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 Tamburello Festival 2007

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  >>====> Zambrone

SOL  E  TARANTELLE

C’è un mondo dentro di noi. E’ fatto di voci lontane la cui eco si sveglia di tanto in tanto per ricordarci chi siamo. Si materializza, in certe giornate di agosto, come queste, nel fulgore del sole che picchia sui sassi e sulle zolle e sembra snaturare i colori o, più probabilmente, li riaccende nelle tonalità antiche e originali. Si esibisce nello scroscio delle onde e nel mormorio dei ruscelli che sembrano tornare a raccontare le storie perdute. Si rasserena nel sentimento e nella vivacità del dialetto mormorato dagli anziani che giocano a briscola sotto la pergola. Si esprime con parole e musiche che, per incanto, riemergono come la luna dietro le nuvole.

E’ questo mondo che il Tamburello festival vuole riscoprire e riportare alla luce dei cuori di giovani e anziani. Lo strumento più adatto è sempre la tarantella e soltanto la tarantella, che richiama il sole del sud  con le sue tradizioni musicali, ricche di movimenti ritmati, di trasposizioni esistenziali e di metafore, di allusioni e di ritualità, di disciplina e di trasgressioni: un mix straordinario che racchiude in sé mito e storia, volontà di primato e ostinazione, lotta per apparire e accettazione delle regole. Insomma una specie di caleidoscopio nel quale le varie componenti, tuttavia, riescono a mostrarsi nella chiarezza dei dettagli e nella distinzione dei tratti, lasciando trasparire nell’insieme l’anima del sud, completa e ricca, semplice e difficile, nella sua animalità e nella sua mitezza.

Il Centro studi umanistici e scientifici “Aramoni” continua a raccontare la storia infinita del nostro Sud con la sua attività di ricerca e la sua passione per la verità. E ciò nonostante la scarsa attenzione delle pubbliche Istituzioni. Lo fa senza iattanza e senza pretese di primogeniture ma nell’intento di portare un contributo alla memoria storica del Paese e per fare in modo che la componente più popolare e partecipativa torni ad occupare il posto che le compete nella ricostruzione del tessuto culturale della nazione.

La quarta edizione del Tamburello festival segna una svolta importante. La manifestazione è inquadrata in un contesto culturale di ampia prospettiva; ovvero, nella “Kermesse aramonese”. La “kermesse -ha scritto Leonardo Sciascia - nei Paesi Bassi e nel settentrione della Francia è la festa della parrocchia”. La parrocchia è quella aramonese, luogo d’origine di Zambrone e dintorni. La festa che si celebra (e il Tamburello festival rimane il momento più significativo) è quella della memoria.

Salvatore L’Andolina

Presidente Onorario

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SAGRA ARAMONESE      SUCCULENTI PIETANZE !

La cucina locale può essere considerata uno scrigno contenente un tesoro inestimabile. I prodotti dell’orto (melanzane, peperoni, pomodori) sono trasformati, dalle sagge massaie zambronesi, con fantasia fervente e impareggiabile maestria, in succulenti e gustose pietanze. Piatti stuzzicanti, saporiti, semplici sono il risultato della loro arguta perizia.

Nel più classico menu aramonese non possono mancare i fagioli "a burro" vera delizia del palato, accompagnati da Sua Maestà il peperoncino. La frittata con la cipolla, un’invenzione legata al contesto territoriale. Il formaggio del Poro, è la pietanza che più di ogni altra rappresenta l’entroterra. La soppressata, una specialità rinomata per la sua unicità. La peperonata e i peperoni arrostiti, preparati saporiti come pochi altri. La ciambella di patata, un derivato di antiche ricette tramandate oralmente da generazione in generazione. I sott’oli (pomodori secchi, olive e melanzane) prelibatezze allo stato puro. Il pane cotto col forno a legna una solida rievocazione della civiltà contadina. La sardella, il tonno e le alici, un chiaro riferimento alla tradizione marinara. La "nacatula" il classico dolce del luogo. Il vino corposo, l’essenza stessa della calabresità.

Secondo un antico adagio, occorre pensare al futuro senza essere angustiati dal passato e dal presente. Letteralmente recita: “Arrustendu e mangiandu campi cent’anni”. Ovvero, arrostendo e mangiando campi cent’anni. E’ l’augurio rivolto a tutti i partecipanti alla quarta sagra aramonese.

Pietanze  aramonesi

  • Fagioli di Pignata

  • Pecorino del Poro

  • Soppressata al peperoncino

  • Crostino con sardella

  • Crostino con tonno

  • Crostino con alici marinate di casa

  • Peperoni arrostiti

  • Frittata con cipolla

  • Parmigiana

  • Polpetta di patata

  • Peperonata calabrese

  • Pomodori sott’olio

  • Cipolline in agrodolce

  • Olive in salamoia

  • Melanzane sott’olio

  • Pane casereccio

  • Vino calabrese

Dolci  zambronesi

  • Ciciarata

  • Pitte pie

  • Crostata con marmellata

  • Crostata con marmellate

  • Cannoli

  • Torte al limone

  • Torte alle mandorle

  • Nacatula

  • Torte al cioccolato

ZONA BRIGANTI

Il gruppo musicale "Zona Briganti" è l’espressione più vivace di una Calabria che sintetizza alla perfezione passato, presente e futuro. Un passato fatto di suoni che ti entrano nel cuore e ti accompagnano per tutta la vita. Un presente vissuto all’insegna di valori positivi, primo fra tutti la gioia dello stare insieme, nella propria terra. Un futuro che si costruisce con tenacia e dedizione. La giovane età degli artisti si coniuga con l’antica saggezza di cui sono portatori. Equilibri melodici, suoni travolgenti, canti soavi, balli sensuali. Suggestioni d’altri tempi. Vitalità e condivisione di momenti indimenticabili. La band di Rogliano condensa tutto ciò.

Tamburelli, chitarra battente, organetto, pipita e zampogne. Sono gli strumenti musicali della tradizione calabrese. Nelle sapienti mani dei "Briganti" hanno il dono di trasferire il pubblico in una "second life". Però essa, al contrario di quella virtuale, è magicamente reale

Nelle canzoni interpretate, i temi che prevalgono sono quelli dell’amore e del Sud.

Il primo, è un sentimento che in Calabria assume i connotati della passione e dell’eternità.

Il secondo, esprime disagio, amarezza e insofferenza nei confronti di una "Questione" che si protrae da oltre un secolo. Modalità espressive temprate dall’ironia e da un velato ottimismo.

“Zona Briganti” e la tarantella costituiscono un binomio inscindibile. Il gruppo la ripropone recuperando frammenti di memoria emblematici della cultura coreutica e musicale calabrese.

Ne rispetta le “regole”, ma la canalizza verso un profondo desiderio di libertà...

Mimmo Cavallaro e "TaranProject"

Un grande della musica popolare. Calabrese di Caulonia, appassionato ricercatore nel campo della cultura etnico - musicale, Mimmo Cavallaro, nonostante la giovane età, può essere considerato uno dei maggiori e più  appassionati  esponenti del movimento "Taranta Power" creato da Eugenio Bennato. Si esprime musicalmente con tutti gli strumenti della tradizione. Il suo senso del ritmo, la capacità di penetrare l’humus della musica calabrese e di rappresentarla gli conferiscono un’aura leggendaria.

Mimmo Cavallaro non è soltanto un ricercatore capace di attualizzare il passato senza fargli perdere nulla della sua anima, ma è anche un compositore eccezionale che introduce nelle sue ballate il sapore della tradizione e le passioni della gente di Calabria, riproponendone sentimenti e aspirazioni, turbamenti, speranze, e valori.

Riesce a parlare al cuore di tutti i calabresi come pochi perché come pochi è riuscito a comprenderli. Questo è il vero e unico motivo del suo successo. Significativa, la domanda "Vurria sapiri cu ha formatu lu mundu..." posta nella sua canzone più bella e famosa "Canzuni di lu marinaru". Essa si inserisce, infatti, nel sentimento disperato e ironico con cui i calabresi si interrogano su se stessi.

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