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 Spilinga   il Paese della 'Nduja   Comune del Poro

  Pronto Estate 2012 - Guida di Turismo e Cultura sui Comuni del Poro

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La 'Nduja  è di Spilinga

Clicca sugli Argomenti:

Il Saluto e gli Auguri di Michele a Sordata dagli USA

La Sagra della 'Nduja del 2011

Antonio Miceli - Libri: "Il Nipote" e "L'Ultima Sigaretta"

Spilinga e Dintorni - Libro di Agostino Gennari e Pasquale Russo

Il 1° Festival Internazionale della Lyra del Mediterraneo

Le Poesie di Rosetta Pontoriero - Libro

Le Olimpiadi del Poro 2010 -Palazzo Sport

Domenico Modugno con Ciripinno

Spilingesi in USA - Il ritorno di Ciccio D'Agostino dopo 55 anni

La Madonna della Fonte a Spilinga

  I Lira Battente

Gruppo di ricerca Storico-Musicale del Poro

Scuola di Cucina Internazionale

I Vocaboli di Spilinga di P. Russo

Il Culto Spilingese in USA

Gita di Istruzione 2009

Produzione della 'Nduja in USA del 2009

La Notte Rossa - Sagra della 'Nduja 2008

LA 'Nduja di Spilinga

'Ndujamu... a Spilinga

La 'Nduja alla Bit di Milano 2008

Il Comune di Spilinga

La Trebbiatura a Spilinga (1964)

Il Santuario della Madonna delle Fonti

Sagra da 'Nduja in Argentina 07

Sagra da 'Nduja in Argentina 06

 Spilingoti (Spilingesi) in USA

 Vita contadina - Il Carrozzino

 La Chiesetta di Pioppo Poro

Associazione "Panaia La Ginestra"

Panaia La Madonna dei 100 Ferri

Antonio Miceli - Scrittore

"Zarzuela - Romanzo per ragazzi" Elena Miceli

La famosa 'Nduja  spalmata sul pane casereccio del Poro

La'Nduja alla BIT di Milano 2008 - Il Sindaco di Spilinga Franco Barbalace e l'Assessore di Tropea Nino Valeri mentre mostrano allo stilista Santo Versace  la 'nduja il prodotto tipico del di Spilinga e del Poro.

BIT di Milano 2008

Assalto allo stand della Costa degli Dei per la degustazione della 'Nduja di Spilinga.

BIT di Milano 2008

Lo stand della

Costa degli Dei

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Il Sindaco Dott. Franco Barbalace mostra con orgoglio il prodotto tipico del suo comune

Acquedotto ad Archi stile Romano

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COMUNE DI SPILINGA  Piazza Italia, 1   89864 Spilinga (VV)

Tel. 0963/65035 - Fax 0963/605802  www.comunespilinga.vv.it  e-mail: info@comunespilinga.vv.it

Spilinga, il paese della 'Nduja

A soli 7 Km dalle magnifiche spiagge di Capo Vaticano e a quattro dalle bellezze paesaggistiche delle alture del Monte Poro. Una posizione privilegiata quella del Comune di Spilinga. Un giardino dai mille colori e dai forti contrasti, tra il mare e la montagna. Un posto ideale per trascorrere una vacanza al contatto con la natura, senza naturalmente rinunciare al calore del sole e ai tuffi rinfrescanti nelle acque cristalline della "Costa degli Dei". Ma, Spilinga, non è solo natura e paesaggi. Il suo nome è legato ai sapori forti e genuini dell'intera Calabria. La ‘Nduja tipico salume preparato con carne di maiale e peperoncino, infatti, è ormai famoso in tutto il mondo.

Localizzazione

Spilinga è situata nella parte centro-occidentale della Provincia di Vibo Valentia, alle pendici del Monte Poro, nell'entroterra di Capo Vaticano, al margine di un terrazzo delimitato dai valloni che confluiscono a formare la fiumara della Ruffa, confina con Joppolo, Nicotera, Limbadi, Rombiolo, Zungri, Drapia e Ricadi.

Come arrivare a Spilinga

In auto: Per raggiungere Spilinga è necessario percorrere l'A3 Salerno-Reggio Calabria, uscire allo svincolo di S.Onofrio-Vibo Valentia, proseguire per la SS18 fino al Bivio Aereoporto, immettersi sulla strada provinciale per Tropea e al bivio di Zungri svoltare a sinistra. Distanza da Vibo Valentia 23 km.

In treno: Spilinga è servita dalla stazione ferroviaria di Tropea e Ricadi che si trova soli 6 km.

In aereo: L'aeroporto più vicino è Lamezia Terme (CZ) 50 km. 

Popolazione residente: 1.609. Densità per kmq: 86,1. Superficie: 18,69 kmq.

Breve storia si Spilinga

Secondo gli storici l'etimologia del toponimo Spilinga deriva dal greco "Spelunga", grotta; oppure "Spelaionghe" terra ricca di grotte e ancora da "Spelinka", caverna.

Infatti, nelle immediate vicinanze di Spilinga si trovano, ancora oggi, delle grotte nelle quali trovarono rifugio i superstiti alla frana sull'abitato di "Condrochilone" che sorgeva nei pressi dell'attuale centro. In queste grotte ripararono, molti anni dopo, anche gli abitanti delle zone limitrofe nascondendosi in seguito alle scorrerie dei pirati saraceni. La più importante di queste grotte è quella della "Madonna delle Fonti" in origine una laura eremitica basiliana, che oggi è adibita a santuario, circondata da sorgenti d'acqua, meta continua di pellegrinaggi, soprattutto a Maggio, mese in cui si festeggia.

La storia di Spilinga è legata prevalentemente alle vicissitudini storiche di Tropea, della quale fu casale fino al 1807. Anche qui, infatti, i Bizantini, gli Arabi,i Normanni hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio nella lingua, negli usi e nei costumi.

Da visitare:

La grotta della Madonna delle Fonti, originariamente forse una Laura Eremitica basiliana. Sono presenti in tutto il circondario altre grotte, quasi tutte naturali, alcune portano ancora i segni degli eremiti, mentre in altre sono stati ritrovati reperti dell'età neolitica.

Altre grotte, quasi tutte naturali, portano ancora oggi i segni degli eremiti che le scelsero come luogo di rifugio e di preghiere. Una testimonianza è rappresentata dalla grotta di "Santu Liu" nella valle tra Spilinga e Caria. Nel versante sud vi sono le grotte del "Favo" e delle "Fate" nelle quali sono state rinvenuti reperti dell'età Neolitica.

A Spilinga di notevole interesse storico, oltre alle grotte, è la chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Battista che è stata restaurata sui resti di quella che fu rovinata dal terremoto del 1783. La struttura risale all'anno 1645. L'altra chiesa, quella di Carciadi, affidata alla protezione della Madonna della Misericordia, è stata consacrata il 4 settembre 1932. A circa due chilometri da Spilinga, sulla strada che porta a Vibo Valentia nei pressi del santuario della Madonna delle Grazie, vi è un vecchio acquedotto ad archi in pietra da taglio che sembra rievocare gli antichi acquedotti romani. Lungo il torrente "Vattinderi", nei pressi dello stesso acquedotto, sono state ritrovate tombe di epoca romana, mentre nelle località denominate "Aramoni", "Torre Gallo" e "Galluppi" vi sono delle Necropoli.

Da visitare anche un vecchio acquedotto ad archi, in pietra da taglio, che sembra rievocare gli antichi acquedotti romani. Nel suo territorio sono state rinvenute mura perimetrali di fabbricati di età romana, ed insediamenti anacoretici medioevali (grotta di S. Leo) con affreschi bizantini

Al culmine di Monte Poro vi è una chiesetta dove si venera la Madonna del Carmelo, festeggiata solennemente il 16 luglio e meta di pellegrinaggi.

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LA 'NDUJA

La maggiore notorietà del Comune di Spilinga, comunque, proviene dalla 'nduja, un particolare insaccato etimologicamente legato ad una specialità francese.

L'origine resta ancora da accertare, secondo alcuni sarebbe stata introdotta dagli Spagnoli nel cinquecento assieme al peperoncino, ma come suggerisce il termine ricorda un insaccato Francese che potrebbe essere stato importato nel periodo Napoleonico (1806-1815), infatti sembra che Gioacchino Murat Vicerè di Napoli e cognato di Napoleone, abbia ordinato la distribuzione gratuita di un salame simile alla 'Nduja per ingraziarsi i Lazzari dello Stato partenopeo.

La 'nduja (dal francese andouille) è un famoso insaccato di maiale, certamente inventato con l'introduzione del peperoncino che non è soltanto condimento, o conservante, ma elemento caratterizzante. La 'Nduja è un salume tradizionale di una precisa e circoscritta area geografica che oggi viene presentato come prodotto originario ed esclusivo della Calabria e costituisce infatti uno degli elementi base di una recente e, per molti versi, inattuata unità alimentare della regione.

Anche se negli ultimi anni viene prodotta in numerosi paesi della regione, il Comune d'elezione resta Spilinga. La 'Nduja si prepara con la carne di maiale e il "grasso di scarto", quel grasso che non viene utilizzato per la sugna, le salsicce e la soppressata. Si tratta, in pratica, del grasso ricavato dal sottopancia, dalla spalla, dalla coscia. Il grasso veniva, e viene ancora oggi, macinato con crivelli a buchi stretti girati a mano. La pasta formata da grasso e carne di maiale viene mescolata con il peperoncino rosso, secco, piccante, anch'esso tritato con le macchine usate per il grasso.

La 'nduja vera e propria è quella conservata nel budello cieco detto orba. Orba (da orbus, cieco) è, infatti, anche il termine adoperato per indicare la 'nduja. Si può mangiare dopo 15-20 giorni di stagionatura ed anche dopo un anno, rimanendo inalterati i caratteri organolettici e la consistenza pastosa conferitale dal grasso. Essa ha costituito un elemento centrale all'interno della "cucina povera" dei contadini del posto e di un regime alimentare prevalentemente vegetariano, a base di erbe selvatiche, di ortaggi e verdure (pomodori, peperoni, ecc.), legumi, soprattutto i fagioli del Poro.

Oggi la 'nduja viene adoperata non solo per condire erbe, verdure, legumi, minestre, ma anche ragù, pasta industriale come gli "spaghetti alla 'nduja" e la pasta fatta in casa, vedi i caratteristici "fileja". Nei panini viene spalmata, per la sua morbidezza, come fosse mostarda o maionese, ma il suo uso è diventato caratterizzante per la pizza, sui crostini, sulle bruschette e nei toast. Per le sue caratteristiche alimentari, per il particolare sapore, per la gradevole piccantezza si va affermando come uno dei più atipici e originali prodotti tipici calabresi.

La 'nduja, insaccato grasso e piccante, tenero e forte, pur originariamente legato ad una situazione di precarietà alimentare ed a una cucina povera, rivela una fantasiosità e una capacità d'invenzione e di elaborazione alimentare che oggi vengono riconosciute e apprezzate fuori dai confini della Calabria.

Come si afferma.  Alimento povero, nato dalla necessità dei contadini di sfruttare la carne suina che rimaneva loro dopo aver destinato ai proprietari terrieri le parti più pregiate, la 'nduja anticamente si afferma oltre per il suo valore nutritivo, per quello terapeutico dato dall'abbondante presenza di peperoncino mescolato alla carne. La 'nduja oggi ha successo perché esce fuori dagli schemi dell'insaccato classico, in quanto si spalma invece di essere affettato; si degusta come antipasto spalmato sul pane o sui crostini e serve a preparare alcuni primi piatti classici come la “fileja alla 'nduja” e i fagioli con la 'nduja. E' un paté molto versatile che può rientrare anche in un contesto elegante di degustazioni con vini ed oli pregiati. Essa rappresenta i sapori forti della Calabria, gode di un'immagine sana, che trasmette valori positivi e che può legare la sua affermazione a quella del territorio in cui è nata.

Come si presenta. La 'nduja è un insaccato prodotto con carne e grasso del suino con l'aggiunta di sale e peperoncino piccante. Il rapporto tra carni suine e peperoncino è variabile, generalmente a 2 Kg di carne si mescola 1 Kg di peperoncino, ma tale rapporto può aumentare fino a 3/1. Il sale viene aggiunto con una percentuale del 3% circa sul totale. Essa ha consistenza cremosa, sapore fortemente piccante ed un profumo caratteristico, intenso e naturale, la forma vagamente cilindrica, ha un peso oscillante fra uno e due chilogrammi. La qualità delle carni utilizzate influenza le caratteristiche organolettiche del prodotto finito. E' convinzione comune che l'allevamento del maiale debba corrispondere agli usi tradizionali. Perciò è preferibile che la stabulazione sia all'aperto, che nell'alimentazione si privilegino cereali, legumi, ghiande, crusca e gli avanzi di ortaggi e frutta. Non bisogna eccedere con brodaglie o siero di latte, i fichi, pur disponibili, vanno somministrati con parsimonia ed era usanza comune, e spesso lo è tuttora, alimentare il suino con fave e ceci un mese prima della sua macellazione.

Il peperoncino riveste un ruolo considerevole nella preparazione della 'nduja. Esso è ottenuto da piante esclusivamente coltivate sull'altipiano del Poro. Due sono le varietà, denominate localmente “di Spilinga”: la prima ha forma allungata, colore rosso e sapore piccante, la seconda, invece, ha forma tonda, colore rosso e sapore dolce. Entrambi vanno miscelati e dal loro dosaggio si ottengono tante differenze di gusto della 'nduja.

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Spilinga 8 Agosto 2008: Una lunga "Notte Rossa" a base di Nduja

Ennesimo successo della sagra più famosa della Calabria

Spilinga – La sagra delle sagre. Non solo perché ha raggiunto i trentatre anni di attività, ma anche perché, in un periodo in cui il turismo sembra in netta flessione, riesce a catturare sempre più un numero consistente di pubblico. Quale sia la ricetta giusta di un gustoso appuntamento dell’estate calabrese, è da chiederlo agli organizzatori che anno dopo anno con grande impegno fanno crescere l’interesse intorno all’evento, che già di per sé vanta un prodotto unico. Anche quest’anno, infatti, la "Sagra della Nduja" di Spilinga, nella sua ormai famosa "Notte Rossa", organizzata dal Comune e dal Comitato promotore, ha visto immutato il suo fascino con le oltre ventimila persone che hanno invaso il centro cittadino, sfilando lungo il corso principale, sin dall’entrata del paese fino alla piazza centrale dei festeggiamenti situata all’altra estremità.

Il tutto senza nessun problema di ordine pubblico o disordine di alcun tipo. Condizioni che non sempre, in eventi seguiti da cosi tante persone, riescono ad avere la massima garanzia. Tutti insieme, quindi, a far festa e a deliziarsi con il noto prodotto tipico presentato in ogni modo, dai panini, nella fileja, nelle frittelle e cosi via. A segnare un cambiamento più tangibile delle precedenti edizioni la differenziazione tra le solite bancarelle di ogni genere che ostruivano il passaggio alle migliaia di visitatori alla ricerca di un ottimo piatto alla nduja, con quelle prettamente legate al prodotto spilingese, tutte concentrate nella parte centrale del paese. Un segno distintivo ben visibile appena si entra nella folla spilingese e apprezzato da chiunque: “Devo fare i complimenti agli organizzatori – ci riferisce la signora Antonella da Vibo – è da dieci anni che vengo a questa sagra e devo dire che mai come adesso, nonostante le persone sono sempre più numerose, si riesce a percepire un senso di grande ordine e di facile scorrimento”.

I commenti sulla sagra sono, comunque, unanimi anche per la gente che viene da tutt’Italia: “La nduja rappresenta la Calabria e noi calabresi dappertutto – spiega Antonio, catanzarese residente a Torino da trent’anni – e quando arriviamo qui insieme agli amici torinesi che ci vengono a trovare non possiamo fare a meno di fare un salto a Spilinga per questa occasione”.

Ma nei nostri incontri, attaccati agli stands tra un piatto di fileja e un panino “infuocato” c’è anche chi la nduja non la conosceva fino a poco tempo fa: “L’abbiamo assaggiata per la prima volta quest’inverno alla Bit di Milano in uno stand del Comune di Spilinga – affermano simpaticamente Giorgio e Marina, milanesi doc, in vacanza a Tropea – è da allora ci ha assaliti un forte senso di “dipendenza”. Dicono anche che dia energia in tutti i sensi”.

La sagra, comunque, rappresenta la calabresità in tutte le sue sfaccettature, qui si saggiano i prodotti e le varie pietanze locali, si trascorre un’allegra serata estiva al ritmo delle tradizioni storiche come i famosi giganti e lo spettacolare “camejuzzu i focu” con i suoi fuochi d’artificio e nella piazza stracolma non manca la musica e i caratteristici balli, che accomunano la gente danzando anche in mezzo alla strada, quasi in segno di un amicizia nata dalla voglia di ognuno di divertirsi e dedicarsi un momento di vera spensieratezza. A dare il là in questo senso le "tarantelle"  dei "Marasà", un gruppo nato proprio per rievocare le antiche melodie calabresi rielaborate e presentate in chiave moderna. Ma a dare un tocco di internazionalità basta affacciarsi allo stand del comitato, dove all’interno, tra il folto gruppo di promotori tutti nella tradizionale maglietta rossa a servire il piatto "infuocato", anche quattro ballerine brasiliane che aggiungono l’allegria del suono e del ballo del sambodromo. Nell’ormai lunga "notte rossa" lo spettacolo deve continuare e a farlo sono i "Rubber soul” intonando sempre in quel tocco di internazionalità le note dei Beatles, fino alle 2 di notte.

Infine, proprio qui, incontriamo il sindaco Franco Barbalace a fare quelli che lui dice "i doveri di casa": "L’accoglienza e l’ospitalità per noi spilingesi rappresenta un elemento indispensabile – sottolinea – ma è grazie all’impegno massimo e volontario di queste persone del comitato che si riesce ad organizzare il tutto nei migliore dei modi. I loro lavoro gratuito non si esplica solo in quello che si sta vedendo, ma alla base ci sono grandi sacrifici che partono da lontano. E di questo dobbiamo essere tutti grati a chi come loro dedica del proprio tempo solo per la voglia di vedere il proprio paese sempre più avanti e sempre più in crescita".

Nicola Costanzo

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Spilinga. "Ndujamo" Una serata tra spettacolo e promozione

L’apostrofo rosso sulla ‘nduja

Lo sviluppo di un territorio attraverso un prodotto

Spilinga - “Ndujamo?”. Il titolo nato da un mix tra il nome del prodotto che ha reso Spilinga famosa in tutto il mondo, con i nostri suoni dialettali diventa  "dove andiamo ?". Un interrogativo che mai come questa volta ha ricevuto tante risposte concrete. E’ così, da un prodotto d’eccellenza, con una attenta politica manageriale, si è arrivati a quello che potrà essere lo sviluppo di un intero territorio.

Si sono accese così le luci dei riflettori sulle tante iniziative legate alla "33° Sagra della ‘Nduja" di Spilinga con l’anteprima culturale e promozionale, dedicata al Talk-show dal titolo “Ndujamo ?... tra Mercati e Globalizzazione”, un momento di salotto sullo straordinario prodotto “'Nduja” e le sue prospettive commerciali. Questi e molti altri interrogativi sono stati rivolti dal giornalista e Piero Muscari agli ospiti della serata:

Tiziana Ferrario (giornalista del TG1 RAI), Mario Pirillo (Assessore Regionale all’Agricoltura), Paolo Pileggi (Presidente Cogal Monte Poro), che ha finanziato l’iniziativa con i fondi Leader+, Francesco Minicucci (Amministratore delegato del gruppo Sisa), Riccardo Lagorio (Presidente DECO Italiana). Presenti nel parterre anche molte autorità locali con in primis il presidente della Provincia Francesco De Nisi.

Ad aprire la serata l’intervento di presentazione del Sindaco Franco Barbalace promotore dell’iniziativa, che in sintesi ha delineato il progetto con cui l’amministrazione comunale ha raggiunto i notevoli obiettivi  “Per lo sviluppo del territorio attraverso il nostro prodotto d’eccellenza – ha spiegato – è necessario programmare, cosi come abbiamo fatto, tre fasi fondamentali, la promozione, la tutela e infine la commercializzazione. Se la prima  ci ha visti sempre impegnati tra varie attività come pubblicità, eventi promozionali e fiere, le altre due stasera vedono il loro compimento. Ciò significa che in poco tempo, un progetto di sviluppo trova piena efficienza, grazie anche alla sinergia dei produttori e la spinta che in questi anni abbiamo dato per la realizzazione dello stesso”. In effetti, il logo del "Consorzio ‘Nduja di Spilinga", costituito da pochi giorni e di cui fanno parte sette produttori e il Comune, ha fatto subito la sua prima apparizione alla presenza del presidente del Consorzio Luigi Caccamo, con la contemporanea immagine del marchio De.Co, alla presenza del presidente nazionale dell’associazione Riccardo Lagorio. Un marchio, questo, che garantirà e tutelerà il nome di Spilinga e delle sue produzioni dalle contraffazioni.

"Facciamo un plauso al Comune e ai produttori e al lavoro che il Cogal Monte Poro sta portando avanti – ha esordito l’assessore regionale Mario Pirillo – perché è sullo stare insieme che dobbiamo puntare se vogliamo che questa regione possa entrare nella competizione commerciale, puntando, comunque, innanzitutto alla tutela del prodotto. La Regione farà la sua parte aiutando e collaborando con queste associazioni”.

La stessa Tiziana Ferrario ha ricordato, con alcuni episodi vissuti nella sua lunga carriera giornalistica anche all’estero, che garantire la tipicità dei prodotti italiani in un mercato globale è fondamentale “in quanto sono molti i rischi legati alle imitazioni”.

Il presidente del Cogal Monte Poro, Paolo Pileggi, ha puntato l’attenzione, invece sui nuovi fondi comunitari di prossima uscita: “Bisogna cogliere le opportunità che si presentano – ha sottolineato – e questo è il momento giusto per proporre anche nuove idee. Una che voglio lanciare in questa serata particolare è quella della creazione di un Museo della Nduja".

La serata, condotta dal direttore artistico Piero Muscari, ideatore della programmazione, ha visto grandi  momenti di musica, moda e spettacolo, con protagonisti, il gruppo musicale “Jumpin’up” con il loro repertorio basato sul swing e blues anni 50/60,  oltre alla splendida voce di Debora Kaptein. Momento particolare l’arrivo in scena della showgirl di Canale 5, Carolina Marconi, la venezuelana salita agli onori della cronaca per la sua sexy partecipazione al Grande Fratello 4 al ritmo della “Buonasera signorina” dei Jumpin Up, coinvolgendo in un sexy ballo anche il presentatore Piero Muscari, prima di apparire con il suo ballerino per dare danzare sulle note del suo disco.

E proprio a lei subito dopo la consegna del premio personaggio "piccante" della tv italiana consegnatole dal maestro orafo Gerardo Sacco, consistente in una sua creazione ideata ad hoc con una collana dal trionfale pendente a forma di nduja e peperoncino. Altro regalo dell’"orafo delle dive" alla giornalista Tiziana Ferrario con la sua collezione dei "pupi siciliani".

Dopo lo spettacolo, altro importante momento: la presentazione del Consorzio “Nduja di Spilinga” che ha visto oltre al presidente Caccamo e la presentazione del logo che annuncia sotto il marchio di Spilinga "Solo la ‘nduja migliore ha l’apostrofo rosso", anche il responsabile nazionale dell’ente di certificazione DNV, Davide Busani, l’esperto agronomo che cura il progetto di tutela per il Comune di Spilinga, Emanuele Callipo e il docente dell’Università di Messina, Giuffrida. Prima di chiudere con gli interventi della Grande distribuzione Francesco Minicucci, che ha evidenziato l’entrata del Consorzio nelle catene alimentari, anche la presentazione del libro appena uscito di Antonio Pugliese dedicato in tutto e per tutto alla ‘Nduja, la sorpresa del presidente nazionale De.co, Riccardo Lagorio, che nomina responsabile del marchio per la regione Calabria, il sindaco Franco Barbalace "Per il suo entusiasmo e per le tante valide iniziative con cui ha saputo portare avanti un territorio facendone come fenomeno di attrazione un prodotto"

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Chiesetta di pioppo poro

di Carmelo Pugliese dall'Australia

Chiesetta di pioppo poro

di lontano ancor ti adoro

in quel piccolo sagrato

di fanciullo ti ho sempre amato

scappavo per suonare la campanella

e a lato ti sgorgava un'acqua bella

si raccoglievano tutti i suoi devoti

e la messa celebrava un sacerdote

fusti per lungo tempo abbandonata

oggi ho la gioia di sentirti restaurata

li passai i giorni di bambino

or lontano mi portò il mio destino

il  sole mi spunta in terra straniera

e quando a tarda ora scende la sera

a te è dedicata la mia preghiera

ma pur di lontano non mi sentir strano

e dammi la fortuna o San Michele

di stare sempre tuo fedele

fammi che all'ultima ora prima di spirare

mi sogno la tua chiesetta in mezzo alle caciari.   Carmelo Pugliese (masciunofrio)

       il fotografo d'Australia.

Febbraio 2006

Pubblichiamo a fianco e di seguito le poesie scritte da Carmelo Pugliese e dedicate al suo paese si origine Spilinga, che gli ricorda la sua infanzia li vissuta.

Carmelo vive in Australia da tanti anni, le sue poesie si riferiscono alla sua fanciullezza e dedicate, una al ricordo  di una Chiesetta di campagna (la Chiesetta di pioppo poro) situata vicino alla sua casa di campagna (il Pagliaio - tipica stalla con casa colonica del poro).

Un'altra è dedicata al peperoncino del Poro e un'altra ancora all'esaltazione della 'Nduja di Spilinga che è uno speciale salame piccante di maiale prodotto da sempre nel Poro ed in particolare a Spilinga, dove esistono i prodotti base migliori per la produzione  e le condizioni climatiche ideali per un' eccellente stagionatura naturale del prodotto.

Australia

Febbraio 2006

Carmelo Pugliese dall'Australia

- U Cornichio Pipiruncino -

Non ce na cosa di matri natura

Che mbiscatu a carni assapura

Grandi Dio mbiatu e divino

Chi criasti u pipiruncinu

Russu aredente di tantu coluri

E ntu vernu dai tantu caluri.

Gennaio 2006

Carmelo Pugliese dall'Australia

- Il Peperoncino a corno -

Non ce una cosa di madre natura

Che mescolato alle carni assapora

Grande Dio beato e divino

Che hai creato il peperoncino

Rosso ardente di tanti colori

E in inverno dai tanto calore.

Gennaio 2006

Festa da 'nduja i Spilinga

di Carmelo Pugliese dall'Australia

 'u fotografu

Spilinga, oggi si vistuta a festa

tu da nduja si na maestra

cu pani e vinu

pimmu u gudimu stu produttu finu

scola ndi ficiuru i nostri antenati

cu pani friscu, nduja e mujicati

sagra da nduja Spilingota

chi quandu a provi torni natra vota

puru chi ti senti di suba e di sutta bruciari

è nu sapuri chi no poi dassari

sa' mangi cu nu bonu biccheri

sviluppa focu d'avanti e d'arredi

e ‘nte notti friddi du misi i Natali

sutta i cummoghi non ti faci stari

nduja sorgenti di sapuri

sazia u corpu e ti pigghia d'amuri

tutta a Calabria ma faci avi pruvatu

ma sulu a Spilinga è rimastu u primatu

e tu turista non ti poi sbagghiari

è pipireiu cu carni i maiali

chi puru i morti fa risuscitari

maiali crisciuti cu cibu pregiatu

biava, paniculu, ciciri e patati

sa voi cantata cu gerru chiù fino

è pipireiu e carni i suino

d'antichi nosci tu fusti impastata

è testimoni a grutta di fata

antichi a truvaru cusì sapurita

e nta chija grutta lannu scolpita

è nu produttu di energia potente

adatta e debuli e i decadenti

produttu genuino senza inganni

cu mangia nduja campa chiù di cent'anni

si passi di Spilinga e no provi a nduja

si senza palatu e senza miduja

Gennaio 2006

Festa da nduja i Spilinga

di Carmelo Pugliese dall'Australia

 Il fotografo

Spilinga, oggi si è vestita a festa

tu della 'nduja sei una maestra

con pane e vino

per godere di questo prodotto fine

scuola ci hanno fatto i nostri antenati

col pane fresco, 'nduja e mullicati

sagra da 'nduja Spilingota

che quando l'assaggi ritorni un'altra volta

anche se ti senti bruciare di sopra e di sotto

è un sapore che non puoi lasciare

se la mangi con un buon bicchiere di vino

sviluppa fuoco d'avanti e di dietro

e nelle notti fredde del mese di Natale

sotto le coperte non ti fa stare

'nduja sorgente di sapore

sazia il corpo e ti prende d'amore

tutta la Calabria ha provato di produrla

ma solo a Spilinga è rimasto il primato

e tu turista non ti poi sbagliare

è peperone con carne di maiale

che pure i morti fa resuscitare

maiali cresciuti con cibo pregiato

biada, granturco, ceci e patate

se la vuoi cantata in modo più sottile

è peperone e carne di suino

dai nostri antichi fosti impastata

è testimone la grotta di fata

gli antichi la trovarono così saporita

e dentro quella grotta l'anno scolpita

è un prodotto di energia potente

adatta  a deboli e decadenti

prodotto genuino senza inganni

chi mangia 'nduja campa più di cent'anni

se transiti di Spilinga e no provi la 'nduja

sei senza palato e senza midollo/cervello

Gennaio 2006

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Domenico Modugno con Ciripinno (Francesco Pugliese di Spilinga)

Foto della collezione Ciripinno in USA: fatta a Newark, NJ, USA, nel 1968 circa,

Da Sx: Vincenzino, Filippo Neri, Domenico Modugno, Francesco Pugliese (ciripinno)

  USA 1965 circa, gruppo di amici di

  Spilinga ( foto collezione Ciripinno):

    Pasquale Palla,

    Ignazio Pontoriero,

    Ciccio Ferretto,

    Pino Purita,

    Giuseppe Lazzaro,

    Tommaso Purita "triatu",

    Michele Masciazzolo,

    Francesco Pugliese (Ciripinnu),

    Mico Panioto,

    Giacomo Melidoni,

    Tony Petracca.

La Trebbiatura a Spilinga - Dalla collezione di Michele Pontoriero (Sordata) dagli USA

Spilinga Calcio  annata del 1952

Foto: Collezione Michele Pontoriero (Sordata) dal New Jersey - USA

Spilinga Calcio anno 1959

In piedi: Guardalinee - La Torre Domenico (Dottore), Portiere - Pontoriero Michele (Sordata), Russo Michele (Lana), Rombolà Girolamo (Brattirò), di dietro - La Torre Michele (di Caterina), Porcelli Francesco (Bersagliere), Pugliese Antonio (Ciripinno), 

In basso: De Bartolis Pasquale (Nciccu), La Face Pasquale (Palmisano), Pontoriero Ferdinando (Virrina), Melidoni Giuseppe (Turca), Russo Antonio (Lana), Nando Di Delia (Brattirò), ragazzino dietro è il professor Giuseppe Barritta (Caneva)

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 Madonna delle Fonti: LA Chiesa e Altare

Vita contadina - Il Carrozzino

Asini a lavoro

Maiali per la produzioni della 'nduja

Vita Contadina:aratro di legno e ciuccia coi cesti

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