio self service dove ognuno sceglie ciò che gli aggrada maggiormente. La scelta è ampia e infatti può decidere sulle seguenti prelibatezze: fusilli al ragù di maiale; zuppa di fagioli con cotica e salsiccia; spezzatino di maiale,  filetto, costata e salsicce ai ferri; zampini bolliti; frittole in gelatina. Immancabile il panino con salsiccia. L’animazione della serata affidata ai suoni della tradizione e alla musica d’ispirazione popolare. Nella prima parte, infatti, le vie del centro abitato saranno ravvivate dai suonatori di Gallicianò con Ciccio Nocera, dalla pipita e zampogna di Francesco Crudo e Alessandro Barletta, dalla zampogna a chiave di Giovanni Rossomanno, dal polistrumentista Nicola Costantino. A chiudere la serata Officina Kalabra, band di giovani musicisti del locale comprensorio. Una formazione che ripropone melodie che appartengono, prevalentemente, al repertorio musicale regionale. Un modo peculiare di ravvivare una serata settembrina e di proporre agli astanti un’iniziativa semplice, allegra e in linea con le risorse indigene. Risorse che afferiscono al patrimonio materiale e ancora di più a quello immateriale della comunità. Una sintesi ammirevole di operosità e prelibatezze, spontaneità e organizzazione. Una comunità che per l’occasione si rivitalizza e offre significative positività.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’Ora della Calabria il 6 settembre 2013, p. 28

la sagra

DAL MAIALE… ALLA MUSICA NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE

Rombiolo - Una manifestazione fuori dagli schemi. Lo scorso sabato, nella frazione Presinaci, a connotare la ventesima edizione della sagra del maiale, il binomio gastronomia-musica popolare. Le pietanze preparate per i cultori del genere decisamente all’altezza delle aspettative. Un vero e proprio paradiso culinario: fusilli al ragù di maiale; zuppa di fagioli con cotica e salsiccia; spezzatino di maiale, filetto, costata e salsicce ai ferri; zampini bolliti; frittole in gelatina. Tutti i cibi preparati sul posto, indice palpabile di un’organizzazione efficiente e funzionale. Tante le persone presenti provenienti da ogni angolo della provincia che hanno consumato le prelibatezze preparate dal soggetto organizzatore, l’associazione “Insieme” diretta da Franco Bagnato. L’animazione della serata affidata ai suoni della tradizione e alla musica d’ispirazione popolare. Fra i presenti: Ciccio Nocera (organetto), Giuseppe Zindano (tamburello), Nicola Costantino (organetto), Giovanni Rossomanno (zampogna, Francesco Crudo (pipita) e Alessandro Barletta (zampogna). La serata è poi proseguita con il concerto della band Officina Kalabra composta da giovani suonatori del comprensorio Poro-Costa degli dei. Una formazione che s’ispira ai canti di derivazione popolare. Gerry  Rombolà, vocalist del gruppo, in conclusione ha sottolineato «la capacità unificante delle tarantelle calabresi». Soddisfatto lo staff che ha curato l’evento il quale, sulla scia di Silvano Monteleone si è ripetutamente alternato nelle “Rote” che hanno fatto da cornice alla serata settembrina. Da segnalare, nelle “Rote” anche la presenza di molti esperti danzatori provenienti dalle realtà limitrofe. Immagini di una Calabria dal cuore antico che sa vivere la socialità connotandola con spunti tradizionali densi di umanità. L’orgoglio di una comunità che si ritrova unita nella proposta di un’iniziativa segnata da serietà e costanza, allegria e socievolezza.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’Ora della Calabria il 10 settembre 2013, p. 27

Torna Su

il corsivo

LA POLITICA VIBONESE, TRA CRISI E SPERANZA

Inabissarsi nelle profondità dell’oceano Pacifico dove pare vivano esseri mostruosi e raccapriccianti. Per molti anni, lo spettacolo della politichetta localistica ha offerto un’immagine non dissimile. Poi, data l’enormità del paragone, si è pensato «di riportare la politica fra la “ggente”, per la “ggente”, con la “ggente”». I risultati sono stati a tratti degni del titolo di un film di Carlo Verdone, della serie: “Perdiamoci di vista”. Troppo grande l’emozione, lo choc o cos’altro? Ma questa è una terra antica che non ha bisogno di visioni oniriche o incubi da Dylan Dog. C’è il Mito che sorregge ogni iniziativa umana. Giunse, pertanto, provvidenziale, la Panacea personificata dalla Provincia. Giovani in cerca di occupazione, professionisti rampanti, personaggi in cerca d’autore rivolsero lo sguardo nell’univoca direzione dell’ente provincia, con la stessa intensità con la quale le signorine ammirano Brad Pitt e i signorini Belen Rodriguez. Inutile sottolinearlo, tranne che per pochi, la delusione è stata cocente. Della serie: “Sedotti e bidonati”. La Regione, invece, è vista ormai come un’astronave. Un mezzo per varcare i limiti di un angusto mondo con rappresentanti capaci di annientare nell’immaginario collettivo la figura del capitano Kirk. Non rimane che volgere lo sguardo verso il parlamento. Un tempo i suoi rappresentanti erano visti come un caterpillar capace di smuovere ogni ostacolo allo sviluppo delle comunità. Un ruolo che a volte interpretavano con la forza di un elefante, altre con l’astuzia di una volpe. I metodi, spesso discutibili; la visione politica e la concretezza dell’operato quasi mai. Oggi, invece, la loro utilità percepita é uguale a quella di una maglietta che ha perso quattro taglie a seguito di un errato lavaggio in lavatrice. Si spalancano, così, le porte a una dimensione escatologica della politica. Un senso di attesa quasi mistica che per sua stessa natura ha bisogno della terra promessa: la municipalità. La drastica riduzione dei consiglieri non ha eliminato tale visione. Si fa strada, in tal modo, il nuovo ruolo degli interpreti delle istanze localistiche, sospeso tra il sacerdozio amministrativo e l’atomistica chiusura in una specie di piccolo mondo antico (senza la magia letteraria di Antonio Fogazzaro). Inevitabile la ricaduta in una sorta di circolo asfittico; le idee lasciano il posto all’azione, quasi sempre dettata dalle emergenze e dalle urgenze. La politica, in tutto ciò, sembra ormai un malato terminale. Un peso morto in caduta libera. Pericoloso e per niente affascinante. La politica vibonese appare sempre più incapace di spunti originali e priva di saggezza. Una vera e propria sagra del tedio. A volte anche peggio, una sorta di fiera della vacuità. Individuare spunti interessanti comporta la stessa difficoltà che ritrovare il classico ago nel pagliaio. Eppure in tutto questo grigiore (decisamente tendente al nero funereo) persiste qualche speranza: gli occhi vispi degli allievi di Zambrone, la passione per gli strumenti musicali popolari dei ragazzi di Serra San Bruno, la determinazione delle donne zaccanopolesi che lavorano stagionalmente, le anziane coltivatrici di Ricadi orgogliose della produzione delle loro cipolle, gli animatori dell’oratorio di Caria, la contagiosa umanità degli anziani zungresi, le giovani e coraggiose giornaliste che credono nel diritto dovere di informare e formare, la ripresa civile dei ragazzi e delle donne di Tropea. E allora vengono in mente i versi del poeta Kahlil Gibran: “Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte”.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’Ora della Calabria, il 9 settembre 2013, p. 16

Torna Su

il corsivo

UN’ESTATE IMPOVERITA PER SCARSA LUNGIMIRANZA

Cosa rimane dell’estate 2013 ? La stagione ormai agli sgoccioli impone qualche riflessione. La promozione turistica su scala provinciale è stata all’altezza del compito? La domanda non si pone in relazione ai servizi primari, sui quali molto ci sarebbe da discutere, ma sugli aspetti che investono l’accoglienza e un’idea moderna di ospitalità. Un turista che voglia vivere la provincia di Vibo (tanto per rimembrare uno slogan di qualche anno fa) può ritenersi soddisfatto di quanto gli è stato offerto in termini di iniziative e manifestazioni estive? L’offerta, onestamente, sembra essersi impoverita. Ci sono almeno due appuntamenti che sono mancati nel cuore dell’estate vibonese.

Il primo è quello organizzato dall’associazione “Il Tocco” di Motta Filocastro, diretta da Graziano Ciancio. Due eventi di indubbio fascino: “Filocastrum Fest” e “Facimu Rota”. Il primo si è svolto per sette anni. Una rievocazione medievale tesa a valorizzare un frammento di storia ricca di risvolti positivi per l’intero comprensorio. Una ricerca sul periodo normanno segnata da un costante approfondimento. A tale proposito giova ricordare che la kermesse è sempre stata preceduta da convegni culturali di spessore che hanno coinvolto studiosi di alto profilo del calibro, ad esempio, di Ulderico Nisticò. “Facimu Rota”, invece, ha rappresentato, per ben otto anni un riferimento serio per gli amanti della tradizione coreutico-musicale calabrese. Da segnalare, a tale proposito, il legame profondo che si è instaurato tra la comunità mottese e quella aspromontana, specie con Cardeto e i fratelli Filippo e Sebastiano Battaglia, “sonaturi” di qualità musicale ed umana fuori dal comune. Un altro evento cancellato dal cartellone degli appuntamenti estivi è stato il “Mediterranea sound festival” organizzato a San Costantino di Briatico a cura dell’associazione Eleutheria presieduta da Stefania Aprile. Una manifestazione peculiare che ha visto esibirsi star del calibro di Peppe Voltarelli e Alessandro Mannarino. Le ragioni della chiusura di tali eventi vanno ricondotte, sostanzialmente, alla mancanza di un adeguato sostegno. Il supporto dei privati è limitato, assente quello pubblico. Quale suggerimento offrire ? Rimboccarsi le maniche e ricominciare? Oppure rassegnarsi a un declino lento e inesorabile ? Perché l’assenza di tali festival non soltanto impoverisce l’offerta turistica, ma rappresenta un vulnus alla capacità aggregativa di una comunità.

In sostanza, indebolisce un valido collante sociale che è il presupposto di ogni progetto di crescita. Le amministrazioni comunali sono in crisi economica (e non solo). La Provincia, di fatto, non esiste più. La Regione un ente decisamente distante da tutto ciò che amalgama, continuamente, una massa di individui e la trasforma in società. La questione non è così secondaria come potrebbe apparire. Perché se una realtà, come quella vibonese, in crisi di lavoro, sociale, economica, viene anche spogliata della sua umanità, si spalancano le porte al nulla. Una dimensione per sua stessa natura irreversibile. Un piccolo incendio in una foresta se domato tempestivamente non produce pregiudizi; altrimenti, causa danni incalcolabili perché elimina un polmone verde che guarda caso é lo stesso colore della speranza…

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’Ora della Calabria il 5 settembre 2013, p. 26

Torna Su

UMANITÀ E FEDE, A ZUNGRI TORNA IL “Il PREMIO MARIANO

Zungri - Uno dei primi gesti di papa Francesco dopo l’elezione al soglio petrino: la preghiera rivolta alla Madre di Gesù. Un’Ave Maria che ha subito espresso la caratura dell’attuale Pontefice, connotata da semplicità e coerenza, sobrietà e compostezza. La dimensione morale e religiosa dell’attuale vescovo di Roma, con la sua francescana semplicità, contagia sia i cristiani delle grandi aree metropolitane, sia quelli delle piccole aree rurali dell’estremo Sud Italia. E la devozione mariana che s’incrocia con i valori francescani, ha caratterizzato la quarta edizione del Premio mariano svoltasi lo scorso uno agosto presso il santuario zungrese dedicato alla Madonna della Neve. Il riconoscimento è stato assegnato alla parrocchia Santa Maria de Latinis, retta da don Pasquale Rosano. Nella sua omelia, il parroco di Arena ha sottolineato: «I malvagi sono coloro che desiderano il male del prossimo. Viceversa, i buoni sono coloro che amano il prossimo e in tal modo danno adempimento alla volontà del Signore. La Santissima Maria, pertanto, è l’emblema stesso della bontà». È poi toccato al rettore del santuario mariano zungrese, don Felice La Rosa, il quale ha ricordato, innanzi tutto, i precedenti premi assegnati alle parrocchie nelle passate edizioni. Il sacerdote ha poi spiegato il senso dell’evento: «Il premio è nato dalla necessità di riunire i fedeli sotto l’amorevole sguardo della Madonna. Questo riconoscimento non vuole essere uno spettacolo, ma preghiera e contemplazione verso la Madre di Gesù». Presente alla celebrazione eucaristica anche padre Giuseppe Sorrentino, originario di Zungri e impegnato in alcune missioni umanitarie e di evangelizzazione in terre straniere. Nel corso della manifestazione sono poi stati assegnati vari riconoscimenti a persone che si sono caratterizzate per il loro spirito religioso e umanitario allo stesso tempo. Il primo è andato a Domenica Vallone, cittadina zungrese che ha donato un rene al fratello, restituendogli, in tal modo, la vita. Un gesto di amore e coraggio senza pari che denota la ricchezza d’animo di una cultura di altri tempi applicata alla realtà odierna. Sempre di Zungri, i due militari premiati. Il primo, Antonio Incollà, appartenente al 24^ reggimento di artiglieria di Messina, sergente dell’esercito italiano impegnato in numerose missioni all’estero è stato premiato dal comandante della stazione dei carabinieri di Zungri, Dario Randazzo. Il secondo, Domenico Pugliese, caporal maggiore appartenente al primo reggimento dei bersaglieri di Cosenza, anch’egli impegnato in molte missioni all’estero è stato insignito di una targa dal reduce di guerra del posto, Antonio Rizzo. Due le persone premiate della comunità di Arena. Primo riconoscimento alla famiglia Papallo per l’assistenza a un congiunto affetto da una grave patologia. Il secondo, alla famiglia Ganino per analoghi motivi; a ritirare il premio la madre, sofferte ed emozionata, di una ragazzina colpita da una forma tumorale alla lingua particolarmente aggressiva. Infine, il parroco don Felice La Rosa ha annunciato, come da prassi, il vincitore del premio del 2014, anno in cui ricorrerà il centenario dell’incoronazione del Quadro che raffigura la Vergine venerata dalla comunità. Ad essere premiata, la Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma. Il premio sarà preceduto da un pellegrinaggio e dalla presenza di un canonico della basilica durante la novena. In conclusione, un omaggio ai caduti in guerra. Presenti nella circostanza le associazioni che operano in loco; in particolare: la croce rossa coordinata da Gioacchino Raffa e il complesso bandistico “Giuseppe Verdi” e molti amministratori zungresi, fra cui il vicesindaco Caterina Gaudioso, l’assessore Vittoria Fiamingo e il presidente del consiglio Nicola Pugliese. L’assegnazione delle targhe è stata effettuata dal primo cittadino di Zungri, Francesco Galati e dal vicesindaco di Arena, Adriano Ienco. Massiccia la presenza della comunità che in tal modo ha voluto testimoniare sia la devozione mariana che l’affetto per il suo amatissimo pastore, don Felice La Rosa, insignito di una targa dal comitato civile che ha organizzato i solenni festeggiamenti in onore della Madonna Santissima della Neve.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’ora della Calabria l’8/8/2013, p. 33

Torna Su

celebrazione

MADONNA DELLA NEVE, IN TANTI GIUNTI A ZUNGRI

Zungri - Un’esplosione di coriandoli bianchi. È stato accolto così, lo scorso cinque agosto, a mezzogiorno, il sacro Quadro che raffigura la Madonna Santissima della Neve all’uscita del santuario. A seguire, le note delle due bande: “Giuseppe Verdi” di Zungri e “Complesso bandistico dei due mari” di Tiriolo. E poi, come da prassi, i fuochi d’artificio. La folla di fedeli delle grandi occasioni, ad applaudire l’inizio della processione. Presenti le autorità. In primis il sacerdote del posto, don Felice La Rosa che ha celebrato messa e intessuto un panegirico toccante e profondo, articolato e ricco di messaggi spirituali. E poi i rappresentanti delle istituzioni: il sindaco Francesco Galati, il vicesindaco Caterina Gaudioso, il comandante dei carabinieri Dario Randazzo e il maresciallo Anna Pezzano, la croce rossa italiana. Una processione che si è svolta sotto il sol leone della stagione e che, come sempre, ha attraversato gran parte del centro abitato. Di tre ore la sua durata. A seguire la processione due parroci originari del posto: don Giuseppe Massara e don Giuseppe Sorrentino. Soddisfatti i componenti del comitato civico per la buona riuscita dell’evento. Da sottolineare la sobrietà degli uomini e la compostezza delle donne presenti al rito. Molte le persone anziane che indossavano i vestiti neri, simbolo di un grave lutto familiare che non si cancella neanche nei momenti più lieti. Tra i fedeli pure chi ha seguito la processione scalza (probabilmente per adempiere a un fioretto in omaggio alla Madonna). In conclusione occorre rimarcare, ancora una volta, il fascino del culto mariano zungrese che non a caso richiama tanti fedeli dei paesi limitrofi e molti emigrati che rientrano, appositamente, per partecipare alla processione. Una fede che attraversa il candore degli spiriti e contagia il loro agire e il modo di relazionarsi con l’esistenza stessa.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’ora della Calabria il 6 agosto 2013, p. 28

Torna Su

l’iniziativa

QUANDO LA CULTURA POPOLARE SI FA GUSTOSA

Drapia - Talvolta, quando si parla di sagre, si utilizza un tono sussiegoso, malcelato da un sarcasmo quasi sempre fondato sull’ignoranza (non di matrice socratica). Per organizzare una sagra servono sacrifici consistenti. Un lavoro che si protrae per giorni e giorni. Occorre pensare a tanti adempimenti. Serve un coordinamento, un’organizzazione capillare e una disponibilità ai limiti dell’immolazione. Ad essere sacrificato, quasi sempre, un periodo rilevante delle ferie estive. Per allestire una sagra occorre pensare all’aspetto culinario, a quello delle strutture ospitanti, alla pubblicità e così via. Insomma, le chiacchiere da salotto sono da tutti, l’allestimento di una sagra decisamente no! La “sagra della sujaca” di Caria è una delle più longeve della provincia. Ben trentacinque edizioni senza soluzione di continuità. Ma ciò che la connota positivamente, è il perfetto mix dell’apporto umano. Le persone di esperienza provvedono alle incombenze che richiedono una certa maestranza e i giovani eseguono i lavori per i quali è richiesto maggiore dinamismo: pubblicità e servizio agli utenti. Un’altra caratteristica, l’ampia partecipazione popolare all’evento. Sono tante le famiglie che grazie al loro apporto contribuiscono a mantenere viva questa tradizione. E poi, traspaiono lucenti e tangibili: passione ed entusiasmo. Una passione che deriva dall’orgoglio dell’appartenenza; un entusiasmo che si evince, invece, dal meccanismo di identificazione comunitaria verso un appuntamento connotato da positività. Sacralità e laicità si fondono alla perfezione. Occorre in tal senso ricordare che la sagra si svolge il 6 agosto, nel giorno del patrono del paese, San Salvatore. Ad arricchire tale connotazione, mai ostentata ma presente nelle coscienze dei cariesi, il sentimento della condivisione di un momento caratterizzato da operosità e lavoro. Gli organizzatori della sagra non dichiarano marcati intendimenti culturali. Ma va sottolineata la loro capacità di stare insieme. In tal senso, la sagra della sujaca è una delle più alte e significative espressioni della cultura popolare locale. Tanto più se si considera che ogni partecipante ricollega alla kermesse, sorrisi e momenti che appartengono alla propria sfera dei ricordi più intimi, quelli di cui si nutre l’umanità di ogni bambino, ragazzo o adulto. Per la cronaca, la sagra dello scorso martedì, organizzata da un apposito comitato, ha registrato un’ottima affluenza di pubblico; generalizzata la soddisfazione tra gli astanti. Apprezzati, in particolare, i fagioli cucinati nel coccio di terracotta. Suggestivo, come sempre il ballo di corteggiamento tra i Giganti, Mata e Grifone. Allegorico e divertente il rito della “cameiuzza i focu”. Coinvolgente il concerto della band “Gioia popolare”. La sagra della sujaca è la riprova di una verità inoppugnabile: le cose belle vivono nell’umiltà.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’ora della Calabria il 9 agosto 2013

Torna Su

l’appuntamento

AGOSTO ZUNGRESE TRA FEDE, MUSICA E GASTRONOMIA

Zungri - Presentato il programma delle manifestazioni estive. Un insieme di appuntamenti ideati sinergicamente dall’amministrazione comunale e da altre realtà che operano in loco. Nei giorni scorsi l’inizio, con il mercatino dell’artigianato e degli hobbisti che si protrarrà per tutto il mese di agosto. Da giorno 3 al 5 agosto, i festeggiamenti in onore della Madonna Santissima della Neve. Il 3 agosto è toccato alla cover band dei Nomadi “Per un pugno di sabbia”. Il 4, concerto del noto cantante Paolo Meneguzzi. Oggi, agosto chiusura dei festeggiamenti religiosi con il “Complesso bandistico dei Due Mari”. Il 6 si svolgerà la seconda edizione del memorial dedicato ad Elisa Arena la giovane zungrese deceduta a causa di un incidente stradale il 4 ottobre 2011. Il 9 agosto, lo “Sbariati Festival”. La manifestazione popolare, giunta alla sua quarta edizione ospiterà la band calabrese Marasà. Il 10, presso la frazione di Papaglionti, esibizione del gruppo folk “Città di Vibo Valentia”. L’11 agosto, Festa delle tradizioni; previsto, in piazza De Gasperi, il concerto della band Zona Briganti che allieterà una serata nel corso della quale sarà allestita la quarta edizione della sagra del cinghiale. Il 16 Teatro in piazza, con la Compagnia teatrale zungrese diretta da Pino Pascuzzi che rappresenterà la commedia in vernacolo “Cù nu corpu dui marvizzi”. Il 19 la Festa dei giovani con la presenza di Radio Onda Verde. Il 20 Festa della musica italiana; a vivacizzare la serata il concerto del gruppo Armony band di Zungri. Il 23 Gran concerto bandistico a cura dell’ensamble locale denominato “Giuseppe Verdi”. Chiusura dedicata alla Festa degli anziani, nel corso della quale la compagnia teatrale don Bosco metterà in scena la commedia “’U testamentu”.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su L’Ora della Calabria il 5 agosto 2013, p. 25

__________________________________________________________________

l’iniziativa

MERCATO ARTIGIANALE TRA I VICOLI DI ZUNGRI

Zungri - Partita la prima edizione del “Mercatino, hobbisti & Artigiani”. A farsi promotrice dell’iniziativa l’amministrazione comunale zungrese. Originalità e creatività per animare le vie del centro sito alle pendici del Poro, questo il senso dell’iniziativa. Protagonisti indiscussi, appunto, gli artigiani locali e delle aree limitrofe. Vetro, ceramica, pittura di vari manufatti, saranno oggetto di esposizione e vendita al pubblico. Un modo appropriato per presentare ai turisti uno spaccato della laboriosità e della manualità del posto. I giorni durante i quali si svolgerà l’evento saranno i seguenti: 3, 4, 5, 9, 11, 16, 17, 19, 20, 23, 24 agosto. Più precisamente, l’evento si svolgerà tra Piazza Umberto e Piazza De Gasperi, con inizio alle ore 18 e chiusura alle 24. Previsto un giorno di esposizione (il 10 agosto) anche nella frazione Papaglionti. Tale manifestazione, a costo zero per l’amministrazione comunale, rappresenta la novità dell’estate zungrese. Un’innovazione a metà tra la modernità per i destinatari dell’offerta e le tecniche di comunicazione e la tradizione per la tipologia delle realizzazioni esposte e messe in vendita. Una sintesi, insomma, che si sposa felicemente con la bellezza di un paese che da sempre si segnala per la sua capacità di innovarsi senza perdere il suo nobile e antico spirito, intraprendente e laborioso. Passione e operosità al servizio della comunità. Non sarà l’antidoto alla crisi economica che soffoca l’economia… ma è pur sempre una risposta positiva.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su L’Ora della Calabria il 5 agosto 2013, p. 23

Torna Su

ZUNGRI, GRANDE FESTA COLLETTIVA PER CHIUDERE L’ANNO SCOLASTICO

Zungri - Consueto appuntamento di fine anno nel cortile dell’edificio scolastico. L’iniziativa che si è svolta pochi giorni fa è stata l’occasione per incontrarsi, trarre una sintesi dell’attività svolta e gettare i semi di quella futura. Presenti per la circostanza il sindaco Francesco Galati, il presidente del consiglio d’istituto Giuseppe Cimadoro, l’ex dirigente scolastica Rosa Rizzo e il parroco don Felice La Rosa. Nel suo saluto iniziale, la responsabile del plesso, Cristina Mazzitelli, ha voluto ringraziare «la dirigente Rosa Grazia Deliro che ha incoraggiato le varie attività extracurricolari, il sindaco Francesco Galati per la fattiva collaborazione e le famiglie per il costante sostegno alle iniziative proposte». Molti i progetti realizzati durante l’anno dalla scuola zungrese: frutta nelle scuole, alfabetizzazione motoria, accoglienza, drammatizzazione natalizia, adesione alle celebrazioni del IV Novembre, festa dell’ambiente, progetto nazionale Il poliziotto un amico in più, Una regione in movimento 2013 (al quale hanno aderito tutte le classi della scuola primaria) e la manifestazione finale “Festa dello sport”. L’iniziativa è stata realizzata con l’ausilio del professore Vincenzo Ranieli esperto di alfabetizzazione motoria che da anni segue gli alunni della scuola zungrese. Gli scolari hanno così intrapreso percorsi motori quali l’attività di lancio del peso, tiri a canestro, giochi di corsa e  salti. Gli esercizi ginnici sono stati intramezzati dalle coreografie realizzate dagli allievi e preparate dagli insegnanti di classe. Il tutto accompagnato da musiche coerenti agli spettacoli curate dall’esperto musicale Franco Arena. Un bilancio positivo per la chiusura dell’anno scolastico che ha registrato la professionalità dei docenti, l’esuberante gioia degli allievi alle varie manifestazioni, la generosità delle famiglie e l’incondizionata disponibilità dei collaboratori scolastici, Ferdinando Cimadoro e Francesco Arena. La scuola come maestra di vita e come collante sociale, un riferimento che, specie nelle piccole realtà, si conferma faro educativo e istituzione di feconda umanità.

Corrado L’Andolina  Pubblicato su Calabria Ora il 17 giugno 2013, p. 23

Torna Su

Agricoltura Volano di Sviluppo

Zaccanopoli, politici ed esperti analizzano le criticità del settore

Zaccanopoli - Incontro tecnico divulgativo quello che si è svolto lo scorso giovedì nella sala consiliare. Tema: “Gli incentivi per l’agricoltura dallo sviluppo rurale 2007/2013 alla riforma della Pac “Europa 2020”: nuove opportunità per le imprese agricole”.

Soggetto organizzatore, il Comune di Zaccanopoli, col patrocinio della comunità montana Alto Mesima-Monte Poro e dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Vibo Valentia. A fare gli onori di casa il sindaco Pasquale Caparra, il quale, nella sua introduzione ha sottolineato come l’agricoltura, specie in Calabria, possa essere «fattore di rilancio occupazionale. Occorre superare la frammentazione nella produzione e nella distribuzione dei prodotti agricoli che indebolisce sensibilmente il sistema».

A seguire, Antonino Greco, presidente dell’Ordine degli agronomi di Vibo Valentia, il quale ha spiegato con specifica competenza e dettagliata esposizione, tutti i passaggi burocratici e le linee politiche di fondo collegate ai Pac ed ha così concluso: «L’agricoltura è il settore vitale per la nostra economia». A seguire, l’agronomo Bruno Gazzera che ha indicato tutti gli elementi tecnici riconducibili ai programmi Psr Calabria 2007/2013, la cui scadenza è fissata, salvo proroghe, per il 25 giugno. Mariano Bertucci, anch’egli agronomo, si è soffermato, invece, su un aspetto specifico dell’iniziativa e cioè sulla misura 122 del Psr in questione, avente ad oggetto “L’accrescimento del valore economico delle foreste”. È stata poi la volta di Domenico Petrolo presidente della Cia di Vibo Valentia, il quale ha evidenziato come «i fondi di che trattasi siano ormai gli unici riservati su scala europea all’agricoltura; per cui sarà necessario predisporre tutti gli strumenti necessari per un loro razionale ed efficace utilizzo».

Dal canto suo, Giuseppe Grillo, presidente regionale della Confcooperativa ha aggiunto come sia necessario, soprattutto in questo settore «puntare attraverso le cooperative a soluzioni produttive innovative». È stata quindi la volta dei sindaci presenti all’incontro. Per Giuseppe Iennarella, primo cittadino di Brognaturo «sono necessari supporti operativi per rendere efficaci pienamente fruibili le risorse europee indirizzate all’agricoltura». Per Pasquale Landro «il rischio di una parcellizzazione delle risorse rende incerto l’esito dei fondi che, pur tuttavia, rimangono una base di partenza per chi voglia investire in questo ramo dell’economia». Le conclusioni, affidate all’onorevole Bruno Censore, il quale nel suo articolato intervento ha additato le ragioni della crisi economica nazionale «nei ritardi dell’industria e nell’elefantiaca burocrazia, incapace di offrire risposte rapide alle esigenze della modernità». Il deputato del Pd si è poi soffermato sulla crisi che soffoca il presente e il futuro della Calabria ed ha ribadito come sia quanto mai necessario «parlare il linguaggio della chiarezza, analizzare la specificità dei territori e inserirsi nei circuiti della ricerca e dell’innovazione. L’agricoltura e il turismo possono essere due importanti fattori di rilancio dell’economia regionale. Proprio per tale ragione - ha concluso Censore - occorrerà utilizzare le risorse concesse dall’Europa come un trampolino di lancio verso nuovi orizzonti produttivi e commerciali».

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 9 giugno 2013, p. 33

Torna Su

Zaccanopoli

LA CALZONA VA IN PENSIONE. IL TRIBUTO DEI “SUOI” RAGAZZI

Zaccanopoli - «Un’insegnante encomiabile». Così la definisce, con palpabili sentimenti di ammirazione e stima, una collega che ha incrociato il suo percorso professionale con quello di Orsolina Calzona, insegnante che lo scorso mercoledì ha vissuto l’ultimo giorno della sua carriera professionale. La docente, che vive a Parghelia, ha effettuato la prima supplenza a Caria di Drapia negli anni Settanta. È poi entrata in ruolo nel 1982-1983; primo incarico alla scuola primaria di Santa Domenica di Ricadi.

Dal 2004 ha continuato ad insegnare presso la scuola primaria di Zaccanopoli. Al gran completo, per questa giornata speciale, il corpo docente della scuola zaccanopolese e altri colleghi legati alla maestra da vincoli di amicizia. A loro si è poi aggiunto il sindaco Pasquale Caparra. Nel suo intervento, Orsolina Calzona si è rivolta soprattutto agli allievi ed ha sottolineato quanto sia determinante, per loro, il processo di maturazione educativa: «La scuola ha il dovere di formare gli alunni. I maestri devono dedicarsi alla loro formazione con professionalità e dedizione, perché sono il futuro della società. Oggi è il mio ultimo giorno da dipendente pubblica, ma rimarrò a disposizione della scuola per sempre».

Gli alunni hanno voluto omaggiare la loro maestra con messaggi d’affetto e gratitudine, sentimenti pienamente condivisi dai tanti genitori presenti. Orsolina Calzona ha segnato il suo percorso professionale sulle solide basi dell’umanità e della professionalità. Puntuale e garbata, signorile e generosa, è stata amata dai suoi tanti scolaretti per la spiccata propensione alla comprensione e all’ascolto. Determinata e coerente ha sempre anteposto la scuola ad ogni altro valore o riferimento; un esempio per le future generazioni di docenti e un ricordo dolce e positivo per i tanti suoi alunni.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 15 giugno 2013, p. 28

 

Torna Su

l’iniziativa

Attività fisica e divertimento per i piccoli scolari di Zungri

ZUNGRI - ”Una regione in movimento” è il progetto articolato per tutto l’anno scolastico che per le scuole primarie del Vibonese si è concluso nei giorni scorsi. Soggetto promotore l’ufficio Emfs (educazione motoria fisica e sportiva) con il contributo del ministero dell’istruzione, università e ricerca. Coordinatrice, Sabina Nardo, esperta conoscitrice dell’argomento, che ha saputo trasmettere a colleghi ed allievi, energia e vitalità, passione ed entusiasmo, supportata dall’insegnante Rosetta Rossi. In pratica, il progetto si è così concretizzato. Alcuni insegnanti, durante l’anno, hanno seguito un corso di formazione indirizzato ad “Imparare a rispettare e tutelare il proprio corpo, rispettare l’ambiente ed acquisire corretti stili di vita”. Molte le scuole della provincia vibonese coinvolte, fra cui quella di Zungri. I docenti responsabili della formazione dei colleghi zungresi sono stati: Carmine Cavallaro Giovanna Cortese, Giuseppe Telesa e Salvatore Vinci. La manifestazione è stata articolata in diversi momenti. Nella scorsa settimana, il primo giorno presso il parco urbano di Vibo, si è svolto un saggio dedicato all’orienteering ed ha partecipato anche la classe terza della scuola primaria zungrese. L’indomani, invece, al Palasport, i percorsi motori hanno interessato le classi prima, seconda e quarta. La classe prima, in particolare, è stata impegnata nella costruzione della piramide alimentare. Infine, l’ultimo giorno, esercizi di mini basket e mini volley per gli alunni di quinta. Fondamentale il supporto, sia nella preparazione dei bimbi che nelle manifestazioni finali, degli esperti di alfabetizzazione motoria del Coni. Particolarmente interessanti le coreografie curate dagli allievi del piccolo centro sito alle pendici del Poro, caratterizzate da verve e dinamismo. Sul progetto calerà il sipario il prossimo sabato con le prestazioni delle scuole dell’infanzia vibonesi. Prevista la presenza anche della classe quarta della primaria zungrese, invitata a ripetere l’attività già proposta nei giorni scorsi. Da segnalare il fattivo supporto dell’amministrazione comunale sorretta dall’architetto Franco Galati, che ha garantito i mezzi di trasporto per gli alunni del posto. Da sottolineare, inoltre, come iniziative di questo genere, oltre a veicolare con efficacia messaggi e contenuti di primaria importanza per le donne e gli uomini del futuro, creano solidi vincoli d’amicizia, stimoli al confronto e curiosità conoscitiva, specie fra gli studenti. Valori significativi che s’inseriscono, a pieno titolo, nell’arduo ma affascinante percorso di formazione educativa.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 6 giugno 2013, p. 33

Torna Su

QUANDO LA CULTURA AMBIENTALISTA METTE RADICI PIANTANDO UN ALBERO

Zungri - Nel 1872, il governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, istituzionalizzò l’Arbor day. Un giorno dell’anno veniva così dedicato alla piantagione di alberi. Tale decisione si era resa opportuna a causa delle devastazioni ambientali che avevano colpito il territorio e che erano state causate anche dall’eccessivo disboscamento. Su tale scia, in Italia, nel 1898, il ministro della Pubblica istruzione, Guido Baccelli, ideò la “Festa dell’albero”. L’albero è il simbolo della vita e di una prospettiva d’avvenire ricca di sensazioni ed eventi positivi. L’incontro con la natura, d’altronde, è motivo di arricchimento e di una rinnovata serenità interiore. Il rispetto degli equilibri naturali risulta, pertanto, un inderogabile insegnamento culturale. Proprio per questa ragione, lo scorso venerdì, nel cortile dell’edificio scolastico zungrese si è svolta la cerimonia annuale dedicata alla “Festa dell’albero”. Promotrici dell’evento le scuole presenti in loco e l’amministrazione comunale. Nella prima parte è stata raffigurata con una delicata ed incisiva allegoria la vitalità degli alberi promossa dai piccoli allievi del posto. Ad introdurre l’iniziativa, Cristina Mazzitelli, responsabile del plesso (scuola primaria). È poi stata la volta del sindaco, Francesco Galati, il quale ha espresso la sua «commozione innanzi ai sentimenti di innocenza degli allievi verso un tema così grande e importante qual è la tutela dell’ecosistema. Occorre rispondere a questo atteggiamento con puntualità ed energia per preservare il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti da ogni forma di inquinamento ambientale». A seguire, il dirigente regionale di Legambiente, Franco Saragò: «Una nuova cultura ambientale -ha chiosato- trae le sue mosse dall’educazione. L’odierna manifestazione, di per sé encomiabile, va quindi salutata con entusiasmo. La tutela dell’ambiente richiede un impegno congiunto tra scuola, associazioni e pubbliche istituzioni. Solo insieme si potrà progettare un futuro che abbia in un rinnovato e necessario amore per la natura le sue solide basi». Fra i presenti, anche gli assessori comunali Vittoria Fiamingo, Caterina Gaudioso e Gioacchino Raffa nonché Antonella Pupo dirigente di Legambiente. Soddisfatti i genitori presenti che hanno contribuito alla buona riuscita della kermesse e l’insegnante Tita Marasco responsabile della scuola dell’infanzia. Al termine della cerimonia è stato piantumato, dagli alunni, nella piazza Alcide De Gasperi, un albero di platano. Nell’antica Grecia, la sua somiglianza con la palma di una mano lo rese sacro a Gea. Un simbolo, anch’esso, che rivela la sua estrema attualità.

Corrado L’Andolina Pubblicato su Calabria Ora il 5 maggio 2013, p. 33  

Torna Su

ZACCANOPOLI E IL LEGAME CON IL SUO SANTO

Una piazza nel sito in cui è attestato il passaggio del taumaturgo paolano

Zaccanopoli - Con delibera numero 44 del 2008 la giunta comunale di Zaccanopoli approvava un progetto relativo ai lavori di recupero ambientale di un’area comunale denominata “San Francesco”. Tale iniziativa s’inseriva, nell’ambito dei Progetti Integrati per le Aree Rurali (Piar), Psr Calabria 2007-2013. Dopo un complesso iter burocratico, la Regione Calabria, assessorato all’Agricoltura, finanziava l’opera per un importo complessivo di circa 150 mila euro. Il sito dista qualche centinaio di metri dal centro abitato e, secondo la tradizione, sarebbe stato attraversato dal taumaturgo paolano (durante il suo viaggio verso Milazzo) che avrebbe lasciato l’impronta fisica del suo passaggio. In virtù di tale circostanza, il posto è sempre stato nel cuore degli abitanti del posto che, vale la pena sottolinearlo, offre un panorama tra i più belli e affascinanti dell’intero comprensorio. Uno spicchio di territorio sospeso tra gli uliveti secolari della campagna più tipica calabrese e il mare azzurro intenso del Tirreno. Un incanto della natura impreziosito dalla realizzazione di un’opera voluta dall’amministrazione guidata da Pasquale Caparra e portata a compimento con tenacia e sollecitudine. L’inaugurazione della piazza, con la restaurata statua di san Francesco, è avvenuta lo scorso 16 aprile. Presenti all’evento la quasi totalità della comunità, molti sindaci del comprensorio, varie autorità civili, militari e religiose. La sensazione trasmessa è stata quella di un popolo in marcia per rendere omaggio a un’area da sempre identificata col passaggio del santo calabrese. Ma anche un modo per testimoniare l’orgoglio dell’appartenenza a un territorio amato per la bellezza della natura e apprezzato da tutti per la laboriosità dei suoi abitanti, di ieri e di oggi. La cerimonia ha preso le mosse dalla centrale cappella dedicata alla Madonna del Carmelo. Dopo avere attraversato il centro, il corteo si è indirizzato verso l’area “San Francesco”. Ad accompagnare gli astanti le note del locale complesso bandistico “San Francesco”. In testa alla processione, la sacra reliquia del mantello di san Francesco, presente grazie alla missione dei Minimi che ha avuto inizio la scorsa domenica, nonché, alcuni confratelli di Paola, padre Francesco La Ruffa attuale sacerdote del posto e l’ex guida spirituale degli zaccanopolesi, don Francesco Sicari. Giunti in loco, dopo il rituale taglio del nastro, è seguito un intervento introduttivo dell’assessore Saverio Cutuli, il quale ha ricordato il passaggio di san Francesco di Paola a Zaccanopoli e gli eventi successivi ad esso. L’omelia pronunciata da monsignor Luigi Renzo durante la celebrazione eucaristica è stata incentrata sulle parole di papa Francesco proferite qualche giorno fa: «Un cristiano -ha chiosato il presule- per credere, deve camminare, edificare, confessare. Camminare significa muoversi, essere disposti a mettersi in discussione continuamente, così come ha fatto san Francesco di Paola. Camminare significa accettare le provocazioni che ci vengono dal mondo, dalla presenza degli altri, per rivedere noi stessi alla luce del Signore. Confessare significa testimoniare concretamente quello che noi crediamo. Confessare Gesù Cristo contro la mondanità. La vita, come racconto dell’amore di Dio che si concretizza». È poi toccato al sindaco Pasquale Caparra che ha contestualizzato l’opera realizzata nell’ambito di un processo di sviluppo culturale, sociale e urbanistico intrapreso dall’attuale amministrazione. Fra i vari progetti finanziati, ricordato, in particolare, quello dell’ “Albergo diffuso”, nato da un’idea dell’assessore Rosanna Mazzeo e che a breve avrà il suo concreto incipit. A proposito della sua compagine, il primo cittadino ha evidenziato: «Un’amministrazione con lo sguardo verso il futuro, capace di rompere due mattoni per costruire un castello. Essere alla guida di un piccolo comune non significa pensare in piccolo».  Le conclusioni, affidate al prefetto Michele Di Bari, il quale ha ripreso queste ultime parole del sindaco ed ha poi asserito: «Questa statua sembra abbracciare la comunità, la vuole far vivere del proprio spirito, per renderla fertile, perché pensi in grande, per i propri figli, per le nuove generazioni, per una scuola fatta a misura d’uomo che faccia degli allievi i professionisti del domani. E quindi, rafforzare l’ente locale nella legalità e nello spirito della solidarietà, fargli seguire il mantello del santo perché al suo lembo ciascuno possa aggrapparsi e condividere la solidarietà con gli altri».

Corrado L’Andolina - 16 Aprile 2013

Torna Su

fede e tradizione

PARTE LA MISSIONE DEI MINIMI

Zaccanopoli, la comunità accoglie le reliquie di San Francesco

Zaccanopoli - Dal 13 marzo 2013 il popolo cattolico, all’unisono, si è identificato nel nuovo pastore: papa Francesco. Un nome che di per sé rappresenta una difficile e affascinante sfida culturale e religiosa. E chissà che anche gli appuntamenti consolidati nella tradizione, come le missioni popolari francescane, non acquisiscano rinnovata linfa e rinvigoriti contenuti da un evento così importante. È tutto pronto, infatti, per la “Missione popolare dei padri Minimi di san Francesco di Paola” che avrà inizio questa sera. L’appuntamento coinvolgerà La quasi totalità della popolazione e le sue articolazioni laiche e religiose. Alle 17:30 è prevista l’accoglienza delle reliquie di San Francesco di Paola che saranno accompagnate presso la chiesa parrocchiale dedicata a “Santa Maria della Neve”. Dopo la celebrazione eucaristica seguirà una veglia di preghiera. I salienti appuntamenti, per i giorni successivi, saranno i seguenti. Nella mattinata di lunedì ci sarà l’incontro con gli scolari; che si ripeterà per l’intera durata della missione. Di pomeriggio, alle ore 17:00, seduta straordinaria del consiglio comunale e incontro con padre Rocco Benvenuto. Ricco di contenuti, sia per l’alto valore simbolico che per i concreti risvolti socio-urbanistici, l’evento di martedì. Alle 17:30 di giorno 16 aprile sarà inaugurata la piazza intitolata a “San Francesco di Paola”. Per l’occasione, sarà anche presente il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo. Mercoledì, sarà caratterizzato dal centro d’ascolto che verrà allestito dai Minimi presso la comunità. Nella serata del 18, adorazione eucaristica. Il 19 incontro con i vari gruppi parrocchiali (catechisti, biblico e missionari). Giorno 20 incontro con i giovani. Domenica 21, preghiera conclusiva della missione e saluto alle reliquie di san Francesco. La missione avvia la campagna di raccolta dell’olio votivo che sarà poi donata ai padri Minimi nel tradizionale appuntamento del 2 maggio. Quest’ultimo evento sarà coordinato dall’amministrazione comunale di concerto con la locale parrocchia. La missione presso il piccolo centro sito alle pendici del Poro segue di un anno quella che interessò il Comune di Zambrone e di due quello di Zungri. In tal modo si chiude il ciclo dell’incontro tra i Minimi con le realtà “aramonesi”. Di certo la missione, di per sé, risulta perfettamente in linea con l’idea di ritorno alla piccola comunità cristiana, particolarmente cara al Vescovo di Roma: «Un luogo -ha sottolineato il pontefice- per riconoscersi in un’identità anche culturale».

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su Calabria Ora il 14 aprile 2013, p. 32

Torna Su

IL GESTO SOLIDALE ALIMENTA LA LUCE DELLA SPERANZA

Zungri, raccolta fondi per il piccolo Cristian

Zungri – La storia di Cristian, appena dieci mesi, ha commosso enti, diocesi e popolazione della provincia vibonese. Il piccolo, per una grave patologia delle due retini, ha già subito diverse operazioni chirurgiche. La funzionalità di un occhio sembra persa. Mentre, quella dell’altro occhio necessita di cure specifiche. Per tentare di salvare la vista, il bimbo ha bisogno di un urgente intervento che dovrà essere effettuato a Detroit, in una clinica specializzata. Per sostenere la sua famiglia che vive e risiede a Mantineo di Cessaniti, si sono mobilitati enti, associazioni e la diocesi. Un intervento corale teso alla raccolta dei fondi necessari a sostenere tale intervento. Il caso è stato portato all’attenzione del pubblico da Giuseppe Ceravolo, presidente del circolo “Corrado Alvaro”, ma poi è stato condiviso dall’intera popolazione provinciale. Gli ultimi in ordine temporale ad essersi mossi a sostegno di Cristian sono stati l’associazione “Elisa Arena – Vittime della strada” e la sede locale della Croce rossa italiana. La raccolta di fondi e le sottoscrizioni volontarie promosse, hanno raggiunto i 3835 euro. A tale riguardo va precisato che l’importo include la somma di 735 euro che la famiglia Sainato, da Ricadi, recentemente colpita da un lutto, ha donato per tale causale. Quest’ultima somma è stata raccolta tra gli amici di famiglia, la quale per promuovere l’iniziativa ha rinunciato ai fiori per il funerale di Rocco Sainato svoltosi qualche giorno fa. In ogni caso, il complessivo contributo è importante, sia per il messaggio positivo che reca in sé, sia per la concreta solidarietà messa in campo dai due sodalizi. La consegna della somma è stata effettuata domenica scorsa nella chiesa parrocchiale zungrese dedicata a “San Nicola”. A tale proposito, il parroco don Felice La Rosa ha dichiarato: «Dobbiamo pregare per il piccolo Cristian affinché superi questo suo difficile percorso teso a recuperare una funzione così vitale come la vista». A seguire, le dichiarazioni di Antonella Grillo, presidente dell’associazione “Elisa Arena – Vittime della strada”: «L’iniziativa punta a un obiettivo preciso, contribuire a risolvere i problemi di salute di un bambino per consentirgli di sorridere al futuro, alla vita, con gioiosità e serenità. Aggiungo che Cristian è circondato dall’affetto di due genitori meravigliosi, di tanti parenti e amici che gli vogliono sinceramente bene. Da oggi, avrà con sé anche un angelo che lo accompagnerà nelle tappe difficili della sua vita, Elisa Arena». A seguire le dichiarazioni del coordinatore locale della Cri, Gioacchino Raffa, il quale ha sottolineato «la disponibilità del parroco don Felice La Rosa che ha sostenuto l’iniziativa e, soprattutto, il senso altruistico della popolazione zungrese che di fronte a un caso così delicato e difficile ha dimostrato il suo vero volto, generoso e sensibile». A conclusione dell’incontro, è stata donata, al piccolo Cristian, dai due sodalizi, anche un pupazzo e una targa ricordo della giornata trascorsa insieme alla comunità, sulla quale è stata incisa la dicitura: «Ti auguriamo di vedere con i tuoi occhi la strada che in futuro dovrei percorrere». Presenti all’appuntamento della scorsa domenica anche la madre e la nonna del piccolo.

Corrado L’Andolina  -  Pubblicato su Calabria Ora il 19 marzo 2013, p. 35

Torna Su

l’appuntamento

Zungri, Cena e Serata di Festa con gli Anziani

Zungri Neale Donald Walsch saggista e giornalista che vive nell’Oregon, nel libro “Meditazioni da Conversazioni con Dio” ha scritto: «Sono gli anziani coloro che conoscono la verità e la vita, ciò che è importante e ciò che non lo è, nonché il vero significato di parole quali integrità, lealtà, onestà, amicizia e amore». Gli anziani, dunque, sono il serbatoio della memoria e delle emozioni, della conoscenza umana e dell’esperienza pratica.

Proprio per tale ragione, meritano una particolare attenzione. È consuetudine consolidata che nel piccolo centro sito alle pendici del Poro, durante il periodo natalizio sia loro offerta una cena. Anche quest’anno, la tradizione è stata rispettata. In più, la cena è stata offerta anche ai disabili che vivono in loco. A farsi carico dell’organizzazione, la Croce rossa italiana, gruppo di Zungri.

Coordinatore, il responsabile locale, Gioacchino Raffa, il quale ha affermato: «Con questo piccolo gesto, abbiamo voluto dedicare il nostro tempo e le nostre risorse umane ai nostri nonni, ai simboli viventi del passato. Nella certezza che da loro ci sia molto da imparare, in ogni ambito della vita. La Cri è vicina anche ai diversamente abili e testimonia il suo impegno con un’attenzione costante e permanente».

L’iniziativa si è svolta nella mensa scolastica, lo scorso sabato. In merito, va aggiunto che le spese per la cena sono state finanziate dall’amministrazione comunale. Presente all’evento anche il primo cittadino Francesco Galati, il quale ha sottolineato: «Con quest’appuntamento, l’amministrazione vuole lanciare un segnale preciso; di amore, dedizione e cura di quei concittadini che rappresentano il passato ed hanno molto da insegnarci per il futuro.

Una manifestazione - ha concluso - che nei giorni scorsi ha anche ricevuto il plauso dalla Presidenza della Repubblica tramite la Prefettura». Presenti anche altri amministratori: il neo assessore Vittoria Fiamingo, Caterina Gaudioso vicesindaco con delega alle Politiche sociali, l’assessore Francesco Mamone e il presidente del consiglio comunale, Nicola Pugliese.

Ad animare il raduno una divertente e allegra esibizione dei “Giamberiani”, formazione di musica e cultura calabrese (proveniente dal Catanzarese) che ha coinvolto i presenti in gag, balli popolari (e non solo) e in molti momenti di umoristico cabaret. Una serata, insomma, all’insegna della tenerezza, della solidarietà e della spensieratezza. Il calore della gente di Calabria…

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 28 dicembre 2012, p. 34

Torna Su

Lezioni di Primo Soccorso

Iniziativa della Croce rossa con studenti e insegnanti

Zungri – La croce rossa italiana col patrocinio dell’amministrazione comunale ha organizzato, ieri, una “Lezione interattiva sulle manovre di disostruzione delle vie aeree nei bambini” che si è tenuta nei locali della sala consiliare. L’evento ha registrato la presenza degli studenti zungresi che hanno così appreso, insieme ai loro docenti, le manovre fisiche da eseguire in tali ipotesi. Non a caso lo slogan prescelto per l’iniziativa è stato: “Salva la vita di tuo figlio da tutto quello che potrebbe ingerire”.  A fare gli onori di casa, il sindaco, Francesco Galati, il quale ha dichiarato: «Sono orgoglioso di offrire ospitalità all’evento e di partecipare a questa importante lezione. Con l’occasione ringrazio la croce rossa per la disponibilità data. Registro, ancora una volta, che in un momento di crisi della politica e dei valori, il volontariato rimane una delle pochissime positività di ogni realtà. Per gli amministratori, dunque, risulta quanto mai essenziale creare, con esse, un momento di proficua e sinergica collaborazione». È poi seguito l’intervento del commissario provinciale, Maria Silvestro, la quale, dopo avere elogiato il sindaco per la consueta disponibilità operativa ha sottolineato: «La sede zungrese della Cri si è distinta, sin dalla sua recente origine, per l’assiduità degli incontri, l’entusiasmo degli aderenti e lo spirito di aiuto rivolto al prossimo». Il commissario ha poi avuto parole di encomio per la generosità dell’impegno profuso «verso tutti coloro che collaborano all’interno della Cri zungrese, opportunamente stimolati da Gioacchino Raffa, ispettore di gruppo e da Maria Neve Crudo, ispettrice dei pionieri». A seguire, gli interventi di benvenuto all’iniziativa da parte dell’attuale e della precedente dirigente scolastica delle scuole zungresi, Rosa Deliro e Rosa Rizzo. La lezione ha poi avuto inizio con l’esposizione del dottore Salvatore Braghò ed è stata divisa in due parti, una teorica e una pratica, con l’ausilio di supporti video-informatici e di altri operatori della Cri. In conclusione, il dottore Giuseppe Manfrida si è soffermato sulle tecniche di disostruzione da esercitare sui neonati.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 29 novembre 2012, p. 35

Torna Su

la trasferta

LA BANDA DI ZUNGRI S’ESIBISCE IN VATICANO

ZUNGRI - L’orgoglio di una comunità che si esprime attraverso una prestazione particolare eseguita dal suo complesso bandistico “Giuseppe Verdi”. L’occasione è stata offerta dalle celebrazioni in onore all’anno della fede e al 25° anniversario dall’istituzione della “Fondazione Migrantes”, organismo della Cei sorta per assicurare assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri e per promuovere opere di accoglienza nei loro confronti. Il programma ha avuto inizio venerdì scorso, con la partecipazione dei musicisti zungresi alla santa messa presso la Basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Il giorno successivo, la performance della banda ha seguito il seguente itinerario: Castel Sant’Angelo, via della Conciliazione, sala “Paolo VI”. Il gruppo, composto da 38 elementi,  si è disposto in otto file, procedendo in modo perfettamente allineato. Magistrale l’esecuzione dei brani proposta. Soddisfatto il presidente del gruppo Pietro Limardo che sin dalla costituzione del sodalizio musicale si è sempre prodigato per la sua costante crescita. A tale proposito giova ricordare che il complesso è sorto nel 2001 ed è composto, nella quasi totalità, da giovanissimi musicisti del posto. La direzione è affidata alla sapiente guida del maestro Antonio La Torre, docente al conservatorio “Torrefranca” di Vibo Valentia. I capi-banda, Marco Caputo e Francesco Scidà sono musicisti cresciuti in seno alla formazione. Fanno parte del direttivo anche Bruno Caputo, Nicola Pugliese e Domenico Raffa. Dopo l’esibizione, alle ore 11, la banda è stata ricevuta dal sommo pontefice nella “Sala Nervi”. Ben centocinquanta i complessi presenti all’appuntamento. In merito all’iniziativa, il presidente Pietro Limardo ha dichiarato: «L’evento ha avuto una portata storica ed è destinato a rimanere bene impresso nella memoria dei partecipanti che porteranno sempre con sé il ricordo di una giornata decisamente emozionante». Presenti nella circostanza anche il primo cittadino Franco Galati e il vicesindaco Caterina Gaudioso. A tale riguardo, il sindaco ha dichiarato: «Il complesso “Giuseppe Verdi” rappresenta un patrimonio per la comunità, specie per la sua positiva capacità di aggregazione. Per tale ragione -ha concluso Galati- l’amministrazione ha sostenuto l’iniziativa che rappresenta un momento artistico e spirituale di altissimo livello». Sulla stessa lunghezze d’onda Caterina Gaudioso «l’occasione, di per sé nobile, consolida e stimola nuove adesioni al complesso bandistico; un dato confortante, che verrà dunque supportato dall’ente». Fra i musicisti, Cristian Alleva, percussionista, il quale ha aggiunto: «Con la banda ho condiviso tanti momenti, sempre segnati dall’amicizia e dalla professionalità. Ma quello di pochi giorni fa ha un significato che supera l’orizzonte della quotidianità e s’inculca nel profondo del mio animo». Il sentimento comune registrato fra i partecipanti, è dunque di gioiosa partecipazione a un evento sentito e significativo. E allora ritornano in mente le parole di sant’Alfonso Maria de’ Liguori fine teologo e autore di canti religiosi: «Amate e ridete: chi ama un Dio così buono non deve ammettere mai pensieri di mestizia nel suo cuore».

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 7 Dicembre 2012, p. 35

Torna Su

la riflessione

SE LA FEDE NON DIVENTA VITA NON SERVE A NULLA

“Nel giorno 11 novembre del 1725 si giunse al Casale di Zaccanopoli nella Chiesa Parrocchiale S. Maria ad nives, della quale è Rettore D. Sabatino De Luca, ha reddito di ducati 100, si visitò il SS. Sacramento dell’Eucarestia, che si trovò decentemente conservato in una Pisside argentea; vi è anche un’altra Pisside per portare il Viatico agli infermi”. È questo l’incipit della prima santa visita pastorale documentata su Zaccanopoli. A distanza di quasi due secoli, il solenne appuntamento che è allo stesso tempo religioso e, latu sensu, culturale, ricopre il medesimo fascino e la stessa assoluta importanza. Prova ne è la rilevante partecipazione della popolazione sia fisica che emozionale. Tutti i gesti e le azioni hanno assunto, dunque, i connotati della solennità. Ma non è questo il dato che vale la pena sottolineare a proposito di tale storico appuntamento. Piuttosto, i tanti momenti di confronto e conoscenza che rimarranno scolpiti a lungo nella memoria collettiva del piccolo centro sito alle pendici di Monte Poro. Uno di questi, il confronto del vescovo con la comunità dopo la messa dello scorso sabato. Il suo modo di relazionarsi, specie con i più piccoli, ha fatto conoscere un aspetto caratteriale del vescovo che raramente balza all’attenzione dei cronisti. Ovvero, la sua tenerezza relazionale, sempre equilibrata e riservata. Sorrisi gioviali, risposte semplici e coerenti, pazienza certosina, ampia disponibilità all’ascolto. Doti tipiche di un pastore che interpreta il suo magistero con efficacia propositiva. Tale atteggiamento, con ogni probabilità, è stato anche dettato dall’humus tipico del centro rurale visitato. La contagiosa umanità di questo borgo rappresenta, infatti, una rara pietra miliare in un universo di relazioni sociali (nazionali e internazionali) sempre più sfilacciato. Non sono mancati, nel corso del dibattito, spunti di riflessione approfonditi. Su tutti, il ruolo dei cattolici in politica e un modo differente di esercitare i propri diritti e doveri, da improntare, a giudizio del presule, verso una «cittadinanza attiva». Ma la parte più intensa della sua predicazione è stata riservata alla sfera spirituale. Traendo spunto dalla “Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi” ha affermato: «Se la fede non diventa vita non serve a nulla. La fede significa accogliere la parola di Dio, perché se noi non ubbidiamo a Dio è inutile dire che si ha fede. La verifica -ha chiosato il presule rivolgendosi ai fedeli- la facciamo insieme per guardare dentro, per capire il nostro comportamento. Perché devo ascoltare il Signore, devo conoscerlo, devo amarlo, devo seguirlo? Per costituire il Regno di Dio.

Quando verrà il nuovo mondo non lo sappiamo. Ma questa attesa è la riflessione e la sollecitazione che noi dobbiamo sentire nella vita di tutti i giorni. Noi -ha concluso- non dobbiamo pensare al Dio che verrà ignorando la quotidianità».

La toccante ed appassionata riflessione supera, evidentemente, i limiti di ciò che è ordinario. Non soltanto sotto il profilo ontologico; ma anche per la profondità di contenuti.

Un esempio e uno stimolo, chiarissimi, che s’indirizzano allo spirito di ogni cristiano ma che indicano, altresì, un modus operandi alla società civile (e non solo zaccanopolese): ascolto, logos, proposta, approfondimenti; i pilastri sui quali costruire una nuova dimensione valoriale.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 4 dicembre 2012, p. 34

Torna Su

il corsivo

Provincia tra passato e futuro.  IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE ?

Il sogno di ogni italiota: fare sei al superenalotto ! Ma ogni lotteria che si rispetti prevede premi di consolazione. C’è stata una fase della storia locale recente, in cui la confusione ha regnato sovrana. E così, in molti hanno visto la Provincia come fonte dei primi premi di consolazione da aggiudicarsi. In parte, non hanno avuto tutti i torti. Responsabilità dirigenziali, posticini sicuri, consulenze ritenute indispensabili, onore e gloria agli intemerati amministratori, sono stati i baci allegramente e lussuriosamente distribuiti dalla dea bendata.

Ma c’è sempre il rovescio della medaglia. Come recita il detto popolare ? “La fortuna è cieca e succede che a volte dà e poi toglie !”. E nel caso in esame dopo avere dato, al momento del saldo ha chiesto interessi (e ciò era lecito attenderselo) ma anche la rivalutazione monetaria ! La metafora non è tanto distante dalle cose tangibili.

Il primo obiettivo dichiarato dal neo nominato commissario, infatti, è di evitare il dissesto finanziario. Ma uno sguardo curioso lancia l’occhio oltre le cose contingenti. E allora a discutere con consiglieri e assessori avvicendatisi a ritmo serrato in questi anni, si viene a conoscenza di dati, opere, iniziative che nemmeno la più ricca e gloriosa Contea di Monterey sarebbe stata capace di fare. E il dubbio affiora in tutta la sua problematicità: ma è la fantasia che supera la realtà, o viceversa ? Una cosa, però, è certa.

In passato, la Provincia ha occupato uno spazio mediatico ben oltre le più rosee aspettative. L’esorbitante numero di dipendenti, forse il più alto o comunque tra i più alti del Paese rispetto alla non numerosissima popolazione, assunti attraverso stratificazioni burocratiche e legaliste ha fatto assurgere l’ente alle cronache nazionali. Tutto in regola. Ma ci sono delle norme che esulano da quelle emanate dal legislatore e fanno riferimento alla morale, al senso di responsabilità, alla prospettiva futura di una comunità.

Principi, evidentemente, relegati nella plumbea (se vista con gli occhi dell’al di qua) realtà dell’Inconoscibile. Una certezza c’é. La Provincia, non ha mai fatto discutere le riviste di architettura nazionale per le sue opere, né ha mai dato motivo di dibattito a personalità culturali di profilo internazionale. In compenso, le recenti cronache giudiziarie hanno ripiombato l’ente su una dimensione ultra localistica per episodi non proprio edificanti.

A margine della sua chiusura un comitato che si spende per la sua difesa con generosità e disinteresse: e, forse, questa è una delle poche note positive del suo probabile (ma non ancora definitivo) epilogo. E la gente ? Tace. Sarà l’indole pigra dei vibonesi ? Sarà la sfiducia generalizzata verso tutto ciò che ruota direttamente o indirettamente intorno alla politica ?

Sarà perché non c’è realtà abitata che non lamenti disservizi e ritardi, come ad esempio nella manutenzione delle strade ? Il piatto della bilancia non risulta in attivo. E non ci si riferisce solo a quello economico. Questa realtà locale ha maturato coscienze ? Ha avviato processi di dinamismo culturale ? Ha posto argini a una dilagante amoralità ? Per operosità e lungimiranza ha meritato di essere Provincia ? Domande fin troppo retoriche.

La sua chiusura equivarrebbe, però, all’estrema unzione verso una comunità che da molto tempo ha quale orizzonte la sua sopravvivenza. E allora ci si pone altri interrogativi: cosa accadrà senza ? Il peggio è alle spalle o deve ancora venire ?

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 25 novembre 2012, p. 29

Torna Su

Presente e passato

ANNARITA CASTELLANI E I SAPORI DIMENTICATI

Convivialità e famiglia, costituiscono un binomio solido. I momenti solenni della vita familiare, si svolgono, infatti, in rilevante misura, intorno alla buona tavola. Annarita Castellani, autrice del volumetto "Dalla cipolla alla ‘nduja. Arte in cucina", prende spunto proprio dal suo legame profondo con la famiglia (dalla quale ha appreso l’ars culinaria, ricette del passato e non solo) per raccontare una storia d’amore, quella per la tradizione gastronomica calabrese. Il ricettario vergato dalla giovane ricercatrice é totalmente scevro da pretese antropologiche o didattiche.

Il testo è essenziale, immediato, fruibile da massaie e buongustai. Il manuale si segnala per la sua capacità di “raccontare” pietanze succulente e stimolanti per il palato. Non c’è alcuna pretesa culturale (strictu sensu) nell’elaborazione del testo, né finalità recondite o astruse.

Eppure, il libro della Castellani, per sua stessa natura, fa cultura. La componente culinaria, infatti, rappresenta un riferimento costante per ogni comunità. Da evidenziare anche l’accattivante fotografia di cui è corredata l’opera. Insomma, il saggio cattura l’attenzione, i sensi, la fantasia. Un’opera che va riposta in cucina, sempre pronta per l’uso ed a portata di mano. Ma che non sfigurerebbe neanche nella biblioteca dello studio… perché  se è vero che le eroine di Jane Austen mantengono intatta la loro capacità di far sognare ad occhi aperti, è anche vero che un piatto di "fileia alla ‘nduja" conserva analoga potenza calamitante (sebbene orientata su un piano differente). Per come emerge da questo lavoro di ricerca, la cucina calabrese si mette in luce per la sua straordinaria capacità di celebrare pietanze molto gustose, con un bilanciamento nutrizionale di prim’ordine e ciò, grazie a ingredienti cosiddetti “poveri”.

Troneggiano in questo virtuoso circuito gastronomico due prodotti alimentari: la ‘nduja e la cipolla. La prima legata all’allevamento del maiale (passaggio fondamentale nella cultura contadina calabrese), la seconda, impiantata dai Fenici e dunque simbolo della storia ultra bimillenaria della Calabria. Ma dissertare su questi due prodotti, servirebbe a ben poco; il web a tale proposito, abbonda d’informazioni. Vale la pena sottolineare, invece, come le ricette proposte, costituiscano un meraviglioso percorso all’interno di una convivialità semplice ma non semplicistica, ricca di sapori forti; insomma, qualcosa che ha molto a che fare con la “calabresità”.

Per George Bernard Shaw: «Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare». In terra di Calabria, sul piano della legalità non si possono fare sconti. Né si può fiancheggiare la deriva relativistica dei tempi odierni. E dunque, l’unico spazio nel quale dare libertà ai sensi...  rimane ciò che potenzialmente potrebbe fare aumentare il volume corporeo. Ma poi, si sa, tutto dipende dalle relative porzioni. Il libro della Castellani, in tal senso, offre un autorevolissimo spunto per assaporare ciò che fa ingrassare... senza necessariamente cambiare taglia !

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 29 luglio 2012, p. 25

Torna Su

la festa di pensionamento

COMMOZIONE ED EMOZIONI IN CHIUSURA D’ANNO SCOLASTICO

Zungri- Ci sono molti modi per chiudere l’anno scolastico. Quello più ricorrente prevede rappresentazioni teatrali, canti, musiche, danze, poesie, corse per i cortili scolastici irradiati dal tepore primaverile. Insomma, la priorità è costruire un momento di aggregazione all’insegna dell’allegria e della spensieratezza; l’obiettivo, un arrivederci al termine della stagione estiva. L’altro ieri, lo spazio adiacente l’edificio che ospita le scuole zungresi è stato teatro dell’appuntamento di fine anno. Ma questa volta, il clima era ben diverso da quello solito. Perché ? Per i ricordi, molto differenti rispetto a quelli degli anni passati, destinati a rimanere impressi nella memoria di chi ha partecipato all’iniziativa. Prima di tutto le lacrime degli alunni della quinta classe, scuola primaria. Ragazzi maturi, consapevoli della chiusura di un ciclo di vita e dell’apertura di una nuova fase. Lacrime che hanno testimoniato la speciale sensibilità delle nuove leve zungresi e il loro affetto verso gli insegnanti che li hanno educati e formati culturalmente per cinque anni. Impossibile poi dimenticare la voce della dirigente scolastica, Rosa Rizzo, la quale ha confermato il suo pensionamento. Una voce, durante il suo intervento, ripetutamente rotta dall’emozione, dalla quale è ancora una volta emersa la perfetta simbiosi tra la vita della dirigente e la sua amatissima scuola. Una donna che negli anni ha saputo trasmettere serenità ed equilibrio all’intero mondo scolastico locale. Energica e appassionata nel difendere l’autonomia dell’Istituto comprensivo zungrese (soppresso dal nuovo Piano di dimensionamento e su cui pende specifico contenzioso promosso dal Comune) si è sempre spesa con generosa operosità senza lesinare tempo, risorse e idee verso percorsi didattici ed educativi efficaci e sempre al passo coi tempi.

È stata poi la volta di Vittoria Massara che ha presentato la manifestazione. Anche per il pensionamento di quest’ultima emozioni e nostalgia, per un pezzo di storia che chiude il suo ciclo. Vittoria Massara non è stata un’insegnante comune; nei suoi anni trascorsi a Zungri era ormai diventata un riferimento per l’intera comunità. Rigorosa e affabile, puntuale e bonariamente burbera era ormai considerata da tutti (genitori, colleghi e alunni) l’anima stessa della scuola; continuerà ad esserlo grazie ai suoi preziosi insegnamenti e alla sua professionalità. Pensionamento anche per la maestra Nella Mazzitelli che, originaria del posto e residente in loco ha sempre offerto il suo contributo lavorativo con vigoria e determinazione, immediatezza e spontaneità. Analoga sorte per  Francesco Grillo, docente presso la scuola zungrese da molti lustri, che ha esercitato l’insegnamento con maestria e sagacia; sornione e motivato ha sempre individuato percorsi idonei a superare piccoli e grandi ostacoli.

La scuola perde pure il collaboratore scolastico Francesco Gaudioso sempre preciso e disponibile con docenti e alunni. Arrivederci anche alle insegnanti Rosalba De Vita e Giuseppina Mazzeo che il prossimo anno eserciteranno la loro professione presso altre sedi.

Presente anche il sindaco Francesco Galati che ha dichiarato il pieno sostegno dell’amministrazione comunale alle future attività scolastiche. In questa cornice, tra le varie musiche, “La marcia di Radetzky” di Johann Strauss e l’”Ymca” dei Village People hanno fatto da sottofondo ad alcuni momenti della cerimonia. Melodie classiche e rockeggianti che rappresentano la sintesi perfetta della giornata: l’entusiasmo del futuro avrà la sua solida base nelle affascinanti note del passato, saldamente vincolate da un’unica progettualità.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora l’11/6/2012 p. 24

Torna Su

Comunicato Stampa

Zambrone "Calabria bizantina: il Poro". È questo il titolo prescelto per il convegno che si svolgerà lunedì 18 giugno, ore diciannove, presso la sala parrocchiale “Pio XII” di San Giovanni di Zambrone. Soggetti organizzatori dell’evento culturale, la parrocchia e il comitato festa patronale "Santa Marina Vergine" 2012. Perché tale iniziativa ?

Il 18 giugno ricorre la festività patronale. Negli anni passati, la ricorrenza è sempre stata omaggiata con una santa messa. I festeggiamenti in onore della patrona, infatti, vengono organizzati per il 17 luglio, data che ricorda la traslazione delle sacre reliquie dall’Oriente alla chiesa di Santa Maria Formosa di Venezia. La patrona sangiovannese nacque e visse in Bitina intorno all’ottavo secolo d. C. e trascorse la sua vita nel convento di Canobin (attuale Siria).

In seguito al trasferimento delle reliquie ad opera di un mercante veneziano (1228) divenne compatrona secondaria di Venezia. Per arricchire la festività patronale, il percorso prescelto è quello di ampliare il raggio di azione culturale, attraverso l’indagine e l’approfondimento storico.

Il culto, infatti, risulta saldamente ancorato alla cultura bizantina e all’opera di cristianizzazione realizzata nell’area del Poro, da parte dei monaci Basiliani. Proprio per questa ragione, il 18 giugno alla tradizionale messa seguirà il convegno d’indagine storico-culturale. Ad introdurre i lavori, il parroco locale don Pasquale Sposaro. Sarà poi la volta di Ulderico Nisticò, studioso di storia e cultura calabrese che si soffermerà sul ruolo avuto dai Bizantini in Calabria e, in particolare, nell’area del Poro che include anche la piccola frazione zambronese.

Nel corso del seminario verrà anche proiettato un video con immagini legate al culto della patrona sangiovannese. In sintesi, non si tratta di un’iniziativa dai contenuti meramente accademici, ma di una vera e propria operazione culturale funzionale alla contestualizzazione del culto della santa orientale e dei suoi riflessi sull’humus culturale odierno.

Torna Su

Patto per il Territorio

Martedì 19 Giugno, alle ore 18:30, presso l’attuale sede della Pro Loco Tropea sita presso l’“Antico Sedile”, verrà ufficialmente presentato il protocollo d’intesa “PATTO PER IL TERRITORIO” tra alcune   Pro Loco della “costa degli dei” .  All’evento parteciperanno diverse autorità locali tra le quali l’Assessore Provinciale al Turismo Gianluca Callipo, il Presidente Regionale dell’UNPLI Demo Martino, Il Presidente Provinciale UNPLI Pino Maiuli, il consigliere nazionale UNPLI Franco Todaro, oltre che  i presidenti delle Pro Loco interessate dal patto e i sindaci dei comuni delle pro loco  interessati.

Ed ecco che, metaforicamente, la nostra magnifica costa degli Dei e il suo patto diventano come un quadro di Claude Monet, nell’ “impression, soleil levant” (Impressione,  levar del sole), con i suoi riflessi e i suoi magnifici colori. Alcuni più evidenti, altri meno, come le tradizioni, gli usi e i costumi d’ogni nostro paesello che, seppur piccoli per chi ne è abituato, rappresentano una meraviglia all’occhio dello straniero. Anche i piccoli tocchi di colore servono a fare di un quadro un’opera d’arte.

E così vuole fare il “Patto per il territorio”: valorizzare le  piccole cose, che fanno però grande il nostro territorio.

Il nome “PATTO PER IL TERRITORIO” , nasce dalla volontà forte di dare ai nostri paesi, al nostro territorio tutto, un’immagine nuova e al contempo degna delle sue tradizioni e della sua cultura. Un ritorno al passato ma, in chiave moderna, con l’ausilio dei nuovi mezzi di comunicazione per portare fuori dal contesto locale ciò che di più prezioso la natura ci ha dato. Un patto nato come impegno alla promozione, valorizzazione storico-artistico ed ambientale presenti sui territori interessati e questo attraverso il lavoro delle Pro Loco di Tropea,  Parghelia, Zambrone, Zaccanopoli, Drapia e Capo Vaticano. L’idea nata dal Presidente  della Pro Loco di Tropea,  Mario Lorenzo e dal Presidente della Pro Loco di Parghelia, Tommaso Belvedere, è stata accolta con entusiasmo dai Presidenti delle Pro Loco confinanti che hanno aderito  con lo stesso entusiasmo .

Mariella Epifanio

Torna Su

il corsivo

Terremoto in Emilia, Uuna proposta per ricambiare la "Cortesia" del 1905

Terremoto. Nel linguaggio comune è il termine usato per indicare una frattura con tutto ciò che è ordinario. Ma quando il terremoto, quello vero, si fa sentire, col suo rumore cupo proveniente da chissà quale anfratto della crosta terrestre (i giapponesi chiamano ciò “La Voce”) ci si rende conto di come della parola si faccia sovente un uso improprio, banale. Il patrimonio artistico e architettonico della provincia vibonese è davvero modesto se confrontato con quello di altre realtà d’Italia, interessate ai fenomeni sismici degli ultimi vent’anni. E ciò è dovuto proprio alla ricorrente violenza degli eventi tellurici imbattutisi in loco. Tanto per fare alcuni esempi, i terremoti del passato distrussero i conventi di San Francesco e San Giovanni a Motta Filocastro o il monastero di Sant’Opolo a San Calogero e una notevole quantità di chiese e palazzi antichi. Raramente gli edifici venivano ricostruiti utilizzando identici materiali e tecniche costruttive.

L’addio definitivo a ipotesi di ricostruzioni degli edifici crollati, avvenne dopo il devastante terremoto dell’8 settembre 1905. La crisi del Sud, subì un serio processo di accelerazione irreversibile proprio in occasione di quell’evento sismico. Non solo per le conseguenze umane, gravissime, ma anche per quelle culturali. Esiste un’indubbia correlazione tra la crisi economica e quella culturale; una sorta di osmosi senza soluzione di continuità. Proprio per questa ragione nel recente sisma emiliano, sindaci, uomini di cultura e religiosi, insistono sulla necessità di ricostruire gli edifici storici distrutti o danneggiati dal terremoto. A tale proposito, vale la pena sottolineare che l’Emilia-Romagna, una delle regioni più belle, generose, ricche e ospitali d’Italia ha saputo (forse come nessun’altra) tutelare e valorizzare il suo immenso patrimonio artistico e architettonico che però ha subìto danni ingenti.

Il pensiero, dunque, corre a Finale Emilia: Torre trecentesca dei Modenesi, Rocca Estense e Torre dell’Orologio, palazzo Veneziani, duomo; a San Felice sul Panaro: Rocca Estense e Torre dell’Orologio; Ferrara: castello, chiesa di Santa Maria in Vado, chiesa di San Paolo; Poggio Renatico: castello Lambertini, Mirandola: duomo; San Giovanni in Persiceto: chiesa dedicata a San Giovanni Battista con gli affreschi del Guercino. E il pensiero è rivolto alle tante chiese e palazzi antichi che non hanno retto l’urto del terremoto. Una popolazione operosa, gioiosa, laboriosa, qual è quella emiliana, merita risposte certe, sia da parte dello Stato che dal resto della nazione. Sarebbe un segnale importante, al di là della parate e delle contro parate sullo spirito unitario della Nazione, che anche i comuni del vibonese, la sua popolazione e le associazioni prendessero l’iniziativa (magari in forma consorziata) per apportare un contributo significativo in direzione di una rapida ricostruzione.

Come ? Con l’adozione di un monumento o di un edificio storico e il reperimento dei fondi necessari al suo ripristino. Al presidente della Provincia o al sindaco del comune capoluogo o a un soggetto da loro delegato, l’onere di avviare e coordinare un virtuoso e operoso percorso di solidarietà. In tal senso, inoltre, l’auspicio è che vengano individuate dal Governo procedure diverse rispetto a quelle fallimentari del recente passato che avviino progettualità snelle, al riparo da deleterie burocratizzazioni. Vale la pena ricordare che in occasione del terremoto del 1905, fra i tanti Comitati-Pro Calabria, quelli emiliani furono tra i più generosi.

Un esempio emblematico, quello annotato dalla Gazzetta Ufficiale del 26 settembre 1905 numero 224: "Oggi è partito pure da Bologna per la Calabria un treno contenente speciale materiale per la costruzione delle baracche, indumenti, viveri ed oggetti domestici. Collo stesso treno partì una squadra di pompieri e di carpentieri".

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 2 giugno 2012, p. 35

Torna Su

Da Zambrone a Paestum. Gli ARAMONESI in Viaggio - Scambi culturali

Zambrone Salerno e Paestum, sono questi i siti prescelti per il sesto viaggio organizzato dall’associazione Aramoni.

Nella prima tappa sono stati visitati i tesori della città di Arechi. In primis, la cattedrale dedicata a San Matteo che custodisce le spoglie dell’evangelista e quelle di San Gregorio VII. L’edificio, realizzato nell’XI secolo secondo i canoni del Romanico, si caratterizza per il suggestivo quadriportico, il campanile, i mosaici e un organo a canne del 1954. A seguire, la visita a San Pietro a Corte, unico esempio di palazzo longobardo, che sorge su un luogo di culto paleocristiano.

Seconda tappa, Paestum. Magnetica la bellezza dell’area archeologica che ha catturato l’attenzione e la curiosità degli astanti. Tre i templi presenti nell’area. Secondo alcuni studiosi, essi sarebbero riconducibili ai culti di Nettuno, Hera e Cerere; per altri, invece, due sarebbero stati dedicati ad Hera e uno ad Atena. Di inestimabile valore, gli oggetti contenuti nel museo cittadino che ospita, in gran parte, reperti della Magna Grecia e dell’epoca romana. Peculiare, la “Tomba del Tuffatore”, unico esempio di pittura di età greca della Magna Grecia. A Paestum, l’incontro con le guide della regione Campania, rappresentate da Lucia Di Cristofano che ha sapientemente condotto i presenti nelle vie affascinanti della storia e dell’architettura locale.

Alla guida, gli Aramonesi hanno consegnato un cesto di prodotti tipici dell’area vibonese. Per l’intera durata del viaggio, Alessio Bressi, da Catanzaro, abile suonatore d’organetto ha allietato i presenti con le immancabili tarantelle calabresi e altre suonate folkloristiche.

Un’esperienza partecipata che ha accresciuto la sfera di conoscenza e rinsaldato, fra i partecipanti, vincoli di autentica e profonda amicizia.

Pubblicato su Calabria Ora il 16 maggio 2012, p. 37

Torna Su

IL CANTO DEL PETTIROSSO

"Morti bianche" a Zambrone

di Francesco Fiamingo

 

Zambrone 25.03.2012

Presentazione del libro di Corrado Antonio Landolina

Il primo articolo della Costituzione Italiana recita così: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Eppure dal lavoro, fonte di benessere, possono derivare  momenti di sofferenza per gli stessi lavoratori e le loro famiglie. E’ il caso drammatico che accade in Italia, paese europeo a maggiore rischio infortuni e morti sul lavoro, nonostante la legiferazione, in merito, sia di uno stato molto avanzato. Il non rispetto delle norme di sicurezza, i ritmi di lavoro, sempre più tendenti al consolidamento del profitto e della concorrenza, porta a delle considerazioni fortemente inquietanti: il volume del lavoro, a causa della crisi economica diminuisce, mentre gli incidenti mortali aumentano. Questo indica che in molti settori del lavoro, per mantenere in funzione alcune attività,  si ignorano le misure di sicurezza, si eliminano dai bilanci tali voci, tutto a danno, degli addetti, relegati a un ruolo di vittime immolate al contenimento dei costi, nell’era della globalizzazione dei mercati. Gli appelli, le denunce, dopo ogni disgrazia,ci sono sempre; quelli che mancano sono i controlli, le ispezioni preventive,  effettuate periodicamente solo in attività produttive ben consolidate, mentre in altre migliaia di casi, ciò si verifica  solo dopo il drammatico incidente. Morti sul lavoro sono presenti in tutte le comunità, come i deceduti in eventi bellici,  ma mentre per quest’ultimi è sempre presente un simbolo , una lapide,  a ricordo del loro sacrificio per la Patria, altrettanto doveroso sarebbe ricordare i morti sul lavoro . Corrado Landolina, giornalista e scrittore,  attento studioso dei valori della sua comunità, con la pubblicazione del libro IL CANTO DEL PETTIROSSO “Morti bianche” a Zambrone,  ha inteso regalare attraverso la sua funzione culturale, un servizio alla comunità ricordando,  come li definisce nel libro “   sedici apostoli” i morti sul lavoro di Zambrone  dal 1932 ai giorni nostri. Ciò,  avviene, attraverso le testimonianze e i racconti dei famigliari. Nasce così, un documento di vita realmente vissuta, testimonianze lavorative di un territorio, lontane e recenti, momenti di sconforto attutiti nella speranza e nella fede, sempre presente.  Dal testo, abbiamo estratto uno dei passaggi più significativi.

“Tutte le storie raccontate insieme al lato tragico,inevitabile quando si tratta di questa materia, recano un tratto di partecipazione, di umanità profonda, in cui rimpianto e dolore sono equilibrati dalla potenza,dall’integrità dell’affetto e dalla tenerezza della rievocazione. Nessuno maledice, nessuno impreca, nessuno distribuisce colpe. Tutti si affidano alla speranza portata in dono da una fede antica mai sopita e sempre vigile e pronta ad intervenire per addolcire,attutire, lenire. Ed è proprio questo atteggiamento che corona quella nobiltà tutta mediterranea e tutta calabrese in cui l’umanità diventa partecipazione al sentimento degli altri e interviene per consolare, rassicurare, aiutare.

All’evento culturale organizzato dal “centro studi umanistici e scientifici ARAMONI”,

svoltosi a Zambrone,  all’interno della palestra scolastica, ha visto gli interventi di:

  • Salvatore Berlingeri – giornalista della redazione di Calabria Ora, nelle vesti di moderatore.

  • I famigliari di alcuni caduti sul lavoro; Paolo Caia, Gabriella Tedesco, Domenico Varrà.

  • Del Sindaco di Zambrone  Pasquale Landro

  • Il vice sindaco di Tropea dott. Massimo Landolina

  • Mario Ambrosi - presidente dell’Associazione “Amici di Aldo Ferraro”

  • La sindacalista  della CISL Donatella Bruni.

  • Francesco Lesce, ricercatore all’Unical, presente nel libro con una sua postfazione.

  • Ha concluso gli interventi l’autore del libro, Corrado Landolina

Nel corso della serata, tra i vari interventi segnalati, l’attore Gianni Colorusso, ha recitato alcuni brani del testo relativi ai sedici deceduti, accompagnato in sottofondo dalla violinista Greta Medini. Il silenzio e un’ atmosfera di toccante commozione ha coinvolto tutti i presenti. A conclusione degli interventi è stato consegnato ai famigliari dei deceduti un omaggio floreale. Tra il numeroso pubblico convenuto, erano presenti:

Il comandante Randazzo, della Stazione dei Carabinieri di Zungri, il Sindaco di Zaccanopoli Pasquale Caparra,  L’Assessore alla Cultura del Comune di Parghelia Anna Sambiase, Prestia, segretario provinciale della UIL Vibo Valentia, Mario Vallone e Annarita Castellani giornalisti del Quotidiano di Calabria.

Immagini dell’evento culturale

Il tavolo dei relatori

Il giornalista Salvatore Berlingeri

Gabriella Tedesco

Domenico Varrà

Paolo Caia

Il Sindaco di Zambrone Pasquale Landro

Il vice –sindaco di Tropea- Massimo Landolina

Mario Ambrosi presidente Associazione "Amici di Aldo Ferraro"

Francesco Lesce, ricercatore Unical

L’autore del libro Corrado Antonio Landolina

Il duo Gianni Colarusso e Greta Medini

L’omaggio floreale per i famigliari dei deceduti

Il pubblico della serata

Francesco Fiamingo

Torna Su

Un dolore condiviso. Zambrone ricorda le vittime sul lavoro

Memorie nel libro di Corrado L’Andolina

Zambrone. È stato presentato domenica scorsa nei locali della palestra scolastica il libro di Corrado L’Andolina: "Il canto del pettirosso. Morti bianche a Zambrone. Le testimonianze dei familiari".

Il saggio, edito dal Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, racconta le storie di sedici caduti sul lavoro del piccolo centro tirrenico, in un arco temporale incluso dal 1932 al 2010. E lo fa mediante le testimonianze dei familiari. Proprio per questa ragione, i primi a prendere la parola sono stati i parenti dei caduti.

Paolo Caia, nipote di Saverio Cortese, deceduto nel 1981, ha tratteggiato la condizione familiare dopo la perdita del proprio congiunto: «Non ho conosciuto mio zio Saverio. Sono venuto al mondo quando lui se n’era già andato da qualche anno. Ma sono cresciuto nella sua memoria perché mia madre, i miei zii Totò ed Eleonora e i suoi amici di Zambrone e di Parghelia me ne hanno parlato spesso».

È stata poi la volta di Domenico Varrà (figlio di Antonio, deceduto nel 1950) il quale ha messo in risalto «la vicenda di un pettirosso quasi angosciato dal suo cinguettio stridulo. Il pettirosso ammirava l’allodola e l’usignolo, ma non riusciva ad emettere lo stesso melodioso canto. E ciò fin quando vide Gesù in croce. E allora per alleviare il dolore si lanciò, nel suo ultimo volo, nel rovo di spine che cingeva il capo di Gesù e lì trovò la morte. Ma anche, il canto più bello che fosse mai stato udito in natura».

La terza a prendere la parola è stata Gabriella Tedesco, moglie di Aldo Ferraro che ha ripercorso la sua esperienza sottolineando come la sua condizione, al pari di chi conosce una simile tragedia «sia quella di chi convive con un dolore lancinante che non offre alcuna tregua, né morale, né materiale».

Di seguito, i saluti del sindaco, Pasquale Landro, che a memoria dei caduti ha citato Leon Nicolaevic Tolstoj: «Noi moriamo solo quando non riusciamo a mettere radici in altri».

Mario Ambrosi, presidente dell’associazione “Amici di Aldo Ferraro”, invece, ha sottolineato l’opera di sensibilizzazione svolta intorno al triste fenomeno delle “Morti bianche”: «Una volta -ha affermato- quando sentivo la notizia di una morte sul lavoro, quasi non prestavo attenzione, ora, confesso, sento sempre un brivido lungo la schiena».

La prima relatrice a prendere la parola è poi stata Donatella Bruni. La sindacalista ha sottolineato le tre fasi successive alla tragedia connaturata a una “morte bianca”: il lutto, la sua elaborazione e il ritorno a una quotidianità che non sarà mai più la stessa. Per ogni caduto sul lavoro ha poi annotato «sentimenti e circostanze che rendono uniche le loro sorti, tragiche e intense allo stesso tempo».

Di seguito è intervenuto Massimo L’Andolina, vicesindaco del Comune di Tropea, il quale, con un’immagine dai connotati simbolici ha messo in luce come «il distacco di un sasso dalla montagna, fa soffrire non solo la montagna, ma tutta la collina circostante».

L’ultimo dei relatori, Francesco Lesce, ricercatore all’Unical e autore della postfazione del libro ha toccato in profondità i punti salienti del testo: amore, vita, morte, individuo, lavoro, famiglia. Il ricercatore ha messo in relazione fra loro questi elementi ed ha esaltato «il senso di compassione presente che caratterizza queste tragiche vicende. Una compartecipazione al dolore che rappresenta la sottile linea di unione tra la vita e la morte. E tutto ciò in controtendenza rispetto a una società che ha rimosso l’idea della morte».

Infine, la parola è passata all’autore, il quale ha spiegato le ragioni di fondo dell’opera ed ha risposto ai vari quesiti morali (e non solo) impliciti in una tale operazione di recupero della memoria storica locale. Corrado L’Andolina ha poi proposto l’istituzione, presso tutti i Comuni, di un’anagrafe dei caduti sul lavoro con l’annotazione di almeno una testimonianza di un familiare.

Al termine della cerimonia, lo stesso autore ha consegnato ai parenti dei caduti una pianta, simbolo di un’iniziativa tesa ad esaltare le ragioni della vita, sorrette, anche nelle prove più dure, dall’eternità dell’amore.

A moderare i lavori, il rigore e l’equilibrio del giornalista Salvatore Berlingieri.

Le relazioni sono state intervallate da Gianni Colarusso che ha letto alcuni brani dell’opera, mentre, la talentuosa Greta Medini ha accompagnato la lettura con le note struggenti del violino.

Un pomeriggio indimenticabile che ha unito la comunità nel dolore, nella cultura e in una chiara esigenza di recupero partecipato della propria dimensione storica ed emozionale che costituisce il suo nucleo fondante.

Eleonora Lorenzo - Pubblicato su Calabria Ora il 28 marzo 2012, p. 32

Il tavolo dei Relatori

Il Moderatore

Salvatore Berlingieri

Giornalista

L'intervento di Donatella Bruni

L'intervento di Paolo Caia

Annunziata Piccolo ritira la pianta

L'intervento di Corrado

L'intervento del Sindaco Pasquale Landro

Greta Medini al violino

 

 

 

Gianni Colarusso in recitazione

La Violinista e la voce recitante

Il Pubblico

Il Pubblico

Comunicato Stampa

"IL CANTO DEL PETTIROSSO", L’OPERA CHE OMAGGIA

I CADUTI SUL LAVORO DI ZAMBRONE

Domenica 25 marzo, alle ore 17, presso la palestra scolastica di Zambrone verrà presentato il libro “Il canto del pettirosso. Morti bianche a Zambrone. Le testimonianze dei familiari”. La ricerca è stata curata da Corrado L’Andolina, studioso di storia locale. Il libro racchiude due testimonianze per ogni caduto del capoluogo tirrenico. La prima è fornita da un familiare, la seconda o da un altro familiare o dallo stesso autore. L’arco temporale oggetto di indagine spazia dal 1932 al 2010. Sedici i caduti sul lavoro zambronesi accertati per tale periodo. Nell’incipit della prefazione è spiegato il senso della ricerca: «Il canto del pettirosso è diverso da tutti gli altri. É un segnale per l’anima, un’armonia che raccoglie i suoni più misteriosi della natura e li riverbera sul cuore umano con mille vibrazioni arcane. E ognuna di esse racconta qualcosa a ciascuno di noi. Perché tutti abbiamo qualcosa da ascoltare da noi stessi e quel canto è un medium tra noi e la nostra coscienza, tra noi e la profondità del nostro io.  E tutti abbiamo un ricordo che ci riporta ai momenti straordinari della vita: il dolore, il patimento, il sorriso, la sconfitta, la vittoria e ciò che avremmo potuto evitare e non abbiamo evitato e ciò che avremmo potuto realizzare e non abbiamo realizzato». All’iniziativa, organizzata dal Centro studi umanistici e scientifici Aramoni che è anche l’editore del testo, parteciperanno, oltre all’autore, tre familiari dei caduti (Paolo Caia, Gabriella Tedesco e Domenico Varrà), la sindacalista Donatella Bruni, il sindaco Pasquale Landro e il ricercatore dell’Unical Francesco Lesce che ha anche scritto la postfazione del libro. I lavori saranno moderati dal giornalista Salvatore Berlingieri. L’attore Gianni Colarusso sarà la voce recitante di alcuni brani del testo, la talentuosa Greta Medini accompagnerà la recitazione con il violino.

Centro studi umanistici e scientifici Aramoni   - (Zambrone)

(Contatti: Mariella Epifanio; Corrado L’Andolina 0963-392483; 338-8726318;

corradolandolina@alice.it).

Torna Su

Domenico Mazzitelli

l'ultimo Partigiano da Zaccanopoli

La Celebrazione di Zaccanopoli

di Corrado L’Andolina

IL PARTIGIANO "ROSINA" E UNA STORIA DI LIBERTÀ INIZIATA A ZACCANOPOLI

La vita di Mazzitelli, dal "Regio esercito" alla Resistenza sulle montagne piementosi

Domenico Mazzitelli è nato a Zaccanopoli, l’8 aprile 1920. Fino a 19 anni ha vissuto nelle campagne posizionate alle pendici del Poro. Poi la Leva obbligatoria, precisamente, nel 17° reggimento dell’artiglieria di Novara, dove svolge l’ordinario addestramento.

Il soldato partecipa alla spedizione militare sul fronte francese (10-25 giugno 1940), il primo organizzato dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini (10 giugno 1940).

Partecipa in forza al “Battaglione monarchico divisione Sforzesca” sul territorio albanese, anche alla Campagna di Grecia che ebbe inizio nell’ottobre dello stesso anno, dove rimane fino a gennaio del 1941. Poi ritorna nella caserma di appartenenza. A quel punto, viene concessa al Mazzitelli una licenza e con l’occasione ritorna nel paese natio. «Senonché - spiega lo stesso - in una battuta di caccia subii una grave distorsione che m’impedì di rientrare in caserma. Quella fu la mia salvezza. Al rientro a Novara, infatti, i miei commilitoni erano tutti partiti per la Campagna di Russia; ne rientrarono in pochissimi.

Io rimasi nell’area di Carpignano Sesia, al servizio dell’esercito, con funzioni di vigilanza e mantenimento dell’ordine pubblico. E ciò fino all’8 settembre 1943… Da quel momento l’esercito fu allo sbando, le diserzioni all’ordine del giorno. Ma io rimasi fedele all’esercito regio».

La scelta partigiana

Verso la fine del 1943 anche a Carpignano venne pubblicato un avviso di convocazione dei militari, a giorno e orario prestabiliti, presso le caserme di appartenenza. Finalità, l’internamento presso le fabbriche tedesche o peggio. «A quel punto - spiega lo stesso Mazzitelli - un colonnello di nome Arena che ci conosceva sin dalla Campagna di Grecia, ci suggerì di chiedere l’aggregazione alle “Brigate Nere”, unico modo per sottrarsi alla morte certa. Lui stesso firmò un permesso cumulativo, ma i tedeschi non ci fecero uscire dalla caserma e chiesero, a tal fine, autorizzazioni individuali. Per fortuna che il colonnello era ancora in caserma e ci rilasciò quanto chiesto dai tedeschi. A quel punto ci venne concessa qualche ora per preparare la biancheria. Fummo in cinque ad avere il permesso. Due decisero di rientrare in caserma e non li ho mai più rivisti. Io, insieme a due commilitoni, di nome Angeli Falsone e Cesare Ferilli, invece, mi arruolai nei partigiani. Uno dei due, infatti, aveva già da tempo solidi rapporti con loro.

Il mio nome di battaglia fu "Rosina", in omaggio a una ragazza molto bella che avevo conosciuto in loco. Dapprincipio fui arruolato nel comando che operava nella Valsesia “1^ divisione Pajetta”. Poi, dal 30 giugno 1944 fui aggregato al “Battaglione sabotatori”. Il reparto era guidato da un partigiano di eccezionale coraggio e intelligenza, si chiamava Carlo Riboldazzi ed eseguiva le direttive della famosa “Brigata Garibaldi divisione Valsesia” capeggiata dal leggendario Cino Moscatelli».

Operazioni partigiane

Domenico Mazzitelli mantiene una viva lucidità e ricorda nel dettaglio molte fasi dell’esperienza partigiana che espone con una signorilità calamitante. «Ho partecipato - chiosa - a circa cinquanta operazioni di sabotaggio. Ricordo che ci spostavamo tutte le notti, perché i soldati tedeschi ci davano la caccia. Fui ospitato da molte famiglie che mi accolsero, insieme ai miei compagni, con grande ospitalità. La nostra brigata ha segnato pagine memorabili nella lotta della Resistenza.

Ricordo che feci saltare almeno in due occasioni i treni che dovevano portare le munizioni e altri armamenti militari ai tedeschi. In un’altra circostanza rimasi in un fortino per otto ore a guerreggiare con i nazifascisti e alle prime luci dell’alba, riuscii insieme ai miei compagni a riposizionarmi sulle limitrofe alture.

Nelle azioni di sabotaggio ci spogliavamo sia della mostrina della divisione, sia del tesserino, per impedire il riconoscimento in caso di cattura da parte del nemico. Il 25 aprile partecipai al corteo organizzato per la Liberazione di Milano. Rimasi al servizio dei partigiani ancora poche settimane e poi decisi di rientrare a casa».

Il rientro a Zaccanopoli

«Avevo nostalgia dell’aria del Poro, dei colori delle sua campagna - continua a raccontare Mazzitelli - e volevo vivere la quotidianità con semplicità.

Ho lavorato per molti anni alle dipendenze della “Sud mineraria” e nei miei amati terreni». Domenico Mazzitelli, infine, aggiunge: «Ho votato per la Repubblica. Non ho mai preso parte alla contesa politica.

Io, però, ho lottato per una prospettiva d’avvenire libera e positiva. Dico pertanto ai giovani di non consegnare il loro futuro nelle mani di nessuno, di non cedere alla rassegnazione e di essere sempre onesti».

Esiste un saggio interattivo dal titolo “Questa terra è la mia terra” di Enzo Maio, dove sono annotate pagine indelebili sulla storia degli avvenimenti sopra indicati. In due passaggi vi è anche riportato il contributo dato da Domenico Mazzitelli alla causa partigiana.

Il senso della storia

La storia del fascismo e dell’antifascismo è molto complessa. Gli intrecci tra le due sponde, i cambi di posizione da parte di tanti cittadini non sono da ricondurre solo ed esclusivamente ai mutamenti politici e militari nazionali e internazionali. C’è qualcosa in più… che affonda le sue radici nell’antropologia e nel costume politico nazionale caratterizzato da sconfinamenti ideologici, scontri violentissimi e improvvisi avvicinamenti culturali che trovano forma e sostanza dagli anni Venti fino alla Liberazione. Domenico Mazzitelli incarna queste vicende alla perfezione. Molteplici i dati che balzano all’attenzione.

Innanzi tutto, la rinuncia a un percorso politico che gli avrebbe garantito posizioni di prestigio. Poi il senso della libertà, abbracciato con profonda convinzione. In terzo luogo, il ritorno al Sud, un gesto in perfetta linea con lo spirito frugale e l’amore per la propria terra, tipico (nelle passate generazioni) degli uomini calabresi. Infine, il monito ai giovani (orientato dal dovere di conquistarsi la libertà) diretto, efficace, adornato di un’umanità senza tempo.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 25 aprile 2012, p.31

 

 

Torna Su

l’iniziativa

NEL CARNEVALE ZAMBRONESE RIVIVE IL MONDO DELLE FIABE

Zambrone Il calendario segna l’incedere del tempo. I pilastri della vita familiare e sociale rimangono le festività religiose con il loro richiamo alla gioia o alla tristezza, all’allegria o alla penitenza, a cui si accompagna l’alternarsi delle stagioni.

Così, anche se "L’Epifania ogni festa porta via", ci lascia il Carnevale, il periodo della spensieratezza, degli scherzi, dei balli, delle maschere; una calda fiammata di brio (temperature invernali, a parte) prima che la Quaresima ci rinchiuda nel silenzio, nella meditazione e nella penitenza.

In coerenza con tutto ciò, la palestra scolastica del capoluogo, lo scorsa domenica è stata allestita di palloncini e stelle filanti; il piano di calpestio, interamente ricoperto di coriandoli. Ma soprattutto, presentava tanti bambini festanti che indossavano varie maschere carnevalesche. Fate turchine, corsari neri, streghe, principi e principesse, quelle più usate. Ad organizzare i festeggiamenti di carnevale, la locale Pro loco, presieduta da Fabio Cotroneo, coadiuvato dalla segretaria del sodalizio, Mariella Epifanio.

Coinvolti nell’iniziativa, la totalità dei bambini frequentanti le scuole dell’infanzia e primaria di Zambrone. Ad arricchire il pomeriggio i tanti dolci preparati dalle signore del posto. La giornata è stata animata dall’agenzia Thoth di Drapia con la consueta coinvolgente verve. Nella seconda parte del pomeriggio, l’associazione briaticese "Dopo mamma e papà" ha messo a disposizione i suoi gonfiabili e così ha avuto luogo il “saltello pazzo”.

Alle ore 21, poi, ha avuto inizio il Carnival party che si è concluso con la premiazione “Make up art Carnival”; un tributo al migliore trucco della serata. Per il secondo anno di seguito hanno avuto così svolgimento i festeggiamenti di carnevale improntati alla sobrietà e semplicità.

Positivo il riscontro delle famiglie; ma soprattutto, delle nuove leve zambronesi, proiettate per un giorno nel fantasioso e gaio mondo delle fiabe.

Corrado L’Andolina - Pubblicato u Calabria Ora il 21/2/2012, p. 30

Torna Su

"PAESE ALBERGO", L’IDEA PIACE

Zaccanopoli, il Sistur pubblica uno stralcio della tesi della Mazzeo

ZACCANOPOLI  Rosanna Mazzeo studiosa del settore turistico e vicesindaco del suo paese, si è laureata all’Unical di Cosenza, facoltà di Economia, quasi un anno fa. Corso di laurea specialistica in “Valorizzazione dei sistemi turistico-culturali”.

Titolo della tesi: "Per un turismo di comunità. Albergo diffuso e dintorni: casi attuali e potenziali".

La ricerca è dedicata, prevalentemente, al comune di appartenenza, Zaccanopoli. La tesi è quanto mai originale. L’idea di fondo, infatti, è corroborata da una sensibilità particolare verso l’area di appartenenza. Duplice l’obiettivo: proiettare la propria realtà nel turismo del terzo millennio, ma senza disperderne la dimensione culturale, intesa latu sensu. Il filo conduttore dell’approfondita ricerca va individuato nel tentativo di proiettare un centro dell’entroterra vibonese, ubicato però a un tiro di schioppo da affermate realtà turistiche, nel villaggio globale, ma senza rinunciare alla propria identità. In tal senso, la giovane ricercatrice risulta mossa, prima ancora che da dati statistici ed economici, da imperativi morali inderogabili. Una fredda passionalità anima l’intero lavoro. La freddezza è riscontrabile nei dati tratti da un’indagine multidisciplinare, maneggiati con lucido equilibrio.

La passionalità, invece, è ravvisabile nell’organicità di una proposta che getta il cuore oltre l’ostacolo e individua nuovi percorsi di sviluppo territoriale. La tesi non presta il fianco ad alcuna cesura col passato e delinea il futuro in termini di concreta progettualità. Non desta alcuna sorpresa, dunque, che la ricerca abbia ricevuto, recentemente, un importante riconoscimento. La Società italiana di scienze del turismo (Sistur) ha infatti riconosciuto l’elevato profilo della tesi della Mazzeo. Uno dei due premi oggetto del bando è stato assegnato proprio alla ricercatrice di Zaccanopoli. Oltre a ricevere un compenso economico, la tesista vedrà pubblicata una sintesi della ricerca nella prestigiosa "Rivista di scienze del turismo. Ambiente, cultura, diritto ed economia".

Questa, parte della motivazione che ha sorretto la premiazione: «La tesi di Rosanna Mazzeo approfondisce quelle manifestazioni di turismo che vengono di norma  identificate con la dizione di “albergo diffuso”.

Il richiamo al turismo rurale, contestualizza la ricettività considerata tra quelle manifestazioni che evocano connessioni e interconnessioni tra persone, territori e culture in una proiezione di armoniosa compatibilità tra soggetti e oggetti dell’offerta e della fruizione dei servizi turistici che l’albergo diffuso può generare. Il lavoro, complessivamente ben strutturato ed articolato, chiude con una concreta proposta progettuale volta a rivalutare turisticamente il territorio di Vibo Valentia, proprio attraverso un’offerta di albergo diffuso; proposta che offre spunti di riflessione, non solo sul piano concettuale, ma anche dell’operatività imprenditoriale turistica e per questo, in una prospettiva di future opportunità occupazionali per i nostri giovani, particolarmente stimata».

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 10 febbraio 2012, p. 30

Torna Su

La Comunità locale accoglie la reliquia di San Francesco

Zambrone - «In occasione del cinquantesimo anniversario della proclamazione di San Francesco di Paola a patrono della Calabria (1962-2012) vogliamo vivere una settimana di missione popolare predicata dai padri Minimi con la presenza in mezzo a noi di una preziosa reliquia di San Francesco di Paola: il suo mantello. La missione popolare, che ci prepara anche al Congresso Eucaristico Diocesano del prossimo giugno è un momento di grazia che siamo chiamati a vivere con entusiasmo e slancio interiore affinché porti frutti di vera conversione e perfezionamento spirituale».

Con queste parole è stata introdotta la missione francescana che coinvolgerà le parrocchie zambronesi e quella di Potenzoni di Briatico. Il via è stato dato la scorsa domenica con l’arrivo del mantello appartenuto al taumaturgo paolano. Con l’occasione, il vescovo della diocesi di Mileto, monsignor Luigi Renzo ha celebrato messa e, con un’efficace parallelismo ha paragonato l’arrivo del mantello a quello della parola di Dio.

Presenti nella circostanza varie autorità pubbliche, fra cui Dario Randazzo comandante della stazione dei carabinieri di Zungri, vari amministratori locali e i rappresentanti di alcune congreghe dell’area. La funzione religiosa è stata preceduta da un saluto del parroco don Luigi Scordamaglia. Da registrare anche l’intervento del sindaco Pasquale Landro.

Il programma della missione risulta particolarmente articolato.

  • Il 6 febbraio la sacra reliquia è stata accolta nella Cappella della Madonna di Fatima sita in Madama, piccolo rione antistante il capoluogo.

  • Il giorno successivo è toccato alla parrocchia Santa Marina Vergine, retta da don Pasquale Sposaro, ospitare il mantello.

  • Oggi, il rituale si trasferirà presso la chiesa dedicata a San Nicodemo, nella frazione Daffinà  retta da don Nicola Berardi; prevista per le ore 21 una Via Crucis penitenziale da Daffinà a Daffinacello.

  • Il 9 febbraio, il mantello sosterà nella chiesa parrocchiale di San Nicola e si trasferirà nella serata presso la chiesa Maria Santissima Assunta di Potenzoni.

  • Giorno 10 la sacra reliquia tornerà nella chiesa di San Carlo Borromeo del centro di Zambrone retta da don Luigi Scordamaglia; prevista dopo le 21:30 una veglia mariana.

  • Sabato 11 febbraio, il saluto dei fedeli alla reliquia francescana. Durante la missione popolare sono previsti incontri con la popolazione e le famiglie.

La missione dà l’avvio anche alla raccolta dell’olio votivo, coordinata dall’amministrazione comunale e che sarà poi donata ai padri Minimi come da consolidata tradizione.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora l’8 febbraio 2012, p. 30

Torna Su

Vicende Religiose di Zambrone  1725-1912

 Libro di Corrado L'Andolina     I Libri del Poro

 Zambrone

Tra Fede e Vicende Religiose Corrado L’Andolina presenta la sua opera

ZAMBRONE C’era tanta gente, domenica sera, alla presentazione del libro dell’avvocato L’Andolina dal titolo "Vicende religiose di Zambrone – 1725-1912 esegesi degli atti sulle visite pastorali". La palestra della scuola media, concessa per l’occasione dall’Istituto comprensivo di Briatico e trasformata in sala conferenze dai membri del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, era gremita in ogni ordine di posto. Al centro del dibattito, animato anche dalla partecipazione di attenti uditori presenti in sala, il nuovo volumetto scritto da Corrado Antonio L’Andolina edito dall’associazione culturale aramonese.

Nel grazioso centro collinare della Costa degli dei non si ricorda a memoria d’uomo una serata come questa. Sarà forse perché il libro in questione è praticamente la prima pubblicazione, realizzata con metodo scientifico, a trattare questioni inerenti la storia di Zambrone. Anche per questo, molti amanti di studi storico-religiosi sono accorsi dai paesi limitrofi e da altre zone del vibonese per l’occasione.

Il compito di introdurre e coordinare gli interventi dei relatori è stato affidato al giornalista e saggista Salvatore Berlingieri. Dopo aver introdotto gli ospiti e raccolto il ringraziamento dell’Amministrazione comunale, portato dall’assessore Pasquale Purita, il moderatore ha dato la parola al preside Rocco Carmelo Cantafio, che ha aperto la serie di interventi focalizzando l’attenzione dei presenti su di uno degli argomenti chiave trattati lungo le pagine del libro: «il pathos che permea, oggi come allora, i cittadini di Zambrone nel loro rapporto con la vita, il lavoro, la fede». L’argomento introdotto da Cantafio è stato più volte ripreso da altri relatori. Lo stesso L’Andolina, nel raccontare ai suoi concittadini le tappe affrontate per realizzare questo suo lavoro, ha voluto sottolineare quanto fossero importanti nelle comunità religiose di Zambrone e delle sue frazioni sentimenti quali la passione, il logos e il pathos, e quanto lo siano ancor oggi. E sarà stata certo una gran soddisfazione, per l’autore aramonese, vedere la sua comunità riunita attorno a lui per «riscoprire se stessi attraverso la storia», un’esigenza questa dello spirito che si trasforma in un «primo passo utile a superare l'impedimento rappresentato dall’aridità dei cuori, dilagante nella nostra società» e che spesso ne minaccia la crescita.

L’Andolina ha ricordato le persone scomparse nel mese di febbraio, come l’amico Aldo Ferraro, 32enne morto per un tragico incidente sul lavoro e ha preso spunto da tale ricordo per sottolineare come l’immagine dell’amico fosse collegata, in alcuni suoi frammenti, alla festività patronale in devozione di San Carlo Borromeo: esempio di come le “Vicende religiose” incrociano quelle umane, le intersecano e, in qualche modo, incidono sulle dinamiche sociali e culturali di una comunità.

Padre Trifone Labellarte, parroco di Zambrone, ha posto l’accento sulla profondità con cui i nostri avi vivevano il momento religioso. Congreghe, altari, devozioni, erano occasioni di incontro tra la gente ed espressione di un vissuto della fede religiosa quanto mai intensa. Il parroco di Daffinà e Daffinacello Don Nicola Beraradi ha sottolineato l’importanza dei culti, rilevando che il recupero di almeno uno di essi, come ad esempio quello di Sant’Antonio, sarebbe un modo originale per rendere omaggio alla nostra storia religiosa. Il sacerdote di San Giovanni Don Pasquale Sposaro ha ampiamente trattato il ruolo delle congreghe nel tempo, elencando quelle esistenti in loco e nella diocesi di Tropea.

Del libro ha fornito un’analisi attenta Don Giuseppe Blasi, il quale ha contribuito alla sua realizzazione traducendo per l’autore le fonti latine e gli atti relativi alle visite pastorali presenti negli archivi della chiesa. Il sacerdote pargheliese ha da un lato esplicitato le sue sensazioni nel tradurre i documenti ecclesiastici, che lo hanno indotto a riflettere su una chiesa che aveva una visione organica della vita e della fede; dall’altro ha sottolineato l’importanza dei documenti, testimonianza di una fede vissuta senza banalizzazioni. Riprendendo poi alcune parole dello studioso locale Salvatore L’Andolina, presenti nella postfazione del libro, ha sottolineato come «il testo non rappresenti il prodotto di un semplice orgoglio campanilistico, ma voglia essere una testimonianza storica capace di offrire al pubblico una serie di elementi che aiutano a comprendere l'anima del popolo e recuperarne l’identità». Tali considerazioni, in estrema sintesi, sono state sottolineate anche nell'intervento del direttore del Museo diocesano di Tropea don Ignazio Toraldo di Francia, che ha il merito di aver spalancato a L’Andolina le porte degli archivi ecclesiastici.

La riflessione sul pathos che ha aperto la serata è stata ripresa anche da don Toraldo di Francia, che ha riconosciuto come dalle pagine del libro emerga «un elemento lungo l’arco di quasi due secoli, e non è la fede, ma il grande sentimento religioso che accomuna la gente di Zambrone». Il direttore del diocesano ha terminato il suo intervento auspicando «che attraverso lo studio in archivio tante altre storie locali come questa possano essere riscoperte», poiché, purtroppo, «molto spesso non è attraverso questo tipo di indagine che si arriva a formulare ipotesi storiche e trattare argomenti riguardanti luoghi e personaggi».

Prima di invitare i convenuti a rifocillarsi con un ricco buffet offerto dall'associazione, Salvatore Berlingieri ha affidato le conclusioni a don Filippo Ramondino, cancelliere del Vescovo, il quale, oltre ad aver riconosciuto come centrale «il ruolo del Santissimo Sacramento nell’ambito delle visite pastorali», dopo aver tessuto le lodi di questa importante iniziativa culturale ed aver ribadito come essa sia «la prima in assoluto per il territorio di Zambrone, condotta con passione, puntualità metodologica, effettuata con rigore storico e piglio giornalistico», ha invitato la platea a riappropriarsi di quel «sentimento di identità culturale che è l’anima della comunità». Il valore di questo lavoro, minuzioso e paziente, non è certo dovuto agli innumerevoli dati in esso riportati, o al semplice fatto di esser stato realizzato da un uomo per puro atto d’amore verso la propria terra. No, il valore insito in “Vicende religiose di Zambrone” sta nel fatto che una piccola parte del patrimonio culturale di una comunità è stato reso fruibile a tutti, volutamente scritto con una lingua semplice e diretta. Grazie a questo lavoro ogni cittadino di Zambrone potrà infatti portare a casa un pezzetto della storia del proprio paese.

La speranza è che quel pathos di cui si è tanto discusso e che ha fatto un pò da fil rouge lungo le pagine del libro, e che si è davvero respirato in mezzo alla gente presente domenica, sia recepito e fatto proprio anche da chi avrà l'opportunità di incentivare altre dieci, cento iniziative del Centro studi Aramoni.

Francesco Barritta

Pubblicato su Calabria Ora il 3 marzo 2010, p. 36 

 

Torna Su

Corrado Antonio L'Andolina, mentre parla.

Relatori, Don Toraldo Ignazio

Relatori, Don Filippo Ramondino

Il Pubblico in sala

Relatori, don Pasquale che interviene

Don Giuseppe Blasi

Relatori, parla Corrado L'Andolina

In libreria

 LE "VICENDE RELIGIOSE" DI CORRADO L’ANDOLINA

Oggi la presentazione dell’ultima fatica letteraria dello studioso zambronese

ZAMBRONE Sono solo cinquanta pagine ma sono vere e proprie “pagine-tesoro” per il paese di Zambrone e per le sue frazioni, un contenitore di tante memorie che erano, ormai da anni, rimaste sepolte in polverosi manoscritti ecclesiastici. Corrado Antonio L'Andolina ha risolcato l'antico tratto della scrittura, aiutato da Don Giuseppe Blasi (nella traduzione), da Teresa Blasi (nella trascrizione) e da Francesco Alleva per i complessi rilievi fotografici, per recuperare racconti e informazioni tramandate ai posteri attraverso altro segno sulla carta. Carte vecchie, ingiallite dal tempo, scrittura indecifrabile ai più, dati e cose da dire che all'apparenza sembrano poco interessanti ma che, in effetti, sono sempre trasmissione nel futuro di un “qualcosa da dire”. L’Andolina legge, ricerca, trascrive, confronta ed ecco che escono fuori inedite storie del passato religioso del suo paese, della sua antica comunità, un luogo che affrontava la vita di tutti i giorni con “la zappa e con la preghiera”. Il padre dell’autore, Salvatore L’Andolina, studioso da sempre, nella postfazione scrive, nelle prime righe del testo, la vera chiave di lettura di questo breve lunghissimo scritto: «A scavare tra le vestigia della storia si possono trovare tesori anche laddove la storia, apparentemente, sembra non essersi fermata». Una chiave che apre su un mondo lontano e sconosciuto, sempre intriso di vita religiosa in quella Zambrone che, in alcuni periodi, arrivò ad avere ben cinque chiese solo nel paese capoluogo. Dalla Visita Pastorale del novembre del 1725 inizia il racconto della ricognizione sullo stato delle parrocchie, da quella di Daffinà Minore (oggi Daffinacello) a quella di Daffinà, San Giovanni, e Zambrone. Segue poi la “Visita” del novembre del 1766, e successivamente del maggio del 1789, sei anni dopo il catastrofico terremoto del 1783 che sconvolse molti luoghi delle Calabrie. Nelle lavoro di L’Andolina seguono poi le elencazioni delle visite pastorali del 1794, del 1795 e del 1797. In pieno Ottocento ecco poi la visita (un poco superficiale) del 1849 e del ‘50. Nel secolo scorso, il vicino '900, la visita pastorale del 1910 si presenta invece particolarmente ricca di dati e informazioni dettagliate, per la prima volta la scrittura delle risultanze è in italiano (in quelle precedenti erano in latino).  Ancora oggi i segni religiosi sono componenti molto presenti nel tessuto urbano ma anche nelle campagne di Zambrone. Oltre le chiese vi sono infatti tante edicole sacre, calvari, nicchie con santi e madonne, croci e altri numerosi contenitori di simboli della religiosità popolare. In questo volume, dalla bella copertina ideata e curata dall'architetto Stefano Simoncini, ci sono davvero molte storie da leggere. Storia grande e storie piccole di eventi remoti, lontani, che emergono attraverso le meticolose elencazioni di oggetti ed obblighi, ordini e proclami, richiami ed elogi diretti agli abitanti del luogo Zambrone, padri e madri, figli e nonni un tempo. Persone del passato, oggi scomparse, che rivivono nella lettura di vecchi documenti e nella memoria dei discendenti che oggi abitano, forse con lo stesso spirito religioso, la Zambrone del presente. Domenica 28 febbraio, alle ore 17, presso i locali della palestra scolastica di Zambrone, in piazza Otto Marzo, il volume verrà presentato al pubblico. A moderare i lavori il giornalista Salvatore Berlingieri, ad introdurre don Giuseppe Blasi e don Ignazio Toraldo, direttore dell’Archivio diocesano di Tropea. Relazioneranno don Nicola Berardi, padre Trifone Labellarte e don Pasquale Sposaro con interventi del sindaco del paese, Pasquale Landro e del dirigente scolastico, Rocco Cantafio. Le conclusioni sono state affidate al Cancelliere della Diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea, don Filippo Ramondino.

Franco Vallone

 __________________________________________________________________

Nel libro si traccia un percorso di approfondimento delle tradizioni e degli usi del territorio

 LE VICENDE RELIGIOSE DI ZAMBRONE

 Presentato l’ultimo volume di studi curato da Corrado Antonio L’Andolina

di Mariastella Ferrazzo

 ZAMBRONE - “Vicende religiose di Zambrone” è il titolo del nuovo libro di  Corrado Antonio L’Andolina. Il testo è stato presentato al pubblico durante un convegno tenutosi domenica pomeriggio presso i locali della palestra scolastica, alla presenza di numerosi relatori e di un folto pubblico di uditori, giunti anche dai paesi limitrofi. Risultato di una lunga esperienza didattica e di ricerca, il testo offre un contributo alla comprensione dei fenomeni religiosi in un importante periodo storico, disegnando un  viaggio nella storia religiosa di Zambrone. “L’elemento religioso, infatti,- scrive l’autore- nella realtà locale occupa da secoli una prioritaria importanza fino a costituire il fulcro della sua civiltà”. “Un’opera d’intelletto che scaturisce da un’accurata ricerca e da un proficuo studio nell’archivio diocesano di Tropea- si legge nella prefazione- Essa ci offre la possibilità di rivivere la nostra storia e di immergerci nell’atmosfera di quei tempi e di quei luoghi che non sono più e, pur tuttavia, ci appartengono e li sentiamo nostri e attuali, li percepiamo come nostre radici e retaggio culturale”. L’incontro si è aperto con l’intervento di Padre Trifone Labellarte, sacerdote presso la parrocchia San Carlo Borromeo di Zambrone, il quale ha voluto ringraziare L’Andolina per aver scritto un libro che offre alla gente la possibilità di scoprire le radici del nostro passato. Un testo intriso di “pathos” per il dirigente scolastico dell’Istituto di Briatico, Rocco Cantafio- “ l’opera ha la capacità di sfiorare la corda dell’anima- ha affermato-  lancia un messaggio di fede che va a registrarsi nel profondo del nostro cuore. Il significato intrinseco del testo, va al di là delle date storiche e ci guida ad una lettura in chiave sacra”. Lo scrittore ha definito la sua opera “una ricerca che nasce dall’esigenza di definire l’identità della gente di Zambrone svelando la storia”. Il punto di partenza è la cultura -scrive l’autore nella sua nota-, intesa come elemento trainante di un potenziale processo umano che punti sul rinnovamento e sulla rigenerazione dello spirito e delle coscienze”.  Ha moderato l’incontro il giornalista Salvatore Berlingeri. Tra i relatori anche Don Nicola Berardi, Sacerdote presso le parrocchie San Nicodemo di Daffinà e San Nicola di Daffinacello, il quale è intervenuto alla conferenza proferendo parole intrise di vero significato: “Riscoprendo le nostre radici riscopriamo noi stessi- ha esordito il sacerdote- e lo scrittore L’Andolina con questa sua opera ci ha fatto riscoprire il senso di appartenenza, il testo deve servirci a crescere sulla base delle fondamenta, poiché recuperando le nostre fondamenta recuperiamo le nostre radici”. Successivamente è intervenuto Don Pasquale Sposaro, Sacerdote presso la parrocchia Santa Marina di San Giovanni che ha voluto sottolineare “l’importante ruolo che ha la storia permettendoci di entrare in un passato nobile. Ha riportato alla memoria dei presenti, inoltre, il ruolo sociale che rivestivano le confraternite in passato mettendo in risalto la nostra cultura strettamente connessa alla chiesa che nello stesso tempo si adoperava a portare avanti il bene del popolo”. Ecco intervenire di seguito Don Ignazio Toraldo, direttore dell’archivio diocesano di Tropea che ha spostato il discorso sulla religiosità dell’uomo come movente di un’opera di ricostruzione. “Ciò che rende l’uomo forte è la religiosità- ha affermato- ovvero la percezione di sé come appartenente ad un mistero ancora più grande. Da qui la necessità di recuperare gli elementi del territorio e ricostruire”. Ha concluso l’incontro il Sacerdote Filippo Ramondino, Cancelliere della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea che ha posto in primo piano il ruolo della chiesa in quanto costruttrice di una civiltà recuperando un’identità nella tradizione. Infine si è congratulato con l’autore, Corrado L’Andolina per avere sfornato un’opera davvero degna di lode, con l’augurio che il testo possa illuminare i giovani ad innamorarsi e ad avvicinarsi alla cultura riappropriandosi della vera saggezza. C’è da dire inoltre, che l’iniziativa è stata curata ed organizzata dal centro studi umanistici e scientifici Aramoni. Al termine della manifestazione è stato offerto un rinfresco a tutti i partecipi. Presenti tra il pubblico anche l’Amministrazione comunale nella persona dell’assessore Pasquale Purita e il presidente dell’associazione cultuale il “Tocco” di Motta Filocastro, Graziano Ciancio.

di Mariastella Ferrazzo

Pubblicato su Il Quotidiano il 3 marzo 2010, p. 24

 ________________________________________________________________

Zambrone. Il testo di L’Andolina riscuote consensi

UN VOLUME CHE RIPERCORRE LE VICENDE ARAMONESI

di EDUARDO MELIGRANA

ZAMBRONE -  Il cristianesimo ha costituito la più grande rivoluzione mai compiuta dall’umanità. Un processo non solo spirituale che ha permesso all’Uomo di acquisire una nuova “virtù” della quale l’umanità era sprovvista, ma anche storico attraverso cui si è dipanata, costruita ed intrecciata, la vita concreta delle comunità di uomini ed i suoi cammini di libertà, eguaglianza, idealità ed impegno solidale. “Vicende Religiose di Zambrone”, 1725 – 1912, Esegesi degli atti sulle visite pastorali, scritto da Corrado Antonio L’Andolina, è espressione della coscienza e della consapevolezza di tale percorso ultramillenario, che riporta alla luce un segmento fondamentale della storia di Zambrone. Lo stesso autore, attento studioso di storia, sottolinea come “l’elemento religioso abbia anche nella realtà locale una prioritaria importanza fino a costruirne il fulcro». La scelta di compiere un’esegesi delle visite pastorali risponde, da un lato, all’esigenza spirituale e morale di analizzare - nella realtà aramonese - «la presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace» (Pastores gregis), dall’altro, a quella di far riemergere nella loro straordinaria bellezza e nitidezza storica i segni del rapporto tra il Vescovo, il suo clero ed i membri del popolo di Dio. L’Andolina rende visibile così il principio ed il fondamento della Chiesa diocesana e, con esso, quello della realtà sociale che intorno ad esso si costruiva. Il testo ripercorre le visite pastorali dei Vescovi collocandole secondo peculiari prospettive: quella dell’incontro tra le persone componenti la comunità - la comunità, dunque, come valore in sé, reciproco riconoscimento “spirituale” e sociale - e quella dell’incontro tra i gruppi e le istituzioni che prendono parte all’apostolato. Non secondario è l’aspetto di carattere amministrativo, l’attenzione minuziosa, cioè, alle cose ed ai luoghi, sintomatica della volontà di non escludere nessuno dalla comunità diocesana. Il Concilio Vaticano II ha ricordato come “Gesù Cristo, Pastore eterno, ha edificato la Santa Chiesa e ha mandato gli Apostoli, come egli stesso era stato mandato dal Padre (Gv. 20, 21) ed ha voluto che i loro successori, cioè i Vescovi, fossero fino alla fine dei tempi pastori della sua Chiesa» (Lumen Gentium). Lo stesso autore, infatti, riprende, come suggestione di fondo, un brano tratto dall’Apocalisse “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. Significative frasi queste che racchiudono tre grandi temi del cristianesimo: la grazia, la libertà umana e la comunione. Il bussare è la grazia, la libertà umana consiste nell’accettare o meno tale grazia, la comunione è rappresentata dalla cena: una condivisione che equivale a felicità e gioia. Un altro profilo culturale evidenziato dal libro di L’Andolina è quello del recupero della cosiddetta “piccola storia”, la storia minuta che, però, è fondamentale per disegnare il cammino del popolo di Cristo, il suo tessuto connettivo, l’orizzonte sociale delle comunità, con la finalità della ricostruzione storica e della consacrazione della storia di un popolo e dei suoi riferimenti culturali ed identitari. Corrado L’Andolina riscopre il senso di ogni pur piccola reliquia del passato, raccogliendo, per dirla con il Vangelo, anche le briciole, i frammenti (Gv., 6, 12). Nel volume di L’Andolina, la riflessione storica si fa attualità, si fa sociologia, diventa antropologia, andando ad indagare sui cambiamenti del rapporto Chiesa popolo di Dio, sulla presenza della Chiesa nella società di oggi e con essa sulla complessiva organizzazione e tenuta delle attuali comunità. A parere dell’autore, catturare l’animus lungo il quale si sono realizzate le comunità nella loro dimensione spirituale e storica permette di stimolare le coscienze, riequilibrando gli elementi della vita umana alla luce di un neoumanesimo che consideri la cultura come priorità assoluta, la libertà principio irrinunciabile e la sacralità della vita, valore non negoziabile. “Da tale eventuale processo -osserva l’autore- dipenderanno le sorti dei credenti e dei non credenti, dei laici e dei religiosi».

Eduardo Meligrana

Il Quotidiano della Calabria 28 maggio 2010 pag. 28

Torna Su

Home Page >>====> di

logo.JPG (15023 byte)

e-mail:  Piapia@Poro.it

Di Bella ©CopyRight 2000