Convegno sul Brigantaggio a Motta Filocastro
BRIGANTAGGIO E SUD ITALIA
CONFRONTO A LIMBADI
Limbadi. Lo scorso mercoledì dalla suggestiva piazza sita nel centro di Motta Filocastro, piccola frazione di Limbadi, si è diffusa la luce più intensa, quella che irradia cultura. Unico strumento attraverso cui conoscere in profondità il presente e lanciare uno sguardo sul futuro.
Artefice dell’iniziativa culturale l’associazione "Il Tocco" da molti anni impegnata sul versante della conoscenza storica di fatti, costumi e tradizioni locali. Ad aprire le “danze” dialettiche il suo presidente, Graziano Ciancio il quale dopo i rituali ringraziamenti ha sottolineato lo spirito del convegno col quale si è voluto approfondire un argomento cruciale per l’unità d’Italia «senza pregiudizi o esaltazioni di sorta. Insomma, un piccolo contributo in direzione della verità storica».
Al gran completo la comunità mottese che ha assistito alla manifestazione con interesse e curiosità. Tra i relatori, la prima a prendere la parola, Marta Porcino proveniente dal Salento e studiosa del patrimonio materiale e immateriale del Sud. L’intervento della docente pugliese ha condotto all’analisi della storia “ufficiale”, quella cioè riportata sui testi scolastici per decenni «confrontata con una serie di aspetti che, necessariamente, una storia scritta dai vincitori non prevede».
Da qui, quindi, è passata alla trattazione di quel fenomeno che negli ultimi anni è stato definito di "piemontesizzazione" dell’Italia post-unitaria. La Porcino ha snocciolato circostanze e dati oggettivi dai quali si desume come la condizione economica e sociale del Sud nel periodo post-unitario sia peggiorata. Processo involutivo che ha accentuato e fatto esplodere il fenomeno del "brigantaggio" già storicamente presente nel Sud, sia pure con peculiarità differenti e dimensioni circoscritte. Risultato: una vera e propria guerra civile che causò migliaia di morti, saccheggi, stupri, violenze e nefandezze di ogni tipo.
A seguire, l’intervento del professore Antonino Campennì, sociologo e docente presso l’Università della Calabria, facoltà di Scienze politiche. Tema trattato: "I briganti al tempo di internet. Riflessioni non sistematiche sulla persistenza del mito del brigantaggio nel Mezzogiorno contemporaneo”. Capennì ha sviscerato la figura del "brigante" considerando l’influenza sociale, sociologica e culturale che ha avuto dalla seconda metà dell’Ottocento e fino all’attualità.
Il fenomeno del "brigantaggio" è stato quindi delineato alla luce delle memorabili pagine scritte da Carlo Levi in "Cristo si è fermato ad Eboli". Significativa la sua conclusione: «In un Sud che ha rimpiazzato il mito dell’industria con quello del turismo e della cultura come prodotto da vendere, che ha più voglia di sagre che di rivolte, il mito dei briganti rischia di perdere quell’ultima emozione utopistica che, sia pur nella forma della leggenda o della fiaba era ancora capace di fare sognare e desiderare un mutamento».
Infine, il professore Ulderico Nisticò, proveniente da Soverato e autore di numerose opere storiche, letterarie e teatrali, nella sua riflessione non ha esitato ad affermare che: «L’unificazione a mano armata pone fine a tutte le diverse ipotesi confederali e federali, che affermavano il bisogno di uno Stato grande e potente, ma anche la conservazione delle diverse identità e impongono un centralismo di cui il Meridione per la sua prosperità economica e debolezza politica, poi per colpa di una classe dirigente priva di energia e dignità, diviene vittima consenziente».
Ad arricchire l’iniziativa una suggestiva mostra fotografica interamente dedicata all’argomento trattato e due musicisti tradizionali che hanno intonato canti e sonate a tema.
Gli interventi sono stati moderati da Corrado L’Andolina, presidente del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, che, al termine dell’interessante seminario, ha citato Philippe Ariès e il suo auspicio di ricostruire “L’amicizia con la storia”: «In una civiltà che elimina le differenze - ha scritto infatti lo storico francese - la Storia deve restituire il senso perduto delle particolarità».
Pubblicato su Calabria Ora il 7 agosto 2010, p. 42
I Relatori del convegno sui Briganti
Il Pubblico del convegno sui Briganti
Musicisti Tradizionali Briganti
BRIGANTI E MERIDIONE
«ECCO L’ALTRA VERITA’»
Limbadi. I briganti sono entrati nell’immaginario collettivo prepotentemente, attorniati da un’aura romantica, destinati al continuo recupero e protagonisti di una «terza guerra», come la definì Carlo Levi, contro il potere savoiardo al quale opporre solo la rabbia e la forza di un rancore figlio della miseria, dell’emigrazione, della fame. Forse il desiderio di rivalsa, l’opposizione strenua al potere regio che opprimeva il Meridione, hanno legato, nella storiografia più diffusa, la figura del brigante a quello dell’anarchico, al quale forse lo legava più un vago desiderio comune di resistenza che una reale collaborazione.
Non solo alla figura del brigante, ma anche all’invenzione della sua «leggendaria anarchia» sarà dedicato il convegno intitolato “Briganti, l’altra storia” che si terrà mercoledì 4 agosto, alle ore 21:30 nel centro storico di Motta Filocastro. «Quando la storia fa scomodo a qualcuno, si inventano “le storie”» e nascono i cliché, che una lettura attenta e critica della storia consente di sfatare.
Interverranno diversi studiosi del fenomeno del brigantaggio che introdurranno al quadro storico di riferimento e ai possibili recuperi del brigante nella modernità e nella rivisitazione storica. La professoressa Marta Porcino introdurrà agli astanti il contesto storico nel quale si colloca il fenomeno del brigantaggio. Seguirà l’intervento del professore Antonino Campennì, docente di sociologia all’Unical di Cosenza che dedicherà il proprio intervento al “Brigante al tempo di internet”. Concluderà il convegno il professore Ulderico Nisticò, Consigliere nazionale del sindacato libero scrittori italiani, che parlerà della lettura storica del Risorgimento italiano come “guerra civile”.
Presiederà l’ingegner Graziano Ciancio, in veste di presidente dell’associazione culturale "Il Tocco" di Motta Filocastro e farà da moderatore l’avvocato Corrado L’Andolina, presidente del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni di Zambrone.
Durante la serata sarà possibile visitare anche la mostra fotografica dedicata al fenomeno del brigantaggio, intitolata "Briganti e Brigantesse nel Regno delle Due Sicilie".
Un’occasione in più per riflettere su una storia che è divenuta di dominio pubblico, spesso romanzata e fin troppo piegata agli interessi politici e sociali del momento. Il dibattito storiografico a proposito del brigantaggio è stato infatti sempre molto acceso. La dominazione savoiarda ha di volta in volta assunto i toni del genocidio a sfondo razziale o della vessazione e del dissanguamento economico del Sud Italia. In ciò risiederebbero la cause dell’insorgere del fenomeno del brigantaggio, come risposta ad un’esasperazione diffusa e continua, che, del resto, ha i suoi strascichi ancora oggi, nella modernità.
Eleonora Lorenzo
Pubblicato su Calabria Ora il 3 agosto 2010, p. 42
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