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Mostra sul Terremoto del 1905 a Parghelia
La Chiesa di Parghelia Unico edificio sopravvissuto al terremoto del 1905 |
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CONVEGNO "LA CALABRIA e I TERREMOTI" Parghelia 8 - 9 Settembre 2005 Centro Studi Storici e Sociali Sala Convegni |
Il Professore Luciano Meligrana Presidente del Centro Studi Storici e Sociali, ha curato tutto l'evento. |
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Pietro Scordamaglia è stato Il curatore della mostra fotografica |
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Il discorso che ha pronunciato il Sindaco, Architetto Vincenzo Calzona, in occasione della commemorazione del tragico evento: Chi l’8 settembre si fosse fermato in questo luogo, che allora era piazza Montanara, volgendo lo sguardo verso il paese non avrebbe visto altro che rovine. Avrebbe visto i palazzi danneggiati duramente e le case modeste totalmente distrutte, semicrollata sullo sfondo anche la chiesa parrocchiale, e qui di lato della chiesa di S.Anna , che era sede della confraternita dei marinai, la sola facciata rimasta in piedi La mattina di quell’8 settembre fu sicuramente per i sopravvissuti terribile ed angosciosa, dovunque solo rovine, morte e distruzione. Cento anni dopo l’amministrazione comunale di Parghelia ha voluto che si ricordasse uno dei momenti più tragici della storia di questa cittadina. L’8 settembre del 1905, quando, come ricordano le testimonianze dell’epoca alle 2,45 per 43 secondi la terra tremò accompagnata da un forte boato seguito dai rumori dei muri che crollavano. Fu la prima di una serie di scosse che avrebbero distrutto l’intero abitato, causando lo stravolgimento totale del luogo urbano cosi come si era stratificato nel corso dei secoli, annullando in un attimo il paesaggio urbano, ogni luogo vissuto, l’identificazione stessa dell’uomo con il costruito. La lapide è collocata su una parete di mattoni, che simboleggia la ricostruzione del paese e si ispira a quella immagine appesa nei locali municipali, che rappresentò per anni la proposta per lo stemma civico. La parete si erge direttamente dal terreno, quel terreno che ricopre le macerie del paese vecchio, proprio in questo punto si è a circa 2 metri sopra il livello del vecchio abitato, ingloba in se due elementi di granito, pezzi di architravi di un antico portale probabilmente, di una chiesa o di un palazzo ed un pezzo di arco di tufo, materiale più povero, usato come portale per le case più modeste. Ciò sta a significare come il nostro paese ricostruito affonda le sue radici nel suo passato ed ingloba in se gli elementi del passato stesso, senza memoria del passato non c’ è futuro. Una memoria del passato attenta alla sua storia più importante che vuole ricordare le sue grandezze nel commercio nell’architettura nella letteratura nelle arti in genere, i suoi uomini illustri ma non dimentica le classi più umili che con il loro lavoro ed il loro sangue hanno fatto la storia. Un memoria del passato che serve per guardare con determinazione con forza con speranza e soprattutto con la consapevolezza della potenzialità di questa nostra terra, per costruire qui un futuro migliore anche per nostri figli, perché non debbano più andare via.. Oggi noi, in questa Parghelia ricostruita ricordiamo quanti quel giorno ed i giorni successivi si prodigarono per soccorrere i feriti e per la pietosa opera di ricerca dei morti. Ricordiamo i primi soccorsi, il pane mandato dalla vicina Tropea, l’opera del 12 reggimento fanteria dell’esercito italiano, il contributo della Città di Milano, e quanti anche negli anni successivi contribuirono affinché Parghelia rinascesse. Infine volgiamo il nostro ricordo ai morti, le cronache dell’epoca parlano di circa 70 morti. I registri comunali riportano 55 nomi di deceduti alle ore 3,05 del 8.9 .1905 |
Ricordiamoli assieme:
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Apertura dei lavori del Convegno di Studi Saluto del Sindaco di Parghelia, Arch. Vincenzo Calzona
A nome dell’amministrazione comunale di Parghelia porgo il benvenuto a tutti. Saluto e ringrazio i relatori che hanno accettato il nostro invito sottoponendosi ad un viaggio in alcuni casi non breve. Saluto e ringrazio per la loro presenza: Il senatore Nuccio Iovine Il senatore Franco Bevilacqua L’onorevole Michele Ranieli Il vicepresidente Barbieri L’assessore provinciale al turismo Pasquale Orfanò Il sindaco di Tropea I sindaci di Zambrone e Joppolo Le autorità civili, militari e religiose, Cento anni dopo il tragico sisma L’amministrazione comunale di Parghelia ha voluto che si ricordasse uno dei momenti più tragici della storia di questa cittadina. L’8 settembre del 1905, quando, come ricordano le testimonianze dell’epoca alle 2,45 per 43 secondi la terra tremò accompagnata da un forte boato seguito dai rumori dei muri che crollavano come ricorda un sopravvissuto “fra tuoni e rombi spaventosi giù da ogni lato pietre mattoni, pezzi di muro, tavole, tegole, travi, vetri, quadri, bottiglie, lumi e quanto altro vi può essere in una casa”. Fu la prima di una serie di scosse che avrebbero distrutto l’intero abitato, causando lo stravolgimento totale del luogo urbano cosi come si era stratificato nel corso dei secoli, annullando in un attimo il paesaggio urbano, ogni luogo vissuto, l’identificazione stessa dell’uomo con il costruito, annullando in un attimo ogni caratteristica distintiva dello spazio vissuto, distruggendo le abitazioni abitazione che non significa solo rifugio ma implica che gli spazi dove la vita si svolge siano luoghi. L’uomo abita quando riesce ad orientarsi in un ambiente ed ad identificarsi con esso. Fin dall’antichità il genius loci, lo spirito del luogo è stato considerato come quella realtà concreta che l’uomo affronta nella vita quotidiana. La nostra esistenza quotidiana è fatta per dirla con Norberg Schulz.di “fenomeni concreti: gente, animali, fiori, alberi, e foreste terra e acqua ma anche strade, piazze, legno, pietre, porte, finestre di tutto ciò che costituisce il luogo che è parte integrante dell’esistenza “. Tutto ciò in un attimo a Parghelia non ci fu più, i luoghi mutarono la gente si disperse per le campagne, senza tenere conto delle situazioni precedenti la popolazione fu in seguito collocata in 3 nuclei di baracche lontani tra loro, la società subì un processo di frammentazione e deframmentazione velocissima che si ripercosse sulla vita quotidiana di ognuno che troppo velocemente dovette sostituire tutti i sui riferimenti spaziali e la storia si ripeté poco più di 20 anni dopo quando con la costruzione del nuovo paese l’assegnazione degli alloggi venne fatta senza tenere conto dei nuovi rapporti sociali e spaziali che si erano venuti a determinare. Le case assegnate secondo criteri di sorteggio, i lotti di terreno assegnati anch’essi secondo criteri di sorteggio, salvo riservare quelli sulla strada principale alle famiglie più abbienti, aumentarono il senso di non appartenenza ed approfondirono il solco della divisione di classe già fortemente allargata dal terremoto e dal regime fascista all’epoca al potere. In una società quindi caratterizzata da una forte divisione di classe; ma anche divisa da secoli tra mestieri come era la Parghelia di allora, tutto questo provocò un forte disorientamento della possibilità di comprensione del luogo in specie nelle classi inferiori e l’assenza della possibilità di sentirsi a casa essendo la casa il luogo dove si è vissuti. L’unico punto individuabile come luogo, come genius loci fu la chiesa della Madonna di Portosalvo, essa identificò a lungo ed ancora identifica in ogni pargheliese, anche lontano, lo spirito del luogo. Solo Il lento passare degli anni ha ricreato quell’identità unica, quel senso del luogo, appunto il genius loci. La costruzione dei monumenti, come quello inaugurato oggi, punti fermi nel paesaggio urbano, punti fermi per la memoria rafforzano il senso dell’appartenenza di questo luogo che è di nuovo Parghelia. Mostre e Convegni di studi come questo di oggi, contribuiscono ancora a rafforzare la memori a collettiva una memoria del passato quindi, come dicevo stamani, attenta alla sua storia più importante, che vuole ricordare le sue grandezze nel commercio nell’architettura nella letteratura nelle arti in genere, i suoi uomini illustri ma non dimentica le classi più umili che con il loro lavoro ed il loro sangue hanno fatto la storia. Un memoria del passato che serve per guardare con determinazione con forza con speranza al futuro e soprattutto con la consapevolezza della potenzialità di questa nostra terra, per costruire qui un futuro migliore anche per nostri figli, perché non debbano più andare via. Oggi noi, ricordiamo quel terribile episodio e quanti quel giorno ed i giorni successivi si prodigarono per soccorrere i feriti e per la pietosa opera di ricerca dei morti. Ricordiamo con senso di riconoscenza i primi soccorsi, il pane mandato nei primi giorni dalla vicina Tropea, l’opera del dodicesimo reggimento fanteria dell’esercito italiano, il contributo della Città di Milano, e quanti anche negli anni successivi contribuirono affinché Parghelia rinascesse. Ringrazio quanti hanno contribuito all’organizzazione di questo avvenimento Per primo il presidente del Centro studi storici e sociali il professore Luciano Meligrana, e lo voglio ringraziare non solo per il lavoro fatto per questo convegno ma per tutto quanto altro sta facendo. Grazie al professore Vito Teti, dell’Università della Calabria che ha offerto con entusiasmo la sua collaborazione e quella del dipartimento di antropologie e letterature del mediterraneo – dipartimento di filologia dell’università della Calabria, con l’augurio che sia la prima di una lunga serie. Grazie a Pietro Scordamaglia per il suo lungo e paziente lavoro che ha portato alla realizzazione della mostra fotografica. E A quanti a vario livello ci hanno affiancato per la preparazione di questo evento, a Don Giuseppe Florio, arciprete di Parghelia, alla Pro loco, all’associazione Cinemassieme Ai dipendenti Comunali che hanno davvero lavorato molto per la riuscita del convegno. Il nostro ringraziamento poi va Alla Regione Calabria, al Presidente Loiero ed all’assessore regionale alla cultura Sandro Principe Grazie al Presidente Loiero anche per lo spettacolo di stasera del “Parto delle nuvole pesanti” “un flusso inarrestabile di energia e poesia, che da vita a melodie nuove su strumenti antichi” ed a Lullo Sergi, per l’aiuto datoci per l’organizzazione del concerto stesso Al Presidente dell’Amministrazione provinciale, Gaetano Bruni Al sindaco di Zungri che ha gentilmente concesso in prestito la parte della mostra permanente sul terremoto relativa alle pagine dei giornali ed alle cronache dell’epoca. Agli operatori turistici sempre sensibili alle nostre iniziative Gli Hotel Sabbie Bianche, Paraelios, Panta Rei, Santa Lucia, la Pizzuta e Tirreno, il ristorante Carpe Diem e l’American Bar. Infine volgiamo il nostro ricordo ai nostri concittadini morti nella sciagura, le cronache dell’epoca parlano di circa 70 morti I registri comunali riportano 55 nomi di deceduti alle ore 3,05 del 8.9.1905 Grazie a tutti presenti ed auguri di buon lavoro. Il Sindaco |
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